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Autore: Meiko    26/09/2004    4 recensioni
Si dice che la mente umana viene controllata da cinque sentimenti: colpa, odio, vergogna, dolore, amore. Anno 0009. Comincia la guerra
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico, Mistero, Romantico, Sovrannaturale, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 1

Uno stereo poco lontano da lei trasmetteva a tutto volume una vechissima canzone degli anni 80, si domandò stupita dove avesse trovato quel cimelio, mentre il ragazzo con gli altri la stava ascoltando, alcuni facevano commenti che però finivano sul ridere, in fondo la canzone non era per niente male, forse era la cosa più decente da scoltare in quel vicolo pieno di punk e rapper che avevano perso il senso della melodia.
Sorrise, divertita, battendo il tempo su un fianco con le dita della mano, restando in ascolto, mentr eil vento si era alzato, sollevando alcun iciuffi di capelli sfuggiti all'alto chignon che si era fatta, tre orecchini a pendente dorati formavano una sorta di contro ritmo, mentre lei cominciav a acanticcharsela, era ancora stupita di aver trovato una canzone del genere LI Rallentò il passo, prima di perdere totalmente la melodia se la voleva ascoltare ancora un po', sistemandosi un ciuffo più lungo che le era caduto sull'occhio cangiante.
In quel momento le iridi avevano assunto una tinta grigiastra, colpa del tempo schifoso, eppure ieri aveva fatto persino caldo!
Non avertì più la canzone, doveva essere finita.
Peccato!
Fece spallucce, riprendendo il solito ritmo di camminata, evitadno di guardarsi intorno, tanto il paesaggio era monotono, persino i murales sui muri dopo un po' che li vedeva diventavano noiosi, e poi alcuni colori uniti insieme facevano venire il mal di stomaco.
Inguardabili!
Velocemente si addentrò nei vicolini più stretti e pericolosi, ormai però quella zona come il resto della città era diventata pericolosa.
Sopratutto per quei ragazzini, colpiti e minacciati dagli Humans.
Ora il patto con i Metarmorfo era saltato, solo per uno stupido incidente che aveva fatto ricadere la colpa su un bambino Metamorfo.
Innocente per di più.
E adesso gli Humans e i Ciborg davano la caccia a quei poveri disgraziati.
Era la guerra.
Tutto questo le fece pensare ad un vecchio fumetto, se non si sbagliava di chiamava “X-men” Mutanti, come loro.
Nell'anno 0009 la poplazione umana era talmente tanta che aveva scatrenato una crisi politico- alimentare (poco cibo e un Governo Mondiale che faceva acqua da tutte le parti) che avvea riportato alla luce peste bubonica e malattie che però riguradarono solo la stirpe degli Humans.
I Metamorfo, da poco nati, erano sopravvissuti, aumentando di numero, tanto da competere con gli Humans, che per difendere da coloro che avevano creato e che adesso chiamavano “invasori” vevano dato il via ai Ciborg.
Una specie di circolo vizioso.
E adesso la Quinta Guerra Mondiale era in atto.
Si guardò intorno, contando quasi poveri disgraziati le sarebbero saltati addosso.
Cinque o sei, come minimo.
Di solito quando uno parte, gli altri lo seguono a ruota libera.
Humans, non c'è dubbio, in quel quartiere erano stati spediti i Metamorfo, e gli Humans che andavano li erano affmati, traditori, abbandonati e altro ancora.
Tzé, merda nella merda, così credevano gli Humans.
Pazzi, tutti pazzi!
Come pazzo fu quell'uomo, che saltò addosso alla ragazza con in mano un coltello, pronto a bucarle la pancia.
Lei semplicemente si fermò, voltandosi a guardarlo alle spalle.
Adesso gli occhi avevano assunto una tinte nera che nascondeva la pupilla.
L'uomo alzò il coltello verso di lei, pronto a trapassarle la schiena.
