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Autore: _Juke_    13/07/2013    0 recensioni
Niente da fare, neanche i miei idoli riuscivano a tirarmi su in quel momento. Avevo il cuore in mille pezzi mi sentivo come un pesce fuor d'acqua, mi sentivo il mondo che mi stava crollando addosso, stavo scappando. Si. Stavo scappando dalla mia vita che ormai non era niente, anche se fossi morta non se ne sarebbe accorto nessuno. A nessuno importava di me.
...
“Harry?”
“Oh yess Baby”- mi sorrise, io ricambiai un po' fiacca
“Non sai quanto sarei felice di averti accanto se non fosse proprio in questo momento”-
“Problemi?”- feci un lungo respiro, non sapevo che rispondergli
“Tranquilla se non vuoi parlarne, lo posso capire”
“Grazie e scusa”- chiusi gli occhi.
...
“Ehi bella addormentata”- mi sentii scuotere dolcemente. Che voce gentile e calda...
Aprii gli occhi. Era Harry. Sorrise
“Siamo a Londra”- io mi stropicciai gli occhi e mi alzai “Devo scappare, spero di rivederti ciao!”
“Si... ciao”- lo guardai scendere dall'aereo e poi mi decisi di scendere anche io.
Presi le mie valige.
Primo capitolo, leggetela e spero vi piaccia :) grazie x
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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“Mi dispiace piccola, ma io e te non possiamo più stare insieme...”

Lo fissavo con le lacrime che mi scorrevano sul viso e lui mi guardava con uno sguardo che non avevo mai visto prima d'ora, era un misto tra il freddo e il compassionevole. Sembrava perfino che non si accorgesse delle lacrime.. forse era così dato che si mise a piovere e le gocce d'acqua si mescolarono con esse e con il mio dolore.

“Perché?”- sussurrai finalmente dopo alcuni minuti di silenzio con lo sguardo ancora fisso nel suo, le braccia immobili lungo i miei fianchi, immobili.

“Io...”- non sapeva cosa dire. Io continuavo a guardarlo aspettando una risposta

“Sono innamorato di un'altra”- lo disse quasi sussurrandolo, come se non volesse che io lo sentissi, ma purtroppo non fu così.

Strinsi immediatamente i pugni, credo che le nocche erano diventate bianchissime ormai, le lacrime si fecero di più. Lo stavo ancora guardando negli occhi e notai che stava soffrendo anche lui, gli si inumidirono gli occhi e si avvicinò a me, credo volesse abbracciarmi ma non lo saprò mai perché feci uno scatto involontario all'indietro, per allontanarmi da lui e abbassai lo sguardo. Avevo freddo.

“Giulia dimmi qualcosa, ti prego, questo tuo silenzio mi uccide. Tirami uno schiaffo, un pugno, insultami con le peggiori parolacce che conosci, ma fai qualcosa ti scongiuro”- fece un singhiozzo. Stava piangendo.

In quel momento dentro di me avrei voluto dirgli tante di quelle cose, avrei voluto urlargli in faccia la mia rabbia, avrei voluto dirgli che è un bastardo, che non lo voglio più vedere, che non lo avrei mai perdonato, ma allo stesso tempo volevo abbracciarlo e stringerlo forte, chiedergli di non lasciarmi, che mi sarei sentita troppo sola senza di lui, che se lui non era con me io sarei stata niente, che lui era mio, che lo amavo troppo, volevo baciarlo. Ma non feci niente, ero come paralizzata da tutti questi sentimenti. Mi limitai ad alzare lo sguardo verso di lui, piangendo ancora, mi avvicinai di poco a lui e chiusi gli occhi

“Mi mancherai”- aprii gli occhi guardandolo, tirai su col naso e lo superai correndo.

Mentre correvo mi ritornarono in mente tutti i bellissimi momenti passati con lui, da quando lo avevo visto il primo giorno di scuola a quando gli confessai attraverso uno stupido social network che mi piaceva anche se ancora non lo conoscevo e non gli avevo mai parlato, da quando lo salutai la prima volta a quando lui mi chiese di uscire, da quando mi confessò che era innamorato di me e il nostro primo bacio a quando diventò tutto una cosa ufficiale. Le nostre vacanze al mare insieme, le nostre risate, le nostre sfide a basket finite sempre con noi due che ci baciavamo in mezzo al campo, al Natale insieme aspettandomi che sarebbe stato il primo dei tanti. Tutti mi venne in mente, fino a quella stupida serata fredda e buia.

Non era possibile che era finito tutto così, eravamo insieme da fine luglio 2012, tra poco era un anno. Invece è arrivata quella e mi ha portato via tutto quello che per me era importante.

DRIIN DRIIN

Cazzo il cellulare. Se è Alessandro lancio via il cellulare in strada.

Mi fermai, asciugai le lacrime e guardai la schermata illuminata del telefono: numero privato.

