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Autore: Bell_Lua    26/01/2008    8 recensioni
Lui: Alexi Laiho. Lei? Ragazzina sperduta, lontano da casa. Incontro? In una libreria. Il resto verrà da sè? (Children of Bodom)
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oh, so you are… you! That Alexi!

Il caffè era… non trovo mai un aggettivo per definirlo completamente quando me lo ricordo. E non lo trovai nemmeno allora. Era… caotico, vitale, con quel perfetto profumo ed il calduccio tipico di qualsiasi si trovino nel mondo. Però era… ospitale. Mi trovai subito bene al suo interno. Ci mettemmo ovviamente seduti ad un tavolino, come due sconosciuti che si conoscono da un po’. Si, sembra un paradosso, ma era proprio quello che eravamo noi due. Io lo conoscevo, lo sapevo, solo che non riuscivo a collegarlo a nessuno. Però l’avevo incontrato solamente due volte.

Quel cappuccio, poi, non aiutava nemmeno un po’ ad osservare il suo volto per intero. Se lo continuava a tenere anche dentro. Sembrava quasi si cercasse di nascondere, per come lo vedevo io, anche se non capivo da chi o da che cosa.

Lui se ne accorse, probabilmente, dato che lo continuavo a fissare interrogativo.

Fece un sorrisino mesto e disse:

-“Scusami Leena se tengo il cappuccio, ma ci sono delle persone che molto probabilmente non mi renderebbero questo caffè rilassante se capissero chi sono.” – si aspettava certamente che io capissi quelle parole. Intanto dava occhiate di sfuggita alla tracolla di una delle ragazze seduta al tavolino accanto al nostro. Purtroppo io non avevo la vista per vedere attraverso i corpi, perché dalla mia angolazione la sua borsa si trovava alle sue spalle.

-“Ma tu chi sei, Alexi? Ho come l’impressione di averti già visto. So che detto così sembra una cosa studiata, ma non riesco davvero ad associarti a qualcosa in particolare.” – decisi di dirgli seriamente quello che pensavo, fregandomene di quello che potesse pensare. Analizzare troppo ogni minimo dettaglio di ciò che diciamo o pensiamo o facciamo rende tutto davvero molto più complesso di quanto già sia.

Lui mi guardò negli occhi, probabile per capire se dicessi seriamente. Poi, notando che la scintilla di dubbio non se ne andava dai miei occhi, sorrise. E quel sorrise smosse qualcosa in me. Qualcosa che tenevo seppellito da un po’ troppo, che però non ero ancora pronta a tornare ad utilizzare nella realtà che stavo attraversando. Finalmente si decise a rispondere, prima che io potessi mettermi davvero a rimuginare su quel battito lievemente più forte.

-“Ma come, non mi hai riconosciuto?” – una risatina fece dischiudere le sue labbra.

Io feci un cenno di diniego con la testa, piegandola poi lievemente.

Continuò a guardarmi ancora per un po’, forse indeciso su come mettere la questione. Ed io continuavo a guardarlo interrogativa.

-“Io… dio, come te lo posso spiegare? Io sono Alexi… Laiho… Alexi Laiho!”

Oh! Come se una tonnellata di mattoni mi fosse caduta in testa in quel momento dal cielo, così anche la consapevolezza di star parlando con quel Laiho mi colpì d’improvviso. Children of Bodom, questo il nome del suo gruppo. Li conoscevo, certamente, nel mio mp3 avevo qualcosa come una trentina di canzoni che conoscevo a memoria, ma non mi ero minimamente resa conto di chi veramente lui fosse. Come avevo fatto? Semplice: mi ero sempre e solamente interessata alla musica che facevano. Sapevo di Alexi soltanto quello che mi diceva la mia amica Federica quando ancora vivevo in Italia.

Feci un volto stupito, con gli occhi che si sgranavano.

-“Accidenti… tu…sei tu! Insomma… scusami, non ti avevo riconosciuto! Non pensavo di certo di trovarmi al tavolino di un caffè con…te!”– feci un sorrisino che fortunatamente fece fare lo stesso anche a lui.

-“Beh, pensavo avessi capito chi ero. Comunque di solito non vado in giro a dire che suono nei Children. La gente si fissa solamente sull’idea che si sono fatti di me, ascoltando la nostra musica oppure vedendo i tatuaggi e tutto quello che dicono su di noi. E così la maggior parte delle volte m’invento un nome fittizio. Sai… funziona con chi non è finlandese!” – nuovamente la sua risata si fece largo tra le voci presenti nel caffè. Tanto da far girare la ragazzina seduta lì accanto.

