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Autore: Seele    15/07/2013    16 recensioni
"Voglio farmi un tatuaggio" aveva detto giusto qualche giorno prima, "una gabbia aperta su un polso e degli uccelli liberi sull'altro".
Ma, quel tatuaggio, Zayn non lo farà mai. Perché della sua gabbia, non si liberà mai.
Si è addormentato placidamente, senza protestare, senza cicatrici oltre a quelle invisibili del cuore. Ha fatto un salto giù dalla finestra; eppure, loro lo sapevano.

|| Death!Fic || Payzer || Accenni Larry || Happy ending ||
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kiss me hard before you go

summertime sadness

I just wanted you to know

that baby, you're the best.




Eppure, l'hanno saputo sin dall'inizio.

Zayn non è mai stato davvero felice. Ha sorriso, ha riso, è stato con loro quanto ha potuto, ha giurato di esserci per sempre e ha mentito.

Loro due sanno della storia della sua vita. Sanno del dolore che lo ha accompagnato durante ogni giorno della sua esistenza, sanno della sua incapacità di piangere, sanno di tutte le sue storie piene di lacrime non versate e anche della sua lametta, quella che ha sporcato di sangue solo una volta, promettendo che non avrebbe inciso la sua pelle mai più.

"Voglio farmi un tatuaggio" aveva detto giusto qualche giorno prima, "una gabbia aperta su un polso e degli uccelli liberi sull'altro".

Ma, quel tatuaggio, Zayn non lo farà mai. Perché della sua gabbia, non si liberà mai.

Si è addormentato placidamente, senza protestare, senza cicatrici oltre a quelle invisibili del cuore. Ha fatto un salto giù dalla finestra; eppure, loro lo sapevano.

“Non potete controllarmi per tutta la vita” e, alla prima occasione, ha spalancato le ante e ha volato.

In un giorno d'estate, con la luna a fargli compagnia, una gabbia sul polso ma nessun volatile sull'altro. La gabbia era vuota. Lui non c'era più.

La gabbia era il mondo. Lui era il cielo.

La mattina dopo, Danielle è stata la prima a tempestarlo di messaggi. Si è irritata, visto che non le rispondeva, e al limite della pazienza ha telefonato a Liam.

“Quello scemo non risponde nemmeno a te?” ha domandato, infastidita.

“Zayn?” ha risposto Liam. “No, adesso provo a chiamarlo.”
Nessuno ha risposto al telefono. Loro non si sono preoccupati, almeno per il momento.

C'erano delle volte in cui Zayn sentiva il bisogno di isolarsi, stare con sé stesso, ritrovare la sua anima fra quelle della gente e loro avevano imparato a rispettare la sua pace, lasciarlo ricomporsi in solitudine. Non pensavano che stavolta sarebbe stato diverso.

Poi è stato il padre di Zayn a telefonare a Danielle e a Liam, con voce tremante. E ha comunicato loro della morte del figlio.

Danielle ha riso. Ha riso sul serio, scioccata, schiacciando la serietà del padre di Zayn in un angolo della sua mente e impuntandosi che no, non era possibile, doveva essere solo uno scherzo.

Liam è rimasto in silenzio. Non ha detto una parola, ha solo allontanato il telefono dall'orecchio e premuto il tasto rosso prima di lasciarlo cadere a terra.

Danielle si è lasciata andare sul pavimento allo stesso modo, e ha pianto fino a non sentirsi più gli occhi, scorrendo i vecchi messaggi che lei e Zayn si erano scambiati e stringendo, quando la vista si faceva troppo appannata per mettere bene a fuoco il display, il cellulare al petto. Liam si è seduto sul letto, si è preso la testa fra le mani, e non è riuscito a piangere perché semplicemente non poteva, non doveva essere successo sul serio.

Il mondo è sembrato loro fermarsi. Se solo si fossero distratti avrebbero pensato a Perrie, la vecchia migliore amica di Zayn, che ha pianto fino allo sfinimento quando ha saputo della sua morte; oppure a Niall, che nonostante sia sempre stato bravo a mantenere le sue emozioni è scoppiato a piangere davanti casa sua, imprecando senza riuscire a trattenere il marcato accento irlandese. Nemmeno Harry ha accettato la cosa, ed ha pianto forte e ha urlato contro il petto di Louis, fra le sue braccia mentre anche lui singhiozzava in silenzio.

