Anime & Manga > Cyborg 009
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Autore: michiredfox    27/01/2008    1 recensioni
Gli anni sono trascorsi... i cyborg stanno per affrontare una nuova missione... forse la più difficile finora...
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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“E questo è tutto…” il Dottor Gilmoure aveva appena terminato di ricapitolare i nostri compiti principali… erano più o meno le dieci e trenta di sera… “E’ chiaro ragazzi?”
“Sì” rispondemmo all’unisono.
“Mi raccomando, ricordate… niente gesti avventati… dobbiamo solo ottenere il nome del socio di Girodin senza destare clamore, d’accordo?”
“Va bene professore…”
“Buona fortuna…”
Ci avviammo tutti e tre verso la limousine noleggiata per l’occasione… l’autista ci stava aspettando proprio davanti l’hotel e, non appena ci vide camminare nella sua direzione, si affrettò ad aprire la portiera posteriore con un inchino, facendo segno di accomodarsi…
“Perdindirindina… che lusso!” disse sottovoce Jet…
“Cerchiamo di stare al gioco…” risposi, entrando nell’auto… anche se chiamarla auto era alquanto riduttivo…
Una volta saliti, lo chauffeur prese posto alla guida e partì lentamente.
Il Club La Ville Lumière non era molto lontano ed arrivammo nel giro di pochi minuti… c’era una gran folla all’ingresso, di fronte al quale la limousine si fermò.
“Sei semplicemente meravigliosa” non mi ero accorta dello sguardo di Joe… ero talmente assorta nei miei pensieri…
Per quella serata dovevamo portare abiti eleganti per cercare di passare inosservati, così io indossavo un lungo vestito di seta azzurra, con una profonda scollatura sulla schiena, mentre Jet e mio marito avevano ciascuno un bellissimo smoking scuro… tuttavia mi sentivo molto a disagio in quell’abito per me troppo provocante…
“Non è un po’ esagerato?” dissi voltandomi.
“Ma no… stai benissimo, vero Jet?”
“Sicuro! Dovresti vestirti così un po’ più spesso…”
“Sarà…”
Joe tornò di nuovo serio, dopo aver fulminato con gli occhi 002 per il suo apprezzamento “Bene… ci siamo… dovrai entrare da sola e localizzare Girodin… noi ti seguiremo e non ti perderemo di vista un istante…”
“D’accordo…”
“La macchina tornerà a prenderci tra circa un’ora” disse 002 “muoviamoci”.
“Sta’ attenta” Joe sembrava preoccupato… cercai di tranquillizzarlo con un bacio… “Andrà tutto bene… ci vediamo tra poco”, mi voltai senza dargli il tempo di replicare e mi tuffai nel vortice di persone che affollavano il locale.
Il Club era davvero molto chic, arredato con gusto, anche se ostentava un certo sfarzo… Aveva numerosi tavoli, ovviamente tutti occupati, ed un enorme bancone che aveva funzione di bar; le pareti erano coperte di specchi e drappi di seta… “Questo tizio non si fa mancare proprio niente…” Guardandomi intorno, notai subito una porticina che presumibilmente dava sul retro del locale…
“Joe… Joe… mi senti?” cercai di contattare mentalmente mio marito…
“Forte e chiaro…”
“C’è una porta in fondo alla sala… vado a controllare…”
“Va bene… siamo dentro anche noi… seduti al bar, riesci a vederci?”
Mi voltai… “Sì…” sapere della loro presenza mi dava sicurezza.
Mi diressi verso la porta… non era sorvegliata e neppure chiusa a chiave… aprii pensando che mi sarebbero piovuti addosso perlomeno sette o otto gorilla, ma non accadde nulla e riuscii ad entrare indisturbata…
Richiusi la porta dietro di me… la stanza che avevo davanti era piccola, senza finestre, con solo una scrivania colma di fogli, su cui campeggiava il nome Directeur: Monsieur Maurice Girodin, scritto sopra una targa… “E’ l’ufficio del capo dunque!” pensai, cominciando a passare in rassegna le carte sul tavolo… forse avrei potuto trovare facilmente informazioni interessanti…
Purtroppo la mia ricerca si interruppe molto presto, perché qualche minuto dopo la porta della stanza si spalancò ed io mi ritrovai davanti all’uomo che avevo visto in una diapositiva soltanto un giorno prima… Non ero riuscita a prevedere il suo arrivo, nonostante le mie capacità.