Lei si voltò frettolosamente a posto, prima di girare solamente la testa un qualcosa come trenta volte, prima di frugare nella tracolla, tirare fuori una penna nera ed un quaderno scolastico, molto probabilmente. In quel momento ebbi anche io una visione della sua borsa… una spilla con scritto COB ed una patch con il nome del gruppo di Alexi campeggiavano in bella mostra proprio in mezzo ad essa. Quando si alzò per venirci incontro il suo sguardo era a metà fra l’adorante e l’imbarazzato. Poverina, non avrei mai dato nulla per trovarmi al suo posto.

-“Sc-scusami se disturbo… ecco… i-io mi chiedevo se potevo avere un tuo autografo.” – strinse un po’ di più la penna tra le sue mani e il quaderno tremava impercettibilmente.

Alexi perse il sorriso, per acquistare la sua aria “da duro” che sapevo facesse impazzire Fede. Quella che faceva impazzire molte, per intenderci. Scarabocchiò la sua firma velocemente e le ridiede il quaderno. Visibilmente emozionata lei, lievemente scocciato lui. Ed io? Io ero rimasta ad osservare tutta la scena che trasmettevano dal vivo proprio davanti a me, studiando come sempre i comportamenti che ognuno assunse nei vari momenti. Ero affascinata dal suo cambio d’espressione.

Quando la ragazza si allontanò lui tornò ad avere il volto stanco e leggermente teso di poco prima. Alexi Laiho non deve avere una vita facile, pensai. Glielo dissi anche.

Con volto sorpreso, come se fosse la prima volta che qualcuno gli lanciava i suoi pensieri nudi e crudi senza peli sulla lingua, mi rispose, accennando un sorriso: -“Si, è dura, però fa sempre piacere sapere che rendi felice qualcuno. Non è tanto pesante il dover fare autografi, essere sempre in giro per il mondo quindi non essere mai a casa, essere riconosciuti. Il peggiore è mostrare sempre e solo un lato della propria personalità. Non puoi essere onesto al cento per cento con i fan, dopo che ti hanno conosciuto in una determinata maniera.” – un ulteriore sbuffo provenì da lui. Non lo facevo così. Insomma… l’idea che avevo avuto fino a pochi istanti prima dell’individuo seduto di fronte a me era stata quella di un ragazzo… beh, uomo in perfetto stile rock star, che si ubriaca, fuma ed ha sempre l’incavolatura addosso.

Evidentemente mi ero sbagliata. Nonostante io cercassi sempre di indagare a fondo sulle persone prima di giudicare, in questo caso non lo feci. Mi ero basata solamente sulla facciata.

-“Quindi sei una nostra fan.” – giunse a questa conclusione lui.

Non me la sentì di correggere ciò, mi limitai solo a dire:

-“Si, ma non quelle a cui sei abituato, probabilmente, a conoscere tu. Non verrei a chiedervi un autografo. Io mi limito ad ascoltare la musica, non mi interessano i pettegolezzi e la vostra vita privata. Mi basta che voi non smettiate di incidere album fenomenali.”

Forse rimase basito, non lo capì; ancor una volta non riuscivo a scalfire la facciata. Negli occhi non lessi nulla, o forse non volevo leggerci nulla. Avevo espresso la mia idea e pensare che lui la ritenesse una sciocchezza, stranamente, mi metteva a disagio. Mi limitai, quindi, ad attendere una qualsiasi sua reazione. Ciò che arrivò non fu quello che mi aspettavo, bensì:

-“ Da quanto tempo ci segui? O per meglio dire segui il nostro lavoro?”

-“Circa un anno” – risposi – “forse poco più.”

Riuscì a capire quale sarebbe stata la domanda successiva, perciò anticipai.

-“Vi ho conosciuti grazie ad una canzone che probabilmente rimarrà per molto tempo nei miei ricordi. Rebel Yell. Conoscevo già la canzone, però sentire la vostra versione, il vostro modo di interpretarla me l’ ha proposta in una nuova luce. E da lì in poi… beh, direi che il resto è storia.”

Il suo volto aveva mutato espressione, nell’udire il nome della canzone aveva alzato un sopracciglio.

-“Quindi” – riprese lui – “siamo la tua band preferita.” – un sorrisino si dipinse sulle sue labbra. Era sicuro della sua affermazione, troppo sicuro. Sicuro della risposta che avrebbe ricevuto. Quindi sembravo così prevedibile e facile da interpretare?

-“ Sono costretta a farti scomparire quell’espressione, dato che non è così. Spiacente, Alexi!”  - effettivamente smontai la sua convinzione.

-“Oh. Beh, fa nulla, puoi sempre cambiare opinione. Allora chi è il fortunato? Se posso sapere?”

