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Autore: Samarskite    15/07/2013    10 recensioni
“E lui mi ha baciato. Poi mi ha guardato, ha sorriso, mi ha dato un altro piccolo bacio ed è uscito dallo sgabuzzino come se la cosa più eccitante che vi avesse trovato dentro fosse stata la scopa di saggina e non... Me.”
Ed non riuscì a reprimere un sorrisetto: “Tipico di Louis.”

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Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un prologo interessante

È notte.
Un ragazzo alla porta.
Il suono di un campanello.
Un gatto che miagola.
Uno sbadiglio.
Uno strascicare di ciabatte.
Un uomo che bofonchia.
Una tazza che si posa.
Un girare di chiavi nella toppa.
La porta di casa che cigola aprendosi.
Un ciuffo rosso ed un ciuffo castano.
Occhi verdi negli occhi verdi.
Un paio di questi, assonnati.
Un paio di questi, lucidi da fare schifo.




Un dialogo significativo

“Ed...?”
“Harry... Sono le quattro di notte.”
“Lo so.”
“Perchè tiri su col naso? Stai piangendo?”
“Solo un pochino.”
“Guarda che si vede anche al buio che hai gli occhi rossi.”
“Già.”
“Da quanto stai piangendo?”
“Non lo so.”
“È ancora per quello-che-so-io?”
“Già.”
“Oh, Harry. Dài, entra. Nevica. Fa freddo.”




Elenco delle azioni di un buon padrone di casa

Ed prese in mano la propria tazza blu e sbeccata, che aveva appoggiato su un tavolino, e la riportò in cucina. Aprì l'anta del mobile sopra al lavello e ne estrasse un'altra, rossa. Prese la caffettiera e versò due generose quantità di caffè nero in entrambe le tazze. Tenne la sbeccata per sè e diede la rossa ad Harry.
Poi gli fece cenno di sedersi ad una delle sedie, e quando l'altro obbedì prese posto lui stesso.
Osservò a lungo il visitatore, ma siccome questo non parlava, prese parola di propria iniziativa: “Cos'è successo stavolta?”
Harry deglutì un sorso di caffè amaro, si asciugò con la manica i pochi fiocchi di neve che ancora indugiavano sul suo viso e tirò su col naso. “Lo amo.”
Ed sospirò. Era il migliore amico di quel ragazzino che lo stava osservando in quel momento, lo era da molto tempo. E da molto tempo sapeva il suo segreto. Ma quella frase, quella frase non l'aveva mai detta prima. Lo amo.
Erano passati da “è simpatico”, a “è la persona migliore che io conosca“, a “è l'unico che mi capisce”, a “credo stia iniziando a piacermi”, a “mi piace davvero troppo”, a “lo amo”.
Così. Con facilità invidiabile. Quasi come acqua che scorre.
“Lo ami, Harry?”
“Lo amo. Troppo. E non potrò mai dirlo a nessuno, tranne che a te...”
“Ascoltami, Harry.”, disse Ed appoggiando una mano sul braccio dell'amico. “Gliel'hai detto? Lo sa?”




