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Autore: AxXx    16/07/2013    2 recensioni
Un esperimento fallito porta poteri a diversi ragazzi nel mondo. L'ONU istituisce la I.S.A. (International Security Agency) E, nel presunto tentativo di fermare i nuovi terroristi Omega, cerca di distruggerli, rendendo loro legali l'uso della violenza e dell'uccisione.
In fuga da tutto e tutti, alcuni Omega si ritrovano a combattere contro criminali e forze dell'ordine, spesso anche tra loro tutti con un obbiettivo importante da raggiungere.
Salvarsi, aiutare, sacrificare, combattere: tutto si risolve in una cosa sola; fare una scelta.
Quale prenderanno?
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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                         La Battaglia di Mosca

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Estrassi la spada e mi lanciai contro il signore delle cicatrici, elevando, nello stesso tempo, una barriera di elettroni per deviare i colpi che mi volarono contro. Quello, però, fu particolarmente veloce e riuscì a parare il mio attacco, accendendo la sua spada ad alta tensione. K07 si lanciò contro due uomini armati, buttandoli a terra e il nostro nuovo compagno ne colpì un altro, mandandolo a gambe all’aria.

Tutti gli altri uomini iniziarono a sparare, ma, a quanto pareva, il mio amico e il nostro improvvisato aiutante, avevano in comune una certa immunità ai proiettili dato che su di loro non ebbero effetto. Mentre intorno a noi infuriava lo scontro io parai un altro colpo e menai un fendente, facilmente evitato dal mio avversario. Allora, con un agile balzo con capriola, degno di un jedi, gli saltai alle spalle e cercai di colpirlo altre tre volte senza successo. Era stranamente agile e riusciva ad anticipare i miei attacchi con efficacia. Altri due fendenti e riuscii a spingerlo indietro per ripararmi dietro una colonna.

“Ehi! Sono un po’, dovremmo fare qualcosa, guarda là!” Disse K07 indicando due uomini con in mano due lanciarazzi.

“Merda, RPG, non sei immune alle loro esplosioni, vero?” Chiesi, mentre lo affiancavo, dopo aver falciato un uomo che aveva tentato di bloccarmi.

“No… dovremmo neutralizzarli in qualche modo.” Rispose, mentre i due prendevano la mira su di noi.

Ma, proprio quando spararono, i missili si fermarono a mezz’aria per poi tornare indietro e abbattere la passerella.

“Così, per esempio?” Chiese ironicamente Greta, mentre volava a tutta velocità, usando i suoi poteri per deviare i proiettili che le venivano sparati addosso, raggiungendoci dietro la colonna. Io mi buttai di nuovo nella mischia creando intorno a me una barriera di elettroni con la quali mi protessi dai proiettili, mentre cercavo di raggiungere l’abbatti-tetti che si trovava a circa sei metri davanti a me.

“Ehi, amico! Sei qui per salvare un ragazza, no? Vai, qui ce ne occupiamo noi.” Gli dissi, lanciando due saette contro alcuni nemici appostati in alto, tramortendoli.

Quello si riscosse improvvisamente e, con uno scatto, si sollevò in aria e sfondò un muro laterale, sparendo in una fenditura che dava verso il basso.

Improvvisamente vidi uno specie di proiettile verde venirmi addosso, e, quando lo schivai, a terra apparve una pozza fumante di acido. A lanciarla era stato il tipo con la cicatrice, che stava lanciando altri proiettili contro di me, con l’intenzione di bruciarmi vivo.

“Allora, lampadina, sei più di quanto sembravi… anche se ammetto che avevo percepito qualcosa, prima che ci attaccassi.” Disse, lanciando altro acido che evitai con una capriola laterale.

“Anche tu sei più di quel che pensavo, ma avrei preferito che tu non lanciassi acido.” Risposi, sparando altri fulmini che andarono a impattare contro i proiettili acidi del mio avversario. Quello estrasse di nuovo la spada e mi caricò. Evitai di nuovo l’attacco e, con una capriola attaccai dall’alto, ma senza successo. A quel punto potevo solo tentare di spezzargli la spada. Così colpii con tutta la forza che avevo. Per alcuni istanti ci fronteggiammo spada contro spada. I rispettivi muri elettronici sfrigolavano e mandavano scintille. Poi la sua spada si spezzò, lasciandolo solo con il manico.

