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Autore: lady_fairytale    27/01/2008    8 recensioni
Ballo di Natale alla East High. Amori che sbocciano e cuori infranti, risse e offese, risate e pianti, un gruppo di ragazzi che pensavamo di conoscere bene, si riveleranno per quello che sono davvero. Mia prima ficcy! Recensite in tanti!!
Genere: Romantico, Commedia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CiaoooXDD Finalmente sono tornata, scusate per l'attesa "ciclopica" ma con la scuola non trovo mai un minuto libero per scrivere...Ormai il Ballo di Natale sta volgendo alla conclusione, anche perchè ormai il Natale è passato da un pezzo, spero continuiate a leggere e a recensire fino al "gran finale" previsto per il prossimo chappy.
Buona lettura^^hope you like it

Capitolo 5

-SHARPAY EVANS, QUESTA CANZONE ERA PER TE!!-
Per lei. Aveva cantato per lei. Il che equivaleva a qualcosa come una dichiarazione. Quella dichiarazione che Sharpay aveva aspettato per tanto, tanto tempo. Così tanto da convincersi che non avrebbe mai ottenuto nulla da Troy, né uno sguardo, né una parola dolce, né tantomeno una canzone. Non con una rivale come Gabriella Montez. E quella dichiarazione tanto attesa arrivava ora, quando lei aveva voltato pagina e lo aveva dimenticato. O almeno credeva di averlo fatto, perché ormai queste certezze stavano crollando dentro di lei. Chad la fissava, Troy la fissava e lei non era in grado di muovere un muscolo. Fissava semplicemente il vuoto davanti a sé, quasi in uno stato di ipnosi. E poi fu un attimo: Chad che gridava –Ehi, amico, che cosa pensavi di fare, eh?-, Troy che scendeva dal palco e si avvicinava, la spinta di uno, la reazione dell’altro, e in pochi secondi due tavoli vennero rovesciati con tutte le cibarie che vi erano sopra. I ragazzi si ritrovarono a terra, con i volti ammaccati, gli occhi neri, i nasi sanguinanti. In quei pochi secondi era scoppiato il caos: alcuni ragazzi avevano gridato, altri erano intervenuti per separare i due litiganti, altri avevano lasciato la mensa. L’unica persona che non aveva reagito in aclun modo a tutto ciò era Sharpay.
-Sei un bastardo, Bolton!- Gridò Chad a Troy mentre erano tenuti a distanza l’uno dall’altro
-Io amo Sharpay e tu non puoi farci niente, mi hai capito?- rispose Troy e uscì in fretta dal salone.
La ragazza osservava la scena immobile, in silenzio. Quello che stava accadendo non aveva alcun senso. Chad e Troy si stavano picchiando per lei, e gridavano di amarla. Lei, la regina di ghiaccio. Due ragazzi che erano sempre stati amici ora si stavano dividendo per colei che fino a pochi anni prima li ignorava semplicemente. Sharpay non si era mai sentita tanto amata, tanto desiderata e contesa in vita sua. E tutto questo le metteva solo una grande confusione, così tanta che alla fine non riuscì più a rendersi conto di ciò che stava accadendo davanti a lei. Tutto era appannato, sbiadito, confuso, e l’ultimo rumore che udì fu il tonfo del suo corpo sul pavimento.