Quando Danielle è entrata in casa Malik per fare le sue condoglianze, l'ha trovata silenziosa e troppo tranquilla, quasi inquietante. La madre di Zayn era seduta alla sedia della cucina, fissando il giardino dei vicini con aria persa e lontana, gli occhi asciutti di chi ha finito le lacrime.

Liam, invece, ha notato suo padre. Immobile con degli spartiti di musica in mano, una tazzina di caffè ormai freddo sul pianoforte e un singhiozzo strozzato in gola.

Le sorelle più grandi erano chiuse in stanza, mentre la più piccola, Safaa, accarezzava un peluche che apparteneva a suo fratello.

“Gliel'ho regalato io” ha singhiozzato Danielle quando l'ha visto, indicandolo, ridendo piano di nostalgia. Invece Liam l'ha abbracciata per confortarla, sapendo di non potersi lasciare andare alle lacrime in presenza di una bambina.

“Tu non sai come mi sento” gli ha urlato contro Danielle, piangendo quando sono usciti dall'abitazione. “Tu non lo conosci come lo conosco io. Io so tutto di lui, tutto” ha scandito, alzando il tono della voce, “tu non sai niente, niente!”

Le lacrime hanno cominciato a scorrere sul suo volto, e Liam si è chiesto distrattamente cos'avrebbe fatto Zayn al posto suo. “E tutti i suoi manga? Tutte quelle sue stupide, stupidissime canzoni? Quelle che sognava di incidere? Quando cazzo le incide, Liam?!”

È scoppiata in singhiozzi, ha cominciato a parlare alla rinfusa. “Voglio abbracciarlo” ha detto fra i singulti, “voglio abbracciarlo e strozzarlo e ucciderlo io” ha gridato, “io, con le mie mani! Che stronzo! Aveva detto che non l'avrebbe fatto, aveva promesso, lui aveva promesso! Lo uccido io!”

Ha tirato un pugno al muro di casa Malik, e solo allora Liam si è accorto della gatta nel giardino anche lei improvvisamente silenziosa, che nemmeno si era accorta di loro.

Aveva sentito dire che gli animali vedono le persone, quando se ne vanno. Sperò di rinascere gatto anche lui, e vedere Zayn anche da morto.

“Lo odio, lo odio” ha singhiozzato Danielle, mentre Liam le afferrava i polsi per impedirle di farsi ancora del male. “E adesso? E adesso cosa cazzo dovrei fare io, Liam? Mi ammazzo anche io!”

L'ha tirata verso di sé, in un abbraccio. Lei ha tentato di opporsi all'inizio, ma alla fine si è lasciata abbracciare continuando a singhiozzare. “Zayn” ha mormorato, “Zayn, torna. Ti voglio qui, Zayn.”

Le ha baciato piano i capelli, poi si è concesso anche lui qualche lacrima.


****


A scuola, senza farci attenzione, non sembra cambiato granché. Se una persona passa davanti alla classe a cui Zayn apparteneva l'anno passato, vede solo una normale aula con qualche persona in meno rispetto ai posti presenti, pensa che ci siano degli assenti, continua con la sua vita senza sapere di chi ha perso la propria.

In mezzo all'aula c'è un banco vuoto, pieno di scarabocchi senza senso per tutti, ma di cui Liam saprebbe spiegare ogni linea; Danielle ha incenerito con lo sguardo chiunque lo sfiorasse, il primo giorno. I professori non l'hanno tolto.

In mezzo all'aula c'è un banco vuoto, che nessuno occupa, e nell'ora di arte si aspetta sempre una voce che non arriva mai.

In mezzo all'aula c'è un banco vuoto, che non dovrebbe stare lì, e nessuno lo può toccare perché Danielle lo fulminerebbe.

In mezzo all'aula c'è un banco vuoto, e Eleanor strappa un disegno durante la lezione cominciando a singhiozzare.

A scuola, a ben vedere, sembra essersi rotto qualcosa.


*****


Niall è seduto a tavola con la famiglia Malik al completo, meno uno; il suo migliore amico.

