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Autore: aris_no_nami    15/07/2013    2 recensioni
“- Ora basta! Tu te ne vai dritta dritta in Corea! Mi sono rotta! Tu e quella sottospecie di quattordicenne di tuo fratello ve ne andate da qui! Vi sbatto subito a Seoul da vostro cugino! Mi sono proprio rotta!
Urlò quella stronza. Quella che, teoricamente, doveva essere la nostra tutrice, nostra zia.
-Bene! Perfetto! Preferisco alla grande nostro cugino che una come te! E osa un’altra volta parlare così di Malcol e ti spacco! Hai capito?! Ti spacco! Ti distruggo!
Uscì dalla stanza sbattendo la porta e dicendo
-Partite domani mattina alle 8 in punto.
Certo! Perché secondo lei ero scema, vero?! Secondo lei non sapevo che aspettava che io toppassi per poco per mandarci dritti a Seoul?! Come se non sapessi che aveva due biglietti di sola andata, pronti da un casino di tempo?! Come se fossi cretina come lei!
-Se n’è andata?!
Mi chiese mio fratello, uscendo dal bagno, nel quale si era rifugiato con le sue cuffie, per fuggire a quella lite definitiva.
-Che stai ascoltando?
Gli chiesi io, cercando di sfuggire a quella domanda.
Anche a pochi giorni dal suo compleanno, quella stronza, doveva rompere!
-Heaven di Ailee …
Mi rispose sedendosi accanto a me.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PENELOPE POV
-Cazzo Penelope! Muoviti che altrimenti facciamo tardi!
Mi urlò dietro mio fratello facendo irruzione nella mia camera.
Io alzai la testa assonnata e, appena lo vidi in canotta e boxer, dissi
-Se non fossi tua sorella saresti già nel mio letto.
-Ma sei cretina?!
-Hi hi.
Lui entrò in camera mia e alzò la persiana. La luce mi accecò.
-Tiiiiiiraaaa giùùùùù …
Piagnucolai io. Lui mi si avvicinò e cominciò a farmi il solletico
-ALZATI!
Che stronzo! Il solletico era il mio punto debole e lo sapeva bene!
-Ok ok! Mi alzò, ma tu piantala!
Cercai di dire tra le risate.
Lui mi prese in braccio e si avviò da qualche parte.
-Posso chiamarti oppa?!
Lui sbuffò.
Certo che io ero proprio circondata da ragazzi fighi! Mio fratello, biondo e boccoloso, alto un metro e 75/80, con una di quelle tartarughe da fare invidia a Daesung. Non tanto per l’imponenza ma perché alla sua età era rara una tartarugazza del genere. E aveva due braccia, che anche se non erano molto grosse, erano formate solo da ossa e muscolo.
Finito il giretto mi appoggiò di nuovo a terra e mi ritrovai in bagno.
-Lavati.
Io gli feci la linguaccia ed eseguii l’ordine.
-Pu non pi lavi?!
Gli chiesi con la bocca piena di dentifricio.
-Ho già fatto prima.
Mi rispose appoggiandosi allo stipite della porta con le braccia incrociate.
-Pe gnoppo pe sei!
Lui mi si mise dietro e mi abbracciò.
-Lo so!
-Idiopa.
E mi diede un bacio sulla guancia.
Credo che se qualcuno ci avesse visti per la prima volta ci avrebbe scambiati per due fidanzati. Io, bella ragazza, non me la tiravo, ma sapevo di esserlo. Lui, gnocco supremo, neanche lui se la tirava, ma sapeva di esserlo. Insomma, i fratelli fighi eravamo.
-Tra pochi giorni avrai la mia stessa età …
-è già!
rispose lui, ancora dietro di me che mi abbracciava
-Ti voglio bene cretino.
-Gne gne. Anche io idiota.
Disse dandomi una pacchetta in testa e tornando in camera per vestirsi.
Finii di lavarmi e mi diressi anche io in camera.
-Ah – disse dopo un po’ Malcol, dall’altra stanza –Misan ha detto che ieri notte sono arrivati i suoi amici e che probabilmente questa mattina stanno ancora dormendo.
-Ok. A proposito di ieri notte. Ho fatto un sogno stranissimo. Ho sognato che c’erano Yong Guk e Himchan davanti alla mia porta e mi avevano chiesto quale era la stanza degli ospiti.
-Mi pigli per il culo?!
Mi chiese il tato affacciandosi alla mia porta.
-No perché?!
-Io ho sognato la stessa cosa …
-Figo … siamo diventati telepatici! – dissi, facendo la V di vittoria –Senti … visto che tu sei già vestito … potresti aiutarmi per i miei vestiti?!
Lui annuì ed entrò in camera mia. Tirammo fuori da sotto il letto le mie valige e le aprimmo.
Cominciammo a rovistare fino a che non gli venne il colpo di genio.
-Ecco qua!
Urlò mio fratello tirando fuori una maglia. Era una canotta sbracciata col tessuto che sembrava fatto di jeans.
-E i pantaloni?!
Guardai fuori. Era una bella giornata.
Lui tirò fuori un paio di pantaloni di jeans chiari attillati, con una cerniera oro sul sedere.
-Ti amo, Mal!
Dissi, stritolandolo in un abbraccio.
-Si si. Fa piano che mi stropicci i vestiti!
Linguaccia.
Lui aveva dei pantaloni di jeans scuri attillati bassi bassi e una maglia a maniche corte nera.
Uscì e tornò in camera sua mentre io mi vestivo
-Senti, Misan dov’è?!
-è dovuto correre a lavoro. Ha detto tutto a me. Quando usciamo ci sarà quella di ieri ad aspettarci, Silver. Con lei andiamo fino al treno e da li ci porta a scuola.
-Che tipa strana, vero?!
-Era bella …
Io sogghignai
-Eeeeeeh … il nostro tato si sta innamorando …
-MA COSA DICI?! Non la conosco neppure!
Urlò lui.
Io scoppiai a ridere.
 
