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Autore: Elisewin_vive    27/01/2008    6 recensioni
Questa è la storia dell'amore tra due personaggi teneri e simpatici. Questa è la storia dell'amore di due ragazzi che durerà per sempre. Questa è la storia dell'amore tra Ron ed Hermione, dedicata naturalmente a loro due e a tutti quelli che, come me, li adorano singolarmente e li amano insieme.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La musica del vento

Una ragazza diciassettenne pensava, persa nel buio del suo dormitorio illuminato solo dalla luce della luna piena, che entrava soffusa attraverso le tendine della finestra vicina al suo letto.

“E sono qui, sola e persa.

Per colpa tua, tutta colpa tua.

Sì, perché in ogni istante, in ogni momento, in ogni attimo, guardando nei tuoi occhi zaffiro mi perdo.

E adesso non posso che odiarti.

Ma in realtà è colpa mia, lo so che è colpa mia.

E so che è colpa mia se ti odio.

Ma io ti odio perché ti amo.

Io, Hermione Jane Granger, studente e prefetto alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, migliore studentessa del sesto anno e di tutta scuola, ti amo.

Ma tu ed Harry siete i miei migliori amici ed io sono la vostra migliore amica.

Non posso amarti. NON POSSO.

Eppure ti amo, più di quanto ami me stessa, più di quanto si possa immaginare, più di quanto si possa pensare, più di quanto sia possibile, più di quanto si possa amare.

E il mio amore per te è infinito, indefinibile, coraggioso, impareggiabile, semplice, incondizionato, immenso.

Ma non posso amarti. NON POSSO.

Perché tu ed Harry siete i miei migliori amici ed io sono la vostra migliore amica.

E così resterà per sempre. PER SEMPRE.”

E si addormentò, adagiata al cuscino, su cui aveva pianto lacrime d’amore.

***

Nello stesso istante un ragazzo, quasi diciassettenne, pensava, tra Neville che russava forte e il tema di pozioni da finire per il giorno dopo, anche se non gliene importava granché.

“E sono qui, solo e perso.

Per colpa tua, tutta colpa tua.

Sì, perché in ogni istante, in ogni momento, in ogni attimo, guardando nei tuoi occhi cioccolato mi perdo.

E adesso non posso che odiarti.

Ma in realtà è colpa mia, lo so che è colpa mia.

E so che è colpa mia se ti odio.

Ma io ti odio perché ti amo.

Io, Ronald Bilius Weasley, prefetto alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, bravo praticamente in niente, migliore amico di Potter e di Granger, ti amo.

Ma tu ed Harry siete i miei migliori amici ed io sono il vostro migliore amico.

Non posso amarti. NON POSSO.

Eppure ti amo, più di quanto ami me stesso, più di quanto si possa immaginare, più di quanto si possa pensare, più di quanto sia possibile, più di quanto si possa amare.

E il mio amore per te è infinito, indefinibile, coraggioso, impareggiabile, semplice, incondizionato, immenso.

Ma non posso amarti. NON POSSO.

Perché tu ed Harry siete i miei migliori amici ed io sono il vostro migliore amico.

E così resterà per sempre. PER SEMPRE.

***

- Hermione alzati dai! Svegliati! Forza! –

- No dai Ginny! Ho sonno! Lasciami dormire ancora un po’! – Ginny mi aveva svegliato, diciamo non con il migliore dei modi, e aveva aperto la finestra, illuminando tutto il dormitorio disordinato.

- Dai, è tardi! Scendiamo a colazione! –

- Sì, mammina, scendo subito! Fammi pettinare! –

- Certo che ti faccio pettinare, non voglio mica farti fare brutta figura davanti a mio fratello! –

- Oh, oh, oh… spiritosa! – Ginny, che è la mia migliore amica, è l’unica che sa della mia cotta per Ron, anche se sospetto che Harry l’abbia capito da molto.

Mi fiondo in bagno, mi pettino e mi metto un nastrino dorato fra i capelli e infilo la divisa.

Esco dal bagno, vado in dormitorio, prendo la borsa e scendo le scale del dormitorio, sulle quali trovo Ginny ad aspettarmi, annoiata e un po’ frettolosa.

Percorriamo la Sala Comune e noto tristemente che Ron ed Harry non sono ad aspettarci, come sempre, acciambellati sulle loro poltrone preferite, a raccontarsi stupide battute.

