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Autore: zaynsclouds_28    13/07/2013    7 recensioni
"Emily...ti amo.."
Chissà come mai, ma questa frase non mi sorprese affatto. Continuai a fissare le onde dell'oceano, ma mi resi presto conto che Niall avrebbe meritato una risposta. Ma..cosa si dice in questi casi?
"Ehm..bene" Improvvisai un sorriso.
"Avanti, Emily anche tu mi ami, [...] te lo leggo negli occhi..." Mi fissò con aria sicura e intanto, mi attirò abilmente a sè e mi ritrovai in pochi secondi a pochi centimetri dal suo viso.
"Beh...analfabeta!" Risi subdolamente.
"Ah davvero? Allora, sentiamo..cosa leggi tu nei miei occhi?"
"Infinito."
Non ci pensai nemmeno un secondo, perchè effettivamente era così. Sin dal primo giorno io mi ero persa in quei suoi occhioni azzurro mare.
Niall sorrise e mi baciò.
Anzi, ci baciammo. Come se ne avessimo entrambi bisogno per sopravvivere, ma non lo desiderassimo veramente.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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*IMPORTANTE! Leggete:
1. Il capitolo è più lungo del solito, quindi buona lettura a tutti/e :);
2. Soffermatevi, a termine capitolo, sullo ‘Spazio Autrice’. Ci sarebbero novità…*

2

4*                                                      ‘Never ever give up

“Penso che tu  e un vero e proprio delinquente siate più simili di quanto credi.”
“Ed è un bene, oppure un male?”
“Io sono ancora qui con te, no?”
Nicholas Sparks –‘Il meglio di me’

Io lo sapevo. Lo sapevo e lo sapevo.
Continuo a ripetermelo mentre corro fuori dalla palestra con le ballerine in mano e quel poco mascara colato sulle mie guance, rigate ormai da una manciata di minuti da decine di lacrime amare.
Come avevo potuto? Non lui, ma io. Mi ero ripromessa di non sviluppare aspettative su Horan, e non le avevo avute sin dall’inizio. Ma il mio cuore non doveva deludermi ancora. Non così facilmente.
Era bastata una settimana, due smancerie, un visetto da angelo e qualche lusinga per distruggere le mie barriere. Ma il punto è che era proprio di quello che mi ero innamorata.
Del suo modo di farmi sciogliere con un solo sorriso, delle poche parole che mi facevano dubitare di anni passati ad odiare me e il mondo lì fuori, delle sue braccia che ogni volta sembravano proteggermi dal dolore della mia vita che senza di lui aveva poco senso.
Merda.
L’ho detto vero? Ho detto che lo amo?
No? Beh era sottinteso. L’avevo saputo da quando mi aveva disturbata quella sera sulla spiaggia.
E quello era esattamente il posto in cui mi stavo dirigendo. Non avrei saputo dove altro andare. O forse perché in cuor mio speravo che Niall provasse almeno a venirmi a cercare.
Dopo avermi ucciso.
In tutti i sensi.
Mi sedetti su un masso poco lontano dal ‘nostro posto’.
E aspettai. Per 3 lunghe ore.


***


Ormai era l’una di mattina.
Speranze? Esaurite.
Feci per alzarmi, delusa e sconsolata, quando scorsi da lontano un’ombra indefinita di quella che sembrava essere una donna.
Accade tutto come un flash, in pochi attimi.
Mi alzai lentamente quasi avessi paura di perderla di vista e mossi un passo ancora con le ballerine nella mano destra ben tesa. Feci per avvicinarmi, ma la donna sembrò allontanarsi, anzi muovere un passo contrario al mio ogni volta. Di colpo iniziò a camminare ed io la seguii, guidata da un’inquietante sensazione che però m’incuriosiva allo stesso tempo.
Camminammo per un po’ per il lungo mare, sempre a distanza calcolata di una decina di metri fino a quando non si allontanò dalla spiaggia e s’inoltrò nelle stradine di Portsmouth. Di colpo, nonostante sapessi dove mi trovavo, mi resi conto che la donna era sparita nel nulla e che ero capitata da sola nel retro di un bar vicino al liceo.
La musica era alta ed assordante e sentivo urla provenire da diverse direzioni. Ero alquanto spaventata, essendo appunto una quattordicenne nei pressi di una discoteca stracolma di ubriaconi e ragazze dal vestito facile. Insomma, di tante Tiffany.
Mi girai di scatto per tornare verso casa, quando mi sembrò di scorgere un’altra ombra.
Questa volta ero veramente spaventata, ma ero quasi certa che la figura distesa malamente per terra fosse vera.
Avanzai e mi sembrò di sentirla lamentare.
A quel punto abbandonai le mie ballerine e corsi verso quella direzione. Dovevo aiutare chiunque fosse in quella situazione. Anche se fosse stato un delinquente appena uscito di prigione. O peggio, Tiffany.
Ce l’ho con lei? Nooo. Giusto un po’. Okay a morte.
Mi accasciai accanto al corpo dolorante e lo spostai di poco verso la luce di un lampione lì vicino per scorgere il volto della vittima, che sembrava ricoperta di lividi e graffi che avrebbero causato diverse cicatrici su tutto il corpo.
Cosa?? Cosa?
Niall….Niall Horan.Tanto sangue.Appena svenuto.
Merda. Alla seconda…