Avevo finito di vestirmi. Come tocco finale le mie inseparabili all star nere. Mi ero messa una collana lunga con un ciondolo, rosa, a forma di mashmellow, uno di quei anelli che ti prendono due dita a forma di baffo e nell’altra mano una anello con le borchie. E ovviamente, nascosta sotto la maglia le mie due inseparabili collane: una aveva come ciondolo un proiettile e incise su di esso la scritta “ONLY FOR MY LOVE”, mentre l’altra era un regalo di mio fratello e di mio padre, una croce nera con tutte decorazioni gotiche.
Mi misi davanti allo specchio che avevo in camera e cominciai a truccarmi: eylainer nero sopra la palpebra e matita nera sulla parte sotto dentro. Così valorizzavo un po’ la mia leggera forma a mandorla dell’occhio.
-MAAAAAL!
Urlai. Lui si riaffacciò alla porta
-Che c’è?!
-Cosa mi metto nello zaino?!
-Allora … - disse pensandoci un po’ –un quaderno, astuccio e … basta credo.
Presi il mio stra mitico zaino nero dell’EASTPEAK. Lo aveva decorato tutto con schizzi di pittura sulle tonalità dell’azzurro, viola, lilla, blu, fucsia …
Ci misi dentro un quaderno a caso e l’astuccio. Poi, visto che mi sembrava troppo vuoto, ci misi cellulare, cuffie, i-pod, portafoglio e, non so perché, il mio quaderno con dentro tutti i testi delle canzoni e con i spartiti per il piano. È si, sapevo suonare il piano.
-MAAAAAAL!
Strillai di nuovo. Lui ririaffacciò alla porta con una giacca a scacchi blu e neri e con la sua borsa blu.
-Che c’è?!
Mi chiese il poveretto, ormai esasperato.
-Cosa mi manca?
-Fatti una treccia morbida e mettiti gli occhiali.
-Tenkiu! Mi dai una mano con la treccia?
Lui mi venne accanto e iniziò a farmela.
Io lo osservai dallo specchio. Era tutto concentrato e si era abbassato un po’ per mettersi per bene. Più lo osservavo più mi ritenevo la persona più fortunata al mondo. Mi amava davvero. Non era un amore falso, era vero. Lo stesso amore che poteva darti una madre e un padre, quello che noi non avevamo avuto.
Finito di farmi la treccia mi guardò per bene e mi disse, rovistando in una delle mie scatoline nelle quali tenevo la mia bigiotteria
-Cambiati piercing … mettiti questo!
E mi diede una piccola stellina.
Si, avevo un piercing sul naso. Uno di quelli piccolini. Ma che io adoravo con tutta me stessa.
Me lo cambiai.
-Com’è?!
Chiesi facendo una piroetta.
-Perfetta! Ora andiamo.
Annuii, presi lo zaino e lo seguii.
Non chiudemmo a chiave perché, uno, non avevamo le chiavi, due, c’erano gli amici di nostro cugino.
Quando fummo fuori trovammo Silver sul suo skate che ci stava aspettando.
-Hey!
Ci salutò lei.
-Hey!
La salutammo noi. Notai che lei diventò tutta rossa e abbassò lo sguardo, dicendo
-A-andiamo.
Noi la seguimmo. Guardai Malcol che stava ridendo sotto i baffi.
-Gli hai fatto l’occhiolino?
Gli chiesi a bassa voce. Lui annuì cercando di trattenere una risata.
-Che stronzo.
 