Anche Ginny se n’è accorta e i suoi occhi cercano disperatamente ogni segno del possibile passaggio di Harry o Ron.

Arriviamo al quadro della Signora Grassa e Ginny mormora con voce fioca: - Bagatelle –, la nuova parola d’ordine per le Feste Natalizie ma nessuna di noi due sembra entusiasta all’idea di una gita alla Tana per Natale.

- Ginny non ti preoccupare per tuo fratello, è grande e… -

- Herm… dai! Lo sai che non sono preoccupata per Ron… Almeno non quanto te… -

- Ginny basta strillare a tutta la scuola che mi piace a tuo fratello comunque siamo in vena di battute, oggi? –

- Primo, non sono io a urlare a tutta Hogwarts i tuoi sentimenti nei confronti di mio fratello. Secondo, non credo proprio di essere in vena di battute oggi e sappiamo tutte e due perché. –

- Beh, stanno arrivando gli esami per il quinto anno, non vuoi tornare alla Tana per Natale perché verrà anche Harry, come tutti gli anni, sei preoccupata per l’imminente campionato di Quidditch e stai con Dean, che ieri baciavi in corridoio, facendoti beccare da Ron ed Harry ma ami Harry.

- Cosa ci devo fare? Lo amo dal primo giorno che l’ho visto, dal primo giorno che a King’s Cross ha chiesto a mia madre dov’era il binario 9 e ¾ e devo ringraziare Ron che è diventato il suo migliore amico, però mi sono messa con Dean perché è un bravo ragazzo, non volevo ferirlo e perché è anche amico di mio fratello e perciò non volevo farli litigare… – mi dice sospirando.

- …ma Ron vi ha beccati e ha litigato con te, perciò finiamola di ricordare ciò che è successo ieri e di evidenziare il tatto di Ron in queste situazioni e scendiamo a colazione che è meglio! –

***

- Ron! Dai svegliati, pigrone! Herm e Ginny saranno ad aspettarci giù in Sala Grande da almeno mezz’ora! – E alla parola Ginny, Harry arrossisce terribilmente.

- Sarai mica innamorato di Ginny anche tu! – gli dico scherzosamente, ricordando ciò che è successo ieri ma lui non sembra aver capito la battuta e scuote la testa, dicendo di no in modo eccessivamente energico, come i bambini negano quando la mamma li scopre a far le marachelle.

- Comunque perché dovrebbero aspettarci così tanto? –

- Beh, oggi dobbiamo solo andare a Hogsmeade! Non ti ricordi? Abbiamo aspettato 2 mesi questo giorno e tu te ne sei dimenticato? Loro due saranno pronte da secoli! – dice e incomincio a pensare Hermione pronta, davanti al camino della Sala Comune, ad aspettarmi con fare scocciato e il suo volto sereno e un po’arrabbiato mentre guarda l’orologio e mi sento strano, come quando divento viola, e scuoto la testa, come se bastasse solo questo a togliermi la mia bella dalla testa.

- Sbrigati, mettiti la divisa e non riaddormentarti! – Mi urla dal bagno mentre si fa la doccia e canta. - Sei veramente strano, oggi – Gli dico - Canti, arrossisci peggio di me al nome di Ginny e sei frettoloso come non mai! Di quanto siamo in ritardo? 4 o 5 millesimi di secondo? –

- Di mezz’ora e dobbiamo ancora fare colazione – Dice, uscendo dal bagno e infilando i jeans.

- Miseriaccia! -

Mi aiuta ad alzarmi dal letto e a vestirmi velocemente.

Scendiamo in Sala Comune ma, stranamente al contrario di ciò che aveva detto Harry, è completamente vuota, animata solo dal fuoco che scoppietta allegramente nel camino.

Guardo Harry che gira lo sguardo verso di me e mi fa un segno come per dire “boh?”.

- Maltafinocchia - dice con fare sicuro alla Signora Grassa ma lei non si apre.

- Bagatelle – dico allora io.

Mi guarda con sguardo da “come-facevi-a-sapere-la-parola-d’-ordine-?”.

- Beh, hanno cambiato la parola d’ordine in occasione delle feste ieri sera, durante la riunione dei prefetti, a mezzanotte. Però io ieri non ci sono andato alla riunione perchè mi sono allenato al campo fino a tardi e se non fosse stato per Herm che ieri tornava per caso dall’ufficio di Silente, dove c’era stata la riunione, sarei rimasto chiuso fuori tutta la notte. -

- Eh sì, Herm è una santa… - ed ecco che arrossisco e Harry fa un sorrisino di quelli che significano “lo sapevo io, io so sempre tutto”, che sono imbarazzanti, un po’ vendicativi e tipicamente suoi.