Pessimo errore.
Non voleva uccidere, non era del suo stile, sporcarsi le mani per questi Humans non ne valeva proprio la pena.
E comunue non ci avrebbe ricavato niente, solo un altro po' di peso a quello che gia si protava sulle spalle.
Allontanarli da lei, ecco cosa doveva fare.
Afferrò di colpo il polso dell'uomo, e con un movimento del corpo lo scaraventò verso il resto dei compagni, quelli che si eran oscansati stavano per farsi avanti, quando sotto i loro piedi una fiammata improvvisa li bloccò, suggerendoli di allontanarsi dalla ragazza, che si limitò ad allungare una mano, aprendo il palmo verso l'alto, dal quale apparve una fiamma rossa che ondeggiava agli spifferi che venivano dall'apertura dietro la ragazza.
-Per vostra sicurezza, statemi lontani-
la fiamma scomparvechius adentorl a mano della ragazza, che si limitò a mettere le mani nella tasca dei jeans larghi e pieni di tasche, egata in vita una giacca e addosso una canotta che rivelava la pelle della spalle e delle braccia, il collo sottile rivelato dall'acconcatirua dei capelli rosso fuoco, alcuni ciuffi tinti in un blu elettrico.
La ragazza si allontnò, mentre gli Humans velcoemente scapparono via, quella Metamorfa era troppo pericolosa.
Non era umana.
“Tzé, che stronzi!”
la ragazza stizzita sbuffò, quei cretini avevano la testa vuota, ed era facile penetrare nella loro mente, basta che li potesse avere anche ad un metro di distanza.
Fastidiosi.
Gli occhi lentamente tornarono alle tinte grigia, quesa volta con sfumature azzurrine, una ciocca blu elettrico era delicatamente appoggiata su una guancia, incorniciando da un alto l'occhio dal taglio orientale.
Dovette fare un bel po' di strada ad ostacoli, i vicoletti di solito erano pieni di rete metalliche, cunicoli secondari e sclae anti incendio da percorrere nel caso qualche voragine provocata da un candelotto bloccasse la strada.
Salì su di un tetto balzando da delle terrazze, avendo così una vista su uno spiazzo molto ampio, circondato da alti palazzoni in via di crollare su quei poveri malcapitati.
Sorrise, l'unico giorno in cui poteva divertirsi.
Il giorno di mercato nero.
Si guardò intorno, prima di scendere giù con un balzo dal tetto e atterrare dolcemente sulla strada, di colpo una figura gli si piazzò davanti, bloccandogli la visuale.
-Sei in ritardo!-
alzò lo sguardo, i vestiti facevano sembrare la ragazza una specie di Lolita di nuova generazione, con quella gonna così corta che a momenti si vedevano le mutande e la camcia bianca poco casta, dato che si apriva su tuti i bottoni su un reggieno in pizzo rosso che traspariva dal tessuto.
Il viso era poco truccato, d'altronde Hilary era gia bella di suo, neanche i capelli erano acconciati, si vede che quel giorno aveva poca voglia di mettersi in tiro.
L'altra ragazza sbuffò, guardandola con aira divertita, superava Hilary do una bella manciata di centimetri, la ragazza le raggiungeva l'inizio del mento, anche indossando quegli zatteroni a sandalo.
-Ma non ti vergogni Hilary? Almeno nascondi il seno-
-Non farmi la predica Meiko. Perché ci hai messo tanto?-
-Humans, come al solito. Dov'é mio fratello?-
Hilary non rispose subito, voltando le spalle alla ragazza, che si guardò intorno.
Suo fratello...
-Kei è da quella parte. Oggi sembra abbia voglia-
-Mio fratello vuole soddisfare un suo capriccio? Beh, mi stupisce. Forza, portami da lui-
Hilary annuì, mentre l'altra ragazza l'affiancava.