Cosa sarebbero queste cene noiose senza di te? gli ha scritto una volta, quando Zayn ha pensato per la prima volta al suicidio, strappandogli un sorriso triste davanti al display del cellulare. Più tardi gli ha confessato che, anche se sembrava tranquillo, era terrorizzato all'idea di perderlo per sempre e l'ha abbracciato così forte che alla fine Zayn ha dovuto staccarlo con la forza, ridendo.

Safaa non può più chiedergli di mettersi con suo fratello, scherzando come al solito e ottenendo sempre sbuffi annoiati da parte di entrambi, perché adesso Zayn non è seduto a tavola e non chiacchiera allegramente con loro.

Improvvisamente, Niall si alza da tavola e nessuno ha il coraggio di fermarlo.


*****


Perrie sta baciando il suo ragazzo, mentre passeggiano nel parco. Ma è lontana, lui se ne accorge subito; si ferma davanti alla zona in cui si fa sport, la chiama, e Perrie scuote la testa come se le avesse appena fatto una domanda.

“No, non stavo scherzando” mormora poi, “io non ti dimenticherò mai.”

Il ragazzo stringe più forte la sua mano e la allontana da lì.

Ma Perrie fissa ancora quel luogo, dove lei e Zayn si sedevano sempre, davanti al campo di basket e facevano le riprese alle persone di nascosto per metterle su youtube. E pensa a quando, sul diario di scuola, gli scriveva non mi scorderò mai di te.

Quando il suo fidanzato la abbraccia forte, Perrie nemmeno si è resa conto di star piangendo.


*****


Tina, la gemella di Eleanor, l'ha amato fino allo sfinimento. Hanno parlato prima che iniziasse il liceo, si sono conosciuti lì di persona e lei gli ha regalato il suo cuore anche se lui non lo voleva.

Non è solo il ragazzo che ha amato così tanto, lui la definiva anche la sua migliore amica. Tina pensa che forse, se fosse stata meno impegnata a cercare di conquistarlo, magari avrebbe capito che stava male dietro alle faccine sorridenti dei messaggi.

“Sta iniziando la lezione di hip-hop” le fa notare Eleanor, ma Tina scuote la testa.

Ricorda ancora quanto è durata la loro prima telefonata.


*****


Harry semplicemente non ci può credere. Non può accettarlo, che una delle persone più importanti della sua vita se ne sia andata come se niente fosse.

Louis è accanto a lui, gli occhi azzurri intenti a osservare un paio di pantaloni dietro la vetrina di un negozio. “Entriamo?” propone, e nemmeno aspetta una risposta di Harry che l'ha già trascinato nel negozio. Harry pensa a quando, scherzando, Zayn lo spronava a reagire e a mettere un po' in riga quel prepotente del suo ragazzo; abbassa gli occhi mentre Louis cerca di coinvolgerlo nella scelta di un paio di jeans, accorgendosi subito di come si sente.

“Harry?” domanda con i jeans in mano, quando capisce che tutti i suoi sforzi di distrarlo sono inutili. “Stai bene?”

Harry annuisce sbrigativamente, poi lo spinge nel camerino. Adesso Zayn riderebbe e gli darebbe il cinque, ne è sicuro. “Dai, provateli” lo incita, e Louis gli sorride.

Non passano nemmeno dieci secondi prima che Harry inizi a piangere nel negozio, con gli occhi di alcune persone puntati addosso che lo fissano preoccupate.

Zayn odiava far shopping. Ma adorava loro due.

Louis esce da lì, ancora i propri pantaloni addosso e un'aria dispiaciuta sul viso quando stringe il suo ragazzo in un abbraccio. Lo porta con sé nel camerino, sussurrandogli parole tenere per farlo tranquillizzare.

Tira la tenda nascondendolo al resto del mondo, lo bacia sulle labbra e gli promette che andrà tutto bene.


*****


Katie Ray non è mai stata debole, in vita sua. Forse solo quando ha perso un bambino,e ha dovuto abortire e la stanzetta che gli aveva preparato è stata chiusa, insieme a tutte le porte piene di sogni che aveva pensato con suo figlio come protagonista.

Ne ha adottato due, anni dopo, che si divertono da matti e adorano la loro mamma. Katie si domanda, dall'alto della sua cattedra dove può tutto, dove è sempre stata un'insegnante forte e severissima, se i genitori di Zayn Malik si riprenderanno presto.

Di quello Zayn Malik, il ragazzo taciturno e dall'aspetto lontano, con i suoi splendidi sedici anni appassiti troppo in fretta.

