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Autore: Leia Ashtray Myrsky    27/01/2008    3 recensioni
So che come inizio è piuttosto vecchio, stravecchio, letto e riletto, ma al momento altro non mi viene perciò accontentatevi e via.
Il mio nome è Ichigo Shirogane, ho ben DICIASSETTE anni e tredici giorni e mi sono da poco trasferita in giappone….
Una storia tutta strana, ambientata in un altro mondo con i personaggi di YGO, due eroine (che di eroico hanno poco) e degli esseri temibili e malvagi che scoprirete con l'avanzare della storia... Buon divertimento!
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dark/Yami Yuugi, Joey Wheeler/Jounouchi Kazuya, Nuovo personaggio, Seto Kaiba, Yuugi Mouto
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ichigo Shirogane Production presenta:

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Come diventare una MarySue in 10 lezioni facili

Chapter 4

-Non scappare Ichigo-chan!-

Noooo.. E chi scappa?

..

Dov'è l'uscita d'emergenza, qui?!?

-Saremo le tue migliori amiche!-

..Aiuto!

Ma chi vi vuole?!

-Ehi, quand'è che la piantate? La nanerottola ha detto che vuol stare sola.-

Una voce seria e pacata.

Ichigo alzò gli occhi castani, trovando quelli azzurri di Fuuma.

-E tu che vuoi? Fatti i fatti tuoi, stupida mezzosangue*!-

Una venuzza pulsò nervosa sulla fronte della ragazza dai capelli blu.

-Mezzosangue..?-

Regola Reiki n.1:

Mai insultare le mie origini di meticcia.

-SPARITE!!-

Un sonoro calcio nel sedere al trio di streghe, e volarono lontano.. lontano..

..Ciao ciao!

-Tutto ok?-

Domandò la più grande, infilando le mani nelle tasche della divisa maschile che portava. Lo notò solo in quel momento, Ichigo: Fuuma non portava gonna e camicetta come il primo giorno, ma pantaloni e giacca blu scuro.

Sorrise.

-Si, grazie. Come posso ringraziarti?-

Un'occhiata rapida allo zaino di Ichigo.

-Che hai oggi come bento?-

La brunetta la guardò stupita, poi tirò fuori il kinchaku** rosso coi pulcini gialli dalla borsa e gli mostrò il contenuto.

-Beh.. Un'omelette, delle umeboshi, del riso e un pò di insalata.. Perchè?-

Lo sguardo di Reiki brillò affamato.

-Bene. Da oggi in poi mi preparerai il bento.-

-Ehhhh?!-

-Ah, e ovviamente quello che hai oggi è per me.-

Aggiunse, strappandole il bentobox dalle mani.

-E io cosa mangio?!-

-Affari tuoi.-

-Ma Reiki-san..-

Piagnucolò, senza commuoverla.

-Sono tornata!-

Salutò, lasciando le scarpe nell'ingresso. La mano chiara massaggiò il collo, mentre la bocca si piegava in una smorfia stanca.

-Ahhh, che giornata! Ho una fame..-

Uno strano odore di bruciato pizzicò il suo olfatto.

-Ma cos'è questa puzza..? ... No, Kami, ti prego!-

Sbottò, correndo nella cucina.

-Cyber-kun?-

Lo fissò negli occhi grigi.

Quello rise in risposta, un pò nervoso.

-MA CHE ACCIDENTI AVETE COMBINATO STAVOLTA?!-

Uno spettacolo pietoso si presentava davanti ai suoi occhi:

Cyber, con il suo grembiule rosa a fragole e pizzi, con due grossi guanti da forno in mano, reggeva la pentola che conteneva il misoshiru, chiaramente carbonizzato. Seto, invece, con una forchetta tentava in tutti i modi di convincere quel che rimaneva di un pesce a staccarsi dalla padella.

-...-

-Ichigo-san, NON E' QUEL CHE SEMBRA!-

-...-

-..Ichigo-san?-

Gli occhi della ragazza brillarono malvagi.

-..Ichigo-san?..Moshi moshi***..? Ichigo-saaan, perchè c'è una densa e pesante aura nera che ti circonda?..Ichigo-san? .. Moshi-moshiiii?-

STONK!

-Ichigo-san, sei una violentaaaa!!-

Miagolò Cyber, stringendo le mani su un grosso bernoccolo nero apparso misteriosamente sulla sua nuca.

