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Autore: zero2757    15/07/2013    0 recensioni
«Hey Vynil, come mai da queste parti?» chiese Greg che, forse involontariamente ma ne dubitava parecchio, continuava a fissare il bellissimo reggiseno rosso carmìneo in bella mostra data la camicetta bianca scollata. Vynil ridacchò, gioendo dell'effetto che consapevolmente suscitava in quel ragazzo che tanto le piaceva. Aveva capito che c'erano problemi con la Perfettina, come la chiamava lei, e da allora aveva iniziato a mettere su cose sempre più succinte o provocanti, concludendo con make up sempre più pesante e labbra rosse a go go.
Genere: Commedia, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione: I personaggi qui citati sono di porprietà Fantastica di Clash Idol, autrice de: "Finalmente in Viaggio". Questa è solo un ulteriore storia per inneggiare i suoi personaggi, me compresa. 
Un Bacione.
Michy <3


D.e.e.p.

My Chemical Romance - Surrender The Night



«Greg, che pensi di fare con gli studi? E il lavoro?!» chiese una mora al suo fidanzato, le sembrava tutto un brutto sogno dal quale avrebbe voluto svegliarsi. Gregory, in compenso, la guardò con distacco. Era stanco delle sue polemiche continue, aveva capito che contraria alla Band ma non c'era certamente bisogno di ripeterglielo ogni sera, quando rincasava stanco e stremato dal lavoro di Avvocato e dallo studio continuo (che lui aveva voluto riprendere dopo la prima laurea) di Astronomia.
«Senti Michy, sono stanco, e tra mezz'ora ho le prove... -Micheila fece per ribattere ma fu preceduta- So che sei contraria al contratto con la Factory Records*, l'ho capito. Ma per favore non ripetermelo ogni santa sera!» finì con l'urlare quando sentì il sospiro della sua fidanzata, odiava farlo e di quei tempi le cose non andavano affatto bene tra i due. Per questo, Greg, preferì scappare, come ogni notte, da quell'appartamento a Camden Town, che era divenuto troppo stretto per lui e le sue ambizioni.
Era la sua vita e non se la sarebbe mai fatta controllare né dalla sua donna, né dai suoi genitori o chissà chi. Con nervosismo si sistemò il giaccone di pelle, lungo sino alle ginocchia, che gli donava un aspetto esile nonostante la sua corporatura muscolosa. Sotto di esso si poteva intravedere la leggera maglia di cotone grigio che lasciava lievemente scoperto il tatuaggio tribale che aveva sul cuore. I jeans chiari erano strappati e infilati in spessi anfibi di cuoio nero.
Gregory si grattò prepotentemente la testa bionda, prima di infilare una mano nella tasca destra del giaccone, estraendone un'accendino su quale era stata incollata una foto sua e di Michy i primi tempi che uscivano. Era deliziosa o almeno molti l'avrebbero definita tale. Lui che, con una sigaretta tra le labbra, accennava un sorriso mentre stringeva a sé una rossa dai lunghi capelli; con due meches nere (In quel periodo, Micheila, era nella fase rouge et noir), un sorriso estasiato a incorniciarle il viso assieme a quegl'occhi che a Greg piacevano tanto, cangianti. Quel tempo così idilliaco era terminato da oramai un anno.
Innervosito, ripose l'accendino dove l'aveva preso, adesso persino una loro foto gli dava fastidio il che gli suscitava non poche domande.
Si sentiva soffocare in quella piccola città, in quella Londra che tanti amavano e che lui stava iniziando ad odiare con tutto se stesso. Non appena arrivò all'ingresso della metro, una voce femminile lo chiamò. Con lentezza calcolata, Greg, si voltò riscontrando il volto e gli occhi color cioccolato di Vynil. Incorniciato da due piercing sul sopracciglio sinistro ed un central piercing al labbro. 
Vynil era la manager della band assegnatagli da Trent, il direttore della Factory Records, da più di un mese. Non era brutta, alta, slanciata con lunghi capelli biondi e... bhe, non si poteva dire che passava inosservato il suo look; da porno segretaria.
Ma ad ognuno i suoi gusti no?
«Hey Vynil, come mai da queste parti?» chiese Greg che, forse involontariamente ma ne dubitava parecchio, continuava a fissare il bellissimo reggiseno rosso carmìneo in bella mostra data la camicetta bianca scollata. Vynil ridacchò, gioendo dell'effetto che consapevolmente suscitava in quel ragazzo che tanto le piaceva. Aveva capito che c'erano problemi con la Perfettina, come la chiamava lei, e da allora aveva iniziato a mettere su cose sempre più succinte o provocanti, concludendo con make up sempre più pesante e labbra rosse a go go. 
«Ti dice niente la parola... Raven?» scandì quelle parole in maniera sensuale lei, Greg, che pur sempre era un uomo, non disdegnava le lusinghe che la ragazza gli offriva. Doveva ammettere che ultimamente la pensava parecchio e anche questo particolare lo aveva destabilizzato non poco, via via che il tempo passava l'immagine della sua fidanzata e i sentimenti per lei passavano in secondo piano, rispetto alla biondina che gli stava davanti.
«Dici il negozio che vende tutti quei corsetti, quello sotto casa mia?» finì lui e lei annui con un sorriso smagliante che fece contorcere le viscere a Greg, purtroppo sapeva che cosa aveva e perché era divenuto impassibile anche alle avance di Micheila, si era innamorato di Vynil.
E con questa consapevolezza nel cuore, i due presero la metro diretti a Elephant&Castle.