Guardai per bene Silver. In effetti aveva ragione, era proprio una bella ragazza. Un po’ bassa, ma bella. Quel giorno aveva una piccola salopette di jeans che gli arrivava fin poco sopra le ginocchia e sopra una giacchettina lilla. E sempre quel cappello enorme, solo che era di colore jeans.
Stavamo camminando da un po’ e cominciai a sentire freddo. Cavolo! Mi ero dimenticata la giacca. Malcol si accorse che stavo tremando e cominciò a cercare nella sua borsa. Dopo un po’ ne tirò fuori la sua giacca di pelle e me la porse. Io la misi all’istante. Mi era un po’ tanto grande ma era comodissima. Io lo guardai con una faccia da cucciolo e gli chiesi
-Ce l’hai … vero?!
-Si si. Tranquilla. Ne ero sicuro che te ne saresti dimenticata.
Disse, tirando fuori uno dei miei amati cappelli a puffo, anche questo nero.
Bene, ero apposto.
-Gli occhiali?
Mi chiese.
-Ce li ho in borsa. Li metto?
-Si, sei più dolce con quelli.
E fece le guanciotte.
Frugai nello zaino finché non trovai il contenitore con gli occhiali dentro. Li presi e me li misi. Erano stupendi. Avete presente gli occhialoni da vista, neri, di GD?! Uguali. Non mi ingrandivano tanto gli occhi, perché avevano una lente particolare. A dire il vero non sapevo neanche che problemi agli occhi avessi … però lo sapevano Misan e Malcol. C’è … non è che non lo sapessi … è che ogni santa volta che cercavano di spiegarmelo io non li ascoltavo da brava tata …
Ad un certo punto, Silver, mi si mise accanto
-Posso farvi una domanda?!
Annuimmo.
-Voi avete solo il nome inglese? E che cognome avete?
-In verità il mio è italiano.
Precisai.
-Comunque no. – cominciò Malcol, sorridendole. Che figlio di … -Il mio secondo nome è Kim e il suo è Koraldin. Il mio è uno tra i nomi e cognomi più usati in corea, quello di mia sorella … non so.
Lei annuì.
-Ah. E il cognome è …
Si fermò. Ci stava ancora male … così continuai al suo posto
-Usiamo quello di nostro cugino, quindi Parkim.
Annuì di nuovo.
Dopo una decina di minuti, i quali li passammo in un assoluto silenzio, gli chiesi
-Quanto manca alla stazione?
-Siamo arrivati.
Mi rispose, puntando il dito davanti a lei.
In effetti aveva proprio ragione … che scema. Non me ne ero neppure accorta!
Il treno era appena arrivato. Entrammo seguendo Silver. Ci sedemmo e, poco dopo, partì il treno.
-Bene. Ora le solite tre ore.
Disse lei frugando nella sua borsa. Frugò per non so quanto. Poi alzò lentamente lo sguardo e, con uno sguardo terrorizzato, sussurrò
-Il mio i-pod …
-L’hai dimenticato?
Gli chiese prontamente mio fratello. Lei annuì lentamente. Lui prese il suo e gli diede una cuffietta. Lei la prese ma, prima di mettersela, chiese
-Che musica ascolti?
-K-pop. EXO, Shinee, Big Bang, B.A.P, Secret, Girls generation, Super junior, Ailee, Block B e Seven. Per il momento conosco loro.
Lei mi guardò.
-No no. Io conosco solo Shinee, Big Bang e B.A.P. E ho pochissime canzoni solo di Seven, Ailee e degli EXO. E ovviamente le canzoni singole dei componenti dei Big Bang  e dei B.A.P.
Annuì e si mise la cuffietta.
Io misi le cuffione della sony e feci partire le canzoni dei B.A.P dal cellulare.
Ci sarebbero state tre ore di viaggio, così chiusi gli occhi e mi lasciai andare alla musica.
Goodbye, B.A.P.
 
