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Autore: CathCarey    14/07/2013    2 recensioni
La magia del primo amore consiste nel non sapere che esso può sempre finire.
Questa storia totalmente autobiografica racconta il mio primo amore, i fatti non sono assolutamente inventati.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Bondage | Contesto: Contesto generale/vago
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Si dividono le strade , tanti auguri e buona vita, non odiarmi quando poi mi penserai.





26 Novembre

Passarono 8 giorni dall'ultima volta che lo vidi in web, mi mancava, ma ormai la sua mancanza per me diventò abitudine, la vita andava avanti anche senza di lui.
Mi ricordo che era sera, controllai come sempre il suo profilo su facebook, e mi concentrai su un suo stato.
Era tutto incazzato aveva preso una multa, allora io per prenderlo un po' ingiro mi ricordo che gli commentai.
" Mi stai facendo deprimere con i tuoi stati, su con la vita :) . "
Anche Diego il suo amico commentò, io piacevo molto a Diego, e infine si mise a commentare anche mia cugina, e poi si aggiunse anche Mario, tutti quanti a scriverci, a ridere, a prenderci ingiro, era bello così. almeno non avrei perso i contatti con lui.
Quando all'improvviso Mario, mi scrisse in chat, e mi raccontò che c'era qualcosa di più della multa che aveva preso quel giorno.
Mario si sfogò con me, mi raccontò della sua scopamica e mi raccontò tutto quello che era successo con quella lì, mi dava fastidio che mi raccontasse delle sue esperienze di vita, mi dava fastidio sapere che se ne fosse andato a letto con un'altra, non pretendevo che rimanesse casto solo perchè io provavo ancora qualcosa per lui, ma mi davva fastidio, ero gelosa, immaginare che si baciavano, che si toccavano, un'altra che non ero io, era orribile.
Parlammo molto in Chat , finimmo a parlare nuovamente di noi due, e finimmo ancora di parlare di quella mattina a casa sua dove avevamo tentato di fare l'amore, e gli dissi che mi dispiaceva molto che fosse andata a finire così, perchè avrei voluto che fosse lui il primo uomo della mia vita.
Mi sconvolse una sua frase.
" Se vuoi posso ancora esserlo"
Il cuore era felicissimo, ma la testa diceva " Dio, perchè mi devo infilare ancora in questa situazione complicata"
Lui mi richiese di uscire, e per me fu come vedere una luce, il paradiso, ma c'era sempre un lato negativo, c'era sempre qualcosa che non andava.
Lui mi chiese che se dovevamo uscire ancora, dovevamo prenderla senza impegno, non dovevamo prenderla seriamente, nel senso che se lui avesse avuto la possibilità di andare a letto con un'altra non si sarebbe fatto alcun scrupolo aldilà del fatto che ci fossi io, ero solo un ripiego, per lui ero un giocattolo, dovevo mettermi in testa che la nostra era una cosa senza impegno, senza importanza, e a me stava bene così pur di vederlo, pur di non perderlo, stavo mettendo sotto i piedi la mia dignità.
Ci dammo appuntamento il giorno dopo alle cinque, vicino la mia scuola, esattamente come quel sabato15 settembre .


27 Novembre

Prima di andare da Mario, andai da mia cugina gli spiegai la situazione e le chiesi di coprirmi con i miei genitori in caso avessero chiamato.
Mi ricordo che quel giorno faceva freddissimo, non vedevo l'ora di vederlo.
Si fecero le cinque, camminavo da sola al buio, e mentre lo facevo pensavo a tutti quei momenti passati insieme, e mi chiedevo se stavo facendo bene a dargli quest'altra possibilità, non avevo niente da perdere ero sicura che se l'avessi perso di nuovo l'avrei retto, ma valeva la pena rischiare.
Ero davanti la mia scuola, ma di lui nemmeno l'ombra, di solito lui era sempre puntuale.
Gli mandai un messaggio, gli feci uno squillo ma niente.
Passarono venti minuti, niente, passò mezz'ora niente, eppure sapevo che dovevo andarmene ma una parte di me mi impediva di farlo.
Passò esattamente un ora , e la passai sotto al freddo , e al vento e finalmente arrivò.
Appena arrivò lo guardai male e gli dissi acida " Grazie per avermi avvisato che avresti fatto tardi" lui si giustificò che lo avevano trattenuto di più alla scuola guida.
Incominciammo a camminare, era buio e parlammo, e poi incominciammo un po' a scherzare e mi toccò i capelli, quel gesto mi riscaldò il cuore.
Percorrevamo quelle vie al buio e dopo un po' ci mettemmo sotto i portici, era bellissimo quel posto , al buio, il vento, gli sguardi, era un momento adatto per baciarci, ma niente, lui non mi baciava, cercavo anche di creare l'atmosfera , ma niente lui era freddo, lo sentivo distante, non era come prima.
Camminammo ancora e ci sedemmo sul muretto, anche quello sarebbe stato un momento perfetto, ma ancora niente, era come se non gli sfiorasse proprio l'idea di baciarmi.
E io sottovove dicevo " Cristo santo baciami" ma lui non sentiva, e non lo faceva.
Tornammo a casa, lui mi riaccompagnò a metà strada non volevo correre il rischio di farmi vedere con lui, avevo sperato fino all'ultimo che mi baciasse, ma niente mi salutò con un bacio sulla guancia, con un bacio da amica, e ci rimasi malissimo, mi si spezzò il cuore.
Forse ci avevo sperato troppo, ci avevo messo troppo cuore come sempre.
E dovevo prendere in considerazione l'idea di lasciarlo per sempre, che la nostra storia non avrebbe mai potuto funzionare.
Ero troppo per lui, troppo romantica, troppo dolce, troppo sognatrice, troppo ingenua, troppo bambina, troppo silenziosa, ero troppo, ma non ero mai abbastanza.
Appena entrai a casa, mi maledissi, perchè anche se avevo detto fino all'ultimo che sarei sopravvissuta faceva troppo male.
Aspettai tutta la sera con il cellulare in mano, un suo messaggio, una sua chiamata, Aspettavo che mi scrivesse in chat, nonostante lui fosse online, ma niente, era come se quella giornata tra noi non fosse mai avvenuta.
Allora giurai a me stessa che anche se faceva male avrei chiuso per sempre con lui.
Ma la cosa che faceva male era che per un brevissimo istante avevo creduto di essere felice, ma era solo una grande illusione.

 

  
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