Tra le due Hilary appariva più provocatoria, ma neanche l'altra ragazze era male, sopratutto gli occhi, che adesso avevano assunto due colori diversi, uno era rosso, l'altro blu.
Stranissimi occhi, anche se quella era una Metamorfa.
Raggiunsero così il centro della grande piazza velocemente, entrambe temevano che Kei non fosse più li, invece il diciannovenne le aspettava, appoggiato ad un palo di un palco per la vendita delgi schiavi, un giro d'affari da miliardi.
La ragazza dai capell irossi raggiunse sorridendo il fratellino, dato che lei aveva ventidue anni, e gli schioccò un bacio sulla guancia.
-Ciao Kei-
il ragazzo si limitò a guardarla con i suoi occhi rossi, seminascosti dai ciuffi grigi della capiglitura incasinata, dietro un codino teneva saldi ciuffetti di una tinta blu.
Il ragazzo si mise le mani nella tasca dei pantaloni, al contrario della sorella erano jeans che teneva a vita molto bassa, lasicando intravedere l'elastico dei oxer, addosso aveva oltre ad una quantità mostruosa di anellini e collanine e ciondoli, anche una maglietta nera con una scritta illegibile, di un bl bianco forte.
Kei si lasciò prendere sotto bracco da Hilary, mentre Meiko li seguiva dietro, sorridendo divertita a quella scenetta, Hilary sembrava una mocciosetta, mentre Kei voleva fare l'uomo adulto.
C'era di tutto, gioielli, cibo, vestiti, armi, droghe pesanti e leggere mischiate tra loro, musiche varie sparate a tutto volume che si mischiavano tra loro rendendo solo più confusionario il tutto, Meiko però ridacchiava, quella era il punto ideale per guardarsi in giro e rendersi conto che nonostante gli Humans li stessero ammazzando, i Metamorfo continuavano ad aumentare! Ooh!
-Kei, hai notato oggi come Mao e Salima stanno appiccicate a Rei?-
Kei bloccò la sua camminata, voltandosi in direizone dello sguardo di Meiko.
REI KON
Hilary alzò lo sguardo verso Kei, stringendogli il braccio quasi a richiamarlo tra le due ragazze, mentr eMEiko lo affiancava, sorridendo in modo ferino, gli occhi adesso avevano tinte dorate, mentre si sistemava un ciuffo di capelli deitro l'orecchio.
Rei appariva più tranquillo del solito, i capelli neri spettinati con dietro un lungo codino, accanto a lui Lai, fratello di Mao, la ragazza sembrava una bambina peggio di Hilary, con quella gonna corta rigida a sbuffo, bretelline e una canotta strappata a voler mostrare l'ombelico, i capelli di un assurdo colore rosa legato alti in una coda.
Salima invece aveva optato per uno stile più pelle ovvero pantaloni e giacca legata in vita di pelle nera, i capelli rossi lasciati alla rinfusa dandole l'impressione che in testa avesse un nido e non una capigliatura, il fisico messo in evidenza dal reggiseno probabilmente imbottito, dato che quella era una seconda e lei portava una prima, con sopra una maglietta a rete nera.
Il cinese non sembrava infastidito dai comportamenti provocatori delle due, ma comunque non lasciav amolto spazio, anche se poi si capiva che una delle due quella notte gli avrebbe scaldato il letto.
Gli occhi dorati del cinese si guardavano intorno, per poi femrarsi come al solito al banco dei cibi e delle armi, la sua era la zona più turbolenta.
Kei sembrò infastidito dalla sua presenza, voltando lo sguardo dall'altra parte, lanciando occhiate intorno a lui, Meiko ridacchiava, osservando il comprotamento del fratellino.
Kei non sopportava nessuno, sopratutto Rei per il fatto che er ail più vicino ai suoi confini, ogni tanto i due dovevano fermarsi a discutere.
Discutere, quei due?
In verità se le davano di santa ragione, ogni volta Meiko doveva stare li a fare da paciere o da arbitro.
