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Autore: spetra    27/01/2008    8 recensioni
Tutto gira attorno a una promessa...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Airis ^.^


Note: i Flashback sono in corsivo

Ho preso ispirazione da questa immagine --> Hana e Ru

the Promise



Pow Rukawa


Sono già tre giorni consecutivi che sta nevicando, tutta la città sembra essere ricoperta da un candido manto bianco.

Non ho mai amato l'inverno, anche se in questo periodo tutti sembrano più felici e più uniti per via delle feste. Per me un giorno vale l'altro, preferisco di gran lunga mettermi a dormire.

Però, questa stagione fredda mi ha portato una cosa bella: papà mi ha regalato una palla da basket.

È già da un po' di tempo che sono affascinato da questo sport ed è la prima volta che qualcosa mi incuriosisce così tanto. Forse è proprio per questo che mio padre mi ha incoraggiato a provarci, avere una passione è una cosa stupenda, dice lui.

Peccato però che il campetto vicino a casa mia è quasi interamente ricoperto dalla neve.

E come se non bastasse c'è un gruppo di mocciosi scocciatori.

Ma non hanno nient'altro da fare che rotolarsi nella neve?


Faccio per andarmene a casa seccato, con l'intenzione di ritornarci una volta allontanati quelli che considero intrusi, quando, all'improvviso, una palla di neve mi arriva dritta in faccia.

Resto perplesso e per un attimo ho la vista appannata, ma la risata allegra di un altro ragazzino poco distante da me mi mette sull'attenti.

La candida neve a contatto con la pelle mi dà fastidio e mi affretto a ripulirmi il viso con una mano, sbuffando nervosamente.

Sto per fulminare con un'occhiataccia il malcapitato che ha scelto la persona sbagliata con cui giocare, quando un'altra palla di neve mi colpisce, questa volta sulla spalla.

Mi giro verso il responsabile di quegli attacchi che si è messo a ridere indicandomi con un dito.

Alzo un sopracciglio, interrogativo.

Il Do'hao ha si e no undici anni, la mia stessa età ed è stranamente alto quanto me, forse anche di più.

La cosa che più mi incuriosisce sono i suoi capelli rossi. Un colore caldo che contrasta con il bianco della neve, avvolgendo il ragazzino davanti a me in un'aura quasi magica come se fosse uscito da un libro di fiabe.


Lui mi si avvicina, sorridendo soave.

Bè? Vuoi restare ancora per molto imbambolato qui a non far niente o ti arrendi al Tensai?” proclama, accigliandosi.

Mi viene quasi automatico dargli del Do'hao ma non faccio nemmeno in tempo ad aprire la bocca che il rossino si avvicina ancora di più.

Da questa distanza posso osservare i suoi occhi vivaci di un intenso colore castano scuro che brillano di una luce indagatrice, le guance arrossate per il freddo, le labbra piegate in un sorrisetto strafottente.

Allunga un braccio e il suo gesto mi fa indietreggiare sospettoso.

Lui mette il broncio e non contento si avvicina di nuovo.

Che vuoi?” domando titubante.

E' uno strano elemento quel Do'hao, sembra così imprevedibile.


Allora sai parlare! - si illumina e allunga una mano verso di me - Meno male, iniziavo a preoccuparmi!” Questa volta non faccio nulla per sfuggirgli.

Il rossino mi tira una ciocca di capelli forse con un po' troppa energia provocandomi una leggera smorfia di dolore.

Mi osserva attento, quasi affascinato.

Hn?”

Ti va di giocare con me?” chiede, rivolgendomi un radioso sorriso.


***


Ok, non posso più continuare così.

C'è un limite a tutto.

Allora, o il Do'hao lo fa apposta o ha un talento naturale a farmi ribollire il sangue nelle vene. Alla faccia della mia indifferenza, della mia freddezza e del mio autocontrollo! E non dico tanto per dire, insomma: ci tengo alla mia reputazione!


Dunque, ricapitoliamo.

Sakuragi sta facendo di nuovo lo scemo davanti alla Akagi.

Fin qui, nulla di strano.

C'è solo un piccolo, minuscolo, insignificante dettaglio.


Hanamichi è il mio ragazzo!


Teoricamente siamo fidanzati, solo che il Do'hao sembra essersi scordato della nostra promessa.

Non che abbia qualche significato particolare per me... figuriamoci!

Tsk!

A me quel rossino non piace neanche un po'. Mi chiedo dove ho sbattuto la testa da piccolo per essere diventato amico di Sakuragi ma, soprattutto, per avergli promesso una cosa del genere!

Ma non posso più tirarmi indietro. Sono un uomo di parola, io.