Ecco, a volte si chiede cose di questo tipo. Perché le madri perdono i loro figli? Non è giusto. È così doloroso, è morire due, tre, dieci, cento, mille volte.

Posa il libro sulla cattedra, rifiutandosi di continuare la lezione, dice di assentarsi per qualche minuto per un improvviso contrattempo e si alza dalla cattedra.

“Per domani voglio quel verbo coniugato quindici volte” ordina, “sia in forma attiva che in quella passiva.”

Gli alunni la vedono uscire mentre imprecano sottovoce, e pensano che quella Ray è proprio pazza e solo Dio sa cosa diavolo le passa per la testa.


*****


Danielle ha la lametta in mano, posata sul polso senza riuscire a premere.

Eppure l'ha fatto così tante volte, in passato. Poi ha promesso di smettere.

Ma anche Zayn aveva promesso di restare, e non l'ha fatto.

“Ti odio” singhiozza. “Non ti devo nulla. Tu non hai mantenuto la tua parola, e non lo farò nemmeno io con la mia.”

Prova a premere sulle vene. Non riesce. Alla fine getta la lametta in un angolo della stanza, raggomitolandosi su sé stessa e afferrando da sopra il letto il cuscino con i Beatles che Zayn le ha regalato al suo dodicesimo compleanno.

“Mi manchi così tanto” mormora, inghiottendo i singulti. “Non mi permetti di farmi del male nemmeno adesso, eh?”

Nella stanza accanto, lontano da lei e dalle sue lacrime, suo fratello pensa distrattamente che è strano non sentire Zayn e Danielle ridere insieme in camera sua.


*****


Eleanor non riesce a ballare. Non riesce a studiare, a mangiare, a dormire.

È così assurdo che una persona se ne vada. Non può assillare Zayn con i messaggi, non può spronarlo a uscire con lei, non può telefonargli e ricordargli che hanno dei film da vedere e che devono assolutamente cantare di nuovo insieme le canzoni di High School Musical.

Perché lui e non io?

Semplicemente non è giusto.

Semplicemente si sente a pezzi.


*****


Doniya, quella notte, è tornata a casa ubriaca cantando Summertime Sadness.

Zayn ascoltava tanto quella canzone, ultimamente; diceva che lo faceva riflettere.

“Che stronzo” ha urlato nel silenzio della casa, “ti faceva riflettere su come lasciarci!”

Ha riso piangendo, per effetto dell'alcool, e si è addormentata contro la porta del bagno.

Walihya non si è alzata dal letto per portarla in camera sua, era troppo impegnata a piangere e a cantare quella stessa canzone sottovoce.


*****


Patricia si sente vuota. Come se avesse appena perso un figlio, e avesse il ventre freddo.

Si accarezza la pancia, seduta sul letto del figlio e pensando distrattamente che in quella stanza è rimasto il suo profumo.

Al piano di sotto, Yaser suona. Se Zayn li può vedere da lassù, di certo sarebbe felice di sapere che nonostante il dolore suo padre non ha smesso di fare musica.

E lei? Forse hanno litigato troppo.

Magari non l'ha abbracciato abbastanza, a volte glielo ha rimproverato.

Vorrebbe abbracciarlo.

Solo abbracciarlo.

E poi non permettergli di andarsene mai più, mai più, mai più mai più mai più.


****

Liam ha di fronte a sé tutti i libri che aveva progettato di leggere durante l'estate, quelli che aveva comprato prima che Zayn si suicidasse.

Zayn aveva promesso che sarebbero stati amici per sempre.

Zayn aveva promesso che non l'avrebbe mai abbandonato.

Zayn aveva promesso che sarebbe rimasto lì fino alla fine.

Zayn aveva giurato che non si sarebbe ucciso.

Zayn aveva dato la sua parola.

Zayn l'aveva fatto.

Zayn.

Zayn.

Zayn.

Liam piange fino a inzuppare tutti i libri di lacrime.


*****


Safaa sa di non essere stata una brava bambina. Sa di avere urlato troppe volte “ti odio” a suo fratello, sa di avergli rimproverato sempre di passare troppo poco tempo con loro, sa di aver forzato troppo la mano a cercare di capire perché si isolasse così tanto. Ma sa che nemmeno Zayn è stato un buon fratello, se l'ha lasciata all'improvviso, senza nemmeno salutarla.

