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Autore: Hazel92    15/07/2013    4 recensioni
Los Angeles è stata divisa in cinque fazioni,consacrate ognuna a un valore: la sapienza per gli Eruditi, il coraggio per gli Intrepidi, l'amicizia per i Pacifici, l'altruismo per gli Abneganti e l'onestà per i Candidi. Genim Stilinski a sedici anni, come tutti i suoi coetanei è chiamato a compiere una scelta. Rimanere nella sua fazione, accanto ai suoi cari, oppure lasciare tutto e iniziare una nuova vita in un'altra fazione? Tuttavia, il test che dovrebbe indicargli quale fazione scegliere si rivela inconcludente e ciò che ne risulta sembra essere veramente pericoloso.
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Questa è una mia rivisitazione del primo volume della trilogia di Veronica Roth, Divergent. Anche se non conoscete il libro potete comunque leggerla. Spero vi piaccia. :)
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Stiles Stilinski , Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Angolo dell’autrice :Eccomi finalmente con un altro capitolo! Mi spiace avervi fatto aspettare un po’, ma adesso sono in vacanza e cercherò di aggiornare più velocemente. Vi ringrazio infinitamente per le recensione che mi avete lasciato e per avermi dato un’ulteriore spinta a continuare questa storia. Spero che vi piaccia anche questo capitolo. Se volete fatemi sapere che ne pensate ^^
Uhm per chi non lo sapesse, vi lascio il link di un’altra mia storia su TW che sto scrivendo“L’era degli Alpha” http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1218033&i=1
Buona lettura lupetti-iniziati :P
 
La cerimonia ha finalmente inizio. Peter inizia a chiamarci in ordine alfabetico, il che significa che anche questa volta sarò uno degli ultimi. Il nome di Allison è tra i primi. Io e Scott la osserviamo mentre si dirige al centro della sala. Non sembra affatto turbata ed infatti senza troppe esitazione afferra il coltello, si taglia la mano e lascia cadere il suo sangue nella coppa degli Intrepidi. Dalla sua fazione si alzano degli applausi e lei sorridente se ne torna al suo posto, accanto agli Intrepidi. Non presto troppa attenzione ai nomi successivi. In fondo non conosco quasi nessuno. Ma è quando Peter arriva alla lettera “M” che la mia attenzione viene catturata di nuovo.

-          Lydia Martin… - chiama il mio capo fazione. Lei si alza lentamente e nonostante cerchi di sorridere sono sicuro che qualcosa la turbi. Raggiunse il centro del cerchio ma esita prima di prendere il coltello. Forse…forse anche lei ha dei dubbi sulla sua scelta. Poi finalmente lo afferra, ma rimane immobile per qualche secondo senza dirigersi verso nessuna coppa. La osservo, mentre lei chiude gli occhi come a cercare il coraggio di fare quello che sta per fare, ed in quel momento lo capisco. Lydia non sceglierà la sua fazione. All’improvviso riapre quei suoi grandi occhi verdi e passi veloci inizia a dirigersi verso una delle coppe. Si taglia velocemente la mano e il suo sangue cade sui carboni ardenti.
Mi giro in direzione di Scott con gli occhi spalancati e noto che anche la sua espressione è sbalordita come la mia. So che stiamo pensando la stessa cosa. Lydia negli Intrepidi? Perché? A differenza di quanto era successo con Allison, Lydia non viene accolta da nessun applauso. Non so perché lo faccio, ma istintivamente avvicino le mani e inizio a batterle. Lo sguardo di Lydia si alza, alla ricerca della fonte di quel gesto e per un momento, prima che gli altri seguendo il mio esempio inizino ad applaudire, i nostri sguardi si incrociano. Poi si volta e raggiunge la sua nuova fazione.

