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Autore: SeleneAngel12    15/07/2013    1 recensioni
Sento una mano calda sulla mia schiena, la sento farsi largo tra i tessuti imperniati di pioggia e dolore e mi viene da sorridere pensando che un barbone sta tentando di consolarmi sul ciglio della strada, un barbone con una corona di fiori in testa.
Larry, ma non troppo ;)
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Teardrops

SeleneAngel12



Acqua 

Pioggia

Lacrime

Amarezza

Mi spingono oltre la soglia della veranda senza darmi il tempo di coprirmi il capo dalle gocce che si abbattono con irruenza al suolo, come se volessero colpire il terreno per ferirlo ed entrargli dentro nel profondo, per colpirlo ed affondarlo dall'interno.

Mi porto una mano agli occhi per coprire le lacrime che scorrono copiose, irruente e senza freni lungo le guance.

Acqua e lacrime che si confondo ancora una volta, si uniscono e si fondono dandoti l'illusione di poterti sciogliere al loro interno, ma in realtà ti avvolgono come in un involucro trasparente, senza coprirti o difenderti.

Ed eccola lì, l'illusione che si frantuma dentro un animo già andato in mille pezzi.

Navigano i tasselli di quella persona che ero un tempo in un mare di lacrime ed acqua.

Forse siamo questo noi esseri umani, acqua che penetra nella sostanza.

Ci illudiamo di essere superiori, intelligenti, crediamo di essere la razza prescelta.

Eppure finiamo con l'essere solo acqua che scorre via sotto forma di lacrime riempite di progetti sviluppati e poi andati in fumo.

Abbandono le braccia lungo il corpo perché oramai non ha più alcun senso tentare di coprirsi davanti all'evidenza che qualsiasi cosa usasse battere al mio interno ha smesso di farlo qualche minuto fa.

Dovrebbe fare male e forse lo fa, ma ad essere sincero non riesco a capire se questo possa essere dolore, non riesco a capire nemmeno perché ancora mi ostini a vivere una vita che non è mai stata adatta a me.

Codardo

Sventurato

Ingenuo

O forse solamente un coglione.

Forse

Le persone mi camminano intorno evitandomi come se potessi infettarli con qualche malattia strana anche solo guardandoli o respirando la loro stessa aria.

Trattengono il respiro e sviano lo sguardo, trovando d'un tratto attraente il cemento grigio delle strade di Doncaster.

E ancora lacrime

Lacrime

Lacrime

Lacrime di uno sfollato che non vale nulla.

Nullità sono e nullità rimarrò.

Mi siedo sull'asfalto consapevole che nulla in quell'immensità chiamata terra mi appartiene, probabilmente neanch'io appartengo a me stesso.

Sono un'anima venduta al migliore offerente e poi gettata nel mare dell'ipocrisia.

Calpestato a malmenato da persone che ormai non fanno più nemmeno finta di essermi amici.

Mi volto indietro verso quella che fino a poche ore fa chiamavo casa con gli occhi velati di amarezza e di una tristezza talmente radicata da rendermi vuoto.

Gente che cammina e mi evita febbrilmente perché io sono Louis, il ragazzo a cui hanno portato via tutto, la famiglia, la casa, l'anima.

Nessuno osa più fermarsi in questo mondo, nessuno riflette, nessuno pone domande.

Ognuno va per la propria strada ignorando le richieste d'aiuto di persone come me che hanno perso tutto, per fino se stessi.

Lacrime, ma niente urla.

Si sono portati via anche l'unica cosa che pensavo non potessero rubarmi: la mia voce.

Ed ora sono un corpo senza voce, un involucro senza identità.

Forse non sono nemmeno più Louis.

Le macchine della polizia sfrecciano davanti a miei occhi velati e pian piano se ne vanno via tutti dopo essersi portati via ogni cosa.

Un nastro giallo circonda la casa come a ricordarmi che quello è un limite che non posso valicare.

Lacrime

Lacrime perché nulla sarà più come prima.

E se credessi in Dio gli chiederei di prendermi con sé, ora e per sempre.

Perché nulla ha senso, perché io non ho più un senso.

