Pedinamento alla fermata
Nara
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Il 10 dell'una e un quarto. Il pullman che passava
davanti a scuola e raggiungeva la conurbazione cittadina. Il mezzo più usato
dagli studenti, il veicolo di incontro tra amici più affermato.
O, anche, il
luogo dove c'era sempre LUI.
Shikamaru Nara, 4° C. Visto sempre sul 10,
identificato sull'annuario, e dalla voce perennemente sconosciuta.
Adorava il
posto di fronte quelli posteriori, di fianco al finestrino, perchè poteva
trovarsi tra gli amici ma rimanendo solo.
Lei si sedeva sempre nel sedile
dietro gli sportelli centrali, a pochi metri da lui. Perennemente girata per
parlare con il suo gruppo di amici, aveva un solo obiettivo fisso: lo stupendo
quanto irrangiungibile Shikamaru Nara.
Come un'immagine di un film che si
ripete sempre nella stessa maniera, con le stesse sequenze, alla stessa
velocità, alla fermata del 10 Shikamaru Nara stava con la sigaretta in bocca e
le mani in tasca ad aspettare il mezzo con sbuffi sonori. Lei, Temari Sabaku no
del 4 A, lo divorava con gli occhi da lontano, sforzando il suo cervello per
trovare un modo per attaccare bottone.
Le amiche di Temari conoscevano a
memoria quella solfa. Prima, gli sguardi che la biondina lanciava furtivamente
intorno. Poi, avvistato, tutte le occhiate che gli rivolgeva. Poi, i vani
tentativi di avvicinarsi. Inoltre, le tonnellate di complimenti (anche pesanti,
ammetterebbero) che gli mandava. Insomma, arrivati alla fermata, Temari
terminava di essere la sana e diligente studentessa di Scientifico e si
trasformava in una pazza ossessiva e convulsiva. Motivo della malattia?
Chiamiamolo amore a prima vista...
...Perché quello era stato: un fulmine a
ciel sereno. Aveva incrociato Shikamaru Nara per sbaglio, una mattina sul
pullman e d'allora aveva adattato i suoi orari ai suoi solo per sedersi a
qualche metro di distanza da lui e lanciargli sguardi accattivanti, che
avrebbero dovuto risultare come segnali d'adescamento. Peccato che lui non ne
avesse colto nemmeno uno. Questo almeno è quello che dicevano le sue amiche.
Perché, secondo lei, Shikamaru Nara i suoi sguardi li ricambiava
eccome...
Con Shikamaru Nara era subentrato un vero e proprio gioco di
sguardi. Lei, fingendo di chiacchierare con le sue amiche, spostava lo sguardo
sul ragazzo, che aveva sempre gli occhi rivolti al cielo. Temari lo fissava,
mordicchiandosi le labbra, e appena Shikamaru guardava verso il suo gruppo,
abbassava lo sguardo, imbarazzata, dimenticando tutta la sfacciataggine e il
coraggio acquisiti precedentemente. E sentiva gli occhi di lui vagare sul suo
corpo. Lo vedeva con la coda dell'occhio che guardava nella sua direzione ...
Peccato che Temari non sapesse che Shikamaru Nara quando alzava lo sguardo su di
lei, borbottava a denti stretti: "Seccatura" .
Le amiche le ripetevano spesso
di non illudersi. Lo facevano per il suo bene, questo lo sapeva: ma
inevitabilmente le dava un fastidio atroce sentirsi dire che quel ricambiare era
una cosa solo sognata da lei. Quando si sentiva che un ragazzo ricambiava,
questo accadeva: il sesto senso femminile era infallibile. Peccato che ce
l'avessero anche le sue amiche... Dettagli, dettagli, si ripeteva nel vano
tentativo di scacciare quel pensiero.