E poi, non avendo il ragazzo, rischio di causare spargimenti di sangue vari, perché se quelle oche che si ostinano a chiamarsi le mie fans non mi lasceranno in pace giuro che farò una carneficina. A cominciare dalla sorella del capitano.

Sì, proprio da lei. Non mi sta tanto simpatica, tutto qui.

Se il rossino dovesse confermare di essere impegnato con me, dovranno sparire! Scommetto che se scoprissero che sono gay si metterebbero tutte l'anima in pace! Dalla prima all'ultima!

Ma qui serve la collaborazione di quel Do'hao... e so come farlo ragionare. Basta rinfrescargli un po' la memoria...


***


Terza persona


L'amichevole contro il Kainan si era appena conclusa con la vittoria dello Shohoku anche se di pochi punti.

L'allenatore Anzai era rimasto contento dei suoi ragazzi perché la squadra iniziava ad essere sempre più unita e più forte anche grazie ai continui e massacranti allenamenti imposti dal capitano.

In particolar modo Sakuragi, anche se era solo un principiante, migliorava ogni giorno di più e riusciva sempre a stupire i propri compagni.

L'unica cosa che non era cambiata di una virgola, ma alla quale tutti ormai non facevano caso, era il continuo battibeccare del rossino con l'asso dello Shohoku. In partita i loro rapporti sembravano migliorare e rafforzarsi ma ogni occasione era buona per prendersi a pugni.


Hanamichi si rilassò sotto il getto dell'acqua mentre i suoi compagni chiacchieravano entusiasti negli spogliatoi, commentando la partita da poco terminata e delle mosse più spettacolari dei giocatori di entrambe le squadre.

Rukawa era stato davvero fantastico contro il Kainan. Era sembrato più determinato che mai e nei suoi occhi, il rossino aveva notato uno strano fuoco, un po' diverso dal solito. Anche perché dopo ogni canestro perfetto, la kitsune gli aveva rivolto delle occhiate profonde, che non promettevano nulla di buono. E lui proprio non riusciva a capire cosa avesse fatto di così grave da infastidirlo in quel modo.


Mah, le volpi, chi le capiva era bravo!


Sakuragi sperava solo che qualsiasi cosa fosse, la faccenda non riguardasse quello che era accaduto un paio d'anni prima tra lui e il numero undici.

Arrossì al ricordo.

Al solo pensiero, gli veniva voglia di sotterrarsi per la vergogna!

Se qualcuno fosse venuto a sapere che lui e il suo nemico giurato si conoscevano fin da bambini e che erano stati pure 'amici del cuore', chissà che risate si sarebbe fatto.

Scosse la testa imponendosi di non pensare.


Sakuragi, dobbiamo parlare.” la voce profonda del moro alla sue spalle gli provocò mille brividi lungo la schiena, ma non fece molto caso a ciò. Gli capitava solo con Kaede di provare quelle scosse elettriche, ma non si era mai soffermato molto sulla loro motivazione. Era sicuramente un effetto collaterale della vicinanza del volpino.


Uscì dalle docce e si diresse negli spogliatoi notando che quasi tutti erano già andati via e che solo Rukawa era rimasto, forse per parlare con lui...

Aspettò il volpino che a sua volta si era fatto una doccia veloce mentre lo spogliatoio poco a poco si era svuotato e Hanamichi nel frattempo si era rivestito, facendo mille congetture sull'argomento dell'imminente discussione.


Appena gli fu vicino, Rukawa, non amando i giri di parole, andò subito al dunque.

Smettila di sbavare dietro alla Akagi.” disse serio e il rosso sussultò girandosi di scatto verso il compagno di squadra. Non si era accorto della sua presenza, perso com'era nei suoi pensieri.

Come osi?! Io non sbavo dietro a nessuno!” si arrabbiò, cercando tuttavia di trattenersi, per non scatenare l'ennesima rissa prima del dovuto.

Che diritto aveva quel ghiacciolo di dargli ordini?! Poi con quel tono, come se tutto gli fosse dovuto! Lui non era un suo schiavo né tanto meno un giocattolo. Non erano nemmeno amici, figurarsi!

Si accorse per l'ennesima volta che Rukawa non era affatto cambiato. Anche da piccolo era assolutamente come in quel momento: una volpe distaccata che non pensava mai prima di parlare! E meno male che parlava una volta all'anno.


Kaede sembrò leggergli nel pensiero perché abbassò gli occhi per un attimo prima di parlare con un tono meno freddo.

Lei non ti piace, perché continui questa farsa?” domandò, anche se l'argomento lo infastidiva parecchio. E se il Do'hao non ricordasse davvero nulla del passato? Una cosa abbastanza improbabile... ma non impossibile.

Hanamichi sgranò gli occhi rimanendo per un attimo interdetto, poi si accigliò irritato, mettendo le mani sui fianchi.