Cronaca di un cuore spezzato

Gli occhi di Harry divennero ancora più lucidi. Sembrava un bambino che ha perduto la propria coperta di Linus. Perso. Smarrito. Impaurito. “L'ho baciato.”
Ed si irrigidì istintivamente, sorpreso. Poi cercò di sorridere rassicurante. “E com'è stato?”
Harry abbandonò la tazza e iniziò a gesticolare con le mani. Parlò con voce tremante e liquida come acqua. “Ero nello sgabuzzino, stavo cercando... dei cerotti.” Tirò su col naso. “Perchè mi ero... Mi ero ferito lievemente l'indice sfogliando una pagina del libro di Harper Lee che mi avevi consigliato. Ed è bello, in effetti... Comunque stavo cercando un cerotto, quando lui entra, e...”. Mise le mani come se stessero circondando un globo. “E mi guarda, prende la scopa, e mi chiede tutto a posto, piccolo?, lui... Lui lo sa che non mi deve chiamare così, perciò io mi volto e lo guardo a mia volta e gli dico cercavo i cerotti per il taglietto qui sul dito, allora lui sorride e prende il mio indice tra le sue mani, da' un bacio sul taglietto e mi dice è un antidolorifico, finchè non trovi i cerotti, ride e si volta, ed inizia ad uscire, ma io sto scoppiando e...” Harry aveva alzato la voce di un'ottava, gli occhi erano vagamente isterici e le mani tremanti. Il globo immaginario che reggevano si sfaldò, e le lasciò cadere inerti sul tavolo.
Ed sorrise di nuovo, sempre rassicurante, per incitarlo a continuare. Harry chiuse gli occhi. Risentì le proprie mani risalire sui bicipiti di lui, sentì la propria lingua che frugava nella sua bocca, sentì il proprio corpo che si risvegliava, il suo respiro caldo, il cocente desiderio. “E l'ho baciato.” concluse sconvolto, lo sguardo fisso nel vuoto. “E lui mi ha baciato. Poi mi ha guardato, ha sorriso, mi ha dato un altro piccolo bacio ed è uscito dallo sgabuzzino come se la cosa più eccitante che vi avesse trovato dentro fosse stata la scopa di saggina e non... Me.”
Ed non riuscì a reprimere un sorrisetto: “Tipico di Louis.”




Piccola ma importante precisazione

Louis Tomlinson era il tipo di ragazzo che dava l'idea di essere in un modo, ma era l'esatto opposto. Poteva sembrare socievole e simpatico, ma più di ogni altra cosa amava farsi i fatti propri privatamente e amava che gli altri non vi mettessero becco. Quando si rese conto che baciare un ragazzo in uno sgabuzzino rientrava nella categoria di fatti propri in cui la gente avrebbe messo becco, prese l'immediata decisione di prendersi un po' di tempo per riflettere, e nel frattempo fingere che nulla fosse successo. Come se la cosa più eccitante che avesse trovato in quello sgabuzzino fosse stata una scopa di saggina vecchia e rotta, e non un riccio dagli occhi verdi, innamorato pazzo. E forse ricambiato, forse no.



Riflessioni romantiche di un giovane cuore

“È che io quando vedo Louis, non... Non capisco più niente, Ed. Come in Little Things. Quando gli do' il cinque e sembra che le nostre mani combacino, quasi come se fosse destino, quando vedo il suo sorriso, che subito interrompe perchè odia quelle piccole rughe accanto ai suoi occhi, quelle lui chiama a zampa di gallina, è lì che io capisco che lo amo. Oppure quando la notte lo sento borbottare nel sonno, o quando si prepara il suo thè di mezzanotte, quando si rifiuta di avere assoli nelle registrazioni perchè ha una voce che non lo convince... Io impazzisco. Lo amo. Lo amo da impazzire. Come faccio?”



Note significative a proposito di Edward Christopher Sheeran

Se c'era una cosa che Ed sapeva terapeutica ed insieme utile, sopra tutte le altre cure messe insieme, era scrivere canzoni, e cantarle. Perciò allungò una mano verso la chitarra che aveva appoggiato in un angolo poco prima, e strimpellò un paio di accordi. Harry lo guardava. Lui alzò lo sguardo, meditando sui versi: “Your hand fits in mine / Like it's made just for me / But bear this in mind / It was meant to be...
Gli occhi di Harry tornarono umidi. Annuì. Ed continuò con le prime parole della canzone che gli vennero in mente: “You can't go to bed / Without a cup of tea / And maybe that's the reason / That you talk in your sleep...
Harry annuì di nuovo, mentre il magone nel suo petto di allentava.