***


Fantastico! Ora ho ancora paura. Paura….di che cosa?
Di tutto, principalmente di Niall e delle sue condizioni.
Cosa gli era successo due ore prima, o meglio, cosa era successo a ME da spingermi a trasportarlo fino al più vicino ristorante, chiamare aiuto e venire in ospedale con lui?
Ora sono qui, con Horan, in una delle innumerevoli stanze buie dell’ospedale di Portsmouth.
Adoravo questo posto da piccola, perché i medici erano sempre stati molto gentili con gli altri bambini e anche con me quando mi ero fratturata il polso all’età di sette anni. Poi, iniziai ad odiarlo quando, proprio nella stanza accanto, mia nonna, considerata fin dal giorno precedente un ‘caso archiviato’, morì miseramente dopo un insulso anno di chemioterapia. Come dimenticare…
Per questo piangevo, piangevo e piangevo.
Ma forse anche per Horan.
Non riuscivo a sopportare il fatto di vederlo così. Non lui.
Era lì sdraiato, pallido peggio di un cadavere, con troppi cerotti per poter intravedere il suo viso perfetto che non lasciava tralasciare altro che dolore soffocato da una smorfia, che non aveva niente a che vedere con i suoi soliti sorrisi mozzafiato.
Nemmeno i suoi capelli tinti alla meno peggio gli davano la sua solita aria da rockstar internazionale, ma adesso erano malamente scompigliati sulla sua fronte.
Però, a guardarlo meglio, era sempre lui, anche con un malmesso camice ospedaliero e alcuni tubi attaccati al suo petto, principalmente sulla parte destra.
Già…destra. Sembrava fosse stato tutto precedentemente calcolato.
A destra i tubi, a sinistra la mia mano poggiata sul suo cuore, per controllare periodicamente che battesse ancora.
Per me e non per Tiffany.
L’altra mia mano? Intrecciata alla sua.
“Gentilmente, Signorina, mi ripeta ancora una volta il suo nome e il suo recapito telefonico”
Un medico era appena entrato in sala. Era sulla ventina, un ragazzo insomma, ma aveva uno sguardo serio e distaccato.
“I-io sono…Emily, Emily Bennett”, i singhiozzi mi impedivano di parlare senza balbettare, ma nonostante questo sorrisi ripensando che Horan, la prima volta che ci eravamo conosciuti, si era presentato nello stesso modo e con lo stesso tono.
“Molto bene e il suo numero telefonico è 3415678901, giusto?” mi fissò insistentemente per qualche istante, mentre riportava i miei dati su una cartellina di un blu acceso.
“Esatto”, sospirai sovrappensiero.
“D’accordo e, mi dica, lei è…?”
Colsi al volo il significato di quella domanda.
Il punto era: chi ero io? Per Niall?
“Sono…una sua cara amica, diciamo...”
Lui mi guardò poco convinto e aprì la bocca in procinto di cacciarmi, ma io lo precedetti.
“IO NON ME NE VADO! NON SO DOVE SIANO I GENITORI DI NIALL, MA SE NON SONO QUI CI SARA’ UNA SPIEGAZIONE PLAUSIBILE E, NON ESSENDOCI NESSUN ALTRO, IO NON LO LASCIO SOLO, OK? OK. IO LO…”
amo?
“…ci tengo, insomma!” mi corressi abbassando decisamente il tono di voce.
Ora piangevo ancora di più ed ero certa che il dottore avrebbe pensato di avere a che fare con una quattordicenne incontrollata, in preda agli ormoni. Che forse ero, ma tralasciamo.
Il medico mi fissò a lungo prima di rispondere alla mia paranoia di poco prima.
“Dimmi, che cos’hai, ehm..Emily, giusto?”
Ma era così difficile ricordare un nome di cinque lettere?
Guardò velocemente la cartellina e si sedette accanto a me.
“Nella stanza accanto è morta mia nonna, tre anni fa e ancora non riesco ad accettarlo. Le volevo troppo bene per lasciarla andare così presto…”. Sorrisi sconsolata.
“Mi dispiace”
Continuò “Solo per questo?”
Wow, aveva ragione la mamma, allora: ero davvero un libro aperto per tutti!
“Non lo so. O forse si, ma…”
Il signor Climby- così si chiamava da quanto riportato sul cartellino del camice bianco- mi bloccò e fece per rialzarsi.
“Non sei costretta a rispondere. Non credo che tu debba ammetterlo a me.”
Indicò Niall e si soffermò di nuovo sulla mia figura. Inevitabilmente capii e il dottor Climby uscì dalla stanza, fermandosi però sullo stipite della porta bianca.
