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Autore: Laxity    13/07/2013    2 recensioni
Lontano dalla Terra esiste un piccolo pianeta speciale, normalmente invisibile agli occhi di noi terrestri, che ruota attorno alla Luna, e di conseguenza attorno a noi. Proprio a causa della vicinanza con la Luna, in quel mondo c'è un qualcosa di soprannaturale. Arret è come la Terra, solo più piccola. Come una goccia d'acqua rispetto all'immenso oceano. Perfino la gente di quel pianeta è uguale alla gente terrestre. Persone uguali e con lo stesso destino, ma con modi di fare totalmente diversi...
A che serve l'elettricità quando ci sono i sogni, in fondo?
Esatto. Gli abitanti di Arret, nella notte, sognano la vita della Terra. E nemmeno loro, come noi, sanno di avere un pianeta gemello. Solo.. si immaginano in un'ambiente diverso.
E proprio grazie a questo "ambiente diverso", i protagonisti della serie si incontreranno, sia su Arret che sulla terra.
Genere: Fantasy, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Terra, Palermo, 22 Giugno. Narratrice: Martina.

"Erica... stai bene?" chiesi alla mia amica, che ogni volta che si girava per controllare il foglio affisso al vetro della portineria della scuola impallidiva.
"Come dovrei stare? Prova a guardare un po' qui" disse facendo cenno al foglio, così lo controllai. Era nel primo gruppo, ed anche la prima del gruppo a dover essere interrogata.
Avete fatto centro: sono arrivati gli orali degli esami di terza media. Fino a quel momento tutto procedeva per il meglio: ogni verifica era andata perfettamente. Adesso mancava il "livello finale", o almeno, così lo chiamavo io.
Nonostante mi dispiacesse vedere Erica così preoccupata, era buffo vederla con quell'espressione depressa in volto, e mi scappò un risolino.
"Che ridi, brutta bastarda! Tanto anche tu oggi subirai il mio stesso destino!" mi disse, per poi ridacchiare anche lei.
"Oh, già, ma io sono la nona ad essere interrogata. Posso vedere 8 interrogazioni e prepararmi al meglio, tu no" dissi, ridendo, mentre quella si fece ancora più depressa di prima.
"Sei molto incoraggiante, stronza!" disse, dandomi un colpo di libro di storia - fino a poco prima del mio arrivo stava ripassando - in testa.
Dopo qualche minuto ci fecero accomodare in una classe, ed io assistetti all'interrogazione di Erica, che per fortuna andò a meraviglia.
Sonia, un'amica più piccola di me di un anno - ma col cervello molto più maturo del mio - mi disse che presto sarebbe arrivato il mio turno, con un sorriso beffardo in volto. Eravamo solite scherzare così, noi due.
"Sì, ma stai tranquilla che l'anno prossimo lo affronterai anche tu" dissi simpaticamente, poi arrivò il mio turno.
Quasi tremando, mi alzai e mi recai alla cattedra.
"Con quale materia vuoi iniziare?" chiese una delle professoresse - la più stronza di tutte -, domanda alla quale risposi prontamente.
"Mi piacerebbe iniziare con arte" dissi, e quando mi fu dato il consenso, iniziai a parlare della pittrice giappone Tama Kiyohara e dello scultore siciliano Vincenzo Ragusa.
Mi venne fatta qualche domanda a cui risposi prontamente, poi la professoressa stronza - che sfortunatamente mi insegnava ben 4 materie - iniziò a farmi ripetere le sue materie.
"Bene, sai dirmi che ruolo ha avuto il Giappone nella seconda guerra mondiale?"
"Il Giappone ebbe un ruolo fondamentale, in quanto partecipe della guerra in seguito ad un attacco espletato a Pearl Harbor, nelle Hawaii, per danneggiare gli USA e..."
"Il Giappone stuzzicò anche un'altra volta gli Stati Uniti, sai quando?" mi interruppe la prima volta.
"Sì, durante la prima guerra mondiale, quando.."
"Bene, mi parli del Giappone?" la seconda volta...
"Il Giappone è un arcipelago di isole di cui quattro sono le più importanti: Shikoku, Kyushu, Hokkaido e Honshu..."
"Tra queste sai dirmi perché Honshu è un'isola divisa in più regioni, mentre le altre tre sono regioni a sé stanti?" la terza volta.
"Perché Honshu tra queste è la più grande, tant'è vero che.."
"Bene, passiamo a cittadinanza, sai dirmi quali sono i tre poteri?" disse, interrompendomi per la quarta volta.
"FAMMI PARLARE, CAZZO!" ..No, questo non glielo dissi, ma lo pensai. Comunque, proprio per le continue interruzioni ero diventata piuttosto nervosa, così risposi quasi balbettando, nonostante fosse la domanda più semplice del mondo..
"E-ehm.. potere g-giudiziario.. esecutivo.. e.. ehm.. l-le-legi..legislativo.." dissi in maniera insicura perché avevo timore che mi avesse interrotta di nuovo.
"Stai tranquilla, non vogliamo metterti in agitazione" disse.
"MI STAI PRENDENDO PER IL CULO?!" pensai di nuovo.
"Bene, a quale materia vuoi passare, adesso?"
"I-inglese..." dissi timidamente.
"I'd like to speak about music" dissi, e iniziai a ripetere un lungo testo fatto da me, in inglese, sulla musica.
"Bene, puoi andare" mi dissero le professoresse.
Ci ero quasi rimasta male. Se avessi ripetuto le altre materie avrei recuperato il nervosismo di prima. Maledetta professoressa stronza! Meno male che con quella avevo chiuso per sempre!
Uscita fuori dalla classe mi misi a piangere, mentre ridevo come una schizzata. Non sapevo bene perché lo stessi facendo, anche perché gli esami erano andati bene, mi avevano anche dato gli esiti degli scritti. Ma.. forse era per sfogarmi.
"Aahahahahahahhahah" ridevo, mentre piangevo.
"Ohi, che piangi? Non è andata bene?.." mi chiese Erica, che stava guardando gli altri esami.
"Scherzi? AAHHAHAHAH! FINALMENTE E' INIZIATA L'ESTATE!" urlai.
"Ehm.. potresti abbassare la voce, per piacere?" disse una professoressa, sbucata fuori da un'altra classe lì vicina.
"Eheh. Scusi.."