A quanto sapeva, Shikamaru abitava un
po' fuori il centro. Di contro a lei, che abitava in periferia, e a Tenten, che
era addirittura fuori città, era un bel po' di fermate prima. Quando scendeva
lui, sull'autobus restavano solo Tenten, Ino e Kiba, dato che tutti gli altri
scendevano prima o per cambiare pullman o perchè abitavano nei dintorni. Quando
lui scendeva, i tre amici venivano inondati da una nuova marea d'ansia, stavolta
pigolante e invocante il coraggio che, anche oggi, le era mancato. «Diomio come
sei stressante...» «Sta' zitto, Kiba. Tu non sei mai stato innamorato, che ne
vuoi sapere» ribatteva Tenten in difesa dell'amica. «Ma non si sono mai nemmeno
parlati!!» «Dettagli, dettagli» sentenziavano in coro le ragazze.
«Hai visto
come teneva la sigaretta?» sbavò Temari, ricordando la figura di Shikamaru che
fumava alla fermata. Kiba aggrottò la fronte: Nara reggeva la sigaretta come
facevano tutti i comuni mortali, ma evidentemente si sbagliava! "Mah ... cose di
donne ... " pensò. «Ha dei begli occhi neri» giudicò Ten Ten, moderata. «Non lo
so ... ero troppo impegnata a guardargli il culo ...» disse Temari, in estasi,
mentre il pullman proseguiva la sua corsa.
Le facce delle amiche erano
indecifrabili. Mentre loro continuavano a chiedersi cos'avesse il culo del figo
della scuola Uchiha in meno di quello di Nara, Temari si avviò verso
l'obliteratore per timbrare il biglietto dell'abbonamento mensile. Infilò la
striscia di carta da quasi trenta euro nella fenditura, ma non accadde nulla. La
ragazza cominciò a sudare: esattamente a venti centimetri dal marchingegno stava
Shikamaru Nara, in tutto il suo pigro splendore, e ora sicuramente la stava
fissando. E lei, dall'emozione, non riusciva più nemmeno a timbrare un
biglietto?! «Scusa?» domandò un ragazzo dai lunghi capelli castani e gli occhi
chiari, «Posso?» Prese il biglietto di Temari restituendoglielo un attimo dopo,
timbrato. Poi timbrò anche il suo, ed il tutto senza particolari problemi. La
giovane scappò al suo posto, nascondendosi tra le ridacchiate delle
amiche...
«Cavolo ... stronzetto di un biglietto» imprecò Temari, tornando a
sedere. «Mi ha guardata? Che faccia ha fatto? Dite che mi ha preso per una baka?
Certo, che domande! Una che non riesce nemmeno a timbrare un biglietto! Magari
non se n'è accorto... No, impossibile, ero a pochi centimetri da lui...»
«Temari, ricordati di respirare ogni tanto!» proruppe Ten Ten, facendola tacere.
Temari, agitata, era entrata nella fase delle pippe mentali e farla uscire era
sempre un'ardua impresa. Temari, che stava sudando freddo, inspirò ed espirò
profondamente, cercando di riprendere il controllo sul suo cervello. «Sta
guardando qui?» s'informò la giovane biondina, torcendosi una piega della gonna.
Ten Ten si sporse con un movimento controllato, cercando di non dare
nell'occhio. Diede una fugace occhiata in direzione del bel pigro
Nara.
«Ceeeerto... non ti senti digerita? Ti sta praticamente divorando con
lo sguardo...» Temari che, da brava pazza d'amore, se l'era bevuta, era
diventata paonazza e subito dopo color porpora. Ino, invece, aveva una grossa
goccia in testa. Kiba ci aveva invece già rinunciato da parecchio.
«Masseisscema?! Che fai credi pure a una stupidaggine del genere? Ti pare che
Nara ti sta mangiando con gli occhi??» sbottò Ino, come se qualcuno avesse
offeso la sua sconfinata intelligenza. Temari invece si spense, rivolgendo uno
sguardo languido a Tenten e, subito dopo, a Shikamaru: a quanto pareva, si stava
quasi appisolando con la testa appoggiata al finestrino.
Temari guardò il
giovane seduto scomposto, con le gambe larghe, sbracato, la testa scura poggiata
contro il vetro del finestrino, con quella sigaretta spenta che pendeva dalle
labbra ... «Voglio averlo... Devo averlo...» delirò Temari, fissandolo
imperterrita. Era diventata un'ossessione e finché non fosse stata soddisfatta,
lo sapeva che non avrebbe avuto pace. «Ma se nemmeno lo conosci. Magari ci parli
e scopri che è uno stupido» obiettò Kiba, che trovava il tutto surreale!