E sentiamo, come ha fatto la volpe addormentata a giungere a questa conclusione?” chiese ironico e anche un po' incuriosito da quella situazione.

Hn, Do'hao! - lo rimproverò il moro, lanciandogli tuttavia uno sguardo malizioso – Semplice: perché sei innamorato di me.” affermò come se fosse la cosa più ovvia del mondo.


Sakuragi boccheggiò un paio di volte, preso alla sprovvista, senza sapere cosa dire, poi il suo viso diventò del colore dei suoi capelli.

Che cosa?! Che diavolo stai blaterando?! Innamorato? Di te, poi? Ma fammi il favore!” urlò, gesticolando agitato, senza riuscire a nascondere l'imbarazzo.

Rukawa gli si avvicinò e per far capire a quel Do'hao ancora una volta a chi appartenesse, l'afferrò per il braccio e sotto lo sguardo confuso del numero dieci, gli accarezzò piano sulla delicata pelle del polso prima di chinarsi un poco e depositare un leggero bacio sulla mano ambrata.


***


Pow Hanamichi


Che strano quel Kaede! Mi è sembrato fin da subito un po' isolato dagli altri.

E ci credo, con il caratteraccio che si ritrova! Però, nonostante questo, mi sento così bene in sua compagnia. Dopo il nostro incontro al campetto siamo usciti di nuovo un paio di volte insieme e devo ammettere che nonostante la sua aria misteriosa e un po' distaccata è troppo buffo! Non è così insensibile come dicevano gli altri ragazzi e non fa per niente paura. Tsk! Un genio come me non ha paura di niente, tanto meno di questa volpe spelacchiata!


Hm... sei stranamente silenzioso. A che pensi?”


Sorrido, socchiudendo gli occhi.

Ci troviamo in camera mia e io me ne sto qui, sotto le coperte, con la febbre. Devo ammalarmi più spesso se questa sottospecie di volpe diventa così logorroica, in situazioni come questa.


Mi hanno detto che appena hai saputo che stavo male ti sei precipitato da me! Sono contento.”


Lui si gira dall'altra parte, imbarazzato, borbottando qualcosa di incomprensibile.


Comincio a tossire piano mentre la testa diventa sempre più pesante. Kaede mi si avvicina di più e mi lancia uno sguardo preoccupato.

Non faccio in tempo a dire alcun che quando la porta si apre e mia mamma entra portandomi delle medicine e rivolgendo un sorriso caldo al volpino.

Non preoccuparti, non è nulla di grave. Hana si riprenderà in fretta, - lo rassicura - Però è meglio se non vi vediate per un po', potresti ammalarti anche tu standogli vicino.”

Rukawa scuote subito la testa e le rivolge uno sguardo che non ammette repliche.

Resto con lui.”

Mia madre annuisce poco convinta, ma non dice nulla. Dopo avermi misurato la febbre sotto lo sguardo attento di Kaede, esce chiudendo silenziosamente la porta dietro di sé.

Sento che sto per addormentarmi e l'ultima cosa che percepisco è la mano fresca della kitsune sulla mia fronte.



Mi sveglio nel bel mezzo della notte a causa di una sensazione di disagio che mi fa rigirare nel letto inutilmente senza che io riesca a riaddormentarmi .

Accendo la piccola lampada sul comodino vicino al mio letto e dopo che i miei occhi si sono abituati alla luce mi guardo intorno confuso, notando Kaede che dorme tranquillamente sdraiato dall'altro lato del letto.

Mi tranquillizzo un po' ma ho tanta sete e dovrei disturbarlo per chiedergli di portarmi un po' di acqua.

Avvicino lentamente una mano verso di lui ma poi mi blocco a metà.

Che stupido, non ho bisogno dell'aiuto della volpe! Ormai sto meglio, posso benissimo farcela da solo.


Mi alzo cautamente per non svegliare Kaede, anche se nemmeno un terremoto ci riuscirebbe.

Soffoco una risata a quel pensiero e scendo le scale che portano al piano terra cercando di non fare troppo rumore.

Appena starò meglio andremo di nuovo a giocare insieme... mi ha promesso di insegnarmi a giocare a basket! Qualsiasi cosa sia il basket, batterò sicuramente Kaede!


Per un attimo smetto di pensare e mi appoggio alla parete sospirando esausto. Mi gira un po' la testa... forse era meglio se fossi rimasto sotto le coperte e avessi chiesto alla kitsune di non fare la volpe in letargo e di portarmi qualcosa per rinfrescarmi la gola...

Ma ormai è troppo tardi per i ripensamenti e poi i geni come me non si arrendono per così poco!