Sono fatto di lacrime vuote che escono pian piano e mi lasciano svuotato.

 

E poi eccolo lì, il ragazzo che chiamano 'L'angelo vagabondo di Doncaster' che mi viene incontro con un sorriso che toglie il fiato.

Vorrei corrergli incontro, sbatterlo al muro con tutta la forza che ho, vorrei urlargli che non c'è nulla per cui ridere o essere felici.

Vorrei, ma non lo faccio e l'unica cosa che rimane della rabbia che provo sono le lacrime salate che corrono lungo le mie guance bianche.

Lacrime 

Lacrime

Rabbia che esplode nel petto come un'onda che si infrange sugli scogli per poi rigettarsi in mare e scomparire nel profondo.

"Brutta situazione" mormora sedendosi accanto a me.

Profumo di fiori e di libertà.

Quel ragazzo è la libertà.

O semplicemente un angelo che indossa una corona di fiori variopinti.

Abbasso la testa e ci sono così tante cose che vorrei fare o dire che contrastano tra loro, ma non parlo perché forse non c'è nulla che rimane da dire.

Tocca l'erba accanto a sé e stacca alcuni fiorellini di cui sinceramente ignoro il nome.

"It is what it is" dice ed io alzo lo sguardo confuso perchè mi chiedo come faccia a sapere del mio tatuaggio.

"E' che la vita va così Louis, oggi è una brutta giornata, ma starai meglio, si sta sempre meglio ad un certo punto e succede senza che te ne renda conto".

Lacrime

Tormento

Verità

Tra tutte le cose che poteva dire ha scelto la più giusta e non lo so da dove venga questo ragazzo dai capelli ricci e gli occhi verdi, non so quale sia la sua storia, non so perché si aggiri per le strade di Doncaster senza meta, senza una casa.

Però una cosa la so: so che quello che la gente dice su di lui è vero, ti compare accanto senza che te ne accorga nei momenti in cui ne hai più bisogno e sono in quei momenti che capisci che nulla è perduto.

Si sporge un attimo verso di me e con il polpastrello cattura una delle tante lacrime che mi solcano il viso.

L'osserva con quel sorriso malandrino sulla bocca e poi, guarda, mi dice inclinando la schiena verso di me.

E la lacrima scompare assorbita dalla sua pelle per far nascere una bellissima farfalla dalle ali azzurre e verdi.

Così dalla disperazione nasce la speranza.

Così dalla speranza nasce la consapevolezza.

Mi scappa un sorriso anche se non sono totalmente sicuro se sia giusto sorridere, non dopo tutto quello che è successo.

Faccio un sospiro profondo.

"Grazie.." sussurro consapevole di non conoscere nulla di lui.

"E' bizzarro come nessuno si sia mai disturbato a chiedere il mio nome, tutti tendono a vedere solo l'aspetto esteriore, il fatto che sono un barbone. Nessuno ringrazia, tutti se ne vanno dopo essere stati salvati. Mi piace osservare le persone per poi essere li ad aiutarle nei momenti più delicati. Ti osservavo da un po' Louis, pronto a tenderti la mano, ma la verità è che tu non hai ma avuto bisogno di me, tu sei forte e resisti davanti a tutto" rivela dedicandomi un sorriso spontaneo.

Ma quello che dice non è vero, io lo so, perché io sono un reietto a cui è stato portato via tutto e se fossi stato forte come dice lui, non avrei permesso per nulla al mondo che la mia famiglia venisse portata in un incidente mortale.

E le lacrime tornano a rigarmi il viso al ricordo di quei volti bianchi che una volta appartenevano alle mie sorelle.

Lacrime che bagnano e corrodono tutto ciò che attraversano.

Lacrime che di buono non hanno ovviamente nulla.

Lacrime che sanno di rimpianto, ma sopratutto di solitudine.

"Io non sono niente" dico appoggiando la testa sulle ginocchia riunite tra la morsa delle mie braccia, "non sono niente", ripeto puntando lo sguardo sui vestiti bagnati.

Sento una mano calda sulla mia schiena, la sento farsi largo tra i tessuti imperniati di pioggia e dolore e mi viene da sorridere pensando che un barbone sta tentando di consolarmi sul ciglio della strada, un barbone con una corona di fiori in testa.