 Vorrei parlare con il mio amico di quello che è appena successo, ma non posso perché il prossimo ad essere chiamato è proprio lui. Prima che si alzi gli metto una mano sulla spalla e la stringo con forza. Voglio che sappia che io sono con lui, qualunque cosa accada.
Scott è fermo davanti alle coppe, con il coltello posato sul palmo della sua mano. Esita per qualche secondo ma sappiamo entrambi che nella sua testa non ci sono vere alternative. Lui ha sempre avuto una sola scelta, ed è quella giusta. Finalmente si taglia la mano e il suo sangue va a depositarsi sulle pietre grigie degli Abneganti. La mia fazione lo applaude, me compreso. Ho sempre saputo che il mio amico era un vero abnegante. Mentre si dirige verso gli altri iniziati della nostra fazione ci guardiamo ed io alzo un pollice come a dirgli, “Hai fatto la scelta giusta amico.”. Lui annuisce e poi scompare dalla mia visuale.
Il resto della cerimonia si rivela essere una tortura mentre aspetto che Peter chiami il mio nome. Da una parte vorrei che mi chiamasse subito, ma dall’altra invece vorrei che quel momento non arrivasse mai.

Abnegante o Intrepido? Abnegante o Intrepido? Abnegante o..
-          Genimi Stilinski… - ecco. Il momento è arrivato. Mi alzo a fatica, con le mani e le gambe che mi tremano e lentamente raggiungo il centro della sala. Osservo le coppe davanti a me e noto solo in quel momento che quella degli Abneganti e quella degli Intrepidi sono vicine. Osservo le mie due possibili scelte, le mie due possibili vite e provo a fare un elenco dei pro e dei contro, ma non ci riesco. Non dovrebbe funzionare così la scelta. Dovrei sentire dentro di me qual è la cosa giusta da fare. E forse lo so…è solo che…ho paura di ammetterlo. Ma qui c’è in ballo il mio futuro, la mia vita, la mia felicità e anche se dovrò lasciare le persone a me più care…devo farlo. Così afferro il coltello e lascio scorrere la lama fredda e tagliente sulla mia pelle. Socchiudo gli occhi in una smorfia di dolore e poi lascio cadere il mio sangue sui carboni ardenti, lascio cadere il mio sangue nella coppa degli Intrepidi.
Mentre raggiungo il mio nuovo posto, la mia nuova fazione cerco prima di incrociare lo sguardo di mio padre. Noto che i suoi occhi sono leggermente lucidi ed anche i miei lo diventano. Melissa è accanto a lui e tiene una mano sulla sua spalla. Starà bene, lo so. Starà bene anche se l’ho abbandonato. Poi incrocio gli occhi del mio migliore amico. Mi sorride e poi imitando il mio gesto alza un pollice. Mi ritrovo a fare un sorriso vero questa volta. Scott ha capito. Scott forse lo aveva sempre saputo che le nostre scelte non sarebbero state le stesse. E adesso lo so anch’io.

