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Autore: Khalia    13/07/2013    2 recensioni
Annabel Di Meo e Niall Horan sono migliori amici, la loro vita trascorre in modo del tutto normale con gli alti e i bassi tipici dell'adolescenza. Un giorno, dopo un compito in classe di chimica (andato malissimo), Annabel troverà una scritta sul proprio armadietto che modificherà radicalmente la sua monotona vita.
Prima di aprire la porta, Annabel e Niall si guardarono attorno circospetti, poi si fissarono l'un l'altro e nessuno dei due fece alcuna mossa.
«Tu o io?» gli domandò Annabel. «Chi apre?».
«Una terza opzione?» gli chiese lui, speranzoso.
«Non è contemplata» tagliò corto l'altra.
«Ma io non voglio prendere un'altra insufficienza!» si lamentò Niall.
«Abbassa la voce o ci sentiranno!» lo riprese lei, colpendolo con il libro sulla testa.
«Mi hai fatto male!» si tastò la parte dolente, «ti odio!».
«E te ne farò molto di più, Niall James Horan, se non apri subito questa maledettissima porta!»

- Khalia.
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

La giornata era iniziata veramente molto (ma molto) male, eppure Annabel era certa che avrebbe potuto peggiorare nelle prossime ore. “Soprattutto perché non ho studiato nulla” pensò, mordendosi il labbro inferiore.

Annabel esordì con uno sbuffo di rassegnazione, interrompendo le chiacchiere del suo migliore amico: «Io non ci posso credere, non è possibile».

«A che cosa ti riferisci?» le chiese Niall corrugando la fronte. «Al fatto che ogni giorno facciamo sempre tardi?».

«Ma è ovvio!» esclamò lei e scosse il capo, ormai totalmente rassegnata al loro triste destino.

Si sarebbe uccisa volentieri, pur di non dover cercare di strappare una sufficienza nel compito in classe di chimica: avrebbe dovuto supplicare Louis Tomlinson, molto probabilmente in ginocchio e a mani giunte, perché la facesse copiare.

Potrei sbattere la testa contro il muro ripetutamente finché non muoio dissanguata, in questo modo non dovrei affrontare alcun compito in classe e, soprattutto, nessun Tomlinson” si disse, e non riuscì a reprimere una smorfia di disgusto, ripensando al sogghigno estremamente beffardo che compariva sul volto di Louis quando una qualsiasi povera creatura, sprovvista della sua conoscenza, lo supplicava e lui si ritrovava nella condizione di poter decidere della vita o della morte della suddetta sfortunata persona.

Preferisco affrontare il compito in classe, piuttosto che Tomlinson” concluse, stabilendo che avrebbe probabilmente avuto una grave insufficienza, ma almeno così non avrebbe dovuto chiedere il suo aiuto.

«TERRA CHIAMA ANNABEL!» gridò Niall, sventolandole una mano davanti agli occhi.

Annabel si riscosse immediatamente e si girò verso di lui con un sorriso.

«Era ora, finalmente mi degni della tua preziosa attenzione!» affermò lui, fingendosi risentito. «Credevo di essere diventato invisibile!».

Annabel scoppiò in una sonora risata e gli scompigliò i capelli: «Lo sai che ti adoro».

«Siamo arrivati» aggiunse poco dopo, «non c'è quasi nessuno, forse siamo veramente tanto in ritardo» fece lei in tono preoccupato.

Niall le diede una pacca sulla spalla, dicendo: «Vedrai che nessuno se ne accorgerà, neanche avranno notato la nostra assenza!».

Annabel annuì, ma era decisamente poco certa che sarebbe stato davvero così. In compenso, avrebbe ottenuto un voto orrendo, però almeno avrebbe mantenuto saldo il proprio onore, senza doversi inginocchiare davanti a Louis Tomlinson in cambio delle risposte al compito di chimica.

Maledetta scuola, maledetta chimica e maledetto Tomlinson” pensò, entrando e cominciando a percorrere il corridoio affiancata da Niall.

Prima di aprire la porta, Annabel e Niall si guardarono attorno circospetti, poi si fissarono l'un l'altro e nessuno dei due fece alcuna mossa.

«Tu o io?» gli domandò Annabel. «Chi apre?».

«Una terza opzione?» gli chiese lui, speranzoso.

«Non è contemplata» tagliò corto l'altra.

«Ma io non voglio prendere un'altra insufficienza!» si lamentò Niall.

«Abbassa la voce o ci sentiranno!» lo riprese lei, colpendolo con il libro sulla testa.

«Mi hai fatto male!» si tastò la parte dolente, «ti odio!».

«E te ne farò molto di più, Niall James Horan, se non apri subito questa maledettissima porta

Niall si mise a braccia conserte, imbronciato.

«Sei retrocesso a quando avevi quattro anni, per caso?» lo prese in giro Annabel, «ti sembra il momento giusto per discutere su chi deve o non deve aprire questa maledettissima porta?».

Niall tacque e ci fu silenzio completo, con sommo disappunto di Annabel che capì di aver perso la sua battaglia. «Quando entri in modalità bambino di quattro anni mi viene una gran voglia di strangolarti, ma poi finirei in prigione» commentò lei, fulminandolo con uno sguardo assassino che non prometteva nulla di buono.

