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Autore: gunslinger_    15/07/2013    1 recensioni
“Non sono pazzo.” rispose, con la tentazione di alzarsi in piedi ed uscire sbattendo la porta.
“Non mi permetterei mai di pronunciare un giudizio del genere, sarei solo interessato a conoscere il suo parere riguardo l'intera faccenda.”
Matt non lo sapeva, non sapeva proprio a che faccenda alludesse lo psicologo, non c'era assolutamente niente di cui discutere. Anche se si era fatto male non aveva bisogno di aiuto, non serviva parlare, solo un antidolorifico molto forte, nel caso.
“Non lo so...” mugugnò, per poi piegare leggermente le dita della mano sulla coscia. “Non è successo niente di grave Doc, chiaro? Posso chiamarla Doc?”
|bromance|tematiche delicate|
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Note: quello di oggi è un capitolo lievemente più breve, ma spero comunque possa colpirvi come mi auguro abbiano fatto gli altri.
Grazie per le letture, le preferenze e le recensioni!




"La mia ombra è l'unica che cammina al mio fianco

Il mio cuore vuoto è l'unica cosa che batte
Qualche volta spero che lì fuori ci sia qualcuno a trovarmi
Fino ad allora cammino da solo.”
(Boulevard of Broken Dreams – Green Day)





Erano passate settimane ormai dalla prima volta in cui Matt aveva messo piede nello studio del dottor Grey e ci si era quasi abituato alla poltrona di pelle, alle scartoffie e alle domande inaspettate, di quelle che hanno le risposte bloccate in gola e tenute strette da corde di lacrime.
Si stava grattando gli occhi stanchi per colpa delle poche ore di sonno, quando lo psicologo interruppe quella piacevole seduta con un intervento che il ragazzo aveva completamente rimosso dalla memoria; era come se non ne avessero mai parlato, come se in realtà quella conversazione non fosse mai avvenuta.
Parliamo della rabbia.” disse, a labbra strette, quasi avesse paura che Matt scappasse via come l’ultima volta che avevano affrontato la questione.
Pensa che io adesso sia pronto?”
Il cantante si grattò leggermente il naso, a disagio. Ecco che stava salendo, proprio lei, la sua compagna di avventure da quando aveva memoria: l’ira. Avrebbe voluto saltare in piedi e prendere a ceffoni il dottore, dargli un libro in testa e dire finalmente tutto ciò che pensava su quella faccenda, che faceva schifo vivere in quel modo, che nei suoi panni non ci voleva più stare.
Dimmi a cosa stai pensando.” rispose il dottor Grey, inaspettatamente. “Siamo arrivati ad un livello d’intesa tale che non solo ti do del tu, ma per di più sei in grado di aprirti totalmente con me. Avanti, Matt.”
Non sapeva cosa dire, la bocca si era fatta secca e le parole spingevano, ma erano talmente tante che non riusciva a pronunciarne nemmeno una.
Sono stufo di essere sempre arrabbiato.” ammise, dopo un po’. “Mi sta rovinando la vita, sempre se non l’abbia già fatto.”
Ricordi la prima volta di esserti sentito furioso? O meglio: qual è il tuo ricordo più vecchio inerente alla rabbia?”
Matt ci pensò per un paio di secondi fissando intensamente gli occhi del dottore con i suoi.

Questa era il mio pennarello!”
Non è vero, l’ho preso prima io!”
Matthew Sanders!”
Il bambino sentì le dita della maestra afferrarlo per la collottola e tirarlo via dal suo compagno e dal tavolo del disegno. Improvvisamente il suo volto aveva assunto un'espressione sorpresa, quasi innocente, perchè diavolo lui aveva decisamente ragione!
L'altro invece si grattava il naso, i piccoli occhi scuri si erano fatti umidi per le lacrime che stavano per scendere.
Non è stata colpa mia signora Williams, è stato Tom a rubare il mio colore.” cercò di scusarsi Matt, mentre si liberava dalla presa dell'insegnante.
Questi sono i pennarelli di tutti, Matthew, non puoi tirare cazzotti ai tuoi compagni quando più ti piace.”

Si stava vergognando davvero tanto di quelle confessioni, gli sembrava di dipingere un mostro e forse non aveva torto a pensarla così; in passato molte persone lo avevano definito così, tra compagni di scuola, vicini e conoscenti.
Mi dispiace davvero.” disse, dopo il racconto. “Volevo solo il mio pennarello, non ce l'avevo con Tom.”
Riprendi a respirare tranquillamente.” propose lo psicologo sorridendo leggermente, per poi annotare qualche parola sul taccuino.
Secondo me.” riprese, dopo una manciata di minuti di silenzio che permisero a Matt di rilassarsi. “Quel pugno era un chiaro segnale: volevi essere ascoltato, a tutti i costi. Avevi l'impressione che quel bambino non stesse capendo quello che gli dicevi e così tu hai fatto in modo che si accorgesse di te. Comunque vai avanti, raccontami qualche altro episodio così riesco a farmi un'idea più chiara della situazione.”

