Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Segui la storia  |       
Autore: TheScarecrow    13/07/2013    2 recensioni
FanFiction ispirata all'omonima canzone di Ligabue.
 
"l'amore conta - l'amore conta
e conta gli anni a chi non è mai stato pronto
nessuno dice mai che sia facile
e forse qualche dio non ha finito con te"
 
Gerard in seguito alla morte della nonna, ha inziato a frequentare un brutto giro, dove le uniche cose importanti sono l'alcool e la droga.
E' quì che entra in gioco Frank, che cerca in tutti i modi di farlo ritornare quello che era una volta.
Ma per salvarlo ha bisogno di una cosa molto importante, che di certo a lui non manca: l'Amore.
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

6)

 

Nei giorni successivi, Frank dovette imparare molte cose che prima non era in grado di fare, per esempio, cambiare le bende, tenere pulite le ferite e soprattutto, vivere con Gerard. Un ex tossico dipendente e alcolista. 

E non era per niente facile. 

Se ne rese conto il giorno dopo che furono tornati a casa dall’ospedale, quando vide Gerard trascinarsi per casa come un’anima in pena in cerca di qualcosa.

“Mikey e Ray hanno pulito proprio tutto” gli aveva detto passando un dito sul ripiano della cucina.

“Già, faceva a dir poco schifo questo posto” gli aveva risposto lui in tutta sincerità “Cerchi qualcosa?”

“Mh? Hanno buttato via tutte le mie bottiglie” 

“Lo so, hanno fatto proprio un bel lavoro… dovresti ringraziarli” 

Gerard aveva annuito distrattamente, poi si era rifugiato sul balcone per fumarsi una sigaretta.

Almeno quella dipendenza poteva portarla avanti, Frank non era contrario. D’altronde fumava anche lui di tanto in tanto e rispetto all’alcol e alla droga, il fumo era il minimo. 

Era andato da lui, sul balcone e lo aveva abbracciato da dietro appoggiando la fronte alla sua schiena, stando attento a non stringergli troppo il ventre. Adorava quella posizione, poteva sentire il calore del corpo di Gerard tra le braccia e poteva baciargli il collo, cosa che il cantante adorava perché era uno dei suoi punti più sensibile e Frank lo sapeva.

Quando gli aveva confessato che voleva bere non si era arrabbiato con lui, lo aveva fatto girare verso di sé e gli aveva detto che non era colpa sua, che era il suo corpo che reclamava l’alcol, non lui.

 

In tutto quel tempo -oramai era passata una settimana- Frank aveva imparato a farsi forza e sapeva per certo che non poteva mollare. Se lo avesse fatto sarebbero ritornati nella situazione in cui erano prima e non voleva che accadesse di nuovo. Gerard dipendeva da lui, se uno affondava, affondava anche l’altro. Insieme.

Negli ultimi giorni era migliorato molto il loro rapporto, parlavano molto, soprattutto Gerard gli confidava i suoi dubbi, le sue paura e incertezze ed aveva ricominciato a disegnare. 

Disegnava i suoi ricordi, scene macabre e sangue. Ma quello era normale, era da Gerard. 

E Frank lo stava rivedendo, in quegli schizzi di colore rosso sangue, misto al nero delle tenebre. Riconosceva quel 20enne di cui si era innamorato quando lui era ancora sedicenne. 

Rivedeva il ragazzo paffutello dai lunghi capelli neri che vedeva ogni giorno quando dopo scuola, andava a casa di Mikey per fare i compiti o per cazzeggiare.

Era rimasto subito affascinato da lui, il timido artista in erba che passava maggior parte del suo tempo libero, stando chiuso in camera sua. Però quando Frank andava a casa del proprio migliore amico, chissà perché, il fantasmino nero -così lo aveva soprannominato Frank, per il fatto che vestiva sempre di nero e per la sua pelle bianca-, usciva allo scoperto e passava il pomeriggio nella stessa stanza in cui erano lui e Mikey, 

Si ricordava ancora di quando aveva capito di essersi innamorato di lui e del giorno in cui lo aveva confidato al biondo che era sbiancato all’istante. Non se lo aspettava per niente. 