[Two Years Later] 

Greg si stiracchiò, mentre lentamente si lasciava cadere sul divanetto di pelle in camerino. «Che sei già stanco Gregguccio?» chiese con una voce comica il cantante dei D.e.e.p. Johnny, mentre con lo sguardo color mare lo canzonava. Erano alla seconda pausa delle prove, la sera prima di un importante concerto al Ministry of Sound. Prima tappa Londinese del loro tour Lost In The Dark. Greg fulminò Johnny, nonostante si conoscessero sin dall'infanzia lui prima di tutti doveva capire il perché si sentisse così nervoso. Non erano molto lontani da Camden Town, da quell'appartamento con le pareti viola chiaro e i mobili in legno d'amascato con cucina ultra moderna. Con un bagno piastrellato in nero a riprendere i sanitari ed una camera da letto con al centro un letto matrimoniale a baldacchino. Insomma, non erano poi così lontani da lei.
«John, mi hai rotto. Importuna Kevin o Adam, ma non rompermi le palle!» urlò Greg, spostando la sua ragazza, in procinto di sedersi sulle sue ginocchia facendola cadere rovinosamente a terra, Greg non se ne curò e uscì velocemente dal camerino. Johnny rimase di pietra, non capiva il perché del suo nervosismo... Lo sguardo ricadde involontariamente su Kevin (un ragazzone alto dai capelli color fuoco e gli occhi castano chiaro, quasi verdi) che gli fece spallucce per poi asciugarsi il sudore dalla fronte e mettersi comodo sul divanetto. Da parte di Adam (un esile ragazzo dai capelli color mogano e gli occhi oceano) tutto quel trambusto non lo toccava minimamente, l'importante per lui era fare bene quel che più amava, per il resto, le dispute, le dovevano risolvere da soli.
Johnny, si grattò la testa bionda con nervosismo distratto dalle imprecazioni di Vynil, si ricimentò nella composizione di un testo. Ma c'era qualcosa che non lo convinceva e aveva intenzione di fare due chiacchiere con Greg il prima possibile.  

Greg, magistralmente "travestito" stava passeggiando tra le vie traverse di Elephant&Castle; era nervoso da due mesi a questa parte i ricordi non la smettevano di riaffiorargli alla mente. Ma il peggio era che la pensava in ogni momento, persino quando faceva l'amore con Vynil e non sapeva proprio perché Londra gli facesse questo effetto. Ed che, proprio vicino alla metro, i ricordi ripresero a tormentarlo.