«Impossibile, ho saputo che è il primo nel corso di matematica» ribatté subito
Temari, gli occhi luccicanti. Ma questo non le bastava più. Voleva sentire la
sua voce, sapere che posti frequentava, se aveva la ragazza... ma soprattutto,
doveva sapere che via prendeva una volta che scendeva dal pullman e scoprire in
che palazzo abitava. Ed ecco che nel suo cervellino atrofizzato balenò un'idea
inquietante: "E se scendessi alla sua stessa fermata e lo seguissi?". Idea
stuzzicante... Pericolosamente stuzzicante...
«Ten?.. Da quanto siamo amiche
noi due?» domandò con gli occhioni da cucciolo abbandonato rivolta alla sua
amica dalle palline castane. Questa la guardò, un po' stranita «Praticamente da
sempre... perchè?» «Sei disposta a darmi... una piccola spinta?»
Giorno dopo.
Sorprendente, ma Temari stava parlando letteralmente.
Fermata della seconda
curva del 10, soprannominata fermata Nara. Chissà per quale motivo.
Le porte
si aprirono. Shikamaru, con le mani in tasca e lo sguardo vacuo, scese
pigramente dall'autobus. Temari si posizionò davanti alle porte aperte,
guardando il marciapiede con aria sperduta. Ecco, come prevedibile, che il
coraggio le moriva in gola. «T...Ten?..» ma, prima che potesse chiedere aiuto,
la brunetta l'aveva già spintonata giù dal pullman. Così, quando il 10 ripartì,
Sabaku no Temari si trovava lì, alla fermata Nara della seconda curva. E
Shikamaru aveva appena svoltato l'angolo.
Temari si precipitò nella sua
direzione, prima che potesse essere troppo lontano. Non conosceva quella zona e
perdersi non sarebbe stato il massimo! A passo svelto svoltò a destra e qualche
metro più giù si ritrovò il giacchetto verde di Shikamaru Nara. Il ragazzo
procedeva con andatura lenta e lei dovette fare altrettanto per non superarlo e
rimanere fregata. Gli occhi acquamarina scrutavano circospetti ogni suo
movimento per timore che lui si accorgesse della sua inspiegabile presenza. Ma
ogni tanto scendevano più giù delle spalle, soffermandosi a fissare un bel
panorama! "Quei jeans gli fanno proprio un bel culo" pensò Temari, ridacchiando
fra sé e sé. Evitò a stento un lampione della luce contro cui stava per andare a
sbattere con la testa talmente assorta nell'esame del fisico dell'attraente
Nara, e riprese a camminare silenziosa.
Nel mentre che compiva quella che
sapeva benissimo essere una follia, rifletteva anche su ciò che doveva essere il
suo io interiore. Mai si sarebbe ritrovata a fissare insistentemente il culo ad
un ragazzo, come mai e poi mai avrebbe pensato di seguirlo fino a casa sua.
Anzi, pedinarlo.
Probabilmente, l'audacia ed il coraggio schizzavano alle
stelle insieme agli ormoni. Ino aveva maledettamente ragione: era proprio una
pervertita!!
La bionda alzò lo sguardo. "Porca ... " . Di Shikamaru Nara non
ce n'era nemmeno l'ombra. Ma come aveva potuto perderlo di vista? E adesso come
avrebbe fatto a tornare indietro? Non si ricordava la strada che aveva percorso
dalla fermata Nara e poi non voleva mollare proprio ora che c'era così vicina.
Si guardò intorno, sperduta. "Accidenti a te, Temari" , si maledì. Non aveva la
più pallida idea di che strada prendere, così s'infilò nella prima via interna
che trovò. Avanzò qualche passo incerto, finché non si bloccò per lo spavento.
«Cercavi me, seccatura?».
Il cuore di Temari mancò un battito.
Improvvisamente si sentì come se fosse stata beccata in flagrante dalla polizia
con una bella cannetta in mano.
Tremò, i muscoli non rispondevano ai suoi
comandi. Tremavano e basta.