E invece lui si era messo a ridere ma non appena era comparso Gerard in salotto, facendogli l’occhiolino, Frank aveva smesso all’istante di ridere e il suo viso aveva preso un colore molto simile a quello di un pomodoro maturo. 

Da lì a poco avevano iniziato a frequentarsi, diventando degli ottimo amici e scoperta la passione di uno di cantare, e dell’altro di suonare, avevano deciso di formare una band insieme a Mikey e ai loro amici Ray e Matt.

Finito il loro primo tour però, Matt disse loro che i My Chemical Romance non avevano avuto abbastanza successo per i suoi gusti e quindi se ne andò di punto in bianco, lasciandoli senza batterista. Ma questo era l’ultimo dei loro pensieri.

Se volevano continuare a fare musica, la prima cosa da fare era scrivere i testi delle canzoni. Cosa che Gerard aveva già iniziato a fare. 

 

***

 

- Frank… - 

L’interessato alzò la testa dalla rivista che stava leggendo e lo guardò. Era seduto sul divano di fronte a lui ed era intento a scrivere qualcosa sul blocco per appunti. 

- Dimmi amore - 

Gerard picchiettò la biro contro la carta, poi alzò lo sguardo su di lui. - Mi porti da lei? -

Frank rimase un attimo interdetto, non si aspettava una richiesta del genere. Voleva andare a trovare sua nonna al cimitero. 

Che lui sapesse, l’ultima volta che Gerard ci aveva messo piede, era stato al suo funerale.

- Mh… sì, certo che ti ci porto - 

Il cantante gli sorrise riconoscente, poi si alzò e quando fu abbastanza vicino alla poltrona su cui era seduto Frank, chinò su di lui fino a incontrare le sue labbra. - Grazie - 

 

Mezz’ora dopo si trovavano davanti al cancello del cimitero. 

A Frank, come a lui, affascinava quel luogo. Da bambino credeva che scattata la mezzanotte nelle sere di luna piena, i cadaveri prendessero vita ed uscissero dalle loro tombe per andarsene bellamente in giro per il cimitero. 

Forse un po’ ci credeva anche adesso. 

Sentì Gerard accanto a sè, trattenere il respiro. Allungò la mano al suo fianco e quando incontrò la sua, gliela strinse per tranquillizzarlo. 

- Andiamo? - 

- Andiamo - sospirò Gerard lasciandosi guidare lungo il sentiero di ghiaia che attraversava l’intero cimitero.

 

La tomba di Helena si trovava nell’ala est, la sua lapide era semplice e inciso nella pietra scura, spiccava il suo nome ricamato in modo ordinato. 

 

Helena Lee Rush 

1933 - 2003 

 

Gerard lasciò la mano di Frank e si inginocchiò di fronte alla lapide. Appoggiò la rosa che aveva portato per lei, ai suoi piedi poi si soffermò ad osservarla.

Accarezzò i suoi petali rossi, erano delicati proprio come la pelle di sua nonna. Anche quella rosa era stata viva, poi lui comprandola -e quindi privandola del vaso d’acqua-, aveva cessato la sua crescita per farla morire lì, accanto a quella lapide come se potesse tenere compagnia a sua nonna. 

Sospirò e chiuse gli occhi. Voleva ricordarla per la donna fantastica che era, piena di vita e felice. Di quando aveva anche lei il colore rossi di quel fiore. La passione. La vita. 

Riaprì gli occhi e si girò verso Frank che era rimasto per tutto quel tempo, in piedi alle sue spalle. 

- Frankie, ti dispiace se- -

- Oh. No amore, non preoccuparti. Vi lascio soli - 

Gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla fronte, per poi ritornare a percorrere il sentiero di ghiaia. 