- Scendiamo giù in Sala Grande, perché non voglio farti diventare viola prima di quando arriverà Herm e sarà uno spettacolo vederti che cerchi di spiegarle il motivo del tuo rossore… –

- Sei proprio sadico, a volte! - Gli dico io scendendo le scale e dandogli uno spintone.

Allora lui me ne da uno a me e si mette a correre per le scale, per sfuggire alla mia vendetta e corriamo ridendo e urlando per tutto il corridoio d’ingresso, arrivando nella Sala Grande affannati e con il fiato corto.

- Spero che ci sia un po’ di porridge! –

- Mi spiace, amico oggi non si mangia. –

- E perché? Se vuoi non mangiare ma io devo per forza: sto morendo di fame! –

- No, non hai capito: non c’è niente da mangiare! –

- Cosa??? –

- Beh, se non ci credi guarda tu con i tuoi stessi occhi!!! –

La Sala era vuota, o meglio quasi vuota perché oltre ai tavoli delle Case, il tavolo dei professori e le clessidre c’era in mezzo alla Sala un grosso albero di Natale che veniva addobbato da, non si capiva bene, un piccolo uomo o un elfo molto roseo.

- Guarda quell’elfo domestico, Harry, sta addobbando l’albero! Come mai non lo addobba più Vitious? Boh, comunque non diciamolo ad Hermione… - Dico ad Harry, additando l’elfo.

- Ma sta’ zitto Ron, quello è Vitious! – Mi dice Harry, stizzito.

- Cosa? Oh, miseriaccia! –

Ci avviciniamo all’albero e sperando che il professore non abbia sentito mi schiarisco la gola.

- Buongiorno, Professor Vitious, come mai non c’è nessuno in Sala? -

- Beh, sono solo le 7.30 e sarebbe difficile che ci fosse qualcuno: già in orari normali arrivano in ritardo alle mie lezioni… -

- Ops… - Dice Harry in tono di scusa, mentre lo fulmino con lo sguardo.

***

- Buongiorno Hermione! E a te, Ginny! – Dice Ron alzandosi dalla sedia per salutare e abbracciare la sorella e scivolando più in là sulla panca per lasciarci un po’ di posto.

Ma un momento… Come mi ha chiamato!?! Hermione?!

Da quando mi chiama Hermione?!

- Buongiorno Bilius, come state? E voi, James? - Harry abbozza un sorriso e Ginny soffoca le risate.

Ron, l’unico che come al solito non ha capito, gira la testa verso Harry.

- Da quando la chiami Hermione? La chiami sempre Herm, ‘Mione o Jane, ma mai Hermione… - Gli dice Harry, sorridendo al pensiero della domanda che gli ha chiesto Ron con lo sguardo.

- Oh, perdonatemi, Jane… -

Sento le mie sopracciglia corrugarsi.

Harry e Ginny sbuffano.

Ron incrocia le braccia in segno di sfida.

Sarà una lunga battaglia.

***

Oltrepassiamo Gazza con il suo Sensore Segreto che passa più volte su Harry.

Mentre camminiamo sul prato, in direzione delle carrozze, guardo Harry con sguardo interrogativo. - Cercava Caccabombe - mi dice facendo spallucce.

- Quello lì c’ha le Caccabombe al posto del cervello, te lo dico io! – Gli rispondo, mentre Hermione mi scruta con sguardo torvo.

Non abbiamo ancora risolto la questione, ma nessuno dei due ha voglia di discutere di nuovo.

Eppure mi volto e c’è lei.

Lei che vorrei abbracciare, accarezzare, baciare. Lei, a cui vorrei sorridere, con cui vorrei giocare.

Lei che vorrei amare.

Hermione.

E ogni volta che litighiamo non posso non pensare che senza di lei la mia vita sarebbe vuota.

Vuota e insipida.

Arriviamo alle carrozze e i Thestral nitriscono rumorosamente e scuotono la folta criniera nera e siamo così vicini che mi scanso per non essere colpito.

“Oh, cavolo – penso – Cosa ho combinato!”

Harry sospira.

Hermione mi fulmina con lo sguardo e Ginny mi pesta un piede.

