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Autore: Dominil    15/07/2013    1 recensioni
La battaglia ebbe iniziò e non lasciò scampo a nessuno dei due, continuavano a colpirsi una palla dopo l’altra fino a buttarsi esausti nella neve senza aver decretato un vincitore ufficiale.
A quel punto anche le labbra di Brian erano diventate viola e screpolate, il suo viso era di un rosso accesso e le articolazioni delle mani erano bloccate. La felpa quasi del tutto bagnata aderiva alla pelle e non si poteva che pensare che presto si sarebbe ammalato di brutto.
|accenni Synacky!|
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Synyster Gates, The Rev, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Labbra fredde, mani rosse, sorrisi screpolati

 
 
 
 
“I’d be just fine
Pretending I’m not
I’m far from lonely
And it’s all that I’ve got:”
(All That I’ve Got – The Used)
 
 
 
 

Le labbra erano secche e screpolate e, nonostante non le vedesse, sapeva con certezza che ormai fossero diventate viola. Anche le nocche delle mani avevano perso il loro naturale colore e quasi sentiva la pelle esposta bruciare come se fosse avvolta dalle fiamme.
Nonostante tutto questo Zacky continuava a rimanere immobile con gli scarponcini immersi nella neve, ad avere quello spettacolo che per vent’anni gli era stato negato. Da perfetto californiano qual era l’unica precipitazione che aveva visto, era la pioggia, non aveva mai messo le dita nella neve, non l’aveva mai guardata così intensamente da sentire male agli occhi.
“Vengeance!”
Il ragazzo non aveva fatto nemmeno in tempo a voltarsi che il viso fu investito da una cascata ghiacciata che si era dispersa non appena aveva toccato la sua pelle. Dovette ripararsi con un braccio, a quanto pare era iniziata una gara di palle di neve senza che se ne fosse accorto.
Con un largo sorriso si abbassò per rispondere all’attacco e solo quando lanciò il suo primo proiettile si rese conto che si trovava a combattere contro Synyster Gates che, dal canto suo, non indossava il cappotto e aveva gli zigomi arrossati.
“Inizia a correre Syn, questa non te la lascio passare!”
L’altro ragazzo di tutta risposta rise, per nulla spaventato. Stringeva le braccia lungo i fianchi e le mani, di cui solo una libera, erano strette a pugno.
“Avanti Zack vieni avanti, se hai abbastanza coraggio.” lo intimò, in tono di sfida.
“Mi pregherai in ginocchio di smetterla.”
La battaglia ebbe iniziò e non lasciò scampo a nessuno dei due, continuavano a colpirsi una palla dopo l’altra fino a buttarsi esausti nella neve senza aver decretato un vincitore ufficiale.
A quel punto anche le labbra di Brian erano diventate viola e screpolate, il suo viso era di un rosso accesso e le articolazioni delle mani erano bloccate. La felpa quasi del tutto bagnata aderiva alla pelle e non si poteva che pensare che presto si sarebbe ammalato di brutto.
“Ma non hai freddo?” chiese Zacky, che solo ad avere la testa poggiata su quel manto candido gli faceva male il cervello.
“Volevo gustare a pieno tutto questo, chissà quando avremo la possibilità di rivedere un passaggio simile. È il nostro primo tour americano, ma potrebbe anche essere ultimo.”
La sua frase aveva un che di tragico, ma ovviamente l’espressione che gli incurvava il volto era tutt’altra che triste. Sorrideva con gli occhi rivolti al cielo lattiginoso, un sorriso spavaldo e sicuro di sé che Zacky gli aveva sempre invidiato. Qualsiasi cosa Synyster Gates provasse, era nascosto da quell’a volte insopportabile sorriso.
“Esagerato.” commentò Zacky, senza però muoversi.
E adesso se ne stavano lì, praticamente in silenzio a parte i loro respiri gelati che bruciavano la trachea, a costringersi a tenere gli occhi aperti per fissare tutto quel bianco che non avevano mai visto prima di allora.
“Romeo e Giulietta in piedi, o vi beccherete una polmonite! Fino a prova contraria i chitarristi ci servono ancora, anche se il mio modesto parere sostiene che siano del tutto inutili.”