“Ah e, Signorina Bennett, rimanga pure qui quanto vuole…” mi sorrise, ma sembrò quasi combattuto nel pronunciare quelle parole.
Cosa mi nascondeva, anche lui?
Mi girai nuovamente ancora in lacrime, ripensando alla marea di interrogativi a cui non avevo risposta.
Perché Niall era qui? Chi era quella donna che mi aveva condotto da lui? Perché era scomparsa nel nulla? Perché non ho un istinto omicida verso Horan, che ricordo ha baciato quella specie di ippopotamo in parrucca al ballo?
Tornai a fissare il ‘piccolo’ Niall.
A guardarlo mi sentivo in colpa IO per avercela con lui, che quasi involontariamente mi aveva spezzato il cuore poche ore prima.
Sapete quelle ragazze che quando raccontano le loro storie d’amore passate, pronunciano orgogliose la fatidica frase: ‘Sono fiera del mio cuore perché è stato spezzato, bruciato, distrutto, ma ancora funziona’?
Ecco, io non ho letteralmente idea di quello che ciò voglia dire! Infatti, il mio piccolo cuore batte quasi per miracolo per tenermi in vita e sono certa che se mai un giorno- che forse era già arrivato…-comincerà a battere per qualcun altro e poi si spezzerà, ci sarà ben poco da fare.
Per questo ho paura di innamorarmi e, soprattutto, di essere felice. Con un ragazzo, magari.
Però Niall era…
Era perfetto. Troppo perfetto. Più perfetto di me quando tentavo invano di truccarmi davanti ad uno specchio come una modella esigente e viziata.
Beh…mi ero innamorata. Troppo chiaro per negarlo ancora. Tutto amavo di lui. Dai suoi migliori pregi ai suoi difetti più oscuri, che però non avrei saputo elencare.
Forse perché erano praticamente inesistenti, ma tralasciamo.
Ora, forse per la stanchezza, la sua faccia mi sembrò sorridente e decisi di lasciarmi andare a lui e al mondo dei sogni solo alle tre di notte.
Mi sdraiai quasi completamente accanto a Niall, non curante che i fili attaccati fino a qualche ora fa al suo corpo potessero spostarsi, o peggio, staccarsi.
Ero certa che non sarebbe morto per una flebo rimossasi accidentalmente e mi accoccolai al suo petto che andava affannosamente su e giù.
Così potevo controllare meglio che respirasse, no?
Si, certo Emily! Per quello ti trovavi abbracciata ad Horan, non ancora sveglio, in un letto d’ospedale…
Ciò che più mi stupì in quel momento era che, esattamente sul suo cuore, sotto il punto su cui si trovava la mia mano, Niall era stranamente gonfio ed arrossato.
Un tatuaggio.
Che risaliva molto probabilmente a non più di una settimana prima.
‘Never ever give up’
E una sigla, ‘T+N’ ,poco sotto.
Era la mia frase e lui l’aveva incisa sul cuore e ciò mi faceva completamente sciogliere dalla dolcezza, ma leggere la T vicino alla N mi toglieva il respiro.
Un’accoltellata senza preavviso.
Perché la T come Tiffany- e come quella parola che sottintende sgualdrina- e non la E, come Emily?
Con questo pensiero mi addormentai, ma non mi passò nemmeno per la testa l’idea di potermi spostare per questo motivo dal letto di Niall.
Non mi interessava rompere i miei schemi di ‘ragazza allergica ai ragazzi e al mondo’.
Non avrei mollato.
Non questa volta.


Spazio Autrice
Ciao a tutte! :)
Dunque, innanzitutto vorrei ringraziarvi ancora una volta perchè siete fantastiche e dirvi che aggiornerò prestissimo anche ‘This song made our life’!
Allora, vorrei sapere sinceramente che cosa ne pensate di questa FF e se ne valga la pena di continuarla..siate sincere, mi raccomando!
Oggi, un ringraziamento speciale va a Londonimhere che mi aiuta sempre e mi perdona tutte le gaffe XD.
Il banner di ‘This song made our life’ l’ha preparato lei, sapete?
Beh grazie a tutte e vi consiglierei anche di passare da ‘Blue rose’ sempre di Londonimhere,
perché credo vivamente che quella storia meriti più recensioni o, perlomeno, visualizzazioni!
Vi ringrazio ancora con tutto il cuore e vi prego di recensire e commentare anche l’accaduto!
Non uccidetemi per il ritardo XD
Sempre grata…
Eli :33
 
 
 
 

  
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