Chi è? Pensavo

Pronto?”- risposi con la voce tremante

Sei Giulia? La nipote di Susan Eyre?”- una voce sconosciuta

Si, è mia nonna...”

La prego di stare calma... deve venire immediatamente all'ospedale”

Cosa? All'ospedale? Perché?”- mi agitai

Venga e basta, le spiego una volta che sarà qui”- mise giù la telefonata e io riamasi immobile.

Nonna...

Iniziai a correre verso l'ospedale a più non posso, ero stanca ma ora non potevo fermarmi, mia nonna ha bisogno di me, lo sento. E via che le lacrime ritornarono e il dolore aumentava.

Arrivai all'ospedale e tutta bagnata salii le scale, trovai un'infermiera

“Susan Eyer. Dov'è?”- le chiesi

“Per di qua, venga con me”- mi prese un braccio e mi tirò verso un corridoio. Arrivati davanti una stanza mi lasciò lì e se ne andò. Uscì un dottore

“Giulia?”- io annuii leggermente, non riuscivo a parlare, avevo il fiatone

“Tua nonna è stata portata qui da questi signori -indicò delle persone sedute su delle sedie dietro di me- hanno detto che una macchina l'ha investita ed è scappato via. L'hanno portata qui subito ma purtroppo non ho potuto fare niente, era anziana e fragile e un colpo del genere non lo ha retto ed è morta sul colpo. Mi dispiace tanto”- se ne andò.

Nonna...

Mi misi le mani sul volto coprendomi il volto e mi accucciai sulle mie ginocchia iniziando a piangere più che mai. Non bastava che mi lasciasse Alessandro, ora anche la nonna ha lasciata. Mi sentivo veramente male. Una giornata proprio di merda. BASTA.

Mi alzai e corsi a casa, feci le valige e andai all'aeroporto. Comprai un biglietto per l'Inghilterra, tanto ero maggiorenne e potevo comprarlo, fortunatamente il volo partiva in quel momento e mi imbarcai subito. Mi sedetti vicino il finestrino, mi misi le cuffiette e guardai fuori. Niente da fare, neanche i miei idoli riuscivano a tirarmi su in quel momento. Avevo il cuore in mille pezzi mi sentivo come un pesce fuor d'acqua, mi sentivo il mondo che mi stava crollando addosso, stavo scappando. Si. Stavo scappando dalla mia vita che ormai non era niente, anche se fossi morta non se ne sarebbe accorto nessuno. A nessuno importava di me. Mi tolsi le cuffie e appoggia il cellulare sul tavolino, quello del sedile davanti a me.

“Ti piacciono gli One Direction?”- il tizio vicino a me aveva deciso di parlarmi. Ma dico, perché proprio in quel momento?! Mi voltai

“Si, mi piacciono molto”- lo guardai e feci un sorriso, uno dei più tirati e finti che avevo, mi voltai subito, non feci neanche attenzione al suo volto. Sfortunatamente lui voleva parlare ancora

“Eh si facciamo buona musica, non per vantarmi ma ho veramente una voce incredibile”- lo sentii sorridere. Io mi voltai incredula a cosa aveva detto e lo guardai

“Harry?”

“Oh yess Baby”- mi sorrise, io ricambiai un po' fiacca

“Non sai quanto sarei felice di averti accanto se non fosse proprio in questo momento”-

“Problemi?”- feci un lungo respiro, non sapevo che rispondergli

“Tranquilla se non vuoi parlarne, lo posso capire”

“Grazie e scusa”- chiusi gli occhi. Lo sentii sorridere e dopo poco mi addormentai. Che giornata dura e triste, anche se ho incontrato Harry non ho potuto apprezzarlo come avrei voluto, che sfiga.

“Ehi bella addormentata”- mi sentii scuotere dolcemente. Che voce gentile e calda...

Aprii gli occhi. Era Harry. Sorrise

“Siamo a Londra”- io mi stropicciai gli occhi e mi alzai “Devo scappare, spero di rivederti ciao!”

“Si... ciao”- lo guardai scendere dall'aereo e poi mi decisi di scendere anche io.

Presi le mie valige

Che stupida che sono, ho preso e sono andata via così, senza pensare che qui non ho un posto dove andare, e adesso dove cacchio vado? Mi guardavo intorno smarrita. Presi dalla borsa una busta dove prima di partire ci avevo messo un po' di soldi.

Magari per qualche notte posso andare in hotel.

Uscii dall'aeroporto e presi paura quando guardai le strade. Erano giganti rispetto a quelle italiane. Avevano tipo 6 corsie e le macchine sfrecciavano velocissime.

E come attraverso ora? Questi mi investono

Mi avvicinai alle strisce e al verde del mio semaforo iniziai a camminare. Ma ero troppo lenta e il verde del semaforo delle auto si accese e le macchine stavano venendo verso di me. Le fissavo terrorizzata e immobile come una cretina, ma mi sentii improvvisamente presa per un braccio e tirata all'indietro.

  
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