Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Superwoman_yeah    15/07/2013    7 recensioni
Marika è diversa da tutte le ragazze della sua età: non ama la moda, i ragazzi o le feste. Inoltre, nella sua classe, c'è un ragazzo che le rende la vita impossibile, un certo Louis Tomlinson. Non sa, però, che questo ragazzo le nasconde un segreto, che sarà la causa di molti disastri. E se tutto cambiasse?
 
Tratto dalla storia.
"Inizialmente ero corso in spiaggia, sicuro che l'avrei trovata, andava sempre lì quando qualcosa andava storto. Ma fui lieto di sapere che quel qualcosa non ero io. Continuai a guardarla negli occhi, amavo vederne il mio riflesso. Non c'era niente in quel momento... solo noi ed il rumore delle onde. Mi ritrovai a dover ammettere a me stesso quello a cui non avrei mai voluto credere. Ancora alzai lo sguardo verso il manto di stelle e subito lo riportai sul suo viso. Ribaciai nel modo più dolce possibile le sue labbra e mi maledissi chiedendomi ancora come fosse stato possibile che fra tante ragazze nel mondo mi fossi innamorato proprio di una tipa meschina e impossibile come lei."
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

  Go home.

"Un po." ammisi. Tanto, ormai il guaio era fatto.
"Ripetilo. Sei così carina quando lo dici." affermò ridendo, quasi per prendermi in giro.
"Eh?"
"Eh dai una volta." continuò lui divertito.
"Sono gelosa di te - Ridissi senza pensarci - No, ma perchè continuo a ripeterlo?" mi innervosii.
"E quindi?" chiese lui.
"E credo sia per questo che non sopporto vederti azzeccato a Hope."
"Sai, anche a me da fastidio quando stai azzeccata a qualcuno, tipo quei ragazzi idioti come Jake. Mi fa impazzire pensare che ti abbia toccata."
"Come è stato stare con Hope?" domandai ritornando in me.
"E dai, mi fai un'altra scenata di gelosia?"
"No, dico sul serio che avete fatto?" chiesi sedendomi sul letto.
"Siamo stati al parco e poi siamo andati sul London Eye." si sedette di fronte a me.
"E come la trovi?" lo interrogai di nuovo, guardando il soffitto.
"Bene, è carina, è anche molto dotata. Sa cantare, recitare, sa anche cucinare e può farlo anche mentre parla al telefono." affermò sarcastico. Poi mi guardò serio.
"Dai, non prendermi in giro, dico sul serio."
"Bhe è carina e andiamo d'accordo. Ma perchè me lo chiedi?"
"No, così. Sono curiosa, è mia amica." dissi rivolgendo di nuovo gli occhi al soffitto.
"Scusami." dichiarò improvvisamente lui.
"Scusarti per cosa?" domandai senza capire.
"Per averti lasciata qui da sola." 
Gli sorrisi e lui mi ricambiò. Diamine, dovevo ammettere che aveva un sorriso stupendo.
"Apra la porta!" sentimmo comandare improvvisamente da qualcuno.
"Ho paura, Louis." mormorai spaventata. Avevo paura di quel che poteva succedere.
"Va nel letto di sopra, ci penso io." mi ordinò Tomlinson.
Salii rapidamente la scaletta di legno che portava al letto alto e lì guardai nascosta la scena.
"C'è qualcuno qui?" vidi chiedere un uomo. Non riuscivo a vederlo bene, ma intuii che era un poliziotto.
"No, nessuno." rispose sicuro di sè, Louis.
"Stiamo cercando questa ragazza -spiegò mostrando una foto che mi ritraeva- Se la trova, ci avvisi."
"Va bene." promise prima di chiudere la porta. Aspettammo alcuni istanti e potetti scendere.
"Credo tu abbia capito che è ora di tornare a casa." mi disse serio.
"Ho capito. Prometto che domani tornerò da mio padre." lo anticipai. Non avevo nè più la forza nè la voglia di nascondermi.
"Sono contento che tu l'abbia capito."
"E' tardi. Dovresti andare, non voglio si faccia notte." lo informai guardando l'orologio.
"Non preoccuparti, i miei non sono in casa." mi rassicurò accarezzandomi la guancia.
"Oh, ma è per te. Non voglio ti accada qualcosa."
"L'unica cosa brutta che potrebbe accadermi è stare lontano da te." mi sentii dire.
Rimasi stupita. Insomma, Louis Tomlinson che mi diceva una cosa del genere. Si accorse subito della mia espressione e mi scoppiò a ridere in faccia per farmi capire che scherzava, io ricambiai con una smorfia.
"Senti, ti andrebbe di restare a dormire qui?" gli chiesi.
Così non mi sarei sentita i sensi di colpa nel farlo andare da solo a casa e poi non mi andava proprio di restare in solitudine tutta la notte.
"Va bene..." mi rispose senza nemmeno pensarci. 
Gli sorrisi e lui arrossì. Era la prima volta che lo faceva quando c'ero io.