Raggiungo il mio posto fra gli altri iniziati della fazione in silenzio e aspetto come gli altri la fine della cerimonia. Uno degli ultimi ragazzi ad unirsi alla nostra fazione è un biondino con gli occhi azzurri e la faccia da stronzo. Ci raggiunge con un espressione che ostenta sicurezza stampata in faccia e quando mi passa accanto lo sento dirmi…
-          Ehi, rigido, sicuro di aver fatto la scelta giusta? – e poi scoppia a ridere. Io inarco le sopracciglia ma non gli rispondo. “Rigidi” è uno dei tanti nomignoli che vengono usati per chiamare noi abneganti, ovviamente è in senso dispregiativo. Sono riuscito a crearmi un…nemico ancora prima di iniziare sul serio. Lo osservo meglio e da come è vestito, camicia bianca e pantaloni neri, capisco che è un Candido.  La mia nuova vita da intrepido è iniziata proprio bene.
La cerimonia finisce ed io e gli altri iniziati della mia fazione vediamo guidati all’esterno dell’edificio. Lydia si trova poco più avanti a me e la vedo chiacchierare con Allison. Beata lei che ha già trovato un’amica. Mi guardo intorno e noto di essere l’unico Abnegante fra noi. Questo significa che le cose non saranno affatto facili, ma sono pronto a farmi valere. Mentre camminiamo scorgo mio padre tra la folla. Vorrei andare a salutarlo, ma non posso. Dovrà passare almeno una settimana prima che possa rivederlo. Non ci è permesso ricevere visite prima. Sempre che mio padre decida di venirmi a fare visita.
Poi sento che qualcuno mi affianca. Mi volto e accanto a me trovo un ragazzo alto, dalla carnagione olivastra e i tratti leggermente asiatici.
-          Non prendertela… - mi dice ed io lo guardo per un attimo spaesato non capendo di cosa stia parlando, ma poi capisco che parla del tipo di prima. Lo osservo meglio e noto che anche lui è vestito di bianco e nero, quindi forse lo conosce e sa che è solo un’idiota.
-          Oh figurati. Mi è stato detto di peggio. Pare che gli Abneganti siano il bersaglio preferito un po’ di tutti… - gli rispondo. Lui non fa commenti sulla mia risposta e allunga una mano per presentarsi.
-          Io sono Danny comunque…e quello laggiù… - dice indicando con la testa il simpaticone di prima – è Jackson. È uno stronzo…ma per qualche motivo che ancora non capisco è il mio migliore amico… - spalanco gli occhi.
-          Davvero ottima scelta Danny!  - dico sarcasticamente. Poi afferro la sua mano. – Comunque piacere, Genim Stilinski. –
-          Che nome terribile! – esclama Danny ed io ne rimango sorpreso nonché divertito allo stesso tempo. – Scusa, è che sono abituato a dire sempre la verità… - aggiunge come per giustificarsi.
-          Tranquillo. Fa veramente schifo come nome… - gli rispondo sorridendo. Forse posso dire di essermi fatto un amico anche io?  
-          Genim…io…uhm…sono gay… - ancora una volta mi volto a guardarlo con gli occhi spalancati. Che bisogno aveva di dirmelo? – Sono abituato anche a mettere subito le cose in chiaro. Preferisco non…creare equivoci. –
-          Oh…va bene. Non ho…problemi con i gay. Nessun problema… - blatero ancora leggermente imbarazzato da quella confessione così improvvisa.
Raggiungiamo finalmente l’esterno dell’edificio e solo quando ci fermiamo mi accorgo di dove siamo. Davanti a noi ci sono le rotaie del treno.
-          Non vorranno mica… - non finisco la frase, ma Danny sembra capire lo stesso quello che voglio dire.
-          Credo proprio di si… - Grandioso! L’iniziazione inizia già da ora ed rischio di diventare un escluso già da questo momento.

Spero di essermi sbagliato ma quando sento il rumore del treno che sta arrivando, tutte le mie speranze mi abbandonano. Il treno si avvicina e quando arriva davanti a noi i primi Intrepidi iniziano a prendere la rincorsa per poi saltare dentro le carrozze aperte. Ho sempre desiderato farlo ma adesso, farlo davvero…è un’altra cosa. Devo riuscirci. Devo saltare dentro altrimenti diventerò un escluso. Allison e gli altri intrepidi sono ovviamente tra i primi a saltare. Rimaniamo io e gli altri trasfazione. Faccio per prendere la rincorsa e saltare ma Jackson mi precede. Senza difficoltà lo vedo atterrare nella carrozza. Non voglio essere da meno, così inizio a correre e quando sono sicuro di aver trovato il momento giusto per saltare, lo faccio. Sorprendentemente i miei piedi atterrano all’interno del vagone del treno, ma perdo l’equilibrio e mi ritrovo a rotolare finchè raggiunta la parete opposta non mi fermo. Mi tiro in piedi e mi accorgo che anche Danny ha già saltato. Piano piano arrivano anche gli altri, ma non riesco a vedere Lydia. Mi affaccio e la vedo ancora di sotto che corre cercando di raggiungere il treno ma non accenna a saltare.
-          Lydia, salta! – le dico e non mi importa  se poi si domanderà come faccia a sapere il suo nome. Lei non mi risponde ma mi guarda. – Avanti, ti aiuto io ! – le urlo. Deve farcela. Non può diventare un’esclusa. – Lydia, ora! – le urlo di nuovo e lei questa volta salta. Ma non è abbastanza. Il suo piede scivola e lei sta per ricadere indietro. Con una velocità che stupisce anche me stesso, l’afferrò e le impedisco di volare giù dal treno. Provo a tirarla su ma non ci riesco. Due braccia arrivano a darmi una mano e mi sorprendo nel vedere che si tratta di Jackson. In due riusciamo a tirarla su e finalmente Lydia è sul treno insieme a noi. Mi accascio contro una parete della carrozza con il fiato corto e il cuore che mi batte a mille per lo spavento. Lydia è in ginocchio per terra e immagino che anche lei sia piuttosto terrorizzata da quello che è successo. Poi Jackson le si avvicina e con una mano le alza delicatamente il viso. Io mi irrigidisco. Che sta facendo? Lydia alza la testa confusa.
-          Come stai? – le chiede Jackson con una voce disgustosamente dolce e…finta.
-          Bene… - risponde lei, ma sono sicuro che non sia affatto così. Jackson le sorride e le sposta una ciocca dei suoi capelli rossi dietro l’orecchio. Mi sento ribollire di rabbia. Quante volte ho desiderato fare io quello stesso gesto? E adesso sono costretto ad assistere ad una scena del genere. Lo odio. Odio Jackson. Distolgo lo sguardo perché preferisco non guardare e incontro quello di Danny. Non so perché ma dal modo in cui mi guarda sembra aver capito tutto. Sembra aver capito quello che provo per Lydia e soprattutto sembra aver capito come io mi senta una schifo in questo momento per colpa di Jackson.