ZELO POV
Per un pelo io e Jongup eravamo riusciti a prendere il treno. Ci eravamo svegliati presto, insieme a Mihyun, che ci aveva accompagnati, in macchina, ad una fermata più lontana per evitare di farci riconoscere dalle fan. Furbamente ci avevamo cambiato il colore di capelli, da quello che avevamo al concerto. Io mi ero fatto di nuovo rosa mentre Jongup sul rosso. Ok … hem … non passavamo molto inosservati, soprattutto io …
Ci eravamo imbacuccati per bene. Vestiti “normali”, giacche di felpa con i cappucci tirati su, cappelli rap, copri colli neri e io un paio di occhiali da vista finti. Entrambi eravamo contro gli occhiali da sole. Tanto non saremmo mai stati beccati nella scuola in cui saremo andati. Era dispersa in mezzo alla campagna, a tre ore di distanza dal centro di Seoul. Era una scuola d’arte. Non ci avevo capito molto quando ce lo avevano spiegato …
 
Salimmo sul treno e cominciammo a cercare dei posti a sedere liberi. Ovviamente non ce n’era neanche uno.
Ad un certo punto vidi in lontananza uno strano capello.
Incuriosito, mi avvicinai, seguito da Jongup.
Arrivai la e vidi la proprietaria del capello strano. Era una ragazzina piccoletta con addosso una salopette di jeans e quel capello enorme. Aveva la testa appoggiata ad un ragazzo biondo e boccoloso. Stavano ascoltando la musica dormendo. Davanti a loro c’era un angelo caduto. Era una ragazzina con un cappello nero da puffo, giacca di pelle troppo grande e jeans normali. Ma la parte d’angelo arrivava soprattutto in volto … doveva essere occidentale. Aveva i capelli raccolti in una treccia … un colore strano … una specie di color petrolio … aveva un piccolo piercing sul naso a forma di stellina. E la cosa più cucciola erano quegli occhialoni nero. Stava dormendo beatamente.
Mi girai a guardare Jongup. Era la prima volta che vedevo in lui un’espressione del genere mentre guardava una ragazza. Sembrava perso in quei lineamenti delicati e snellii. Uno sguardo sognante. Come se avesse visto una fata … in effetti sembrava ad una fata … la sua bellezza era tale da restarne intrappolati. Lo capivo a pieno. Dopo un po’ si risvegliò dal suo sogno ad occhi aperti e si sedette sui posti dal lato accanto al loro. Si perché, avevamo trovati dei posti acanto ai loro.
Avevamo il piccolo passaggio che ci divideva.
Uppie, seduto vicino a me, continuava a guardarla. Io mi misi le cuffiette e gliene diedi una, che lui accettò subito.
Ah, che ti stava succedendo Uppie … che avevi …
 