«Hey, Greg! Sono qui, sono qui!» Johnny si stava sbracciando, cercando di attirare l'attenzione dell'amico che, con passo svogliato, gli stava andando incontro. Quel giorno dovevano incontrarsi con dei ragazzi che Johnny aveva conosciuto a Macclesfield, durante una vacanza con i suoi nella "terra degl'avi" o almeno così la definiva John. «Alleluja, sei finalmente giunto tra noi oh signore delle tenebre! Vieni, che ti presento la gang!» i saluti di John lo facevano sempre incazzare, non poteva solo dire "Ciao come va? Ce ne hai messo di tempo ad arrivare..." cioè, lui la normalità sapeva che cos'era? Temeva in una risposta negativa.
«Ecco, ecco... Loro sono Emilia, Clash, Anubi (tutti lo chiamano così, il suo nome è impronunciabile), Frank e... Micheila!» a primo acchito, Greg, non rivolse loro neanche un "piacere" né un saluto, ma quando volse lo sguardo sulla rossa il mondo parve fermarsi. Non era molto alta ma aveva comunque un fisico esile, fasciato da una camicetta nera e dei jeans chiari strappati ad arte. Anfibi ai piedi, i capelli le ricadevano morbidi sin sotto al seno, due meches nere a contornarle il viso ovale. Gli occhi di un colore indefinito, una bocca carnosa e, si ritrovò a pensare Greg, appettibile. Un central piercing che rendeva quella forma così regolare delle labbra accattivanti. «Si può sapere perché mi fissi così?! Che ho qualcosa in faccia?!» la ragazza esplose, non le piaceva essere fissata troppo a lungo, il suo carattere riservato e timido non lo accettava. Greg, sorrise della reazione della ragazza. «Ti fissavo perché sei davvero tappa, lo sai?» gli chiese bonariamente lui, Micheila, dal canto suo si spazientì; divenendo lievemente rossa. «Ah ma davvero?! E senti chi parla il lampione sgangerato!» gli urlò. Iniziò tutto da lì, da quel primo litigio la loro strana relazione.


Greg, si accesse una Chesterfield, seduto in una delle tante panchine di Primrose Hill sorrise. Da quel giorno non sime un attimo di pensarla ed ogni scusa era buona per chiedere a John, in contatto con tutti i membri della gag, che cosa faceva; cosa pensava finché, esaperato John, non gli concesse il numero di cellulare di Michy, come si faceva chiamare lei dagli amici. E solo da loro.
Greg si stiracchiò, portando lo sguardo al cielo, si sentiva strano come quel 15 Giugno di due anni fa, quando litigò con Micheila e la lasciò dopo appena sei mesi di convivenza. Il giorno dopo si trasferì da Vynil.

«Quindi?» gli chiese lei con le lacrime agli occhi, le codine sfatte i capelli molto più corti rispetto a sei mesi prima. «Quindi cosa?» chiese lui sdraiato sul letto, le braccia dietro la testa. Tutta quella situazione era un vero e proprio stress. Alle volte gli sembrava che Micheila non volesse capire che non l'amava più, che non era lei che voleva, che non voleva quella vita ma quella offertagli da Trent su un piatto d'argento per i D.e.e.p.
«Mi stai lasciando?» chiese lei dopo ore che cercava di capire se quello fosse o meno un incubo terribile, la sua vita che cadeva in frantumi inesorabilmente e lei non poteva far altro che starsene ferma a vederla andare in pezzi. Greg sospirò rumorosamente, per poi alzarsi dal massiccio letto a baldacchino che molteplici volte li aveva visti avvolti dalla passione. «Sì, Micheila. Ti sto lasciando, è un fottuto mese che sto cercando di fartelo capire! Ma te sei troppo stupida per capirlo! Io N.O.N T.I A.M.O P.I.U'! Ficcatelo nella tua testolina da futura profiler che non sei altro!» le urlò contro tutto il suo astio, la sua frustrazione ma anziché sentirsi sollevato sentì solo il suo cuore sprofondargli nello stomaco, facendogli male. Fu allora che vide la parte calma e razionale di Micheila, non pianse nonostante gli occhi arrossati. Non cercò di strapparsi la tuta di dosso, né tantomeno di fare discorsi fatti del tipo "Non è vero... sò che mi ami ancora". No, lei semplicemente gli rispose con una freddezza quasi estranea a lei. «Perfetto, esci di qui. Arraffa le tue cose e non farti vedere più, sono stata chiara? Se ti rivedo da queste parti scatta una denuncia a tuo carico. Quindi sbrigati, hai un'ora non di più. Io in tanto vado a farmi un giro. Addio Gregory» e dopo avergli gelato il sangue, si cambiò di fronte a lui mettendosi in tiro. Non appena fu pronta, prese il telefono, ma Greg non riuscì a capire con chi stesse parlando perché sentì la porta sbattere. 