Finalmente sono in cucina e dopo aver acceso la luce mi avvicino al tavolo con un sorriso trionfante dipinto sulle labbra. Non vedo l'ora di tornarmene a letto!

Verso un po' del succo all'ananas – il mio preferito - nel bicchiere e bevo a grandi sorsi. Per un attimo mi sento meglio...

...ma forse ho cantato vittoria troppo presto.

All'improvviso un altro capogiro mi annebbia la vista e il bicchiere mi scivola dalle mani frantumandosi in mille pezzi sul pavimento.

Tutto d'un tratto diventa nero e il mio corpo non risponde più ai miei comandi. L'unica cosa che riesco a mormorare prima di svenire è il nome di Rukawa.


***


Kaede resta immobile a fissarmi con un'espressione indecifrabile sul volto.

Non capisco se è serio o è solo una coincidenza che abbia fatto lo stesso gesto di qualche anno fa.

Ha fatto la stessa cosa quando... no, non può essere... perché allora ha aspettato tutto questo tempo?!


Mi ha baciato sulla mano.

Continuo a guardarlo incredulo e confuso senza muovermi né dire nulla. E che diamine, non può mica presentarsi da un giorno all'altro come se niente fosse e fare una cosa del genere?! E' assurdo!


Credo di essere diventato color aragosta e a questo punto il volpino, dopo aver messo la sua roba nella borsa, fa per uscire dagli spogliatoi.

Ma se pensa che lo lasci andare così facilmente si sbaglia di grosso!

Rukawa! Non giocare con me! Mi stai solo prendendo in giro! Ti stai divertendo, vero?” sussurro piano scandendo bene le parole, guardandolo dritto negli occhi per capire cosa sta passando in quella testa piena di segatura.

Do'hao! Sono assolutamente serio.” mi risponde e sembra terribilmente sincero. Dopodiché senza degnarmi di un altro sguardo né di altre certezze, decide finalmente di tornarsene a casa, lasciandomi solo con i miei pensieri e i ricordi del passato.


E' trascorso tanto tempo dalla nostra improvvisa separazione.

Sicuramente io non ho mai scordato quella volpe surgelata... Ma a quel tempo avevamo solo undici anni e io mi sono convinto che nessuno di noi due era stato serio per quello che riguardava la promessa.

Fin da piccoli abbiamo provato molto affetto l'uno per l'altro ma dopo tutto questo tempo sapevo che molte cose erano cambiate e infatti, è stato così.


Quattro anni prima i genitori di Rukawa si sono trasferiti a Tokyo per motivi di lavoro e non so Kaede, ma io ho sofferto molto per questa lontananza. Ma cosa potevano fare due ragazzini della nostra età? Purtroppo non molto.

Gli anni sono passati in fretta senza che io me ne accorgessi, ma ammetto di essermi arreso già molto tempo prima.

Mi sono messo il cuore in pace, ero convinto che non ci saremmo mai più rivisti, comunque non ho mai dimenticato i bellissimi momenti trascorsi insieme.


Dal canto mio poi, da quando Kaede mi aveva abbandonato, ho cominciato a odiare la pallacanestro, il suo sport preferito. Il basket mi portava solo ricordi nostalgici, quindi mi sono dato alla pazza gioia con gli amici, divertendomi con loro, diventando poco a poco un teppista abbastanza temuto ma famoso anche per la mia sfortuna con le ragazze.


Quando ho saputo che un certo Rukawa frequentava lo Shohoku, all'inizio non ho dato molto peso alla cosa. Ero convinto che fosse un semplice caso di omonimia, anche se il fatto che il misterioso ragazzo giocasse a basket mi ha fatto venire qualche dubbio. Mi sono dato subito dell'idiota, era assurdo pensare di rivederlo dopo così tanto tempo.

Ormai Kaede non faceva parte della mia vita da un bel pezzo, sicuramente tutte quelle non potevano essere altro che delle coincidenze!


Quando però mi sono incontrato faccia a faccia con il mio 'amico' d'infanzia sulla terrazza, il mio cuore si è fermato: non riuscivo a crederci.

Era proprio lui, il mio Kaede era tornato!

Ma lui non sembrava mi avesse riconosciuto e questo mi ha fatto andare su tutte le furie.

Certo, nemmeno io ho cercato di chiarire la situazione, ma è stato lui a lasciarmi nonostante la promessa...! Ma ora non gli permetterò più scappare da me.


***


Pow Rukawa


Sono riuscito a fare un'espressione facciale abbastanza seria da far preoccupare quel Do'hao.

Certo che mi ricordavo della promessa, è così strano?

Ovviamente lo faccio solo per questo! Kaede Rukawa non si rimangia mai le proprie parole.


Hmm, però non mi spiego questo strano calore che provo all'altezza del cuore, sarà che ho corso troppo oggi durante gli allenamenti?