"Sei diventato rosso!" iniziai a prenderlo in giro.
"Ma che? Tu non stai bene." cercò di difendersi.
"Si, non negare, ti ho visto. Louis Tomlinson è arrossito!" iniziai ad urlare, scherzando.
"Ma stai zitta che fai solo baccano. Andiamo a dormire che è meglio."
Dopo un po' decidemmo di andare a letto, così mentre lui si diresse sul letto in alto, io mi fiondai sotto le coperte dell'altro.
Il giorno dopo mi sveglia prima di lui. Subito mi accorsi dei pezzi di vetro sparsi sul pavimento: avevo dimenticato di togliere gli occhiali prima di andare a dormire. Ero intenta a riattaccare le lenti che si erano spezzate, cercai in tutti i modi di far combaciare i pezzi tra loro, ma non avevo la colla e stavo delirando. Avevo paura si arrabbiasse... gli erano dovuti costare molto. Dopo un po' lo sentii sbadigliare, corsi a dargli il buon giorno con un bacio sulla guancia per addolcirlo, ma magari quando sarebbe venuto a sapere il vero scopo della mia azione, si sarebbe arrabbiato ancora di più.
"Ecco... ieri, ho dimenticato di toglierli e credo si siano spezzati - Dissi tutto ad un fiato mostrandogli gli occhiali - Ma te li ricompro io!" affermai prima che potesse rispondermi.
"Giuro ti ammazzerei e comunque non hai nemmeno i soldi per un panino come vorresti ricomprarmi gli occhiali?" si arrabbiò lui.
"Scusa, prometto che te li ricompro hai speso già troppo per me in questo periodo. Tu non preoccuparti ci penso io." continuai.
"Va bene, proverò a fidarmi."
"E non te ne pentirai." lo rassicurai.
"Sei pronta per andare da tuo padre?" mi ricordò stiracchiandosi.
"Cosa? Mio padre?" Sperava con tutto il cuore che se ne fosse dimenticato, non avevo proprio voglia nè coraggio.
"Si, dai fai presto che ti accompagno, così entriamo insieme a scuola alla seconda ora." disse prendendomi la mano.
"No Louis, non voglio andarci" affermai respingendolo.
"Non essere idiota e fai presto." lo stavo facendo davvero innervosire.
"Ti ho detto di no e lasciami in pace!" gli urlai contro.
"Smettila di essere testarda, non vai da nessuna parte da sola, non sai neppure cucinare!" gridò nero dalla rabbia, prima di spingermi con violenza contro al letto. Magari, l'aveva fatto solo per farmi calmare, ma aveva davvero esagerato.
"Sei cattivo Louis, non voglio più vederti." mormorai mettendomi in un angolo del letto e iniziando a piangere.
"Scusami. Davvero scusami, sono un idiota." mi implorò abbracciandomi.
"Vattene." gli sussurrai con le lacrime che continuavano a scendere sul mio viso.
"No, non ti lascio sola. Perdonami sono un idiota." si scusò di nuovo e mi diede un bacio sulla fronte.
"Ti prego, andiamo da tuo padre ti prometto che vengo con  te e non ti lascio, qualsiasi cosa succede sono dalla tua parte."
"Va bene..." mi arresi.
Dopo essermi preparata, scesi con Louis. Mi coprii per bene con un cappello e degli occhiali da sole, anche se non c'era per niente il sole. Ma non volevo che la polizia mi trovasse prima che io andassi da mio padre. Arrivati fuori casa strinsi forte la mano di Louis e bussai. Avevo tanta paura; lui mi guardò per confortarmi.
Vidi che si fermò di scatto appena mi vide. '
"M-Mar, o mio Dio, sto sognando..." disse fra sè e sè.
"No, sono io."
"Ma tu... - Si bloccò di nuovo appena vide Louis - Aspetta, ma è l'idiota della foto?!" domandò un po' arrabbiato.
"Si e non è idiota, è l'unico che si è preso cura di me."
"Uno che ti porta a letto a questa età lo chiami uno buono?"
"Con tutto il rispetto signore, non so cosa lei pensa di me, ma si sbaglia!" intervenne Louis.
"Babbo, sono venuta qui per te e tu pensi Louis." gli feci notare, irritata.
"Scusami, solo che non voglio che tu segua la strada sbagliata." spiegò con le lacrime agli occhi e mi abbracciò.
"Ti voglio bene, papà!"
"Sai credevo te ne fossi andata e mi avessi abbandonato. Non sapevo cosa ti fosse successo, non sapevo come stavi e se qualcuno ti avesse fatto qualcosa. Scusa, solo ora capisco come ti sei sentita tu. Vorrei tanto essere un padre perfetto per te."
"E lo sei." dissi dandogli un bacio sul naso. 
"Aspetta che ti preparo qualcosa, starai morendo di fame. In questi giorni ho imparato a cucinare meglio, perchè pensavo che se tu fossi tornata sarei voluto essere un cuoco migliore."
"Grazie, papà."
"Louis, credo non verrò oggi a scuola, scusami, e grazie di tutto." lo salutai girandomi verso di lui.
"Oh non fa niente."