Erano pericolosi, molto pericolosi.
E questo lei lo sapeva.
Sapeva troppo bene fino a che punto erano pericolosi.
Meiko venne distratta dal filo dei suoi pensieri, Kei si era voltata a guardarla.
Aveva traovato qualcosa.
La ragazza gli si avvicinò e si voltò ad osservare ciò che aveva attirato l'attenzione di Kei.
Schiavi sotto croma artificiale.
Erano racchiusi in capsule d'acqua, una maschera per farli respirare e una ventosa a capire se il cuore batteva o meno.
Bambini, uomini, donne, adolescenti, vecchi.
Di tutto un po' per tutte le esigenze.
Meiko inarcò un sopracciglio.
-Kei, hai bisogno di un altro giocattolo? Non ti basta Hilary?-
-Come ti permetti!-
la ragazza le lanciò un'occhiata acida, mentre Meiko ridacchiav a aquella reazione, a volte quella mocciosa la divertiva da morire.
Kei, invece, si guardava intorno, mentre un uomo totalmente pelato con un bel po' di pancia e sudore si fece avanti, sfregando le mani.
-Salve signori! In cosa posso essere utile?-
Kei lo guardò, il mercante restò per un secondo pietrificato da quello sguardo rosso.
Un Metamorfo.
Bene, avrebbe aumentato il prezzo.
“Provaci, pezzo di merda”
Meiko fece un sorriso sbiego, avvicinandosi a Kei, che si guardò intorno, mentre il mercante faceva da Cicerone.
-Prego, abbiamo donne a volontà tra le più belle, o se prefeirte ragazzi giovani e aitanti. Anche bambin ie vecchi, se avete quel tipo di gusti-
“Ma come si permette questo stronzo? Ora lo ammazzo!!”
“Calmati Meiko”
la ragazza si voltò a lanciare un'occhiata sconcertata su Kei, era incredibile come potesse restare freddo a lasciarsi dire quelle cose.
C'erano un centinaio di capsule varie, un enorme generatore era collegato ad un palo elettrico poco distante, permettendo a tutt ele capsule di continuar ela loro opera di coma artificiale.
Era il tendone più grande, e c'era molta gente, compresi Humans.
-E poi dicono a noi che siamo delle bestie-
Hilary tremava, guardando intorno tutte quelle persone tra Humans e Metamorfo di basso livello dormire contro la loro volontà.
C'erano pure bambini piccoli.
Kei, invece, si fermò, notando una capsula nascosta tra due uomini.
Gli si avvicinò, avvertendo qualcosa come ad un fischio, un sibilo sottile, come una nota.
Era una capsula più piccola rispetto alle altre, doveva essere di ultime generazione, ormai Criogenizzazione e Coma Artificiale erano due materie che da secoli andavano avanti in campo scientifico.
Clonazioni e cose del genere erano quasi di moda, e Criogenizzare era la cosa più facile da fare.
Lo si utilizzava sopratutto per viaggi verso Plutone o al di fuori della galassia, capitava che si aveva bisogno di mano d'opera, e allora si spedivano volontari o schiavi attraverso criogenizzazione, sparati a razzo, impacchetati come dei regali di Natale.
Crudele. Molto.
Comunque, la capsula aveva all'interno una lampdina a luce normale, di solito si utilizzava il colore verde, non solo per fare più scena, ma anche per rendere il coma più facile.
E dentro a questa capsula, criogenizzato al contrario degl'altri, c'era un ragazzo, non avrà avuto più di sedici, diciasette anni.
Sembrava addormentato, mascherina sulla bocca, capelli lunghi blu legati in una coda, fisico magro e forse un po' gracile.
Uno strano ragazzo...
Forse era un Metamorfo...
Ancora quel sibilo...
Kei cercò di superare la barriera del sonno, entrare telepaticamente con quelli addormentati era facile, ma questo ragazzo lo blovvò subito, una specie di muro di vetro lo fermava.