-Sarò anche una violenta, ma voi mi dovete spiegare come diavolo avete fatto a bruciare la cena! Era già cotta, andava solo riscaldata!-

Disse Ichigo, riponendo il padellone gigante su uno scaffale con molta nonchalance.

-E ora, visto che se stasera siamo senza cena è SOLO colpa tua..-

-MIA?!-

-NON MI INTERROMPERE!-

-Sissignora. [Caiii...]-

-..Si va al MC a farci un paio di cheeseburger. Per stasera dobbiamo cavarcela così.-

Seto si infilò la giacca, sospirando sollevato.

Si aspettava di peggio.

-Ah, e ovviamente paga Seto-kun.-

-DOH!-

-Sono tornataaa!-

Salutò, lasciando le scarpe all'ingresso. La casa era immersa nel silenzio, non si sentiva neanche un respiro, sembrava completamente vuota.

-Yuugi?-

Chiamò, sbottonando il colletto della giacca. Sentiva stranamente caldo.

-Yuugi, dove sei?-

Accese la luce nella cucina. E lì, seduto davanti al tavolino, c'era Yuugi, con le braccia incrociate e la testolina dai capelli neri e biondi abbandonata sulle mani.

Addormentato.

Sorrise, mentre le guance si coloravano piano di rosso, e si sedette accanto a lui, accarezzandogli i capelli.

Yuugi aveva sempre avuto il "pallino" del sonnellino pomeridiano: Ogni giorno, fin da quando era bimbo, alle cinque puntuale come un orologio svizzero si addormentava. Ovunque si trovasse. Non era raro sentire un tonfo e trovarlo per terra, mentre si era appisolato sull'altalena, oppure sdraiato davanti alla porta del bagno perchè il sonno l'aveva colto poco prima che entrasse.

Ridacchiò, dandogli un leggero bacio sulla guancia, poi lo tirò piano a sè per poterlo prendere in spalla. Quante cose aveva scordato, di lui, e stava pian piano ricordando? Erano cugini, è vero, ed erano sempre stati insieme, fin da bimbi, ma crescendo si erano allontanati, presi da nuove amicizie e dalla scuola, per poi ritrovarsi non si sa come insieme, in Giappone. Ed era tutto come prima, come se quegli anni passati senza sentirsi neanche una volta non ci fossero mai stati, come se adesso non ci fossero una Fuuma diciassettenne e uno Yuugi quindicenne ma due bambini di sette e cinque anni che giocano insieme, una peste fissata col pallone e le macchinine e un nanerottolo che preferisce i castelli di sabbia e giocare alla mamma.

Buffo, vero? Un maschiaccio e una mammoletta.

Ma è la MIA mammoletta.

Lo tirò su e lo trascinò fino alla sua stanza, sdraiandolo sul futon con uno sbuffo.

Yuugi mugolò, borbottando qualcosa di insensato nel sonno.

-...Fuu..-

-Sono qui.-

Si girò dall'altra parte, soffiando.

-..Yuu sposa Fuu, da grande. Lo prometto.-

Uscì dalla stanza in silenzio, stupita, premendosi una mano sulla bocca.

Ma..cosa..?

Chiuse la porta alle sue spalle.

Il cuore le batteva forte e le faceva male la pancia.

-...-

-...-

-...phhf.-

-...WHAHAHAHAHAAHHAH!!!-

...Dalle risate.

-Yuu, tu sei proprio fuori di testa!! Ahahahahaha!!!! Che mammolettaaaa!!-

Tu, dovresti sposare me? Con quella faccia? AHAHAHA!!

-Ichigo..? Ichigo-saan?-

-Tsk!-

Voltò la testa, azzannando il suo doppio cheeseburger. Come a dire "Questo è quello che ti farò, appena torniamo a casa!".

E, concludendo, prese un paio di patatine e pugnalò il ketchup.

Cyber deglutì a vuoto, leggermente preoccupato da quell'atteggiamento terrorista.

-..Ehi, tappa, per quanto tempo hai intenzione di tenere ancora il broncio?-

Chiese Seto, apatico, sventolandosi davanti agli occhi azzurri il portafogli (vuoto).

Ichigo sospirò.

-E va bene. Per stavolta passa. Ma la prossima volta aspettate me. Non ho pranzato oggi per colpa di una furia dai capelli blu..-

Seto ridacchiò.

