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Autore: Linda1990    15/07/2013    3 recensioni
Può un incontro cambiarti la vita? E cosa farai se la vita ti metterà di fronte a cose del tutto inaspettante, a nuove emozioni, a nuovi sentimenti?
Avrai il coraggio di viverli?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Un forte odore mi stava solleticando il naso, sembrava disinfettante.
"Che idea cretina" pensai.
Aprii gli occhi a fatica, mi sentivo particolarmente stanca e debole e avevo solo voglia di dormire ma feci appello a tutte le mie forze e seppur controvoglia mi sollevai piano sui gomiti.
Mi guardai attorno e rimasi sbigottita, ero in ospedale.
"Ma che cazzo..." non feci a tempo a finire la frase che giunse un'infermiera.
"Buongiorno! Sono felice che ti sia svegliata. Mi chiamo Sonia e fino a quando resterai qui mi prenderò cura di te" mi fece un sorriso e si avvicinò a me.
Era una donna sulla quarantina, molto carina ad essere sincera.
"Che ci faccio qui? Ero in camera mia ieri sera...non può essere che..." le parole mi morirono in gola.
Solo in quel momento mi resi conto della flebo e del bendaggio che avevo sul braccio e in un attimo tutto fu chiaro.
"Vado a chiamare il medico e avviso il tuo amico che ti sei ripresa, era molto preoccupato" mi rivolse un ultimo sguardo e se ne andò.
Mi adagiai sul letto e chiusi gli occhi.
"Merda, stavolta l'ho fatta grossa" pensai.
All'improvviso la porta si aprí e in un attimo mi ritrovai Marco affianco al letto che mi cazziava come solo lui sapeva fare, come avrebbe fatto un fratello.
"Dimmi che hai nel cervello! Dimmelo! Se non mi fossi svegliato, se non fossi venuto in camera tua..." non riuscí a finire la frase che i suoi occhi si velarono di lacrime.
"Mi dispiace non volevo farti preoccupare" lo guardai.
"Non é questo. Perché non me lo hai detto che ti tagliavi? Avrei potuto starti più vicino, aiutarti in qualche modo..." tutta la rabbia e la preoccupazzione gli si leggeva sul volto.
"Non è una cosa facile da vivere, ne da spiegare a qualcuno...è iniziato dopo la rottura con Miky, mi faceva stare meglio, era un modo per sfogarmi ma la cosa pian piano ha iniziato a sfuggirmi di mano e il fatto che io sia qui ne é la prova" ribattei.
"Volevi..." non osò andare oltre ma capii subito cosa intendeva.
"No. Ma ieri sera quando le ho viste insieme non ho retto...credevo di aver superato il tradimento, l'umiliazione, la rabbia e tutto il resto ma mi sbagliavo" respirai profondamente cercando di cacciare indietro le lacrime "Fa male ancora, non sai quanto..." mi girai e guardai fuori dalla finestra, non volevo farmi vedere cosi.
Fu lui a rompere il silenzio che era calato da diversi minuti.
"Devi solo pensare a te ora e tornare a star bene" mi guardò sorridendo.
"Si ha ragione, devo provarci" ricambiai il sorriso.
"Brava! Anche perchè ci aspettano Taylor e Demi!" mi fece l'occhiolino e scoppiammo entrambi a ridere.
Un colpo di tosse ci riportò alla realtà.
"Scusate se vi distrurbo, sono il dottor Rossi" era un uomo sulla sessantina, dall'aspetto amichevole, non di quelli che mettono tensione solo a guardarli.
"Sono venuto per accertarmi delle sue condizioni di salute" mi disse.
"Debolezza a parte mi sento bene" ribattei "Quando posso tornare a casa?"
Non mi sono mai piaciuti gli ospedali, prima tornavo nel mio letto meglio era.
"In un paio di giorni al massimo. Il suo quadro clinico é buono, é una ragazza in salute e si rimetterà velocemente" mi sorrise per poi continuare "Per quanto riguarda il braccio, abbiamo dovuto applicarle dei punti, la ferita era estesa e dovrà, fino a guarigione ottenuta, fare delle medicazioni..." feci cenno di si con il capo e pregai che non mi chiedesse nulla su come mi fossi procurata quel taglio.
"Potrei essere suo padre quindi le parlo come farei con mia figlia. So perché é qui, l'ho capito dalle cicatrici che ha anche in altri punti...a volte la vita ci pone degli ostacoli, delle difficoltà difficili da superare ma farsi del male non cambierà le cose e soprattutto non allontanerà da lei il dolore. Non la voglio più rivedere qui intesi?" mi guardò serio.
"Intesi" risposi.
"Bene, ora torno a lavoro. Le farò visita prima che venga dimessa" si avviò verso la porta.
"Va bene, arrivederci dottore" lo salutai e lui uscii dalla stanza.
Ci ritrovammo io e Marco da soli.
"Va bene se ti vengo a prendere quando esci? Ho i turni serrati a lavoro, le cose a casa non vanno bene..." cominciò a passarsi la mano tra i capelli, chiaro segno del suo nervosismo.
Stava cercando di giustificarsi anche se sapeva benissimo che io stessa lo avrei cacciato dalla stanza a calci nel sedere sapendo quanto fosse impegnato e quanto la sua famiglia aveva bisogno di lui.
"É perfetto, sono sicura che me la caverò benissimo da sola" sfoderai il mio miglior sorriso per tranquilizzarlo un pò e funzionò, la tensione sul suo viso era svanita.
 ''Solo una cosa...passeresti a casa a prendermi qualche cambio di vestiti? Ah e magari anche il cellulare, mi annoio a morte sennò" piagnucolai come una bambina.
"Certo! E poi quando non sai cosa fare diventi particolarmente rompipalle" scoppiò a ridere.
"Stronzo!" gli tirai il cuscino.
"Ora vado, fammi sapere quando ti dimettono ok? Fa la brava e non molestare le infermiere!" mi diede un bacio sulla guancia trattenendo a stento l'ennesima risata.
"Farò del mio meglio...MAMMA!" gli feci la linguaccia e se ne andò.
Un paio di giorni e sarei tornata a casa.
Aggrapparmi a questo pensiero avrebbe reso più facile e sopportabile questo soggiorno forzato in ospedale ma la noia, quella no che non mi avrebbe abbandonata.
Mi girai e vidi sul comodino vicino al letto il mio i-pod, me lo doveva aver portato Marco mentre aspettava che mi riprendessi.
Lo presi, infilai le cuffie e schiacciai il tasto play.

"Skies are crying, I’m watching
Catching teardrops in my hands
Only silence, as it’s ending
Like we never had a chance
Do you have to make me feel like
There’s nothing left of me?"
 
Era Skyscraper.
Adoravo quella canzone, é la prima che avevo ascoltato di Demi e da quel momento era diventata una delle mie preferite.
"Meno di una settimana e sarò nel backstage. Chissà se la incontrerò...non mi resta che aspettare" pensai.
Ascoltai ancora qualche brano e poi decisi di riposare un pò, dovevo rimettermi in sesto nel minor tempo possibile.
Avevo toccato il fondo quella notte e non mi restava che risollevarmi...come un grattacielo.

   
 
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