 

Dopo che se ne fu andato passai tutta la serata col mio papà. Decisi di dormire con lui, quella notte.

Bleeeh;
Eccomi quaaaaa! Ok, capisco che questo capitolo è una noia mortale, io stessa mi sono annoiata a scriverlo HAHAHA, ma era fondamentale per proseguire nella storia. lol Sarà anche che l'ho scritto due volte... si, perchè all'inizio la prima parte era tutta 'Pov. Louis', ma ho deciso di scrivere solo dal punto di vista di Marika. Infatti, mi sono pure pentita di aver scritto i pensieri di Louis l'altra volta, sarebbe stato più bello senza sapere che lui è innamorato di Marika, ma vabbè... quel che è fatto, è fatto. Comunque dal prossimo capitolo domineranno di più le parti descrittive, solo che come ho detto questo capitolo già l'avevo scritto e non mi andava di modificarlo totalmente. Vabbè, come prosegue l'estate? Finalmente, venerdì ho fatto il mio secondo bagno... stasera, andrò a correre con la mia amica. :)
Vabbè, parlando di cose importanti, come sapete ieri è morto Cory Monteith. Io, non ho mai seguito Glee e quindi non lo conoscevo molto, ma ci sono rimasta davvero malissimo... poi è stata una botta al cuore quando ho saputo che tra due settimane si sarebbe sposato con  Lea Michele. Immagino come stiate voi gleeks, la sua fidanzata, i familiari e gli amici... siate forti. 
Vorrei anche chiarire che a me sembra stupido dire "Ha voluto lui la morte". Ok, è vero che è morto per droga, ma se è andato in riabilitazione vuol dire che stava provando a cambiare o no? Ha combattuto, non ce l'ha fatta, ma ha combattuto. Quindi non giudicate. Anche perchè, davvero, io da quando ho letto il libro "Noi ragazzi dello zoo di Berlino" ho capito che quando entri nel girone della droga per quanto tu voglia smettere, per quanto tu ti senta in colpa per quello che fai, per quanto tu voglia tornare alla tua vita di prima e chiedi aiuto, le probabilità di uscire da questo tunnel sono davvero poche. Non posso dirvi che passerà, perchè non si può dimenticare qualcuno che ti ha fatto stare bene, ma posso chiedervi di essere forti, perchè lui c'è sempre non col fisico ma con il cuore. Comunque, se avete bisogno di conforto, sapete dove trovarmi... in caso non lo sappiate sotto stanno i link. Davvero, se avete bisogno di sfogarvi non esitate a parlarmi. Io ci sono.
 
Mio account twitter: @superwoman_yeah
Mia pagina facebook: ~ Quei 5 ragazzi in cima alle scale hanno rubato il mio cuore.
Mio ask: http://ask.fm/KatyCat15370867
 
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Superwoman_yeah