Oltre non poteva andare.
Oltre c'era la figura di spalle, lunghi capelli blu legati, il ragazzo.
Che però lo bloccava...
-Vedo che il signore ha gusti particolari!-
Kei fu distratto dalla voce dell'uomo, Hilary osservò stupita il ragazzo, mentre Meiko lo guardava attentamente.
Lo aveva gia visto da qualche parte...
Di colpo, però, sotto lo sguardo stupito di Meiko, il ragazzo lentamente socchiuse gli occhi, rivelando delle iridi di un colore azzurro scuro.
Kei si paralizzò.
Più forte...
-Ah, maledizione!-
il mercante diede un sonoro calcione alla capsula e una seire di pugni, ma il ragazzo teneva gli occhi socchiusi, anche s esembrava privo di vita.
Meiko si rivolse al mercante.
-Che succede?-
-Sarà la centesima volta che si sveglia! Con il coma artificiale riprendeva conoscenza e mi distruggeva la capsula, così ho dovuto optare per la criogenizazione.
E' un ragazzo alquanto strano, mi creda-
-E' cresciuto artificialmente?-
-No, crescita naturale! L'ho trovato quando aveva cinque anni. Per un po' l'ho tenuto io, ma poi si è dimostrato pazzo-
-Pazzo?-
-Vedeva morire la gente-
Meiko spalancò la bocca, per poi richiuderla velocemente, gli occhi staovlta avevano assunto tinte verdine, mentre si voltava verso il ragazzo, Kei aveva scoltato tutto, ma non staccava gli occhi di dosso al ragazzo, che teneva ancora gli occhi socchiusi.
Una barriera di vetro che gli bloccava il passaggio...vedeva morire la gente...
Un Metamorfo strano...
Kei si voltò verso il mercante.
-A quanto me lo vendi?-
inutile dire che il mercante sparò una cifra esorbitante, e tra i capricci di Hilary, le minacce di Meiko e alcuni dinieghi di Kei alla fine per una cifra molto cara ma più convincente il ragazzo venne scongelato.
Lentamente aprì del tutto gli occhi, ma al psoto dell'azzurro scuro, due iridi castane si fermarono a guardare il ragazzo dagl'occhi rossi.
-...tu chi sei?-
ricevette un calcio sul culo dal padrone, facendolo sbalzare via.
-Porta rispetto, maleducato, questo è il tuo nuovo padrone!-
-COSA?!-
il ragazzo si voltò a guardare il mercante, la sua reazione stupì Meiko che sorrise, infastidì Hilary e lasciò apparentemente freddo Kei, mentre il ragazzo metteva le mani addosso al mercante.
-Come hai potuto vendermi, maledetto? Ti ho fatto da servo per tutti questi anni, come hai potuto?! AAH!-
il ragazzo si accasciò a terra, il mercante aveva tirato fuori un aparecchietto che lanciava piccole scariche elettriche, il sedicenne si accasicò a terra stordito, ma non negò un'occhiataccia di puro odio al mercante, per poi strofinarsi le mani sulle braccia nude, di colpo il gelo della criogenizzazione gli arrivò addosso.
Maledizione! Quel figlio di puttana più volte lo aveva sepdito in Coma artificiale, ma adesso lo aveva pure venduto!
Bastardo...maledetto bastardo!!
Di colpo una ventata scaraventò via una serie di attrezzi su un bancone li vicino, il ragazzo si rialzò in piedi, furioso verso il mercante, anche se il gelo sotto la pelle lo costringeva a non muoversi troppo.
Una giacca gli arrivò dietro la testa, facendol ovoltare, una ragazza più grande di lui gli si fece incontro, sorridendogli amichevolmente.
-Calmati, altrimenti peggiori solamente le tue condizioni. Adesso copriti...-
il ragazzo annuì, scigliendosi un attimo i capelli e rilegandoseli velocemente.