Mah, non importa. Inoltre... quel Do'hao durante la mia assenza si è fatto scaricare da cinquanta ragazze... e meno male che ci siamo promessi di stare insieme per sempre! E sarei io quello traditore, brutto e cattivo che l'ha abbandonato?! Tsk!


Comunque ammetto che quando l'ho rivisto dopo quattro anni, sono rimasto molto sorpreso.

Il rossino è cambiato moltissimo. È cresciuto, non che io sono rimasto quello di sempre...

Ma... Kami!

Da dove ha tirato fuori quel fisico da urlo?!

La sua pelle è più abbronzata, ha sviluppato dei muscoli niente male, è diventato più alto e forse meno ingenuo, i suoi occhi brillano di una nuova luce piena di energia e di determinazione... soltanto i suoi capelli che ho sempre guardato estasiato e il suo sorriso contagioso, quelli sono rimasti gli stessi.


Se solo non ci fosse stata la sorella del capitano in mezzo, credo che quel lontano giorno in terrazza gli sarei saltato addosso senza far troppo caso ai suoi amici. Bè, l'ha fatto il rossino al posto mio, solo non per le ragioni che avrei voluto io...

Da quel giorno ho dovuto sopportare gli occhi a forma di cuore di quel Do'hao ogni volta che faceva la sua comparsa la Akagi. Tsk.

Adesso la mia pazienza è finita.

Se anche domani lo vedo fare il cretino con quella, giuro che lo bacio davanti a tutti!


Sono arrivato e appoggio la mia bici davanti al cancello. Varco la soglia di casa mia e non mi stupisco quando l'unico a darmi il benvenuto è il silenzio.

Mio padre è ancora al lavoro, sarà a casa per la cena e mia madre sarà uscita a fare un po' di spesa. Infatti sul comodino trovo un biglietto dove mi avvisa che è andata al mercato e che tornerà il prima possibile.


Mi dirigo verso la sala e mi butto sul divano accendendo la televisione e comincio a cambiando i canali distrattamente.

Quasi quasi mi faccio un bel sonnellino... ma il suono del campanello mi fa imprecare. Oggi sono parecchio suscettibile. Tutta colpa del Do'hao, come sempre!

Sicuramente non è mia madre, la porta non l'ho chiusa a chiave. Chi sarà a quest'ora?


Mi avvicino con passo lento e lo sguardo che farebbe scappare anche il teppista più temuto a gambe levate... ma quando apro la porta scopro che certamente quello che ho davanti non è il genere di teppista che fuggirebbe per così poco.

Un Hanamichi furioso mi spintona di lato ed entra senza tante cerimonie.

Hn..” richiudo la porta e mi giro verso di lui aspettando una spiegazione per questa visita inaspettata.

Questa volta non pensare di cavartela! Mi spieghi cos'era tutta quella sceneggiata di poco fa?!” sibila stringendo i pugni.


Non ti stavo prendendo in giro.” ripeto di nuovo, tanto per mettere le cose in chiaro.

Ah si? Bè, e mi dici perché allora hai aspettato tre mesi prima di ricordarti di questo dettaglio poco importante?” sbotta seccato avvicinandosi e prendendomi per il colletto della maglietta.

Non mi sono mai dimenticato.” ribadisco.

Mi spinge contro la parete ringhiandomi contro, stufo delle mie risposte che non gli dicono nulla.

In questo modo posso vedere da vicino le fiamme di rabbia nei suoi occhi, in cui però scorgo anche confusione e speranza.

Il mio sguardo si sposta sulle sue labbra serrate per l'irritazione. La sua bocca è così vicino alla mia...


La voce di mia madre ci interrompe bruscamente e, sempre rimanendo nella stessa posizione, ci giriamo a osservare la nuova arrivata che è una donna sulla quarantina non molto alta con lunghi capelli castani legati in una coda.

Kaede, sono tornata! Mi dispiace sono in ritardo, ma tuo padre non è ancora a casa? Strano, sarà stato trattenuto al lavoro e... oh!” dopo mezz'ora di parlantina e dopo aver messo le buste della spesa sul pavimento per togliersi le scarpe, finalmente si è accorta di noi e non le sfugge la tensione che ci circonda.

Mmm.. che scema che sono, mi sono dimenticata di comprare un ingrediente speciale per la cena di stasera. Quando avete finito invita pure Hana-chan a restare, mi raccomando! A dopo!” e senza dare il tempo a nessuno dei due di ribattere, si è già smaterializzata dietro la porta.


Noto la crescente confusione di Sakuragi e decido di chiarire la situazione, approfittando del tempo che ci ha concesso mia madre.