I ricordi sono una brutta bestia, loro non cambiano, restano lì ad attanagliarti lo stomaco se sono particolarmente dolorosi e Greg, questo, lo sapeva bene. Lo dimostrava il fatto che forse -involontariamente?- stava ripercorrendo tutte le tappe del rapporto che ebbe con Michy in quell'anno e sette mesi di relazione. Era passato persino davanti al negozio di tatuaggi dove si era fatto il tatuaggio che aveva sul petto, un bellissimo cuore intrecciato a forma tribale. Ricordava benissimo per quale occasione si era fatto tatuare, il compleanno di Micheila, il 25 Aprile. Sorrise, mentre il cielo si scuriva con nuvole grigie, seduto su quella panchina a Primrose Hill, Greg continuava a ricordare il passato assieme a Micheila.

«Ma sei sicuro di volerlo fare? Ti rendi conto che poi non va più via, non è come i segni Celtici che ti ho fatto con il TrattoMarker, questo rimane...» concluse la sua arringa Michy, cercando di convincerlo a non farlo. Lo riteneva stupido, perché se "quella cosa di cui non parlavano" sarebbe successa, Greg, avrebbe avuto per sempre il segno di un'amore finito. Ma lui la mise a tacere con uno dei baci più dolci, trattenendola per il viso non appena quel dolce idiglio fu finito. «Ti Amo Michy, questo ne sarà la prova eterna. Ti ricordi cosa mi dicesti una volta? No? Bhe, mi dicesti:"Mi amerai sempre? Come fossi inchiostro indelebile sulla tua pelle, eh, Greg?" -Micheila sgranò gli occhi, si ricordava ancora delle sue parole dopo aver fatto l'amore per la prima volta- Ed io voglio dimostrarti che sei quell'inchiostro indelebile sulla mia pelle...» detto questo, Greg, catturò con le labbra una lacrima solitaria che scendeva sulla guancia nìvea di Micheila.