Una cascata di capelli azzurri, strano colore.
La giacca era più grande di lui di una taglia, rendendolo ancora più minuto di quanto non lo fosse gia.
Si rivolse alla ragazza con un sorriso felice e un po' bambinesco alla ragazza.
-Grazie-
la reazione fu esplosiva, Meiko afferrò di scatto il ragazzo e se lo strinse.
-CHE CARINO!!! SEMBRI UN BAMBOLOTTO!!-
Meiko si staccò da lui, facendogli un buffetto in testa, riscaldando il ragazzo, che adesso appariva più tranquilla, la rabbia svanita, mentre Kei pagava l'uomo, mantenendo però lo sguardo in parte attaccato alla figura del ragazzo, che si presentava a Meiko.
-Mi chiamo Takao, ho sedici anni-
-Bene Takao, io sono Meiko, ventidue anni . Questa è Hilary, diciasetta anni e quello la è mio fratello Kei, diciannove anni-
Takao si voltò verso il ragazzo, capelli grigi spettinati, più alto di lui di un bel po', sguardo rosso e profondo.
Sembrava...
!!
Takao discostò lo sguardo da Kei, quasi spaventato.
Per un attimo aveva avvertito qualcosa come una mano, come se lo sguardo gli frugasse l'anima.
NO!
Non voleva.
Kei lo fissò ancora, prima di fare un gesto alle due ragazze, Meiko prese sotto la sua ala protettiva il nuovo arrivato, che si calmò sotto l'aria allegra e dolce della ragazza, mentre si allontanavano dal mercato.

Qull'angolo di quartiere non laveva mai visto prima, ma era li che di solito gli Humans e i Metamorfo fuorilegge si nascondevano.
La zona nord del quartiere-città sede dei Metamorfo e dei Humans fuorilegge non era mai varcato con intenzioni amichevoli.
Si dice che il suo guardiano sia morto, o meglio si nasconda.
Eppure qualcuno c'è, perché anche se la zona er apiena dei peggiori esseri presenti in quel mondo, non era mai accaduto niente di grave.
Ma a lei improtava ben poco di chi c'era li a controllare la zona.
Ora la cosa importante era incassare la taglia.
Caricò di nuovo la pistola, avviandosi lungo lo stradone sporco di spazzatura, macchie incrostate di sangue e varie siringhe che adornava l'asfalto rovinato con grandi buchi, alcuni della larghezza di due metri e dello spessore di mezzo metro.
Si ravvivò i lunghi capelli neri, sistemandosi la coda alta, gli occhi verdi si alzarono verso l'alto. Sopra di lei il tempo aveva gia cominciato a liberare piccole gocce di pioggia.
Tempo ideale per andare a caccia.
Si guardò intorno, avvertendo l'aria.
Sensibilità.
Questo è il pregio di un cacciatore di taglie, quello che deve avere.
La sensibilità.
E una buona dose di fortuna...
E lei ne aveva tanta.
Avvertita la presenza che cercava in quel vicolo buio, se avesse voluto con uno scatto avrebbe sistemato tutto.
Peccato che all'improvviso fu costretta a ripararsi dietro ad un cassettone dell'immondizia assalito dai vandali.
Una scarica di pallottole penetrò nella plastica del cassettone, mentre lei teneva saldamente tra le mani la pistola.
La pioggia cominciò a farsi più forte, il tempo era limpido e chiaro, ma il vento che si era alzato favoriva la ragazza, che nel frattempo si manteneva rannicchiata, aspettando che almeno una parte della sua preda uscisse.
Sensibilità.
Il tocco freddo della pistola che si scalda sotto i suoi polpastrelli, il cuoio dei guanti senza dita che accarezza il calcio dell'arma.
E la certezza che lui si era mosso.
Non lo vedeva, ma percepiva sotto i piedi i passi di lui.