Arret, Ailat, 23 Onguig, Narratrice: Anitram.

Quel mattino mi svegliai, pensando al mio sogno. Cos'era l'estate? Cos'erano gli esami? E la scuola? Era per caso un luogo di incontro con i propri amici? Magari potevo dedicare un libro alla "Arret" dei miei sogni, la Terra. In fondo mi era sempre piaciuto scrivere.
Mentre fantasticavo su Erica, Sonia, Martina - che poi ero io - e quel mondo nuovo, stavo affacciata alla finestra della mia camera, osservando il cielo biancastro. Anche nei miei sogni, il colore del cielo cambiava: era di un bellissimo azzurro chiaro, e a volte era anche roseo.
Quei ragazzi avevano proprio nomi strani. Ma in fondo venivano dalla mia fantasia - o almeno così credevo -, quindi credevo fosse normale.
In lontananza vidi una ragazza. Era un anno più grande di me e si chiamava Naical.
"Buongiorno, 14enne!" urlò dal giardino dell'abitazione. Non potei che sorridere, vedendola, e così scesi al piano sottostante a salutarla. La sua prima reazione? Abbracciarmi e tirarmi le guance, come faceva sempre.
"Ahi! fa male!" dissi ridendo.
"Devo tirarti le guance 14 volte! Auguri"
"Io credevo si facesse con le orecchie.."
"In effetti.. provvedo subito!"
"NO! SCHERZAVO, NON FARLO! NON.. AHH!" provai a ribattere, ma già la ragazza era attaccata alle mie orecchie.
Passammo la giornata insieme, e ci raccontammo dei nostri sogni. Era piuttosto strano, però. Tutti sognavano lo stesso pianeta, con gli stessi dettagli.
Chissà che la Terra non esistesse davvero?

- Angolo dell'autrice -
Terra, Palermo, Sabato 13 Luglio 2013, Ore 17:23 e non so quanti secondi, narratrice: IO! Cioè sempre Martina XD
Mi dispiace, i primi capitoli non saranno poi così speciali. Più che altro, li userò per presentarvi meglio i personaggi della storia e il nuovo ambiente, cioè Arret. :3
Dedico questa storia ai miei amici e al mio rgnoerngiorng. Ehm. Ragaignwiongwoign. Ragazeiognwgniw. Avete capito. Insomma, ho le crisi, ma avete capito cosa intendo, no?
Dunque, questa storia è per tutte le persone a cui tengo <3 Vi prometto che dai capitoli dopo le presentazioni dei personaggi sarà tutto più piacevole :3 Perdonatemi :c
E per ogni presentazione dei personaggi ci sarà una sorpresa per i miei amici. Gnegne :3 Al prossimo capitolo :P
  
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