"Oddio, oddio, oddioddioddioddio" ripeteva dentro
di sé, cercando disperatamente qualcosa da fare o da dire. Non stare ferma, Tem!
Fai qualcosa! Di' qualcosa! Qualunque cosa!!
«C-chi io?! Ho p-perso...
l'abbonamento del pullman!! C'era un controllore e sono dovuta
s-scendere...»
Shikamaru, poggiato a peso morto sul muro con le braccia
incrociate, la studiò scettico per quelli che a Temari sembrarono interminabili
minuti. Il ragazzo si accese una sigaretta e tirò una boccata con la bionda che
davanti a lui tremava e balbettava. "Mi prenderà per una minorata", pensò
affranta Temari. La Yamanaka in questo momento in confronto a lei poteva
sembrare un genio! «Davvero c'era un controllore?» domandò il moro, fingendosi
pensieroso. «Strano ... eppure quando sono sceso non l'ho visto salire»
concluse, secco e diretto. L'aveva incastrata. E anche alla grande!
«S-sì...
era in borghese, sono la razza peggiore...» «Allora come hai fatto a
riconoscerlo e scendere in tempo?»
Temari si sentiva una vera demente. Non
era riuscita nemmeno a inventare una scusa plausibile. Perchè non ci aveva
riflettuto mentre lo inseguiva invece di continuare a guardargli il
culo?!
Mentre la bionda brancolava nel buio totale, Shikamaru sbottò a
ridere. Temari lo guardò accigliata. «Come sei buffa, seccatura!» . Temari lo
trafisse con lo sguardo. «Che cosa ti ridi?» abbaiò. «Non mi dovevi delle
spiegazioni, seccatura. Ti sei messa nei guai da sola... Potevi semplicemente
dire di farmi gli affari miei, invece mi ha dato spiegazioni, dando conferma
alla mia ipotesi, ovvero che mi stavi seguendo» concluse il moro. Temari
boccheggiò, interdetta. Caspita se aveva ragione! Si era ficcata nei guai da
sola, aveva dato tutte quelle spiegazioni che non gli doveva... si sentiva una
vera demente!! «Via dei Boschi Arvali numero duecentoventi, interno 4» ghignò
Shikamaru, buttando via la sigaretta. «Cos'è?» domandò Temari, perplessa. «Il
mio indirizzo... Già ti sei dimenticata perché mi stavi seguendo?» fece il
ragazzo, sorridendo sornione.
La giovane dai codini biondi non sapeva più
che combinare. Non solo l'aveva colta in flagrante, beccata, smascherata con le
sue stesse parole, ma ora stava anche sensualmente al gioco!! Se continuava di
questo passo, Temari giurò che non avrebbe risposto delle sue azioni.
«Beh
grazie... me ne ricorderò» ribattè lei, riprendendo dignità e tornando
orgogliosa come al solito. Prese la direzione del ritorno, a sguardo alto e
fiero; ma, non appena gli passò di fianco, lui la catturò imprigionandola al
muro con le braccia.
Temari sentiva che gli sarebbe troppo, troppo volentieri
saltata addosso. «Che fai, scemo?! Lasciami!!»
"Macchè lasciami" pensò però
dentro di sé la biondina, che sperava solo che quel figo di Shikamaru Nara
chiudesse la distanza fra i loro volti. «Sicura che vuoi che ti lasci?» sussurrò
lui, bloccandola per le spalle. La sua presa era forte. Le sue mani erano
forti... Temari non stava capendo un accidenti!! «Sì, lasciami» ribadì la
bionda, che a sentirsi pronunciare quelle dannate parole si sarebbe presa a
schiaffi da sola! «Ok, come vuoi...» ghignò Shikamaru, lasciandola andare.
Temari, altezzosa, fece per riprendere il passo e fu a quel punto che Shikamaru
l'agguantò per i fianchi e la spinse contro di sé, baciandola con irruenza.
Temari tentò di divincolarsi, ma più Shikamaru giocava con le sue labbra, più
lei si abbandonava a lui, smettendo di dibattersi... Anzi, adesso aveva perfino
allungato le braccia dietro al suo collo per accarezzargli i capelli...