Signori Sanders mi dispiace dirlo, ma non so più cosa fare con vostro figlio. È coinvolto in risse quasi quotidianamente e non posso continuare a far finta di non vedere. Questa scuola non è più adatta a vostro figlio, l'espulsione mi sembra ormai l'unico provvedimento che posso prendere.”
Matt era in piedi dietro ai suoi genitori che, seduti sulle sedie nere che spesso occupava lui, si lanciavano occhiate preoccupate. Avevano sempre saputo di avere un figlio piuttosto vivace ed anche irascibile, arrivati a quel punto, ma una situazione del genere dopo solo il primo anno di liceo non se la sarebbero mai aspettata.
Non sapevano assolutamente cosa dire, erano in totale imbarazzo; il ragazzo che li conosceva bene sapeva che stavano boccheggiando e che a casa una bella paternale con i fiocchi non gliel'avrebbe negata nessuno.
Sei una delusione.” aveva infatti detto suo padre, una volta varcata la soglia della loro abitazione. “Questo non è il figlio che io e tua madre abbiamo cresciuto."

Immagino che tu sia stato molto male, a causa di quelle parole.” disse il dottor Grey quando il paziente ebbe terminato.
Credo di non aver dormito per giorni, da quel momento in poi mi sono sempre sentito un totale disastro ai suoi occhi anche se so per certo che non pensava davvero quello che ha detto. Aveva perfettamente ragione, dopotutto, ma non riuscivo proprio a contenermi.”
Matt appoggiò il capo al poggiatesta della poltrona con un sospiro. Non ce la faceva più a raccontare, non se la sentiva di arrivare a parlare delle patetiche risse da bar a cui aveva partecipato per mesi. Non voleva sapere perché l'aveva fatto, era sicuro che sarebbe stato doloroso.
Se non ho capito male Matt, per un periodo eri riuscito però a superare la rabbia. Ricordi quando è successo?”
Certo che ricordo doc, quando sono entrato a far parte degli Avenged Sevenfold.”
Sai dirmi secondo te, il motivo? O è una coincidenza?”
Penso, come avevi detto prima tu, perché avevo finalmente trovato qualcuno che mi ascoltasse; Brian, Jimmy, Zacky e poi anche Johnny non fingevano di essermi amici, lo erano davvero e mi sentivo sempre considerato, quando ero con loro.”

***

Allora, di cosa avete parlato tu e il doc, oggi?” chiese Brian, non appena lui e Matt entrarono in una tavola calda. L'amico aveva espressamente richiesto un hamburger e delle patatine sufficientemente impregnate d'olio, se non lo avesse accompagnato avrebbe rischiato di trovarsi il sedile dell'auto mangiucchiato.
Rabbia.” rispose solo, mentre con lo sguardo cercava un tavolo libero.
Non appena si sedettero una ragazza dai capelli biondi e ricci si avvicinò a loro e, con un largo sorriso che mise Brian a disagio, prese le ordinazioni; quando si allontanò ripresero la conversazione.
Rabbia, quindi?”
Di quanto io sia un mostro, va bene così?”
Avanti Matt, tu non sei un mostro non dire così.”
Brian gli afferrò una mano e ne accarezzò lentamente il dorso, il tutto guardandolo sempre dritto negli occhi.
Il dottor Grey vuole parlare con te.”
Che cosa?”
Vuole parlare con te non so per quale motivo, smettila di guardarmi come se avessi visto la madonna.”
L'altro ragazzo interruppe il contatto e volse lo sguardo verso il piatto fumante che gli era stato portato. Iniziò a mangiare in silenzio, l'idea di essere psicanalizzato anche lui lo metteva a disagio.
Ti sto prendendo in giro.” disse all'improvviso Matt, tra un boccone e l'altro.
Cosa?”
Il dottor Grey non vuole parlare con te, stupido.”
Il cantante scoppiò a ridere e continuò a guardare il suo migliore amico senza la minima intenzione di perdersi una scena come quella. L'espressione terrorizzata che aveva sul volto da quando Matt gli aveva dato quella sconvolgente notizia era impagabile.
Ti odio, sei uno stronzo.” mugugnò Brian a bassa voce dopo aver addentato il suo hamburger.
Ti voglio bene anche io, Haner.”
Matt gli diede un buffetto su una guancia e a quel punto anche l'altro sorrise seppur debolmente, decisamente sollevato.

***

Johnny Christ si sentiva solo.
Aveva ripetutamente controllato la lista delle chiamate effettuate dal suo cellulare e notare che i nomi dei suoi migliori amici comparivano solo verso la fine, lo faceva stare terribilmente male. Avrebbe voluto chiamarli, salutarli, invitarli a bere una birra al Johnny's, ma l'orgoglio gli impediva di premere quel dannato pulsante verde che sembrava quasi chiamarlo.
Non li sentiva da un mese circa, aveva saputo che Matt stava seguendo una specie di percorso di riabilitazione però non aveva avuto modo di approfondire la questione; anche se non si aspettasse una chiamata da quel testardo cronico dopo la loro ultima litigata, almeno un pochino ci sperava. O anche solo un messaggio da parte di Brian, che invece continuava ad essere l'ombra del cantante e ad assecondarlo anche quando non aveva ragione.
Mancava solo Zacky.
Quando aveva espressamente consigliato di alzare i culi dai divani e di riprendersi ognuno la rispettiva vita non si era opposto, ma non aveva nemmeno seguito la dritta, il che significava averlo ignorato del tutto.
No, nonostante la solitudine lo stesse divorando dall'interno, non avrebbe chiamato neanche lui: che si fottesse, che si fottessero tutti quanti, tanto c'era Jim che, anche se da una tomba vuota e fredda, gli teneva compagnia durante quei pomeriggi cupi e strazianti, gli veniva quasi da piangere.
   
 
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