Ho aspettato tutto questo tempo perché eri impegnato con la Akagi, o sbaglio? - rispondo alla domanda che mi ha fatto prima che mi distrassi - Sei ancora arrabbiato per quello che è successo quattro anni fa. Ma lo sai bene che non è stata colpa di nessuno.” lui si stacca da me e abbassa gli occhi mettendosi a fissare le sue scarpe senza sapere che dire. Sa benissimo che né io né lui eravamo in grado di impedire quella separazione.


Sono tornato a Kanagawa solo per rivedere lui, solo per potergli rinfacciare la promessa che ci siamo fatti, nel caso in cui lo avessi trovato felicemente fidanzato.

In teoria gli sto facendo una dichiarazione e sono sicuro che anche Hana prova ancora qualcosa per me.

Dato che è così, perché non approfittare della situazione? Farò contento il Do'hao e mi toglierò dalle scatole tutti gli spasimanti che ci ronzano intorno. Prenderò due piccioni con una fava.


E' vero, non è stata colpa di nessuno, però... mi hai lasciato solo! Non immagini nemmeno come mi sono sentito per tutto quel tempo! - alza lo sguardo e io sento un peso improvviso sullo stomaco quando vedo i suoi stupendi occhi nocciola riempirsi di lacrime a stento trattenute – A adesso ti ripresenti qui come se nulla fosse!”

Non sono mai stato in grado di rimanere indifferente di fronte al suo dolore.


Questa volta sono io ad avvicinarmi a lui e lo abbraccio senza alcun preavviso.

Il rossino si irrigidisce fra le mie braccia e cerca con non molta energia di allontanarmi.

Mi dispiace.” è tutto ciò che posso dire, stringendolo a me con delicatezza.


Comprendo benissimo come si è sentito, anche io ho sofferto, cosa crede! Saremo stati anche piccoli, ma il dolore era stato parecchio.

Hana rimane immobile un attimo prima di mormorare un 'Baka Kitsune' e ricambiare l'abbraccio nascondendo il viso nell’incavo fra il collo e la mia spalla.

Finalmente la tensione si è sciolta e, più o meno, ci siamo chiariti, però ora sento nell'aria solo tanto imbarazzo. Non so davvero cosa fare!

Ho una voglia matta di baciarlo... ma non vorrei farlo incavolare di nuovo. Il mio Do'hao è piuttosto sensibile!


Kaede, accidenti! Quando la smetterai di lasciare sempre la porta apert ...?Ah!”


Mio padre.

E' rimasto imbambolato con la mano ancora appoggiata sulla maniglia e si è messo a fissare Hana e poi me come se non riconoscesse il proprio figlio.

Devo dire che i miei hanno un tempismo perfetto... se mi fanno scappare il mio rossino giurò che non solo lascerò la porta aperta per il resto dei miei giorni ma inviterò personalmente tutti i ladri di Kanagawa, lasciando la chiave di casa sullo zerbino per facilitarli un po' le cose!


Argh! Ma che stupido! Ho dimenticato di avere un impegno di lavoro urgente ! Credo proprio che tornerò più tardi!” dice, più a se stesso che a noi, uscendo in tutta fretta.

Però non capisco una cosa: perché i miei genitori si danno degli idioti da soli? Sarà mica diventata una moda?


Il leggero sospiro del ragazzo fra le mie braccia riporta la mia attenzione su di lui.

Mi stacco lentamente e gli prendo il viso tra le mani notando il suo rossore diffuso.

Gli bacio una guancia mentre lui socchiude gli occhi e io non resisto più, non ho tempo per andare piano. Voglio assaporare le sue labbra, ho aspettato fin troppo!


Mi fiondo sull'oggetto dei miei innumerevoli sogni a luci rosse, forse con un po' troppa forza.

Sakuragi risponde cingendomi il collo con le mani, accarezzandomi i capelli, distrattamente mentre io lo sospingo verso la parete.

Eh, la situazione si è capovolta a quanto pare. Però preferisco un rossino tutto arrendevole piuttosto che irritato e con la voglia di spaccarmi la faccia.


Ci scambiamo un bacio un po' impacciato, ma c'è sempre tempo per fare esperienza!

Le mie mani scivolano sulla sua vita, cercando di introdursi sotto la maglietta e toccare, accarezzare, sfiorare, assaggiare questa pelle bollente che è di mia proprietà e che nessun altro dovrà permettersi di toccare.

Ci stacchiamo per riprendere il fiato e rischio davvero di sbatterlo contro questa maledetta porta se continua a guardarmi con questi occhi da cucciolo sperduto.


Hai mantenuto la promessa.” mormora e...

Oh!

Sbaglio o l'ha detto con voce maliziosa? Mi sta sfidando? Crede che non abbia il coraggio di staccarmi da lui in questo preciso istante? Da questo corpo caldo ed eccitante? Da queste labbra gonfie? Dai suoi occhi provocanti e innocenti al tempo stesso?