“Ma che… avevano detto che era indistruttibile!” Sbottò lui sbattendo l’arma a terra.

“Teoricamente lo è! Solo che la tua è andata in sovraccarico: le tua batterie sono limitate, io, invece sono carico al massimo!”  Risposi, rifilandogli un calcio facendolo volare indietro di due metri.

“E va bene… significa che farò senza!” Urlò rialzandosi, iniziando a sparare proiettili di acido contro di me.

Mentre noi combattevamo, Greta e K07 stavano facendo i salti mortali per respingere quei criminali: avevano messo K.O. almeno venti uomini e gli ultimi dieci stavano tentando di fermarli (cosa che non funzionava molto bene dato che lui era immune ai proiettili.)

“siamo solo noi due, pazzo spara acidi, finiamola!” Urlai con rabbia, lanciandomi contro di lui a spada tratta.

 

 

 

 

 

 

 

[WC04]

 

 

 

A quanto pare avevo sottovalutato quei tipi, anche da sotto il cappuccio avevo notato una certa ‘vicinanza di età’, ma non pensavo che mi avrebbero aiutato. Il tempo era certamente a mio sfavore e non avevo idea di cose potessero fare alla ragazza se avessero capito di essere attaccati. A tutto si aggiungeva anche Edward che sembrava un po’ su di giri.

“Cavolo, amico! Hai visto!? Quel tipo spara elettricità, meglio di Dottor Destino!”

“Non è il momento, sono occupato!” Risposi, mentre mettevo K.O. Un altro uomo con un pugno dritto alla faccia, prima che potesse afferrare l’arma.

Procedetti cautamente, avvicinandomi alla zona che più probabilmente usavano per trattenerla: un lungo corridoio che terminava con un ampia sala quadrata e quattro piccole stanze senza uscita per ogni lato.

‘Chi avrà costruito questo posto?’ Pensai incuriosito, mentre mi preparavo ad aprire la porta.

Certo non mi aspettai di ritrovarmi una guardia stesa a terra e la cella vuota. Rimasi paralizzato per un attimo, ma sufficiente a qualcuno per colpirmi alle spalle con quello che la mia nuca identificò come un bastone di metallo. Una fortuna che il mio corpo fosse così resistente. Il secondo colpo non mi colse impreparato e, quando cercò di colpirmi ancora mi abbassai e afferrai il mio aggressore, bloccandolo contro la parete.

“Cosa, ma che…?” Davanti a me c’era proprio Emile Kent che stava brandendo un tubo metallico come arma.  

“N-non farmi del male, aspetta!” Mi pregò lei, lasciando cadere l’arma.

“Ma guarda che io… giù!” Urlai, mentre due uomini armati iniziarono a spararci addosso.

“Sei non sei uno di quelli che mi ha rapito chi sei? Ti ha mandato mio padre?” Chiese, mettendosi al riparo dietro la porta. Aveva paura, ma stava cercando di non darlo a vedere.

“No… diciamo che io…  lavoro in proprio…” Risposi, lanciandomi contro i due, abbattendoli entrambi con un unico pugno, facendoli andare a sbattere contro la parete.

“Pensavo che avesse chiamato la polizia quando mi avevano fatto parlare con lui… perché non l’ha fatto?” Si chiese arrabbiata.

“Lo scopriremo dopo… ora dovremo andare!” Urlai, mentre altri tre si avvicinavano, cercando di colpirmi con le loro armi da fuoco.

I primi due li abbattei facilmente, ma prima che potessi voltarmi ad affrontarli, lei gli aveva già dato un calci al basso ventre e l’aveva finito con un pugno alla gola.

“Accidenti, bel colpo!” Mi complimentai, sorpreso della sua abilità.

“Sono ben allenata, so come difendermi… solo che quel tipo con la cicatrice mi aveva colto di sorpresa.” Rispose la ragazza, scrollando le spalle.

“Be’, lasciatelo dire, sei grande!” Dissi, davvero impressionato. Dovevo proprio rivalutare quella ragazza.