Mi mordo nervosamente il labbro superiore in attesa di un segnale di lacrime.

Tutti siamo diventati improvvisamente tristi e riguardo Hermione, che cerca un diversivo mentre Harry alza lo sguardo al cielo e le lacrime gli salgono agli occhi pensando a Sirius.

Ginny gli si butta con le braccia al collo e dice: - Dai Harry non ci pensare… Ma chi giocherà la prossima partita grifondoro - serpeverde, capitano? – Gli dice, ammiccando, per cambiare discorso.

Questa distrazione dai pensieri di Harry sembra aver funzionato perché arrossisce e incomincia con Ginny un discorso di quelli interminabili sul quidditch, sui vari giocatori della nostra squadra e di quelle avversarie che fanno sempre loro due in spogliatoio.

Felice per il cambiamento di discorso, Hermione rivolge a Ginny un occhiata molto grata e a me rivolge quella di sempre, che significa “Ron sei un mega idiota!” e io le chiedo scusa con gli occhi.

Saliamo sulla prima carrozza libera dove ci sono anche Neville e Luna che ci stanno aspettando.

La carrozza parte e in pochi minuti siamo arrivati ad Hogsmeade.

Ci precipitiamo giù, contenti di essere finalmente all’aria aperta.

- Aria! – Urlo, contento di essere lontano da scuola e aprendo la bocca per acchiappare un fiocco di neve – Finalmente siamo lontani da Hogwarts! Non vedevo l’ora che arrivasse questo giorno! – Dico prendendo fiato e tirando un bel respiro.

Hermione mi guarda come se fossi matto e scuote la testa, sospirando.

***

Arrivati ad Hogsmeade, ruzzoliamo giù dalla carrozza e stiamo un po’ all’aria aperta, in silenzio, contenti (soprattutto Ron) di poterci godere un po’ di libertà, ma il freddo pungente, il vento gelido e la neve che inizia a cadere ci fanno cambiare presto idea e ci infiliamo ai Tre Manici di Scopa, che come sempre è molto caldo, accogliente ma stranamente quasi vuoto.

Andiamo al bancone, ordiniamo sei Burrobirre, Madama Rosmerta ce le da sorridendo e Ron, che è praticamente sciolto, sospira, aprendo la sua bottiglia e il mio cuore batte forte mentre lo guardo.

Usciamo e Neville trascina per mano Luna vicino ad una vetrina piena di cuoricini addobbata in

occasione di oggi, San Valentino.

Harry guarda Ginny sospirando mentre il vento di febbraio ci avvolge e lei, prendendolo per mano, lo trascina verso quello che viene chiamato dai miei due migliori amici il Pollaio delle Coppie cioè la saletta da tè di Madama Piediburro, affollatissima oggi per la Festa degli Innamorati.

Allora Ron, guardandomi, inizia a correre e lo inseguo finché non arriviamo a un prato piccolo, bianco, innevato, misterioso, silenzioso.

Scorgiamo una vecchia quercia, all’ombra della quale Ron si sdraia e io mi ci siedo accanto, composta, in ginocchio.

- Ehm… Ron ti devo dire una cosa…. – gli dico, ma lui, pallido e con le orecchie paonazze mi dice

- Ehm… Herm ti devo dire due cose importanti: primo… Senti Herm… Ma tu sapevi di Harry e G… - inizia ma non lo lascio finire - Senti Ron, Ginny ama Harry da quando l’ha conosciuto e non è vero che dopo il secondo anno lei l’ha dimenticato e convive con l’amore per Harry ogni giorno, in ogni attimo, ogni secondo. Ormai è grande e credo che tu sia comunque d’accordo sul fatto che è meglio Harry che Dean o sbaglio? –

- Ma lei… ma io… - balbetta, ma lo interrompo - Ron, ormai Ginny non è più una bambina! Lo vuoi capire?! Basta, la devi smettere! E poi non dirmi che non ti eri accorto che Harry si è innamorato di tua sorella?!?! Come fai a non capire certe cose?? Prima Ginny l’ha abbracciato per distrarlo e non hai visto che è arrossito tutto?? Ma dai… -

- Comunque, lasciamo perdere… Cos’è che mi dovevi dire? – Diciamo, contemporaneamente

- No, prima tu… No tu… Dai tu… - Diciamo insieme

- Ehm, senti Herm… Ti volevo dire… Io ti… - ma non lo lascio finire, gli copro con un dito la bocca e gli dico tutto ad un fiato, senza respirare – Io ti amo, Ron… - e due braccia possenti e forti cingono la mia vita e lo bacio. Bacio quelle morbide e sottili labbra, in modo casto, puro, sincero.