"No tu sei Louis, il ragazzo più vivace di tutta Doncaster. Ed io sono Harry, lo strambo ragazzo senza una meta" afferma risoluto alzandosi in piedi, senza scarpe, senza barriere.

"Oh, non le porto mai", dice indicandosi i piedi, "trovo siano superflue", continua con una scrollata di spalle.

Mi tende una mano senza la minima titubanza ed io mi lascio trasportare leggero lontano da quella che chiamavo casa, lontano dal dolore di una famiglia persa e mai più ritrovata.

Una lacrima scende ancora per poi cadere dal mio mento ed il solo pensiero di quello che farò nel futuro mi terrorizza.

Sono solo in un deserto di anime impegnate in vite vuote e senza senso.

Tanto vale andarsene lontano, non tornare mai più, ricominciare.

Ma sarebbe giusto?

Sarebbe giusto godere della possibilità di vivere una vita lontano da qui, lontano dalla mia famiglia?

"Non è sbagliato pensare di andarsene, non è sbagliato continuare a vivere la propria vita Louis, se tu sei ancora qui è perché ti è stata data la possibilità di godere appieno del tempo che ti resta" dice Harry prendendomi sotto il braccio.

Continua a camminare accanto a me con quel sorriso splendente e quella camminata impacciata ma leggiadra e non capisco da dove sia venuto e perché sappia tutte queste cose.

"Tu non puoi capire" gli dico fermandomi di colpo, come se solo ora mi fossi risvegliato e avessi realizzato che lui mi stava portando via da casa mia.

Si gira lentamente e sospira guardando il cielo, poi una piccola farfalla gli si appoggia sulla spalla e lui la prende tra le sue mani grandi guardandomi negli occhi.

Questa volta una lacrima solca il suo volto e mentalmente mi sto dando dello stupido perché come posso essere riuscito a provocare dolore all'unica persona che cercava di aiutarmi?

"Ho perso mia madre e mia sorella l'anno scorso. Due ladri sono entrati in case mentre io ero a lavorare in panetteria, ho trovato io i loro corpi. Ho perso me stesso Louis e tu hai lo stesso sguardo che avevo io quando per la prima volta ho pensato che la mia vita fosse uno spreco" mi rivela con il tono più sincero possibile.

Rimango interdetto dalla rivelazione.

Mi riesce difficile pensare al fatto che dietro quel sorriso si possa celare lo stesso dolore che sto passando io.

"Ti ho aiutato perché voglio che tu capisca che tu non hai colpe e che non c'è nulla di sbagliato nel superare il dolore" conclude avvolgendomi con le sue braccia calde e muscolose.

Lacrime

Lacrime

Lacrime di rabbia

Lacrime di sfogo

"Come hai fatto a sopravvivere?" gli chiedo alzandomi in punta di piedi per sussurarglielo all'orecchio.

"Mi sveglio ogni mattina costringendomi a sorridere finché poi non diventa naturale, poi penso al sorriso di mia mamma ed il dolore svanisce permettendomi di ritrovare me stesso un giorno dopo l'altro".

Chiudo gli occhi e sento la voce squillante delle mie sorelline che riecheggia dentro la mia testa e mi riprometto di tenerla viva dentro di me.

Sospiro continuando a camminare e mi chiedo dentro di me quale sia la nostra meta.

"Andremo ovunque il nostro cuore sarà felice" afferma Harry leggendomi nel pensiero.

Mi stringe la mano ed indica la farfalla verde e blu che vola dinnanzi a noi, la guardo e dentro di me so che mi porterà dove è giusto che io vada, insieme ad Harry.






Eccoci qua carissimi lettori, era veramente molto che non postavo anche la più insulsa delle composizioni, ma ero impegnata con una maturità che non mi dava tregua! 
Non so questo da dove venga fuori ed in realtà non ha nemmeno una fine degna di questo nome, insomma non so che mi prenda, sarà che sono turbata dalla scomparsa prematura di Cory.
Dedico questo a lea, nella speranza che possa riprendersi da questo trauma.
#StayStrongLea

 

  
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