Pensa che non possa resistergli?

...Allora non è un Do'hao come sembra...


Mi rivolge un sorriso dolce, lo stesso di quattro anni prima.

Delizioso.

Bè, volpe allupata? Mi inviti o no a restare a cena?”

Forse in questo momento ho uno sguardo da predatore e probabilmente gli sarei saltato addosso senza smettere mai di baciarlo fino al giorno seguente... Forse lo avrei fatto se solo non esistessero certe creature chiamate genitori.


Bè ti avevo detto che non si sarebbe spinto più in là di qualche bacio.” esordisce mia madre che è entrata con tutta tranquillità in casa, sbucando dal nulla.

Dopo aver salutato Hana con un cenno della mano, prende una delle buste che giacevano dimenticate sul pavimento, dirigendosi in cucina.

Mio padre ha assunto un'espressione pensierosa e dopo aver sollevato la seconda busta, è trotterellato dietro sua moglie senza far caso né a me né a Hana.


E' strano, da quel che ho visto mi aspettavo di trovarli avvinghiati in qualche angolo della casa!” mormora come se nulla fosse, facendo balbettare il mio -adesso ufficialmente- ragazzo.

Non conosci per niente nostro figlio, se fosse per lui si sarebbero già rotolati da qualche parte in attività molto piacevoli, ma in realtà è Hana quello che controlla la situazione!” esclama la donna che ama definirsi mia madre.


Adesso è il mio turno di spalancare gli occhi.

Che??? Chi è che controlla cosa?

E va bene hai vinto anche questa volta.” sospira sconfitto l'uomo che ha sposato quella pazza.

Certo, mi pare ovvio.” è l'ultima cosa che sentiamo, mentre il rossino mi rivolge uno sguardo pieno di puntini interrogativi.

Kaede?” mi guarda aspettando una spiegazione qualsiasi da parte mia. Io gli rivolgo un piccolo sorriso poco rassicurante mentre mi avvicino a lui maliziosamente, facendolo istintivamente indietreggiare.

Rimani per cena, Do'hao?”


***


Terza persona


La calda luce del primo mattino filtrava attraverso le tende, creando giochi di luce ai piedi del letto in cui riposavano i due ragazzini.

Erano passati pochi giorni da quell'incidente in cucina. Per fortuna, sentendo il rumore del bicchiere che era scivolato ad Hanamichi, sua madre era andata a controllare cosa fosse successo. Chissà che colpo si era presa, la povera donna, trovando suo figlio svenuto e con il braccio sanguinante, dato che era accidentalmente caduto sulle schegge di vetro.


Da quella notte Rukawa era diventato una specie di guardia del corpo del rossino, praticamente si era trasferito a casa di Sakuragi e lo teneva sempre d'occhio.

Anche se Hana faceva finta di arrabbiarsi e di tenere il broncio non poteva negare che si sentiva felice di tutte quelle sue attenzioni.

Pensare che, all'inizio della loro amicizia, gli era sembrato così indifferente nei suoi confronti.


Hana aprì lentamente gli occhi, ascoltando il leggero respiro di Kaede sdraiato accanto a lui.

Si girò lentamente su un fianco, mettendosi ad osservare da vicino l'espressione rilassata del ragazzo dai capelli neri.


Era diventato naturale per i due dormire insieme e prendersi cura l'uno dell'altro e Hanamichi ormai si era ripreso completamente.

Il suo sguardo si spostò sulle ciocche nere della frangia che coprivano gli occhi chiusi di Rukawa. Fissò la sua pelle che da così vicino sembrava ancora più diafana, le sue labbra rosee socchiuse...

Sentì uno strano calore all'altezza del cuore e le guance gli divennero rosse senza che potesse spiegarsi il perché.


Si alzò di scatto, allontanandosi dall'amico che, ignaro dell'accaduto, continuava a dormire tranquillamente.

Lanciò un'ultima occhiata confusa a Kaede e corse fuori dalla camera.


Scese in cucina borbottando tra sé e sé, rimanendo fermo per qualche secondo con la mano appoggiata alla maniglia e lo sguardo perso nei ricordi di qualche notte prima.

Si decise finalmente ad entrare. Ormai era guarito perfettamente, sua madre e Rukawa si stavano preoccupando troppo.

Ora come ora aveva altri pensieri per la testa...


Fece qualche passo verso il tavolo e sospirò turbato. Non capiva cosa gli stesse succedendo.

Si sentiva così strano quando pensava a Kaede... o quando lo guardava o quando gli parlava.

Aveva caldo e un bisogno quasi insopportabile di abbracciarlo, di stargli vicino in ogni momento della giornata.