-Furia dai capelli blu?-

-Hai****. Una tipa strana, ha la mia età e viene in classe con me. Ha i capelli più assurdi del mondo! Blu e ricci. E gli occhi azzurri, è mezza americana.-

Il sorriso di Seto si incrinò.

-Ichi-chan..-

-Ichi-chan? Cos'è questa confidenza?*****-

-Sta zitta e ascolta. Come si chiama questa ragazza?-

Serio. Serissimo. Troppo serio, al punto tale che Ichigo si preoccupò. Gli occhi castani corsero a Cyber, ma quello aveva la testa china e lo sguardo basso.

-..Fuuma Reiki. Perchè?-

Seto digrignò i denti, lasciandosi sfuggire un mezzo "cazzo" di rabbia.

-Cyber..-

-...-

-..Che facciamo, ora?-

In un MC di Shibuya, noto quartiere dei divertimenti di Tokyo, tre ragazze, sedute intorno ad un tavolo, occupato da altrettanti Happy Meal, discutevano agitate e probabilmente un pò frustrate.

-Non è giusto! Chi è quella meticcia per mettersi in mezzo?-

-Un altro paio di parole e ci cascava con tutte le scarpe, quell'allocca!-

-...-

-Non ci vuole niente a far diventare quella.. come si chiama?-

-Shirogane.-

-Ecco, quella Shirogane, una di noi, a farla diventare una perfetta Barbie, arriva lei e rovina tutto! Non è giusto, ecco.-

La bionda sospirò, dando un morsetto al suo panino. I suoi piani erano andati in fumo, avevano assoluto bisogno della Shirogane, e la Reiki col suo modo di fare da Superhero aveva mandato tutto a rotoli.

-Ritenteremo domani, Lolly, ora calmati.-

Disse la rossa, mandando giù un sorso di coca-cola.

-E tu, Molly, non dici niente?! Non ti fa rabbia?!-

Molly, la moretta, rimasta zitta fino a quel momento, fissò Lolly con cerulei occhi di ghiaccio.

-A me non frega niente di quello che fate con la Shirogane. Sappiatelo. Vi darò una mano magari, ma non sono affari miei. Vedetevela voi.-

Diede una veloce occhiata al suo orologio.

-Ah, è tardi, devo incontrarmi con un gruppo di imbecilli. Sapete, le solite storie del predominio su Shibuya. E' una vita che non faccio a botte.-

-Sè, sè. Dì che vuoi solo scappare, Mocchan.-

Molly, o Mocchan, afferrò Lolly per il colletto della maglia, alzandola in piedi e soffocandola.

-Chiamami un'altra volta Mocchan e passerai i guai, Lolly. Ti avverto.-

I suoi occhi di ghiaccio brillavano di cattiveria.

Oh mio dio! [Attimo di suspance.]

La lasciò andare malamente, afferrò la cartella e a passi veloci si diresse fuori dal MC.

Lolly si massaggiò il collo, imbronciata.

-Secondo me si è calata troppo nel ruolo. Deve essere un pò più soft..-

04 Dicembre 2006

Liceo K

Erano passati diversi mesi ormai.

Il trio delle Super-Cretine non aveva più provato a contaminare Ichigo.

Il che poteva voler dire solo due cose:

O avevano rinunciato, o stavano solo aspettando il momento giusto per farla fuori.

E così Ichigo aveva cominciato a girare con la schiena rasente i muri, e usando uno specchio per i trucchi come specchietto retrovisore.

Viveva praticamente nel terrore.

Il dominio della Reiki sul suo pranzo continuava, ma dopo tre volte che le fregava i bento aveva iniziato a prepararne due, uno per sè e uno per quella pazza che l'aveva aiutata. Spesso stavano insieme, da sole sul terrazzo della scuola, mangiando e fissando quelle cretine insopportabili delle tre oche che, sedute nel cortile, si facevano ammirare dai ragazzi.

E Ichigo in quel periodo iniziò a tenere davvero d'occhio Reiki.

Quello che gli aveva raccontato Seto, quella sera,(anche se era solo un racconto parziale, lo sentiva) l'aveva fatta star male. Il perchè? Ancora non lo capiva. Ci stava male e basta. Si sentiva triste, ogni volta che vedeva Reiki. Pietà? Rabbia? Indignazione? Bho. Non lo sapeva e basta.

