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Autore: Fiore di Luna    26/01/2008    5 recensioni
Narcissa sedeva stanca e angosciata sulla poltrona in velluto verde del salotto. Era notte fonda e non riusciva a dormire. Troppi oscuri pensieri affollavano la sua mente. L’idea di essere separata da suo marito Lucius, la ossessionava. Presto, qualcuno lo avrebbe condotto ad Azkaban, e lei non lo avrebbe più rivisto.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Narcissa sedeva stanca e angosciata sulla poltrona in velluto verde del salotto. Era notte fonda e non riusciva a dormire. Troppi oscuri pensieri affollavano la sua mente. L’idea di essere separata da suo marito Lucius la ossessionava. Presto qualcuno lo avrebbe condotto ad Azkaban e lei non lo avrebbe più rivisto. Ogni tentativo di fuga sarebbe stato vano, ora che il Ministero aveva scoperto che era un Mangiamorte. Strinse i pugni con foga e calde lacrime inondarono i suoi occhi azzurri. Poi, all’improvviso, la porta del salone si spalancò, facendola trasalire. Era suo marito, con in mano la bacchetta per fare luce. Non trovandola più nel letto, si era preoccupato.
«Lucius!» eslcamò lei, nel vederlo.
«Cissy, cosa ci fai qui, da sola e al buio?»
«Non riuscivo a dormire.»
«Questo lo vedo, ma perché piangi? Qualcuno ti ha forse importunata a Notturn Alley? Se è così, devo saperlo!» Narcissa scosse la testa.
«No, ma ormai è inutile che tenti di nascondermelo: so che il Ministero ti ha scoperto.»
Lucius rimase interdetto a fissare il pallido volto della moglie, rigato dalle lacrime.
«Come hai fatto a scoprirlo?» chiese poi, indagatorio.
«Non ha importanza!»
«Sì che ne ha! Avanti, dimmi, da chi lo hai saputo?»
«Da Cornelius Caramel, in persona.»
«Caramel è stato qui? Quando?»
«Ieri sera. Ero appena tornata da Notturn Alley, quando è venuto per comunicarmi la notizia.»
Dopo quella confessione, Narcissa si sentì un po’ più leggera, ma non meno angosciata. Lucius, da parte sua, cercò di non apparire troppo turbato.
«L’importante è che non scoprano Draco, o finirà nei guai anche lui.»
«È tutta colpa tua, l’hai trascinato tu in questa assurda vicenda! Io non ero d’accordo, lo sai» inveì lei, alzandosi di colpo dalla poltrona. La sua voce era rotta dal pianto e dai singhiozzi. Lucius la guardò contrariato.
«Ti ricordo che nostro figlio ha accettato di sua spontanea volontà il compito affidatogli dal Signore Oscuro. Nessuno lo ha costretto!» precisò discolpandosi.
«Ma tu l’hai appoggiato, avresti dovuto impedirglielo!»
«Non sprecherò altro fiato in questa conversazione, Narcissa.»
«Ti prenderanno, Lucius, qualunque cosa tu faccia, ovunque tu vada!» gridò lei. Ma lui non rispose e uscì dalla stanza, lasciandola sola, al buio, con la sua frustrazione e le sue lacrime. Narcissa rimase in salotto ancora per svariati minuti, prima di decidersi a tornare a letto.
Rientrata in camera, trovò il marito che dormiva placidamente, come se nulla fosse accaduto. S’infilò sotto le coperte e si posizionò di spalle a lui.
«Cissy!» sussurrò Lucius, poco dopo.
«Credevo dormissi!»
«Ero solo in dormiveglia, aspettavo che tornassi. Volevo scusami per prima, sono stato indelicato.» L’uomo sembrava sinceramente affranto. Narcissa rimase piacevolmente stupita da quell’insolita ammissione di colpa, poiché non era da suo marito chiedere scusa. Ma forse, in quella fredda notte d’inverno, Lucius avvertì l’esigenza di scaldare il suo cuore, consapevole che, se fosse davvero finito ad Azkaban, non avrebbe più rivisto il bel volto della moglie. Lei lo fissò con occhi malinconici, mentre lui le accarezzava i morbidi capelli dorati.
«Non voglio che tu finisca ad Azkaban!»
«Comunque vada, sappi che ti amerò per sempre, anche in quella tetra e fredda prigione.»
Gli occhi chiari di Narcissa si contrassero e cominciarono a lacrimare di nuovo. Cosa sarebbe stata la sua vita senza Lucius?
«Draco tornerà a breve per le vacanze di Natale. Cerca di esserci, te ne prego.»
«Sono dolente, ma non credo potrò!»
«Lucius, non voglio passare il Natale senza di te.» Le lacrime di Narcissa ormai bagnavano il cuscino.
«Neanch’io, ma credo di aver trovato un nascondiglio sicuro. Se rimango qui, invece, mi prenderanno!»
«Dove vorresti nasconderti?»
«È meglio per te non saperlo, ma non temere, avrai mie notizie.»
Narcissa gli voltò le spalle, indispettita.
«Dici sempre così, ma alla fine non mantieni mai la parola. Prima o poi riceverò la notizia che sei stato portato ad Azkaban, ne sono certa!» annunciò seria, cercando di trattenere la collera.
«L’Oscuro Signore farà di tutto per proteggermi dal Ministero, perché sono uno dei suoi più fidati Mangiamorte e perché ha bisogno di me.»
«Anch’io ho bisogno di te, Lucius. Non lo capisci? L’Oscuro Signore ti sta usando e basta! A lui non importa niente di te, ma a me sì» dichiarò Narcissa, voltandosi nuovamente.
«Mai dubitare dell’Oscuro Signore» rispose Lucius, freddo e impassibile come una roccia.
«A volte sembra che tu tenga più a lui che a me.»
«Stai forse mettendo in dubbio il mio amore per te?»
Narcissa rimase in silenzio e abbassò lo sguardo.
«Non osare pensarlo mai più. Dovresti sapere che ti amo» disse più calmo.
«Dico solo che forse non mi ami abbastanza, altrimenti non mi faresti questo!»
Lucius, risentito, decise di concludere lì quella scomoda conversazione. Si rigirò nel letto e chiuse gli occhi, per cercare di riaddormentarsi.
La notte per Narcissa fu costellata da incubi. Sognò più volte di rincorrere il marito, mentre veniva deportato ad Azkaban.
«No, Lucius!» gridò improvvisamente, svegliandolo di soprassalto.
«Cissy, tutto bene?» domandò lui, con apprensione, scuotendola appena.
Narcissa aprì gli occhi, incontrando subito i suoi. Fu rincuorata nel constatare che Lucius era lì, accanto a lei, e non ad Azkaban.
«È stato un incubo! Ma non preoccuparti, oramai ci sono abituata» lo rassicurò poi, prima di rimettersi a dormire. Il resto della notte, per entrambi, trascorse senza sogni.
   
 
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