Quello che non sa è che, prima di gettarsi giù, Zayn le ha baciato la fronte e le ha chiesto scusa mille volte.

Le ha anche promesso che la fisserà quando darà il primo bacio e si farà quattro risate sul suo modo sicuramente pietoso di baciare, ma Safaa non può saperlo.

Se lo sapesse, alzerebbe gli occhi al cielo e direbbe “me lo aspettavo”.

Intanto può solo indossare i suoi maglioni, baciare i suoi vecchi giochi e sopratutto dormire con i suoi manga abbracciati, sperando che Zayn scenda a rimproverarla urlando come sempre che sono la cosa più preziosa al mondo e che, diamine, verrebbe a difenderli anche da morto.


****


Yaser ama i suoi figli come ama la musica, come ama il silenzio, come ama la vita. Ma con Zayn era tutta un'altra cosa.

Suona.

Suona perché lo fa sentire vivo.

Suona perché si sente morto.

E i tasti d'avorio si bagnano di lacrime.


*****


Nessuno sa perché Zayn si sia ucciso. Sono passati mesi da quel giorno d'estate, ma c'è ancora chi se lo chiede.

Tutti sapevano che fosse strano, perso nel suo mondo, e che non voleva nessuna intrusione nel suo universo. E una volta, Zayn gli ha detto: voglio che tu sia la mia voce.

Per questo, quando sente qualcuno chiacchierare di Zayn durante l'intervallo, Liam si alza in piedi.

“Zayn aveva un problema di personalità” spiega, ad occhi bassi. “Non è riuscito a conviverci.”

Anche Danielle si alza in piedi. “Quello 0 e quel 2...” racconta, guardando il suo banco con gli occhi già lucidi, fissando il disegno di cui sta parlando, “è una cosa dei Vocaloid. Sapete, quei cantanti che...no, non sapete” e comincia a singhiozzare.

Perrie rimane seduta, in silenzio. Non riesce più nemmeno a piangere. Non sapeva di nessun problema di personalità.

Zayn aveva dei problemi di socialità? Non riusciva a stare con le persone?

Louis, affacciato alla finestra, si affretta a scacciare una lacrima prima che Harry si volti verso di lui.

Eleanor poggia la merenda sul banco. “Mi manca” sussurra, senza toccare cibo.

Tina singhiozza. “Sapessi quanto manca a me!”

Harry soffoca un singulto contro la maglietta di Louis.

Niall, in fondo all'aula, invia l'ennesimo messaggio a Zayn. Non gli importa che non possa riceverli, del resto non rispondeva nemmeno quando era vivo.

Una faccina sorridente, come sempre. Una lacrima sul display, come sempre.

Qualcuno, da qualche parte, si asciuga gli occhi. Non sono mai stati amici davvero intimi di Zayn, forse gli unici che possono vantarsi di esserlo stati sul serio sono Danielle, Liam e Niall, ma alla fine per un motivo o per un altro Zayn è difficile da dimenticare.

Katie Ray passa davanti all'aula, telefona a suo marito per chiedergli di tenere d'occhio i bambini quando lascia la finestra aperta in camera loro.

Patricia, a casa, controlla ancora una volta l'ordine dei manga di Zayn. Ne manca sempre uno la sera, ogni volta diverso, che la mattina tutte le volte ricompare nella libreria un po' stropicciato.

Le piace pensare che Zayn venga a leggerli.

Safaa, nella sua classe, pensa che qualche notte fa ha sentito quella canzone che a Zayn piaceva tanto risuonare nei corridoi della sua casa. Sorride al pensiero che, magari, gliel'ha fatta sentire lui mentre si stava addormentando.

Doniya ha un grande mal di testa ed è rimasta a casa, quella mattina. Si è svegliata contro la porta del bagno, e ha riso all'idea di Zayn che l'ha lasciata a dormire lì sedendosi accanto a lei mentre era stanca e ubriaca.

Walihya si è svegliata con la testa pesante e gli occhi gonfi, ma era ancora nel suo letto con le coperte rimboccate. Quando ha pensato che forse è stato suo fratello a impedirle di alzarsi per non farle prendere freddo, ha pianto nel bel mezzo della lezione di inglese.

Yaser suona, perché è certo che Zayn possa ascoltarlo.