Passarono poco più di cinque minuti e quella si svegliò.
Ci guardò stranita e poi cominciò a frugare nello zaino. Ne tirò fuori un quaderno e un astuccio.
Cominciò a scribacchiare qualcosa.
Io mi avvicinai all’orecchio di Jongup e gli sussurrai
-Visto che la stai guardando da quando siamo entrati, che ne dici di andare da lei a chiederle che sta scrivendo?
-Non credo sia il caso … anzi, tieniti coperto per bene, ok?!
-E perché?
-Prova ad ascoltare … dalle sue cuffie sta uscendo Black Pearl degli EXO. E prima, quando siamo saliti, stava ascoltando delle nostre canzoni.
O cavolo. Aveva ragione! Tirai l’orecchio e sentii la canzone degli EXO.
Oh-oh.
-Cosa facciamo?
Chiesi.
-Cosa vuoi fare?! Aspettiamo e speriamo che non scenda alla nostra fermata.
-Ok.
Cavolo. Dovevamo trovare anche in treno una nostra fan … sempre che lo fosse.
Stavamo tranquillamente ascoltando musica quando una vecchia ci si avvicinò
-Scusate ragazzi, potreste mettervi nei posti liberi accanto ai vostri amici?
-Non sono nostri am …
Cominciai io, ma Jongup mi interruppe
-Scusi signora, perché non si potrebbe mettere lei la?
Il buon sorrisino della vecchia sparì per lasciare spazio ad uno sguardo che ci polverizzò.
-Voliamo!
Disse Uppie, alzandosi subito e io lo seguii.
La vecchietta si sedette tranquilla, sorridente.
-Mi ha fatto una scaga tremenda quella vecchia!
Sussurrai.
-Non dirlo a me!
Mi rispose.
Ora eravamo davanti alla fata.
Eravamo incerti su cosa fare …
La stavamo guardando, ma lei era persa a scrivere.
Dopo due buoni minuti si accorse di noi e, togliendosi le cuffie, ci chiese
-Volete sedervi?
-Ah … hem … no, cioè si … hem …
Cominciai io. Entrò in azione l’altro
-Noi … hem, ma vecchia c’ha cacciati e … hem … non vorremmo disturbarvi … quindi …
-Sedetevi.
Disse lei scuotendo la testa e sorridendo.
Jongup si sedette vicino a lei ed io più esterno.
Si rimise le cuffie e continuò a scrivere. In meno di un secondo il suo sorriso scomparve e gli si dipinse in volto un’espressione seria e concentrata.
Vidi che Jongup tirò fuori l’i-pod tuch 4s e fece una foto a quello che stava scrivendo. La guardò e dopo me la mostrò.
Era scritto mezzo in inglese e mezzo in coreano:
Ho riscoperto una cosa chiamata sorriso,
se n’era andato e tu con lui.
Ho imparato a sopportare in silenzio.
Colpi diretti e secchi che mi facevano sprofondare nel buio nella mia camera.
Sola e isolata.
Don’t live me in the dark,
why I’m asking?
My life ends after the boundaires of you’re love (la mia vita finisce dopo i confini del tuo amore)
Insegnami a volare.
La tua voce sono le mie ali per la libertà.
Una sola cosa, io e la musica.
Un’unica cosa legata in una sinfonia imparagonabile.
 
E poi c’era una lingua che non conoscevamo.
-è italiano.
Ci sentimmo dire.
-Ah, grazie.
-Di niente.
Rispose la voce.
No … piano … voce accanto a Jongup … uguale … OH …
 



.................................

MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAH SONO CRUDELE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!BUAHAHAHAHAHAHAHAHAAH!!!!!!!!!!*gli entra un moscerino in gola e per poco non si strozza*
ALLOOOOOOOOOORA CHE VE NE PARE??????????
SONO MOLTO FELICE PER LE RECENSIONI RICEVUTE E RINGRAZIO TUTTI ^-^.........
.....MA, SBAGLIO HO è UNA MIA IDEA: SU EFP NON C'è NENACHE UN RAGAZZO!
VA BE, NON C'ENTRA NIENTE!
SPERO VI SIA PIACIUTO!
*sale sul tappeto volante e vola via*
CI SI VEEEEEEEEEEEEEEDEEEEEEEEEEEEEE
P.S. forse oggi pubblicherò un altro capitolo....vedrò^-^

  
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