Non capì. – “Scusa?”

-“Il cantante o il gruppo al primo posto tra i tuoi gusti musicali.”

Ovvio! Ma che andavo a pensare?!? –“ Oh… mmh… al primo posto in assoluto direi gli HIM.”

Un volto sorpreso fu ciò che mi trovai davanti quando rialzai gli occhi, dopo averli abbassati un istante.

-“Gli HIM non sono male, devo ammetterlo, non hai cattivo gusto. Ma… fammi contento, dimmi che siamo almeno tra i primi dieci! Una risposta diversa dal si potrebbe far concludere la mia giovane carriera qui! Stai attenta a quello che dici signorina!” – il suo tono giocoso era tornato, per mia contentezza. Decisi di reggere il gioco:

-“Oh, no, ti prego, non mettermi tutta questa pressione addosso! Potrei non reggere allo stress.. dai, solo per non farmi uccidere da tutti i tuoi fan, per continuare ad ascoltare della buona musica, allora ti dico di si. Si, siete nella top ten, diciamo così! Adesso, ti prego, toglimi un peso: dimmi che la tua carriera non finisce per mano mia…”

Sul mio viso comparve stranamente, per l’ennesima volta, un sorriso. In tre anni non ero mai stata così allegra, nell’interagire con qualcuno. Ma non perché non avessi amici, soffrivo da un po’ di tempo di depressione, una forma lieve, che però mi buttava giù di umore. Però parlare con lui era divertente, diciamo così. E non perché era Alexi Laiho, dei Children of Bodom, solo perché era se stesso. O almeno speravo che quello che mi stava mostrando fosse realmente se stesso.

Il caffè era sul tavolino, freddo, aveva perso la magia che azionava su di me ultimamente.

-“Dimmi qualcosa su di te.” – mi risvegliò dai pensieri in cui mi ero avvolta, ponendomi una delle domande che più spesso evitavo nelle conversazioni. – “finora abbiamo parlato solamente di me. Vorrei sapere qualcosa su di te. Sai, non è bello quando la persona che hai davanti è quasi una sconosciuta.”

-“No, non abbiamo parlato di Alexi finora, abbiamo parlato di Laiho musicista e del suo gruppo, ma non di lui come persona. Non c’è davvero molto da dire su di me. E poi è davvero tardi, devo andare, domani devo lavorare. Scusami.”

Detto questo mi alzai velocemente, prendendo la borsa a tracolla e la misi sulla spalla destra. Mi accompagnò all’uscita del caffè.

-“Se vuoi ti accompagno.” – una semplice proposta, che però mi fece rabbrividire. In quel momento capì davvero che dovevo andarmene al più presto. Non dovevo affezionarmi all’idea di passare ancora più tempo con lui o rivederlo.

-“No, non c’è bisogno, tranquillo. Tu… stammi bene e continua a fare ottima musica. Ciao Laiho!”

Mi voltai e me ne andai, senza voltarmi indietro, stanca. Volevo solo fare una doccia lunga e rigenerante e sprofondare nel letto.

***

Fine terzo capitolo =) E’ un pochino più lungo questo chapter, vorrei proprio sapere che ne pensate! Intanto grassie a chi ha commentato:

Martiguns: Salve, visto, ho postato, avevo detto che l’avrei fatto =) Davvero ti piace la normalità che c’è nella storia? Beh, forse qui un tantino quella sensazione si è un po’ dissolta, dato che lei ha capito chi è lui e la ragazza si è fatta fare un autografo, ma spero che non proprio tutta si sia allontanata. Dimmi te che ne pensi, ok? Grassssie =) Baci

Purple Bullet: Uhm.. mi sa che ti interessa Alexi, vero? =) Uh, visto che ho allungato un pochino il capitolo? Si, sembrava anche a me che fossero un tantino troppo corti, però avevo bisogno fossero così, almeno i primi due. Da adesso però saranno più lunghetti =) Si, si chiama Lena =) Dimmi che ne pensi anche di questo capitolo, ok? Mille grazie =) Baci

Amaya: Salve =) Sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo! Si.. effettivamente trovarsi Alexi attorno in libreria… mamma, non voglio pensare a come reagirei io =) Continua a seguire la storia e dirmi che ne pensi, ok? Danke =) Baci

Ginny: Ma ciauu!! =) Guarda chi si rivede =) Oh, mi spiace per gli errorini, controllerò meglio, I promise! Dimmi che pensi, please, spero che ti piaccia tanto =) Oh, ma grazie a te, tantissimo!! Ci si sente anche su msn, bacioni!

Recensite, please? Fa tanto piacere leggere i vostri commenti, siete adorable =) Grazie mille, a presto, kisses!

  
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