Ha ragione.


******


Le strade del cimitero sembrano tutte uguali. Lapidi, fotografie, fiori e gente triste.

Se Zayn fosse vivo, avrebbe ventitré anni.

Gli stessi che ha Liam, quando si dirige alla sua lapide; gli stessi che ha Danielle, quando la incontra lì davanti.

“Ciao” sussurra la ragazza. Ha ancora gli occhi umidi, e Liam si domanda se hanno mai smesso di esserlo in quei sette anni.

“Ciao” mormora di rimando. È la prima volta che la vede da cinque anni.

È cresciuta, è bella, i suoi occhi scuri sono sempre gli stessi ma il suo corpo è cambiato e si è fatto migliore di prima. Mentre lo guarda, Danielle pensa lo stesso di lui.

“Come stai?” le domanda Liam. Danielle torna a guardare i fiori, ma non risponde.

“Passameli, li sistemo con i miei” gli dice soltanto, volgendo lo sguardo ai suoi. Liam le porge il mazzo di garofani e Danielle li mette insieme ai suoi tulipani con cura.

“Mi manca” risponde quando finisce, rialzandosi. “Mi manca tanto.”

“Anche a me” dice Liam, in un soffio.

Rimangono in silenzio per un po', poi Danielle riapre bocca.

“Ho visto Louis e Harry, ieri” racconta con dolcezza. “Sono sempre gli stessi. Louis è sempre il solito idiota strafottente e Harry lo guarda ancora come se fosse un dipinto di Michelangelo” ridacchia. Anche Liam lo fa, ma non dice nulla; capisce subito che Danielle non sta parlando con lui. “Perrie l'ho incontrata l'altro giorno, portava il cane a spasso. Adesso è single. Abbiamo chiacchierato un po'...scusa, ma non mi va a genio neanche adesso.”

Liam prende un respiro profondo, prima di parlare. “Io ho parlato con le gemelle Calder, e Tina si è fidanzata. Sta pensando di sposarsi, e...Eleanor insegna hip-hop, ora.”

Non riesce a fingere che lì ci sia una persona e non un ammasso di cemento, per cui si volta verso Danielle. Zayn è morto, non è nient'altro che il vuoto in una tomba, sotto terra. La gente non torna. Non sta ad ascoltarti, a guardarti dall'alto, sta solo lì a farsi i fatti suoi, non gliene importa niente del tuo dolore.

A Zayn non importa di tutti i libri che non ha letto, perché in qualche modo gli ricordavano lui.

Non gli importa di tutto quello che non ha fatto, sentendosi come se rubasse le esperienze e il divertimento a lui.

Non gli importa di quanto ha pianto, sentendo la sua mancanza.

E non gli importa nemmeno che lui e Danielle si sono persi di vista appena è finito il liceo.

“Perché non parli con lui?” gli domanda lei, sottovoce. Sembra quasi che non voglia che Zayn ascolti mentre lo sta rimproverando. “Guarda che ti sente.”

“Non credo” scuote la testa.

“E io te lo dimostro” corruga la fronte lei, prima di abbassarsi sulla sua lapide e sussurrare qualcosa.

“Cos'hai fatto?” domanda Liam, interdetto.

“Gli ho detto che lui ci teneva insieme” spiega la ragazza, “abbiamo sbagliato ad allontanarci.”

Liam annuisce, perché l'ha sempre pensato anche lui.

“Una volta mi ha detto che ci vedeva bene, insieme” dice distrattamente.

Danielle annuisce. “A me ha detto che aveva dato metà della mia anima a te e metà a me, e che non dovevamo litigare per questo.”

“Solo tu ti arrabbiavi, veramente” ridacchia Liam.

“Certo, era il mio migliore amico!” sbotta Danielle. Non è cambiata di una virgola.

“Vorrei abbracciarlo” mormora poi, abbassando la voce. “So che metà di lui vive in me, ma l'altra...”

Un secondo dopo, Liam la sta stringendo a sé.

E potrebbe giurare di sentire la voce di Zayn che, ridendo, fa il tifo.


*****


Zayn e Liam non si sono sposati, come diceva sempre lui scherzando.

Zayn e Danielle non sono invecchiati insieme, come lui le aveva promesso dopo il suo secondo tentativo di suicidio.