Non
poteva crederci... era assurdamente pazzesco... Shikamaru Nara, il ragazzo più
fighissimamente sexy che avesse mai visto in vita sua, quello stesso ragazzo
così vicino ma così irrangiungibile, le stava donando l'emozione più bella... E
dire che sembrava tanto pigro e svogliato, ma alla fine, preso da solo, era
tutt'altro..!!
Sentì la sua mano scivolarle lungo i fianchi fino a
raggiungere le pieghe della gonna. Temari lo bloccò, appena in tempo, e si
staccò guardandolo con un sorrisetto ironico «Che fai, tocchi..?» Shikamaru rise
sommessamente, squadrandola ancor più ironicamente «Perdonami... la pedinatrice
sei tu, ora non posso nemmeno difendermi con le mie armi?»
«No no...» fece
Temari, furba. «Difenditi pure, ma io farò altrettanto» sussurrò, strizzando un
occhio e mordicchiandosi le labbra in modo provocatorio. «Mi hai consumato a
forza di guardarmi... qualcosa mi merito in cambio...» strascicò Shikamaru.
Temari mollò la presa, sorridendo compiaciuta, e la mano di Shikamaru poté
continuare la sua esplorazione sotto la gonna della ragazza. Temari pensò che se
Tenten e gli altri l'avessero vista in quel momento, non l'avrebbero
riconosciuta. Alla facciaccia loro che dicevano che Shikamaru Nara non se la
sarebbe mai filata!! E invece era lì, con quel figo che la baciava a la
toccava... lei lo aveva sempre saputo che tra loro era subentrato un gioco di
sguardi. «Anche tu mi hai consumato a forza di guardarmi» rimbeccò Temari,
giocherellando maliziosa con cerniera dei suoi jeans.
«Ma almeno io l'ho
fatto senza farmi palesemente beccare,» ribattè Shikamaru, «non hai idea i miei
amici, cosa dicevano su tutti i tuoi sguardi...»
Temari si staccò rapida da
lui, ferocemente offesa «Cosa?! Che cazzo dicevano??» Il ragazzo alzò le mani,
innocente «Lascia perdere, è meglio...» le lanciò un'altra di quelle occhiate
sensuali e fulminanti, a cui la bionda si sciolse, tornando tranquilla.
«Piuttosto, ti accompagno a casa» disse senza mezzi possibilità di
controbattere, prendendole la mano.
Lei ridacchiò, imbarazzata ma
immensamente felice. «Così la prossima volta mi pedinerai tu?»
«Non credo che
ce ne sarà bisogno...» rispose Shikamaru, strappandole un altro intenso
bacio.
NDAutrici
Lily_90: Questa one-shot è nata per caso ... mentre io e la nee-san infieravamo sul sesso maschile e ci siamo dette "Quante volte ti è capitato di adocchiare un bel figo sui mezzi, ma che per ironia della sorte scende sempre prima di te?" Troppe!! Allora abbiamo pensato che qualche volta si dovrebbero cogliere le occasioni al volo!! Un giorno prendi finalmente coraggio, scendi alla sua stessa fermta, e lo pedini!! Se, magari!! Ma almeno nelle storie si può fare ... e chi meglio di quella, per la prima volta insicura, matta di Temari e quel figo pazzesco di Shikamaru?! Ragazze, vi do un consiglio: carp diem!! Insomma, per una volta potrebbe andarci bene com'è successo a Tem!! Magari non troviamo un figo come Shika, ma ci possiamo accontentare!! Un bacio!!
Niraw: Muahmuah!! Da due Mosche Nere pervertite come noi cosa vi aspettavate se non una bella fic con una pesante spruzzata di malizia?? Non vi dico la fibrillazione mentre c'immaginavamo Shika in questo atteggiamento... assolutamente troppo sexy!! *ç* Speriamo vi sia piaciuta (anche perchè se no ci teniamo Shika tutto per noi!! E' una minaccia sia chiaro ù.ù) E ringraziateci che vi abbiamo anche dato il suo indirizzo!!... (per l'occasione, io e la nee-san intendiamo rapirlo, vi avvertiamo!! Perciò, se dovete fargli qualcosa, fatelo ora!! Carpe diem xD) Un bazo!!^^