“Gabriella”. Questo fu il primo pensiero di Ryan di fronte alla scena. Un solo nome, che per lui significava tutto. Perché se le parole di Troy avevano sconvolto l’intera sala, nessuno dei presenti ne sarebbe rimasto ferito quanto lei. Lui sapeva tutto di lei. Conosceva ogni suo pensiero, in ogni momento, e non aveva dubbi su ciò che provava ora. Rabbia, certo, e dolore, ma anche un senso di inferiorità che non aveva mai provato prima. Perché Gabriella aveva passato gli ultimi mesi a domandarsi se fosse ancora innamorata di Troy, e non le era neanche passato per la testa che forse era lui a non amarla più. Ora il mondo le stava crollando addosso. Ed eccola lì, con le mani alla bocca e le prime lacrime che cominciavano a rigarle il volto. Tremava ed indietreggiava lentamente, come se volesse eliminare quella scena dalla sua vista, come se volesse scappare. Infatti dopo pochi passi la ragazza si voltò, scese gli scalini del palco e corse verso l’uscita. Correva sempre più veloce, senza voltarsi, senza guardare nessuno. Ryan provò a fermarla ma sapeva che sarebbe stato inutile. Non era mai stato bravo a consolare ragazze ferite: non poteva certo dirle che dentro di sé aveva aspettato per tanto tempo ciò che stava accadendo, o che sperava di avere presto un’opportunità con lei. No, non poteva dirglielo, anche se ci sperava davvero.


Sharpay spalancò i suoi occhi azzurri, bellissimi anche in un momento come quello. Lo guardò negli occhi, o meglio, lui la stava guardando da un po’. Lei si tirò su subito guardandosi intorno. Erano nel giardino della East High.
-Troy, che cosa è successo? Perché siamo qui?-
-Sei svenuta, e ho pensato di portarti fuori a prendere un po’ d’aria-. Troy l’aveva fatta sdraiare per terra, sotto un albero. L’aiutò ad alzarsi.
Sharpay teneva lo sguardo basso, cercando di ricordare gli ultimi avvenimenti . D’un tratto si ricordò tutto: la canzone, la voce di Troy, la rissa, il mondo che sfuocava ai suoi occhi. Rivolse il suo sguardo all’edificio della scuola in lontananza, scuotendo la testa.
-Perché hai detto quella frase, Troy? Che cosa ti è saltato in mente? E per giunta davanti a tutti! Hai attirato su di me l’attenzione dell’intera scuola-. La ragazza sembrava arrabbiata, ma soprattutto spaventata, da Troy, così tanto da non avere il coraggio di guardarlo. Lui se ne accorse e la afferrò per un braccio, obbligandola a portare il suo sguardo su di lui.
-Guardami, Sharpay! Da quando è un problema per te attirare l’attenzione? –
-Sono molto cambiata, Troy. Non sono più la Sharpay che conoscevi-
-Certo che lo sei, le persone non cambiano. Io sono sempre Troy… e ti amo-
Questa frase non ebbe su Sharpay l’effetto che Troy aveva sperato. Non apparve né contenta, né sorpresa, ma neanche offesa o arrabbiata. Continuava a guardarsi intorno, immersa nei suoi pensieri. Forse aveva ragione, quella non era la Sharpay che conosceva.
-Per quanto tempo ho sperato di sentirtelo dire, Troy. Tu non hai idea di quanti giorni ho passato a pregare che tu dicessi o facessi qualcosa, e invece le tue attenzioni erano sempre per qualcun’altro- Gli occhi di Sharpay erano gonfi di lacrime.
-Ma Gabriella ora per me non conta niente, davvero-
-Non mi riferivo a Gabriella, ma a te stesso. Ti è sempre importato solo di quello che tu volevi. Quando volevi Gabriella ignoravi me, quando volevi il basket ignoravi Gabriela e ora che vuoi me, hai mollato tutti, anche Chad-
-Che c’entra Chad?- lo sguardo di Troy si infiammò di gelosia
Sharpay scosse la testa- Niente Troy, assolutamente niente- e si girò, incamminandosi verso la scuola.
Ma il ragazzo la fermò- Sharpay aspetta, io ti amo, TI AMO!- ormai stava urlano.
Lei invece non riusciva più a trattenere il pianto –Io no, Troy. Mi dispiace-
Con il volto rigato di lacrime, la ragazza si staccò dalla presa e si allontanò.
Troy rimase solo, a rimpiangere un amore che aveva perso per sempre.