Mi squadrò dall’alto in basso, poi sulla sua bocca comparve un largo sorriso, quasi lussurioso… “Guarda un po’ chi abbiamo qui… un’affascinante signora…”
Dissi la prima cosa che mi venne in mente “Mi dispiace monsieur… cercavo la toilette e devo essermi persa” che scusa idiota Françoise!
“La prego mademoiselle… non fa niente… mi permetta di presentarmi… il mio nome è Maurice Girodin e sono il proprietario de La Ville Lumière” afferrò la mia mano e la baciò sul dorso… quell’uomo era un essere viscido, dovevo liberarmene alla svelta… “Mi scusi… devo proprio andare adesso…” ma lui mi bloccò, forzando la sua mano sulle mie dita… “Che fretta c’è? Posso offrirle qualcosa da bere?”
Non avevo bisogno di entrare nella sua testa per capire quali pensieri attraversavano la sua mente… ero disgustata… quasi senza rendermene conto, ordinai al tagliacarte che si trovava sulla scrivania di muoversi… in un attimo il piccolo coltello volò sotto il viso di quel serpente, fermandosi a poca distanza dalla sua gola… terrorizzato, mollò la presa…
“Ma… ma… come diamine hai fatto?” chiese spaventato e immobile per la paura…
“Non provare mai più a toccarmi, verme schifoso…” sibilai.
“Fossi in te farei come dice amico, se non vuoi ritrovarti con una cerniera-lampo al posto del collo…” disse 002, che era entrato nella stanza insieme a Joe… Avevano entrambi la pistola in pugno…
“Chi… chi diavolo siete? Che cosa volete da me?” Girodin stava cominciando a sudare freddo…
“Chi è il tuo socio alla Tenax? Vogliamo il suo nome.” Joe aveva parlato con fermezza, senza tanti preamboli… era completamente immerso nella missione…
“Non so di cosa state parlando…”
“Sì che lo sai, bastardo! Parla o ti faccio il terzo occhio in fronte!” disse Jet, alzando la sua arma e puntandola verso il capo di Girodin.
“Va bene, va bene… calmatevi… vi dirò tutto… ma per favore non uccidetemi” piagnucolò…
Afferrai il tagliacarte ancora sospeso a mezz’aria: “Siediti”
L’uomo crollò a terra, supplicando nuovamente di risparmiargli la vita.
Joe si avvicinò e cominciò ad interrogarlo…
“Te lo chiedo di nuovo… chi è il tuo socio?”
Girodin alzò gli occhi, osservandoci tutti e tre…
“Ma si può sapere chi siete?”
“Non ha nessuna importanza per te conoscere la nostra identità… rispondi alla domanda!” gridò Jet.
“Se ve lo dico sono un uomo morto…”
“Sei morto se non parli” continuò Jet. Sempre più in preda alla paura, cominciò a cantare come un uccellino: “Lui ed io passiamo per i proprietari della Tenax, ma in realtà non lo siamo affatto…”
“Come sarebbe a dire?”
Girodin annuì “Sì… l’industria farmaceutica appartiene ad un’organizzazione estera che ha acquisito la fabbrica non molto tempo fa…”
I nostri sguardi si incrociarono… avevamo già compreso…
“… Si fanno chiamare Fantasmi Neri o qualcosa del genere…” continuò “… hanno preso possesso del mercato internazionale della droga, grazie al Voltrex; il mio socio si occupa del controllo della produzione ed io ho il compito di venderla… abbiamo molte importanti personalità tra i nostri clienti…” sorrise ironicamente. Aveva capito che avevamo bisogno di lui, per cui era tornato di nuovo spavaldo. Joe mantenne la calma “Dicci il suo nome e ti lasceremo andare…”
“009!” esclamò Jet, ma mio marito gli fece cenno di tacere e continuò: “Avanti!”
“Mi dai la tua parola?”
“Hai la mia parola”
“E va bene…”
Tutto potevo aspettarmi, ma mai avrei immaginato le parole che seguirono…
“Si chiama Arnoul… Jean-Paul Arnaul”

  
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