I due ragazzi scoppiarono a ridere prima di eseguire il comando, per poi pulirsi i vestiti dalla neve con le mani.
“Sia chiaro, io sono Romeo.” disse Syn mentre attraversava l’entrata del tour bus, rivolgendo a Zacky un occhiolino che voleva essere sensuale, con tanto di movimento del bacino. L’altro, di rimando, gli diede uno scappellotto.
“Vi consiglio una doccia calda.” propose The Rev, per poi sedersi su uno dei divanetti. Era lui che li aveva costretti a rientrare praticamente solo con un’occhiataccia ed era sempre lui a obbligarli in quel momento a fare una doccia. “Non insieme, anche se so che muori dalla voglia, Romeo.” aggiunse, facendo questa volta lui l’occhiolino. Zacky rise e diede il cinque all’amico mentre l’altro, lievemente stizzito, si diresse verso il piccolo bagno.
“Matt e Johnny?” chiese il chitarrista, sedendosi accanto all’altro.
“Sono usciti a prendere delle provviste, Christ sembrava ancora più nano in versione invernale.” rise della sua stessa battuta scuotendo la testa, come se il bassista fosse in quella mise proprio lì davanti ai suoi occhi, imbacuccato peggio di un bambino.
“Che hai?” disse poi, guardando Zacky negli occhi.
“Niente, perché?”
“Hai uno sguardo assente, a cosa stai pensando? C’è lo psicologo Sullivan qui solo per te!”
Zacky scoppiò a ridere.
“Idiota non ho niente, stavo solo pensando a Brian.”
“Oh Brian Brian, perché sei tu Brian?” lo canzonò l’altro, beccandosi un leggero pugno sulla spalla.
“Perché tu sei un cretino fatto e finito.” rispose. “E comunque intendevo dire che se ne sta sempre lì con la sua aria impenetrabile da figo, siamo amici da due anni ormai ma non credo di averlo ancora capito davvero.”
“Le persone si devono capire?” chiese l’altro, mettendosi meglio a sedere.
“Beh tu lo capisci Jim, sai ciò che sta per dire o fare una manciata di secondi prima che l’avvenimento accada. E non scuotere la testa, so bene che è così. Io invece continuo a vedere solo quel sorriso che forse non sempre è vero come vuole farci credere. Brian sta sempre bene, è sempre allegro... Non è strano?”
“Dimentichi che molto spesso è scazzato peggio di una donna col mestruo.”
“Hai capito cosa intendo dire.” ribatté Zacky, guardando l’amico dritto negli occhi.
“Non puoi semplicemente essere felice della sua compagnia? Perché devi torturare il tuo cervellino con queste seghe mentali da donnicciola? Ridi e scherza con quel cazzone Giulietta, prima che qualcosa cambi o peggio ancora, rovini le nostre vite. Prendi Brian come viene, vuole solo la nostra amicizia.”
L’espressione del Rev era maledettamente seria, così tanto da far quasi paura. Era come se nei suoi occhi s’intravedesse una verità superiore che agli umani non era concesso conoscere, un’atmosfera di spleen li aveva avvolti.
Non c’era nulla che poteva andare meglio, in quel momento, quella frase non aveva ragion d’essere. Eppure dal volto di Jimmy appariva altro.
“Giulieeettaaaa, la doccia è libera!” urlò Syn, mentre si infilava i boxer nel lato notte del bus.
Zacky ridacchiò divertito, prima di alzarsi e dirigersi anche lui in bagno. Nonostante la vena tragicomica che quella situazione aveva preso, su una cosa Jimmy aveva ragione: doveva assaporare a pieno ogni singolo momento con i suoi migliori amici e questo includeva anche Syn, perché tutto quello che la vita ti da prima o poi te lo toglie.
 
 
 
 
Note: questa one-shot era precedentemente inclusa nella raccolta “Two Hundred Avenged Sevenfold's pieces” che ho finalmente capito di non poter concludere nemmeno tra un milione di anni *sob*
L'ho scritta così di getto e forse non ha nemmeno molto senso, ma sappiate che nella mia mente Zacky e Brian nella neve erano di una coccolosità unica! Chi vuole vederci una Synacky faccia pure, io non ho esplicato niente ;)
   
 
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