Dopo diversi minuti sentiamo una voce che ci ordina di scendere dal treno, o meglio…di buttarci dal treno. Ho sempre pensato che gli Intrepidi fossero coraggiosi, ma adesso riesco solo a pensare a quanto in realtà siano incoscienti. Ci alziamo tutti in piedi e ci affacciamo. Vogliono che saltiamo sul tetto di un palazzo e di certo non abbiamo scelta. Perciò a turno iniziamo a saltare. Quando è il mio turno faccio qualche passo indietro per prendere la rincorsa e poi senza pensarci troppo salto. I secondi in cui mi trovo sospeso nel vuoto mi sembrano interminabili, ma poi finalmente i miei piedi toccano terra. Anche questa volta mi trovo a ruzzolare per il terrazzo, ma non mi importa. L’importante è esserci arrivato. Mentre mi rimetto in piedi faccio appena in tempo a vedere Lydia saltare. Sul suo volto c’è una nuova determinazione e osservarla in volo, con i capelli al vento è uno spettacolo indescrivibile. Con molta più grazia di me atterra sul terrazzo. Ce l’ha fatta. Mi guardo intorno e mi accorgo però che manca qualcuno. Siamo sicuramente di meno dell’inizio. Forse qualcuno non è riuscito a saltare sul treno. Penso. Ma poi sento delle urla e vedo delle persone che guardano di sotto. Non ho bisogno di affacciarmi anche io. Capisco cosa è successo. Qualcuno non è riuscito a saltare ed è precipitato di sotto. Ma gli unici ad essere scossi siamo noi trasfazione. Gli Intrepidi sembrano non curarsene nemmeno. Chissà quante volte sarà successa una cosa del genere. Forse per loro è normale. Ma per me e tutti gli altri no. Ovviamente quelli che si sono persi per strada sono tutti trasfazione. Mi guardo intorno e cerco di vedere chi è rimasto. Ci sono io, l’unico abnegante. Degli eruditi fanno parte Lydia e un altro paio di ragazzi. Jackson e Danny insieme a un altro ragazzo sono ex-Candidi. Infine ci sono solo due Pacifici. Come sempre li riconosco dai colori dei vestiti. Il giallo e il rosso sono i loro colori e in mezzo ai nostri decisamente troppo cupi, spiccano come due fari nella notte. Sono un ragazzo e una ragazza. Lui è alto e abbastanza magro, i capelli di un biondo cenere e leggermente ricci, gli occhi azzurri, quasi blu. La ragazza invece è alta all’incirca quanto Lydia. I suoi capelli sono biondi e piuttosto spettinati, gli occhi grandi e castani. Trovo abbastanza strano che dei Pacifici si siano uniti agli Intrepidi. Forse potrei trovare in loro degli alleati. Sono sicuro che dopo me loro saranno i bersagli preferiti da tutti.
Vengo distolto dai miei pensieri dalla voce di una donna. La raggiungo insieme agli altri e aspetto con ansia di sapere quale sarà la prossima mossa.
 
   
 
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