Il giardino della East High era buio e silenzioso, l’unico rumore che si poteva sentire era un pianto sommesso. Proveniva da una ragazza seduta su una panchina, sotto un salice.
Gabriella singhiozzava coprendosi il volto con le mani. Si era rifugiata nel giardino deserto perché aveva bisogno di stare sola con i suoi pensieri. Non voleva vedere il volto di Troy, né quello di Sharpay, per un bel po’. E poi anche se ora tutta l’attenzione era puntata su di loro, presto tutti si sarebbero ricordati chi era la ragazza di Troy Bolton, e qualcuno aveva già cominciato a chiedersi dove fosse. No, non era disposta a rispondere a mille domande, ad avere mille occhi puntati addosso, aveva già provato quella sensazione, da quando stava con Troy era diventata la normalità, ma a lei non piaceva affatto.
Un rumore di passi accanto a lei la distolse dai suoi pensieri. Alzò lo sguardo. Ryan.
Il ragazzo si sedette accanto a lei e le avvolse un braccio attorno alle spalle. Gabriella smise di piangere, confortata da quell’abbraccio. Ryan nell’ultimo periodo era diventato sempre più un punto di riferimento per lei. Lui sapeva consolarla quando nessuno ci sarebbe riuscito, sapeva farla ridere ed era a lui che si rivolgeva in ogni momento, perché aveva la straordinaria capacità di non farle pensare a Troy.
Ryan tirò un lungo sospiro. –Però…è stata una serata… ricca di colpi di scena-
Lei rise appena, ma non disse nulla.
-Mi dispiace per quello che è successo, Gabriella-.
La ragazza alzò la testa dalla spalla di Ryan e lo guardò negli occhi.
-Di capita mai di vedere la tua vita come se fosse un film? Non lo so, forse sono solo pazza, ma ci sono dei momenti in cui mi sembra di essere fuori da tutto questo: Troy, la scuola, il canto…è come se ci fosse una finestra sulla vita di Gabriella e io sono lì che la osservo mentre và in mille pezzi, senza poter fare nulla per evitarlo. Quando Troy ha detto quelle parole a Sharpay, ho desiderato con tutta me stessa che non stesse accadendo, che bastasse riavvolgere il nastro perché tutto tornasse come prima. Ma la vita non è un film. Le cose succedono così, senza un motivo, e tu non puoi fare nulla per evitarlo-
Ryan sapeva fin troppo bene cosa intendeva dire Gabriella.
-Ehi, tu non sei pazza. Ti ho vista innamorarti di Troy, ho visto Sharpay ferirti e poi ho visto anche Troy ferirti. Non sai cos’avrei dato perché tutto ciò non accadesse, eppure non ho potuto fare altro che starmene lì a guardare. Credimi se ti dico che non sei pazza-.
Gabriella lo guardò confusa.
-In che senso… perché non volevi che accadesse? Non capisco-.
Ryan si alzò e cominciò a camminare di fronte a lei, nervoso. Non aveva il coraggio di starle accanto, di guardarla, perché sapeva che quegli occhi gli avrebbero fatto dire cose che aveva tenuto dentro di sé per molto tempo. Ma ormai si era spinto troppo oltre.
-Gabriella, io non mi sono iscritto all’Arts Accademy perché voglio fare il ballerino, almeno non solo per questo motivo. Insomma… tu te ne saresti andata per sempre… non sopportavo l’idea di non vederti tutti i giorni…di non poterti parlare… anche se stavi con Troy… era sempre meglio che saperti a chilometri di distanza…-
Mentre parlava Ryan camminava avanti e indietro sempre più imbarazzato, e lei sempre più confusa.
-Ryan, fermati un attimo!- Gabriella si alzò e lo prese per mano per fermarlo. –Che cosa provi davvero per me?-. Lo stava fissando.
Ryan non rispose alla domanda , avvicinò semplicemente le sue labbra a quelle di lei. La stava baciando, non poteva crederci, la stava baciando! E a quel punto il paragone le venne automatico: Ryan baciava molto meglio di Troy.

  
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