Guardo Ron e penso che durante il nostro bacio siano passate ore piene di felicità, parecchi giorni di sole e pochi istanti di gioia e mi sento farfalle nello stomaco e lui sembra scombussolato più di me.

Hai lo sguardo vacuo, Ron. Vacuo e Perso. Vacuo, Perso e Vuoto.

E capisco. Capisco che non mi ami, Ron. Tu non mi ami.

Ho rovinato la nostra amicizia per la mia stupida voglia di dirti questo stupido sentimento che provo, per questa mia improvvisa stupida impulsività.

Che gran cavolata che ho fatto.

- Ehm Ron… mi dispiace… - dico fra le lacrime mentre scappo dalle sue braccia e incomincio a correre in quel prato che mi sembra ormai immenso, infinito, e inciampo, cado, affondo nella neve e mi rialzo e corro di nuovo, nascondendomi dietro ad un albero quando sento dei passi vicini.

Voglio nascondermi, nascondermi da te, Ron.

Da te, che sei il mio migliore amico.

Da te, che amo.

Scivolo sulla neve e ormai i passi attutiti dalla neve sono troppo forti, troppo vicini per potergli scappare e volto la testa, per non vedere il suo volto rifiutarmi e dirmi di essere solo migliori amici.

Non voglio voltare la testa e vederti, alto e bello, che mi guardi con quegli occhi da cane bastonato, quegli occhi color mare che mi chiedono di essere solo migliori amici e niente di più. Niente di più.

Non posso, non potrei sopportarlo. No, Ron, ti prego, non mi guardare, non potrei sopportarlo.

Mi rannicchio di più dietro l’albero, cercando di essere più piccola e lontana possibile ma due braccia mi sollevano dal terreno e, aprendo gli occhi, vedo il mio principe azzurro che mi guarda.

Mi mette in piedi, mi bacia, mi abbraccia e mi stringe forte, forse per paura che scappi di nuovo e lo bacio e lo abbraccio e lo stringo forte, per paura che scappi come ho fatto io prima con lui.

Poi lo guardo negli occhi e sforzandomi di non perdermi nel suo sguardo azzurro, lo accarezzo.

- Perché siete scappata, Jane?

- Ho visto il suo sguardo spaventato, signore, e non potevo sopportarlo –

- Eravate voi spaventata o sbaglio? –

- Certo, Bilius, perchè non riuscivo a non amarlo –

- Amare me? Quale onore, madame, ma al contrario, sono io che amo voi –

- Sì, vi amo, monsieur, questo è certo, ma ho udito bene e vous aimez moi? –

- Oui, madame, je vous aimez beaucoup ma adesso finiamoladice scherzando

Lo bacio di nuovo, mentre ride con gli occhi, illuminati da una luce piccola, vivace e scintillante.

- Senti Hermione, davvero: perché te ne sei andata? -

- Beh, ti ho detto che ti amo e ti ho baciato e non ero nemmeno sicura che mi amassi… E poi ho visto i tuoi occhi vuoti e ho capito che per me non provi nessun sentimento e… - ma mettendomi un dito sulla bocca mi dice: - Cosa hai detto? Secondo te non provo sentimenti per te? Hai fatto male: non dovevi scappare e dovevi lasciarmi finire la frase perchè stavo appunto per dirti che ti amo… -

- Davvero mi ami? –

- Certo, non si capisce? –

- Va beh, dai, non importa… Ma che bella questa musica… Viene da là… La senti? – gli dico guardandolo e indicando dietro di lui. Ron scuote la testa e i capelli rossi fluttuano nel fresco vento che soffia verso di me e il suo profumo mi riempie le narici.

E’ un profumo di forza, di speranza, di amore.

Quell’amore che provo io per lui.

Lo bacio dolcemente e gli dico: - Adesso la senti, la musica del vento? –

- Sì, la sento. Ed è così dolce… proprio come te… - e mi bacia e mi abbraccia e rimaniamo fermi, stretti l’una all’altro e cullati dalla dolce musica del vento.

Cerca la bellezza dove meno ti aspetti e ascolta la musica del mio cuore.

Anonimo

   
 
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