Come poteva non essere felice con un uomo del genere, al proprio fianco? Cosa chiedeva di più? Aveva già tutto. Aveva lui, Frank, che lo capiva ancora prima che pronunciasse una parola.

Gerard tornò a prestare attenzione alla lapide e sorrise accarezzando la foto che ritraeva sua nonna anche lei, sorridente e positiva. 

Si ricordava ogni momento passato insieme a lei, come quando da bambino gli aveva insegnato ad andare in bici e quando cadeva e si sbucciava il ginocchio, lei gli diceva sempre che dopo una caduta, l’importante era rialzarsi e non pensare al dolore che aveva provato cadendo.

Se le ricordava bene quelle parole e soprattutto doveva imparare a metterle in atto anche in quel momento. 

Doveva uscire da quella situazione e solo ora, grazie all’aiuto di Frank, ci stava riuscendo. Non voleva più ricadere nelle sue vecchie abitudini, e quando la voglia di bere o di drogarsi si faceva sentire, si ordinava mentalmente di resistere. E Frank, l’angelo dei suoi occhi, lo distraeva, lo coccolava, gli parlava e delle volte si faceva anche prendere a pugni solamente per non farlo cedere all’ennesima tentazione. 

Guardò il cellulare e si accorse che era passata un’ora da quando era li da sua nonna. Pensò a Frank. Sicuramente lo stava aspettando in macchina. 

Si sentì un po’ in colpa per averlo mandato via, ma lui lo capiva. Aveva bisogno di stare da solo e di chiarire i suoi pensieri e idee. 

Si alzò in piedi pulendosi i pantaloni, poi rivolse un’ultima occhiata alla lapide. Accarezzò la foto di sua nonna e in un sussurrò, la salutò.

- Arrivederci e buonanotte - 






----------------------------------
Seera regas!
Capitolo nuovo... come sempre, partorito in due giorni contati. Sembra che lo faccio apposta! xD
Beh, volevo chiarire un paio di cosine.
La prima è che la data di nascita di Elena non ho la più pallida idea di quale sia, quindi ho ipotizzato un 1933, ho fatto che avesse 70 anni quando è morta. Facciamo finta che è morta di vecchiaia, nella realtà non so.. alcuni dicono che è così, altri dicono per un cancro quindi boh, io mi affido alla fantasia. 
Fin dall'inizio, l'ho chiamata "Helena" e non "Elena" come sarebbe il suo nome vero. So che i suoi amici la chiamavano sempre "Helen" e che è per questo che Gee ha intitolato la canzone, aggiungendo la H al suo nome. 
Pooi... nell'ultima parte, nei pensieri di Gerard, dico che Frank si faceva prendere a pugni pur di non farlo cadere in tentazione. So che probabilmente non sono stata chiara, quindi ve lo spiego.
In pratica, quando Gee ha queste specie di crisi d'astinenza, ha degli sbalzi d'umore e si innervosisce. Se Frank non fosse lì con lui, finirebbe sicuramente per andare a comprarsi alcolici o altro, quindi cosa fa Frank, lo abbraccia e Gee contro il suo petto scarica la sua rabbia, dapprima si oppone all'abbraccio e quindi lo spinge e lo picchia al petto, poi quando si calma scoppia a piangere. 
Probabilmente nella realtà, una situazione del genere va gestita diversamente, ma io per fortuna non ci sono mai passata e non so esattamente come un tossico e/o alcolista possa reagire quando gli tolgono "la sua unica ragione di vita", quindi sono andata un po' di fantasia e intuito. 
Spero comunque che voi lo apprezziate, se avete dei consigli, sono ben accetti. Ah, mi sono dimenticata di dirvi che domani parto e quindi non avrò la possibilità di aggiornare nella prossima settimana.
Ci vediamo al prossimo capitolo! :)

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: TheScarecrow