Gregory guardò lo screen del suo cellulare, le sei e un quarto di sera. Con scarso entusiasmo si alzò dalla bianca panchina, ma mentre era in procinto di incamminarsi verso il quartiere un husky gli saltò addosso, facendolo traballare un pò. Greg ricacciò la sua rabbia da dove era venuta quando posò lo sguardo sull'husky. Gli si gelò il sangue... Mr. T?! Il piccolo cucciolo che presero prima che tutto finisse tra loro adesso era lì che gli scodinzolava più felice che mai. Era diventato bellissimo, nero con gli occhi azzurri, di taglia nettamente superiore a tutti gli altri cani husky. «Mr.T!» gridò una voce, che Greg conosceva fin troppo bene e avrebbe preferito mille volte scappare. Rifugiarsi nella sua camera d'albergo con Vynil che gli parlava dell'ultima Miu Miu (sì, dopo aver intrapreso una relazione stabile con lei, Greg, capì che quella della porno segretaria era solo una facciata. Il suo vero volto era una Fashionist fissata. Cosa che deluse il giovane di non poco) in circolazione pittosto che vederla.
Ma il suo corpo era come inchiodato, le sue viscere si stavano contorcendo dalla voglia di vederla di nuovo. 
Cazzo, aveva le suddette farfalle nello stomaco, il suo cuore scalpitava e tutto era suscitato solo dalla sua voce.
Doveva essere impazzito, non c'era altra spiegazione.
Ma mentre era perso in congetture varie non si rese conto che una Micheila sconcertata lo fissava, incantata come la prima volta che lo conobbe. Come la prima volta che lo vide in concerto con l'intento di parlarci, ma il tutto fu vano e Clash dovette, non sapeva neanche più, quante volte le aveva asciugato le lacrime. Che fosse per una fotografia su un giornale dove ritraevano lui e la Squinzia felici, o che parlassero di matrimonio.
Certo era cambiata e di parecchio, era cresciuta (tra lei e Greg correvano quattro anni di differenza).
Al secondo anno di criminologia, più sicura di sé grazie alle citazioni zen e gli esercizi che quella pazza di coinquilina, qual'era Clash, le faceva fare. Il suo look, notevolmente cambiato (non che avesse abbandonato lo stile Goth), il suo modo di porsi ed approcciarsi alle cose stravolto.
Adesso, lei, era di fronte all'uomo che le aveva spezzato il cuore e che mai avrebbe smesso di amare che contraccambiava il suo sguardo sconcertato. Greg la fissò per un tempo indeterminato, aveva i capelli più lunghi, molto più lunghi. A giudicare dalla treccia che Micheila si era fatta, le arrivavano sino alla vita. Le due ciocche lasciate libere erano di un blu intenso, il central piercing non c'era più e le sue labbra simmetriche erano tinte di un rosso cupo. Il sopracciglio vantava invece di un piercing tutto in nickel. A fasciarle il corpo un maglioncino grigio oversize e dei jeans skinny chiari infilati in degli anfibi. Il collo, mostrava una collana con un campanellino, una a forma di manette molto più lunga ed un simbolo Celtico tribale, "La sua passione" gli venne spontaneo pensare a Greg. Orecchie e diti tempestati da piercing e anelli vari.
«Ciao...» iniziò lui con fare titubante mentre, con lentezza, si sporgeva verso Mr.T per fargli una carezza. Gli occhi azzurri di lui comunque non lasciavano quelli grigio metallo di lei, era arrabbiata dedusse lui. Quando aveva quel colore così intenso significava solo quello, rabbia.
«Ciao, come stai?» contraccambiò lei, l'imbarazzo a farla da padrone, mentre con fare deciso si sporse verso il cane per rimetterlo a guinzaglio, nel farlo sfiorò Greg che venne attraversato da una scarica elettrica. Sussultò.
«Tutto bene?» chiese nuovamente lei vedendolo sussultare, Greg annuì per poi mettersi a sedere sulla panchina che era sua testimone dal primo pomeriggio. «Hem... sì, sì tutto bene. Allora... come ti va?» avrebbe voluto sppellirsi, poteva fare domanda più stupida?!
«Ti rendi conto della stupidità della tua domanda? -Chiese lei facendolo sorridere, gli aveva sempre letto nel pensiero in un certo qual modo- Comunque sto bene, sono al secondo anno di Criminologia e... ho venduto l'appartamento a Camden Town...» buttò lì Micheila, Geg, si gelò... cosa aveva fatto?! Aveva buttato via il loro rifugio come se niente fosse?! Perché?! Per quale assurdo motivo lo aveva fatto? Ma nonostante le domande che la sua mente emetteva, sapeva la risposta: Troppi Ricordi.
«Davvero? E adesso dove stai?» chiese, aveva bisogno di saperlo. Un bisogno primordiale. «Sto appena fuori il parco, convivo...» e sempre con una determinazione mai avuta, neanche con Mr.T, Micheila strattonò il cane per spostarlo, ma la sua esile forza fu vana.
«Convivi?» chiese conferma Greg, il famoso bassista dei D.e.e.p. tremava ad una convivenza della sua ex con un qualche ragazzo. In quel momento avrebbe spaccato il mondo, come mai tutte queste emozioni gli cadevano addosso solo dopo due anni?
La risposta la sapeva, ma non voleva accettarla.
«Sì» affermò lei semplicemente, che finalmente era riuscita a far smuovere Mr.T e con passo deciso si stava allontanando. Greg si alzò di scatto e le fu subito accanto «Posso accompagnarti? Tanto devo andate anche io...» per la prima volta si ritrovò a sperare come un bambino la sera prima di Natale, in attesa dei regali richiesti.
«Okay, tanto dopo devo passare da Starbucks. Un latte alla vaniglia per Clash e un Frappuccino per me... -incominciò Micheila, era sempre stata una sua brutta abitudine fare la lista della spesa o delle cose da fare ad alta voce- mi puoi accompagnare fin lì. Tanto non è lontano dalla metro. Allora, Greg, a quando le nozze con Vynil?» a quelle parole finali Micheila tremò intimamenete, non voleva che lo facesse. Non lo avrebbe sopportato. Nonostante si frequentasse con Donnie, un collega d'università, non significava che avrebbe smesso di amare Greg.
«Clash? Quella fastona? Esci ancora con lei?» quasi si mise a ridere della brutta abitudine di Michy, un moto di nostalgia potente lo colpì. Non voleva lasciarla. «Gregory, ti ho fatto una domanda. Sei gentilmente pregato di rispondermi. Comunque, sì, esco ancora con lei è la mia migliore amica nonché coinquilina... Allora, a quando le nozze?» richiese con tono duro la ragazza, Greg, sobbalzò già tra poco più di un mese di sarebbe sposato con una donna che... non lo sapeva nemmeno lui com'era in realtà Vynil. Era come un camaleonte, che cambiava colore per adattarsi. Aveva seri dubbi su questo matrimonio, soprattutto dopo... ma non finì il pensiero che la sua bocca si mosse da sé.
«Il 15 Giugno, mi sposo a San Michele in  una chiesa di Dublino. Anche se non voglio proprio farlo, le cose non vanno bene e... Mi sei mancata...» preso dalla frenesia, l'abbracciò per poi baciarla ardentemente. Il bacio durò allungo, le loro mani si riassaporarono sopo tempo, riesplorando l'uno il corpo dell'altra. Ma un barlume di lucidità attraversò la mente della ragazza che allontanò subito Greg, condendolo con uno schiaffo degno dell'Osar.
«Greg, ma ti sei impazzito?! Mi hai lasciata dicendomi che non mi amavi e volevi una vita di successo assieme a Vynil e i D.e.e.p. e ora?! Mi vieni a dire ti sono mancata... mi baci?! Ma tu non ci stai proprio con la testa... Senti, meglio che tu vada da solo alla metro, tanto sai dov'è.» detto questo, Micheila, corse via trascinata da un Mr.T uggiolante.
Greg era sconvolto, lo schiaffo gli era servito per schiarirsi le idee. Non è che non l'amasse più, quello che era subentrato tra loro un paio d'anni fa non era Vynil, bensì abitudine. E lui invece di affrontarla era scappato, dando la colpa a lei. Voleva Vynil perché era una novità, ma la cosa finiva lì, voleva il successo e i D.e.e.p. perché sapeva che lei credeva in tutte le sue capacità; ma sempre per via dell'abitudine, credeva guardasse a quelle sbagliate.
Ora aveva capito, aveva sempre amato solo e soltanto lei.
E adesso l'aveva persa.