Passi furtivi, anche se utilizzava degli anfibi neri pesanti.
In mano una mitragliatrice, rubata quel giorno di mercato, si sentiva che era nuova.
Era ferito, lo aveva gia colpito prima.
E lui si sentiva sicuro.
Gia...
Nove compagni la tenevano sotto fuoco.
Una mossa falsa e addio!
La pioggia non era troppo forte per lei, ma lui ne aveva fastidio, di sicuro indossava qualcosa di firmato che si rovinava con l'acqua...
...acqua...
...
No!
Si mosse di scatto ,evitando una seire di colpi, con uno scatto sparò due colpi alle mani del ragazzo, che si accasicò a terra grondando sangue dai dorsi e i palmi delle mani, velocemente gli altir nove scsero da scalette antincendio e da altri cunicoli.
L'avevano circondata.
Che scema, non doveva scoprirsi così.
Ma era stato instintivo.
Non avrebbe permesso alla sua natura di prondere sopravvento alla ragione di natura Humans.
no...lei era una Humans...
Una Humans!!
-S.H. hai fatto una brutta msosa a scoprirti-
-Gia...-
Due Metamorfo, almeno in questo genere di caso Humans e Metamorfo coalizzavano.
Tzé
La ragazza stirnse i pugni.
...lascialo...
NO!
...ti salverai...
NO! NO!
Ancora quella voce, ma anche quella volta sarebbe morta sotto la sua volontà.
Puntato al collo un serramanico, dietro la schiena due pistole.
Non voleva morire, ma non voleva usarlo.
NON VOLEVA!!
Di colpo, uno degli Humans si accasciò a terra, gli altri si voltarono a guardarlo.
Dal nulla si era materializzata una figura...d'acqua...
Era fatta di acqua piovana.
Una figur adi ragazzo sporca fatta di acqua piovana.
La ragazza e gli altir erano pietrificati, persino la ragazza.
Questa...era vera arte...lei non riusciva a dare forma a cose, e questo aveva l'aspetto di un ragazo più grande di lei.
La voce era sussurrata, quasi a voler soffocare grida.
-Lasciatela stare...-
una degli Humans, terrorizzato, sparò una serie di colpi.
Inutile, si disse la ragazza.
In effetti i colpi furono bloccati se non lasciati via dalla'cqua piovana, una proiettile rimase nel corpo di volontà della figura, gl ialtir due l'avevano trapassata così.
La figura non fece aspettare molto.
Si sciolse, apparendo pochi istanti dopo dietro lo Humans, con un potente calcio lo sbalzò via, per poi disarmare gli altri con incredibile facilità.
Tutto sotto lo sguardo della cacciatrice, che dopo un attimo di sorrpesa osservò con una punta d'ansia e di dolore quello che accadeva.
Possibile che l'avesse creato lei questo?
No, non era possibile.
Allora...
Qualcuno la stava aiutando...
Che fosse il capo del nord?
Eppure si diceva che fosse morto...
Sotto la pioggia, la figura d'acqua disarmò per l'ennesima volta uno degl'aggressori, alla fine tutti scapparono via, persino la preda della ragazza, che prò guardava dolorosamente la figura, che si voltava verso di lei, non aveva viso, per volontà di colui che le stava dando vita.
Sembrò che si guardarono a vicenda, poi la figura si sicolse, mentre la ragazza da triste si fece rabbiosa, pestando una pozzanghera.
-NON AVEVO BISOGNO D'AIUTO! NON AVEVO BISOGNO DELL'AIUTO DI NESSUNO!!!-
Pestò ancora la pozzanghera, alzando schizzi d'acqua che le bagnarono la gamba e i jeans, mentre alzava l osguardo verso il cielo, stirngendo rabbiosa i pugni.

(Primo capitolo un po' schifoso, spero che il prossimo andrà meglio.
Ci vediamo!!
Meiko)

  
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