Risoluzione del problema (formulazione di un piano efficace)

“Questa canzone... sembra scritta per lui.”
“Allora te la cedo.”
“Grazie.”. Ed tacque.
“Cosa faccio, Ed?”
“Parlagli in privato. Non... Baciarlo, non guardarlo negli occhi, non dargli il cinque, se non farlo ti fa restare lucido. Devi restare lucido. Okay? Però parlagli.”
Harry annuì: “Grazie. Ancora.”
Ed ghignò. “E di cosa, amico? Sono solo le quattro di notte.”




Tentativo non del tutto fallimentare, 24 ore dopo

“Louis?”
“Dimmi, Harry.”
Harry sorrise.
Louis riusciva a far sembrare normale anche il fatto di essere appollaiato sul bancone della cucina, con una tazza di the in mano, alle quattro di notte.
“Non dormi?”, chiese sperando di prenderla larga.
“No, ripenso a te.“, rispose l'altro. Harry si sarebbe messo a ridere istericamente, se non fosse stato così concentrato su ciò che doveva fare. Louis riusciva sempre a prenderlo in contropiede: sembrava che il suo unico scopo nella vita fosse parlare al riccio mentre quest'ultimo era in stato confusionale. Così, Harry perse il filo del discorso: “Oh e, ehm, a cosa esattamente?”



Una confessione del tutto rilevante

“Allo sgabuzzino.”
“E... Sei giunto ad una conclusione?”.
Louis posò la tazza con cautela: “Vedi, Harry, io ho passato la mia vita fino ad ora accanto ad una donna. Conoscendo il corpo di una donna, amando il corpo di una donna, eccetera. Ciò che è successo là dentro, ieri sera, è del tutto nuovo per me. Ed è una cosa che, per me, non avrei mai pensato possibile. Però, ho qualcosa all'altezza del petto...”
“Lo senti anche tu, vero?”
“Cosa?”
“È come un nodo”, disse Harry avanzando verso Louis. “Un nodo tra le scapole. È una cosa dolce ma molto fastidiosa. È come se vivessi continuamente con una mosca che ti ronza attorno. Puoi conviverci, ma la senti comunque.”
“Che paragone lirico, Harry...”
“Lo senti anche tu?”, lo interruppe il riccio, alzando una mano a paletta verso l'altro. “Ho bisogno di saperlo.”
Louis fece una pausa, e sospirò. “Sì. Lo sento anche io.”
Harry sospirò a sua, volta, le lacrime pronte a sgorgare. “Allora agisci. Fai qualcosa. Non stare sempre lì a prendermi in contropiede, a fare sarcasmo su ciò che dico, ad osservarmi scaltro, prendi in mano la situazione, fai qualcosa, io sto impazzendo, sto davvero impazzendo...”




Elenco di cose che ti possono cambiare la vita

1. Un lutto
2. Un matrimonio
3. Un figlio
4. Louis Tomlinson che intreccia le sue dita con le tue, ti attira verso sè e ti bacia con prepotenza, con desiderio, infilandoti la lingua in bocca.




Una conclusione importante

“Cosa facciamo adesso?”, chiese Louis passando le dita fra i capelli di Harry, le loro fronti una contro l'altra.
“Aspettiamo il momento giusto.”
“È sciocco che la gente non riesca ad accettare certe cose.”
“Lo so...”
“Ma nel frattempo?”
“Potremmo andare a dormire. Che ne dici?”
Louis saltò giù dal bancone annuendo. “D'accordo, allora! A domattina.”
Harry lo guardò. Louis se ne accorse e rise. “Stavo scherzando. Vieni, il mio letto è più largo.”, e gli diede un bacio lascivo sulle labbra.




Un epilogo interessante quanto il prologo

Un gradino che scricchiola.
Un ragazzo che sghignazza, un altro che sorride.
Una porta che cigola.
Un interruttore che scatta.
Una maglietta che viene posata su una sedia.
Un cigolare delle molle del materasso.
Un interruttore che scatta di nuovo.
Ancora un cigolare.
Due volti che si guardano.
Due ciuffi castani.
Un paio di occhi verdi, persi in un paio di occhi blu.
Un paio di questi, divertiti come al solito.
Un paio di questi, lucidi da fare schifo.
  
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