Giunto all'albergo, Greg, si fiondò in camera di Johnny. Dovevano parlare, anzi, lui doveva farlo, perciò dopo aver chiarito la lite del giorno, Geg gli chiese un favore. Di cantare quella canzone che, da tempo, era rimasta chiusa nel cassetto di Greg e... di far sapere per messaggio a lei che gli avrebbe dedicato il testo per chiederle perdono. Avrebbe sistemato tutto, sperava solo che le cose dopo il concerto andassero meglio.

Il locale gremito di persone, vestiti di pelle i D.e.e.p. incominciarono a suonare la penultima canzone, le luci psichedeliche si gettavano furiose su palco e sul pubblico. Johnny cantava con patos quella sera, Greg sorrise, non lo vedeva così da quando tre anni fa avevano fondato il gruppo. Anche Kevin e Adam sorrisero, avevano una missione e l'avrebbero portata a termine, intanto, Greg, con sguardo penetrante scagliava volto per volto per cercarla. La canzone era giunta al termine, il momento fatidico era arrivato. «Ohhh yeah Babe! Adesso è il momento di nuovo testo! Sapete Ladies, questa canzone era rimasta nel fondo di un cassetto per troppo tempo. Non è così Greg? Ebbene sì, l'ha scritta il nostro bassista per una pesona speciale che oggi è qui con noi- Ad un certo punto un proiettore illuminò il volto di Micheila che sorrideva a John- Greg te la dedica....» e detto questo John s'avvicinò con il microfono a Geg, che continuava a sorridere.
«A te, Micheila, che fai brillare le stelle... Perdonami!» e detto questo la canzone Surrender The Night** iniziò e Micheila iniziò a piangere.
Gli avrebbe dato una seconda possibilità, lo sentiva. E mentre guardava il palco e la canzone continuava, Greg non seppe resistere, buttò a terra il basso e saltando dal palco si fece spazio in quell'orda di gente impazzita.
Non appena furono l'uno di fronte all'altra. «Scusami se sono così ottuso» e detto questo la prese per i fianchi e la baciò con tutta la passione che aveva in corpo.
Tra i loro pensieri solo una parola: Ti Amo.




FINE


*Factory Records, fu una casa discografica realmente esistita negli anni '70/'80
**Surrender The Night è una Canzone dei My Chemical Romance, il cui testo non mi appartiene assolutamente.
   
 
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