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Autore: GoodnightLynne    14/07/2013    1 recensioni
Crescere.
Cosa vuol dire fino in fondo "crescere"?
Essere liberi di fare ciò che si vuole, non preoccuparsi del giudizio degli altri, non piangere, non soffrire... ma perché, quando si cresce, succede tutto quello che non avevi sperato e non volevi fosse andata in quel modo...
Ma succede, succede comunque, è la vita...
Crescere...
Che strana parola.
_
Mikey si sente a disagio perché è il più piccolo e si sente inutile proprio per questo.
Ma se un'amicizia sboccia, crescere non è poi cosi male!
Genere: Azione, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo una lunga chiacchierata, Michelangelo aveva proposto alla ragazza se volesse andare a stare da lui e i suoi fratelli per un po'; e con suo grande stupore Ramisa non se lo fece ripetere due volte; anzi, sembrava entusiasta e, almeno, non avrebbe passato la notte fuori... La Grande Mela era conosciuta anche per i suoi numerosi omicidi e incidenti; questo, infatti, la rendava ancora più misteriosa e entusiasmante.

Una volta arrivati alla tana, Mikey si portò l'indice sulle labbra, facendo segno di non fare assolutamente rumore. La castana annuì e, piano piano, raggiunsero entrambi la stanza del minore.
Michelangelo fece accomodare la ragazzina, chiudendo con leggerezza la porta, subito dopo.
-Tu dove dormi?- con dei gesti si toccò l'orecchio e indicò il letto, abbastanza confusa.
La Tartaruga dalla benda arancione fece spallucce e poi gesticolò, -Non preoccuparti.- sorridendo ampiamente.

La ragazza arricciò il nasino all'insù, un po' contrariata. Ma poi ricambiò il grande sorriso. In fondo, doveva ringraziarlo per la sua gentilezza e cordiale ospitalità...

Michelangelo disse lei di aspettare qualche minuto, doveva andare a comunicare ai suoi famigliari la sua presenza.
Anche a Raphael... doveva affrontarlo, purtroppo.

Ramisa annuì e si sedette sul letto. Subito dopo un Klunk tutto coccoloso gli saltò sulle ginocchia, facendo le fusa e pretendendo coccole.
La castana restò per un primo momento sorpresa, ma dopo sorrise con dolcezza e poggiò il palmo della mano destra sulla testolina pelosa del micino. «C-che c-c-carin-n-no...» commentò con affanno, mentre il gattino miagolava contento.

* * *

Intanto Mikey era giunto nel Dojo, lì ancora c'erano il Maestro Splinter, Leo e Donnie. Ma di Raphie nessuna traccia...
Michelangelo sospirò pesantemente e accalerò il passo verso la sua famiglia, ora divisa a metà dall'assenza del Focoso.
«Michelangelo!» gridarono in coro Leonardo e Donatello, andandogli incontro «Tutto apposto, fratellino?» aggiunse il genio.
L'Arancione annuì.

Il blu si grattò la nuca con estremo imbarazzo e con gli occhi verso il basso, cominciò: - «Devi scusarci per prima,» poi il viola intervenne, continuando la frase - «Siamo stati degli idioti...» e aggiunse «E la reazione di Raphael non è stata corretta!» sbottò, arrabbiato, però, più con se stesso che col fratello dalla benda rossa.

Michelangelo annuì ancora una volta e con un tono di voce un po' rauco, rispose: - «Non avete niente di cui scusarvi!»
Il silenzio calò per almeno quattro o cinque secondi: Mikey teneva lo sguardo fisso su i suoi fratelli maggiori, per poi annunciare: - «Raphael ha ragione.» terminò.

Leonardo e Donatello rimasero senza parole, sembrava che il loro fratellino avesse capito di doversela cavare con le sue forze!
Però, lui rimaneva sempre il loro piccolo Michelangelo e loro l'avrebbero protetto finché sarebbero stati ancora vivi; soprattutto Raphael. Lui non pensava quelle parole, era solamente impulsivo. Non pensa prima di sparare insulti o parole forti da quella sua lingua tagliente come le tre punte appuntite dei suoi pugnali Sai.

Parlando del diavolo... Raphael si era messo a guscio al muro, con le braccia incrociate e le orecchie tese in ascolto.
Gli occhi color miele erano lucidi dai sensi di colpa.
Come aveva potuto ferire in quella rude maniera il suo adorato fratellino?

Ad un tratto, il Maestro Splinter diede un falso colpo di tosse, per richiamare l'attenzione dei suoi figlioli: - «Michelangelo,» lo chiamò «Ho notato che dalla tua passeggiata notturna» e con un sorriso dolce e paterno, continuò: - «Non sei tornato da solo.»
L'Arancione abbassò il capo e chiuse gli occhi, con rispetto.
Voleva aiutare la sua amica e questa volta si sarebbe comportato da adulto.
Da vero Ninja.
«Sì.» confessò, alzando lo sguardo azzurro, serio e vivo.

Raphael restò di stucco a quella reazione, con gli occhi sgranati e il capo girato verso la sua famiglia; la bocca semiaperta evidenziava maggiormente il suo stupore.
 
Anche Donatello e Leonardo erano molto stupefatti, e nemmeno Splinter era da meno.

Il minore dei fratelli Hamato continuò: - «Si chiama Ramisa» disse deciso «E' una ragazza balbuziente che ho conosciuto oggi. Vi assicuro che non è una minaccia e lo so, è stata una follia portarla nel nostro nascondiglio...» e stringendo i pugni, fece due passi avanti verso suo padre. «Ma ha davvero bisogno di noi!»
Ha bisogno di ME!

Splinter lo guardò, allisciandosi il mento, pensoso.
Poi si girò, stringendo il proprio bastone nella mano destra e abbassando lo sguardo, per non far vedere l'espressione fiera e piena d'orgoglio che aveva in quel momento; più che altro, per non far vedere le lacrime che stavano pian piano scendendo dalle sue gote. «Va bene, figlio mio.» La voce del Maestro era solenne.
«Raccontaci ogni cosa.» subito dopo, si girò, sorridendogli con dolcezza e accarezzandogli il capo. Poi, disse a Raph di uscire dalla sua postazione; egli fece con dettogli e guardò il suo fratellino.
Faceva un male dell'anima ricordare quello che aveva detto...

L'Arancione annuì, iniziando il suo racconto e cercando di ignorare lo sguardo del fratello maggiore dalla benda rossa su di sé.
Doveva aiutare la sua amica!
  
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