Ma sono stati loro due, Liam e Danielle, a mantenere quelle promesse l'uno all'altra dopo la sua morte.

Loro figlio sta correndo nel cimitero. In auto ha visto una ragazza su un motorino, con una maglietta vistosa addosso che a grandi lettere citava Perrie, forse il suo nome.

Ha visto due gemelle identiche camminare per strada, una delle quali teneva per mano un bambino mentre l'altra si chiudeva la felpa della tuta da ginnastica, con il viso rosso di chi ha appena smesso di ballare.

Ha visto una famiglia di persone dalla pelle appena un po' più scura del solito uscire dal cimitero mentre i suoi genitori compravano i fiori. Stavano ridendo e parlando fra di loro, ma ogni tanto si fermavano come se aspettassero che qualcuno non presente spezzasse il silenzio.

Ha visto un uomo dagli occhi azzurri e l'accento irlandese parlare con qualcuno mentre rientrava nella sua macchina, e prima ancora ha visto la stessa ragazza con la maglietta strana di prima parcheggiare accanto alla sua auto e salutarlo come se lo conoscesse.

Davanti a loro è passata una signora con i suoi figli adolescenti, lo sguardo severo che gli ricorda tanto quello della sua maestra.

È così impegnato a pensare a tutte queste persone che nemmeno se ne accorge, quando sbatte contro qualcuno e cade a terra. Un uomo gli porge una mano, aiutandolo a rialzarsi; ha degli occhi grandi e verdi, appena coperti dai ricci ribelli sulla fronte, ma dal suo sorriso sembra che già si aspettasse che un bambino si scontrasse con lui all'improvviso. Anche l'altro uomo accanto a lui, con gli occhi azzurri e l'aria sorpresa gli porge una mano prima che lui si rialzi, e insieme lo sollevano.

Ringrazia e torna dai suoi genitori; mentre si volta, sente dire da uno dei due “mi sa che avevi ragione, Haz, quello ci sente davvero. Anche quando parliamo di adozioni!”

Sua madre si chiama Danielle, e anche se lo sgrida sempre le vuole tanto bene. Suo padre, Liam; forse insiste troppo con la sua fissazione di fargli imparare il giapponese, ma adora anche lui.

“Avanti, Zaynie, saluta lo zio” fa sua madre, spingendolo leggermente verso la lapide.

Gli dicono sempre che si chiama Zayn perché era il nome del loro migliore amico ai tempi del liceo, e che è un nome bellissimo. Gli dicono anche che lui è il custode non solo delle loro anime, ma anche di quella di questo ragazzo mai visto.

Sembra bello, a giudicare dalla foto della lapide. E sa che lo era, perché Danielle gliene parla sempre come se fosse un principe bellissimo e Liam invece gli descrive spesso il suo carattere con un sorriso nostalgico. È una persona speciale, lo zio Zayn, e Zayn -o Zaynie, il suo diminutivo, come preferisce chiamarlo sua madre- lo sa perfettamente.

“Ti voglio bene” dice sottovoce alla sua fotografia sul marmo, e lo pensa davvero.

Liam avvolge la schiena di sua moglie con un braccio, avvicinandola a sé per posarle un bacio sulla tempia. Danielle lascia riposare la testa sulla sua spalla, e sorride.

E poi, improvvisamente, accade.

Zaynie inizia a canticchiare una canzone che non ha mai sentito prima; la stessa che all'improvviso viene trasmessa alla radio che la famiglia Malik sta ascoltando, che Niall e Perrie percepiscono fischiettare dal fioraio vicino al cimitero, che Eleanor e Tina sentono dalla suoneria di un cellulare di una persona sullo stesso marciapiede, che Katie canta distrattamente senza ricordarsi nemmeno di dove l'ha sentita, che viene in mente a Harry e Louis all'improvviso e senza nessun motivo logico.

“Questa canzone!” esclama Liam.

“È la sua canzone” spiega Danielle. “Dove l'hai sentita, Zaynie?”, domanda, incredula.

Ma il piccolo Zayn non ne ha idea, sa solo cantarla.

“Volevo solo che sapesse che è il migliore!” afferma deciso, citando una frase della canzone, per poi continuare a correre libero.

Liam e Danielle si voltano l'uno verso l'altra nello stesso momento, sconvolti.

E , Zayn è il migliore per davvero.

  
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