E quella sensazione lo spaventava un po'.


Che ci fai qui?” la voce bassa dell'oggetto dei suoi pensieri lo fece sobbalzare. Si girò verso Kaede, rivolgendogli uno sguardo quasi colpevole.

Rukawa si era appena svegliato e non trovandolo accanto a lui era andato a cercarlo, sentendosi a disagio in sua assenza. Il non sapere dove fosse Hanamichi gli metteva una strana paura addosso, soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti.


Kaede aveva i capelli arruffati e una faccia mezzo addormenta ma, appena vide il rossore sulle sue guance, tornò di colpo sveglio e preoccupato.

Stai bene?” gli si avvicinò di corsa prendendogli il viso tra le mani.

Il rossino, stizzito da quel comportamento esagerato si allontanò dal moretto forse un po' troppo in fretta.

Sto benissimo!” borbottò, sfuggendo dagli occhi indagatori del corvino.

Rukawa lo guardò poco convinto.

Che è successo?” insisté, anche se sospettava di cosa si trattasse.

Niente, baka! Cosa vuoi?” sbottò, arrabbiato più con sé stesso che con la volpe.

Giorni prima aveva saputo che la kitsune si sarebbe temporaneamente trasferita in un'altra città con i suoi genitori. Quello significava che non si sarebbero più visti per chissà quanto tempo!


Kaede sbuffò senza aggiungere altro, lasciandolo solo.

Sakuragi, convinto che non gli importasse niente del suo stato d'animo, strinse i pugni tremando leggermente.

Scivolò sul pavimento, appoggiando la schiena alla parete e si rannicchiò, portando le gambe al petto.


Tutto era immerso nella quiete più totale, soltanto lui e la kitsune erano in casa.

Sicuramente Rukawa era tornato a dormire e non lo biasimava per quello. Il moretto non aveva colpe, anzi, era stato fin troppo buono nei suoi confronti in quegli ultimi giorni.

Il rossino si stava comportando come uno stupido e lo sapeva... in fondo Kaede non era obbligato a restare con lui.

A quel pensiero si accorse che le sue guance si erano bagnate di lacrime.

Scosse la testa stupito.

Ma perché sto piangendo?” sussurrò ancora più confuso di prima. Solo l'idea di separarsi da Kaede gli procurava una fitta dolorosa al petto.


Perché sei un Do'hao.”

Hanamichi spalancò gli occhi stupito, notando solo in quel momento che Kaede lo stava fissando dalla soglia.

Si affrettò a coprirsi il viso con le mani.

Farsi vedere in quello stato da Rukawa!! Non doveva sembrare un debole! Voleva dimostrare che poteva stare bene anche senza quella volpe narcolettica.

Stupida kitsune, vattene!!”


Hana...” sentì la voce del moretto pericolosamente vicina, alzò lo sguardo solo in tempo per vedere Rukawa inginocchiato davanti a lui, dopodiché due braccia calde lo strinsero protettivamente e un corpo snello lo attirò a sé.


Sakuragi rimase immobile con gli occhi spalancati, stupito da quel suo gesto così inaspettato.

Il tempo sembrò essersi fermato in quel preciso instante e l'unica cosa che percepì fu il battito del suo cuore impazzito e il profumo di Kaede.

Di nuovo quella sensazione di calore e di serenità lo avvolse completamente, facendolo rilassare fra le braccia di Rukawa.


Stettero in quella posizione ancora per un paio di minuti finché Hana non si decise a rompere quel silenzio imbarazzante che era sceso fra di loro.

Promettimi che tornerai.” bofonchiò abbassando lo sguardo, senza staccarsi dall'amico.

Certo che tornerò, chissà cosa combineresti senza di me!” lo prese in giro l'altro, accarezzandogli piano sul polso, sulla fasciatura che copriva il taglio che Sakuragi si era fatto qualche tempo prima.

Baka di una volpe! - nonostante quelle parole, si staccò da Kaede sorridendogli più tranquillo – E' una promessa?” chiese, desiderando di essere rassicurato ancora di più.


Rukawa sembrò pensarci su un attimo poi alzò lo sguardo su quello attento del rosso.

Quando tornerò non ci separeremo mai più.” detto questo gli prese delicatamente la mano fasciata e gli strinse il polso, stando attento a non fargli male.

Hana lo lasciò fare curioso e quando il volpino chiuse gli occhi e avvicinò le sue labbra alla sua mano, sfiorandola appena, questi agì d'istinto. Prese Rukawa per le spalle e, annullando la poca distanza che ancora esisteva fra di loro, appoggiò le proprie labbra su quelle di Kaede, in un bacio casto e pieno di significati.


E' una promessa.”






   
 
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