Annabel appoggiò la mano sulla maniglia della porta, socchiudendo le palpebre e facendo un grosso respiro in modo da cercare il suo coraggio latente. “Non sono mai stata molto Grifondoro, devo dire, io sono più quella che scappa dalle professoresse di chimica amanti del rosa, delle insufficienze e delle note disciplinari” riconobbe lei, sospirando sconsolata.

Dopo aver accumulato il coraggio necessario per portare a termine quell'impresa mastodontica, Annabel si trovò sul punto di aprirla sfoderando la sua temerarietà, quando l'imponente ombra della professoressa Boggs comparve all'improvviso, facendole desiderare di essere morta o di non esistere affatto. Trattenne il fiato, sperando di morire per asfissia prima che la porta si aprisse totalmente e il suo peggiore incubo prendesse vita davanti ai suoi occhi.

I cardini stridettero, la porta si spalancò e la figura bassa e tarchiata della professoressa Boggs emerse nella sua malevolenza, scrutando la sua allieva con un ghigno perfido.

«B-buongiorno, professoressa Boggs» balbettò Annabel, scoprendo di essere sopravvissuta al tentativo di auto-soffocamento.

Niall strabuzzò gli occhi e, inorridendo alla vista della sua insegnante tanto odiata nonché temuta, tentò goffamente di nascondersi dietro la colonna.

«Venga fuori, signor Horan! Non è ora di giocare a nascondino» disse la professoressa Boggs, tornando poi a esaminare dall'alto in basso la sua peggior studentessa con un misto di avversione, rassegnazione e disappunto, «temo di non avere più la forza di rimproverarvi, siete entrambi casi persi e rappresentate la mia unica sconfitta in più di trent'anni d'insegnamento» terminò, scuotendo il capo con veemenza e facendo loro segno di prendere posto.

Annabel e Niall entrarono in classe scambiandosi una serie di occhiate colme di puro terrore, presero posto e pregarono per la propria salvezza.

«Ovviamente a causa del vostro ritardo riceverete una nota disciplinare, che, sommata alle precedenti due, vi porta a un totale di tre, ergo i vostri genitori dovranno presentarsi in un giorno prestabilito e saranno informati circa la vostra ingiustificabile condotta» sentenziò.

Annabel si diede mentalmente della stupida sia per non aver studiato, sia per non essersi presentata perlomeno puntuale, sia per non essere riuscita in quel tentativo di auto-asfissia.

Quando la campanella suonò, Annabel e Niall sobbalzarono. “Ho messo le risposte a caso, ma le leggi della probabilità sono a mio favore: qualcuna di tutte queste risposte deve essere per forza giusta” rifletté, consegnando poi il proprio compito, alzandosi dalla sedia e aspettando Niall sulla soglia.

Niall la raggiunse, Annabel notò che aveva un'espressione triste e cercò di sorridergli, seppur lievemente, però lui la ignorò e iniziò a trascinarsi per i corridoi in direzione delle file degli armadietti. «Insomma, stiamo facendo una meravigliosa collezione di insufficienze» tentò di scherzare lei, ma Niall non diede alcun segno di voler ridere alla sua battuta.

«È tutto inutile, Di Meo, perché le tue battute sono assolutamente penose e non fanno ridere nessuno» si intromise Louis, schernendola, ma lei decise di ignorarlo.

Annabel, corrucciata, si voltò verso gli armadietti e vide Niall immobile come uno stoccafisso di fronte al suo, che fissava un punto ben preciso come se fosse stato stregato da qualche potente incantesimo.

«Che cosa sta succedendo qui?» fu la domanda di Annabel, che cercò di aprirsi un varco tra la folla accalcata dinnanzi al suo armadietto.

«Qualcuno deve essersi innamorato di te, Di Meo, anche se io non lo credevo possibile» commentò acidamente Louis.

Annabel, osservandola piena di stupore, vide una scritta rosso porpora risaltare ora sul suo armadietto. C'era scritto “Ti amo”.

Annabel scosse il capo, lo fece ripetutamente. “Non può essere vero” pensò, mordendosi il labbro inferiore. Invece lo era, la scritta rossa troneggiava ancora, più vivida che mai.



Note:

Questo, trattandosi del prologo, non è molto lungo ma i prossimi capitoli lo saranno sicuramente di più.

Louis Tomlinson qui inizialmente si dimostra essere una specie di “bulletto”, ma vorrei puntualizzare sul fatto che io non lo odi affatto (anzi siamo molto simili caratterialmente). 

Niall è il migliore amico di Annabel, mentre gli altri membri degli One Direction (Liam, Harry e Zayn) compariranno già dal prossimo capitolo vero e proprio. 

Ci troviamo negli Stati Uniti, ho deciso inoltre per mia pura e semplice “comodità” di modificare le età degli One Direction a seconda di come mi tornasse comodo, quindi non stupitevi se alcuni saranno magari in classe insieme pur avendo nella realtà un'età diversa.

  
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