Reiki invece sembrava senza pensieri.

Senza accorgersene, forse, aveva instaurato un vero e proprio "Regno di Reiki", non c'era ragazza che non l'ammirasse o invidiasse oppure ragazzo spaventato e attratto da lei.

Perchè sembrava perfetta, perchè era bella e brava. Un mito insomma, tutti cento e un viso da favola, tant'è che iniziarono a chiamarla Reiki no Queen, "Regina Fredda", giocando anche col suo cognome.

Sembrava bella, buona (perchè nonostante il suo caratteraccio, aveva qualche volta una parola amichevole per tutti), affascinante, e brava nello studio e negli sport.

Sembrava.

Ma a nessuno, in quel momento, importava davvero sapere cosa c'era dietro quegli occhi celesti che incutevano timore e rispetto.

-..Reiki-san?-

Alzò gli occhi dal "suo" bento. Che voleva ora, quella Shirogane?

-Mh?-

-..Mi chiedevo..-

Si morse un labbro, imbarazzata.

-..No, fa nulla.-

Reiki sospirò, scostando la frangia blu dal viso.

-Chiamami Fuuma, Ichigo-san. Dopo quattro mesi che ci conosciamo, puoi anche chiamarmi per nome.-

Sorrise.

-Allora Fuuma-san.-

Sorrise di rimando, infilandosi in bocca un polipetto di wurstel.

-Bene. Domani voglio degli onigiri. E' da tanto che non li mangio!-

-Insomma! Adesso mi detti anche il menù?! Non è giustooo!!-

-Fuuma-san?-

-Si?-

-Ti va di studiare a casa mia oggi pomeriggio?-

-Okey.-

-Sono tornata!-

Salutò, come al solito, lasciando le scarpe all'ingresso.

Fuuma fece lo stesso, lasciando scivolare via il piede con un colpetto di tallone, la cartella sotto un braccio.

-Seto-kun, c'è una mia amica qui. Potete stare tranquilli per un po'?-

Chiese, a voce alta, per farsi sentire dall'altra stanza.

-Un'amica? Incominci a portarmi i ragazzi in casa, baka-Ichi?-

-TI HO DETTO CHE E' UNA MIA AMICA BAKARAYO!-

Strillò, arrossendo. Una voce maschile rise e dei passi risuonarono per il corridoio.

-Baka-Ichi, non me la presenti nea-

Rimase di stucco, trovandosi di fronte Fuuma, che a sua volta lo fissava con occhi cerulei sgranati dallo stupore, la bocca rosa socchiusa.

-..Reiki?-

Domandò Seto, con un filo di voce.

-..Kaiba?-

Fourth Chapter END

-Note dell'autrice-

Eccoci qui! Dopo parecchio, finalmento ho aggiornato! Se vi è piaciuta la storia fino a questo punto, un commento sarebbe anche gradito.

Siamo a metà del racconto, vi annuncio. Nel prossimo capitolo verrà svelato qualcosa che capovolgerà la situazione.. e che farà tornare le tre super-chicche all'attacco!

Anche se siamo a metà (i capitoli dovrebbero essere all'incirca dieci[Dieci lezioni, appunto]) sarà dai prossimi che vedremo davvero in azione le tre maledette. Ma non so se rispetterò la quota. Stiamo a vedere, per il momento.

Dizionario

*: In Giappone la questione dei meticci (ovvero mezzi giapponesi-mezzi “qualsiasi altra nazionalità”) è ancora attuale. Spesso questo genere di “mezzosangue” vengono visti o come degli “sporchi bastardi” oppure come delle persone strafighe. Io propendo per l'ultima, ma purtroppo la maggior parte dei giappini non la pensa così. Spesso, come in Italia o in qualsiasi altra parte del mondo, vengono trattati male, scherniti e coperti di insulti, in quanto apparentemente più deboli. Cosa che non vale con la Reiki, come abbiamo visto.

**: Il Kinchaku è il sacchetto porta bentobox. E' un sacchetto che si chiude con due laccetti, tirandoli, e hanno due maniglie sempre a laccetto. Serve a tenere il bento al riparo e al caldo.

***: Moshi moshi vuol dire Pronto in giapponese.

****: Hai vuol dire Sì.

*****: Come ho già spiegato, chiamare una persona col suffisso chan è segno di confidenza.

Ichigo XoXo

   
 
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