“- Ora basta! Tu te ne vai dritta dritta in Corea! Mi sono rotta! Tu e quella sottospecie di quattordicenne di tuo fratello ve ne andate da qui! Vi sbatto subito a Seoul da vostro cugino! Mi sono proprio rotta!
Urlò quella stronza. Quella che, teoricamente, doveva essere la nostra tutrice, nostra zia.
-Bene! Perfetto! Preferisco alla grande nostro cugino che una come te! E osa un’altra volta parlare così di Malcol e ti spacco! Hai capito?! Ti spacco! Ti distruggo!
Uscì dalla stanza sbattendo la porta e dicendo
-Partite domani mattina alle 8 in punto.
Certo! Perché secondo lei ero scema, vero?! Secondo lei non sapevo che aspettava che io toppassi per poco per mandarci dritti a Seoul?! Come se non sapessi che aveva due biglietti di sola andata, pronti da un casino di tempo?! Come se fossi cretina come lei!
-Se n’è andata?!
Mi chiese mio fratello, uscendo dal bagno, nel quale si era rifugiato con le sue cuffie, per fuggire a quella lite definitiva.
-Che stai ascoltando?
Gli chiesi io, cercando di sfuggire a quella domanda.
Anche a pochi giorni dal suo compleanno, quella stronza, doveva rompere!
-Heaven di Ailee …
Mi rispose sedendosi accanto a me.