“Scusate se vi interrompo, ma devo dirvi che rilevo un improvviso aumento di comunicazioni radio nei pressi della vostra posizione e non sembrano amichevoli.” Ci interruppe Edward, contattandomi dall’auricolare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[WX01]

 

 

Avevo sottovalutato un bel po’ quel tipo, anche perché mi stava davvero tenendo testa. Mentre la mia elettricità non faceva molti danni, il suo acido si spandeva sul terreno, limitando i miei movimenti e costringendomi a indietreggiare ad ogni mossa. I colpi erano pericolosi, perché qualsiasi cosa lui mi lanciava rischiava di essermi letale. Troppo tardi mi resi conto di essere caduto in una trappola. Infatti, a forza di indietreggiare mi ritrovai sotto la passerella su cui, in precedenza, si erano posizionati i suoi compagni.

“Ci vediamo, lampadina!” Mi schernì, mentre scioglieva i sostegni.

“Attento!” urlò Greta, usando il suo potere per tenere sollevata la struttura.

“grazie… credevo che mi avrebbe schiacciato.” Dissi, mentre mi rialzavo. Il tipo con la cicatrice si era dato alla fuga, usando il suo acido per aprirsi una via d’uscita.

“Dobbiamo inseguirlo.” Affermò K07, preparandosi a seguirlo.

“No… stanno arrivando dei soldati, dobbiamo andarcene subito!” Urlò il tipo che era entrato, sfondando il soffitto del magazzino. Insieme a lui c’era una ragazza davvero bella che indossava un paio di jeans e una maglietta un po’ rovinata.

“Andate, io cercherò di trattenerli!” Dissi, saltando sulla passerella e poi, raggiungendo la tettoia, raggiungendo la cima dell’edificio. Non avevo idea del perché mi stessi assumendo questo rischio, ma volevo proteggerli.

 

 

 

 

 

 

 

[WC04]

 

 

“Dobbiamo aiutarlo, non può farcela da solo!” Dissi agli altri, cercando di incitarli.

“Calma… ricorda che siamo tutti messi abbastanza male, dovremmo andarcene, approfittando del fatto che ci copre la fuga.” Disse K07, mentre si avviava verso l’uscita.

“Io credo che dovremmo aiutarlo! Dopotutto ci ha aiutati, no? È nostro amico.” Intervenne Greta preoccupata. Aveva già visto forze militari addestrate all’opera e non era certa che Alessandro potesse farcela.

“Lo so, ma tua madre e il tuo ragazzo? Hai detto che sono andati poco lontano, ma dobbiamo comunque avvertirli.” Gli ricordò il ragazzo. “Inoltre, tu, superman, dovresti riportare quella ragazza dai suoi genitori.” Aggiunse rivolgendosi a me e Emile.

“Io non sono una codarda! Posso aiutarvi!” Intervenne lei stringendo i pugni. “Voi mi avete tirata fuori, potrei darvi una mano!”

“No, hanno ragione. Dobbiamo andarcene.” Intervenni io, a malincuore. Sapevo che stavamo abbandonando un compagno. Non lo conoscevo, ma mi aveva aiutato, quindi avrei dovuto, almeno, ricambiare il favore.

“Ok, facciamo così. Noi andiamo a fare quello che dobbiamo. Poi torniamo e aiutiamo X01 a finire il lavoro.” Propose Y07. Anche lui non era il tipo da abbandonare i compagni, ma finché lo scontro rimaneva in quella zona, avrebbero evitato vittime innocenti.

Tutto il gruppo si divise: Greta e K07 si avrebbero raggiunto i loro compagni per poi trovargli un rifugio, mentre C04 avrebbe portato Emile al sicuro, nonostante la forte disapprovazione di lei. Tutti sapevano che X01 non avrebbe resistito a lungo contro i soldati dell’I.S.A. Avrebbero voluto tornare ad aiutarlo, ma era come se qualcosa li bloccasse. Come se sapessero che quella battaglia doveva essere vinta o persa solo da WX01.

“Superman, senti… so che sei un po’ su di giri e che non ti piace abbandonare i compagni, ma c’è qualcosa che dovresti controllare.” Disse all’improvviso Edward, contattandomi tramite l’auricolare.

“Dimmi, sono in linea.” Affermai mentre volavo, in direzione della zona residenziale, con Emile che si teneva alle mie spalle.

“Ascolta, nella zona del Giardino Rennsky ci sono state delle esplosioni. I militari sono andati anche lì, ma non ricevo più comunicazioni. Ci dev’essere qualcosa di strano. Le telecamere mi fanno vedere delle esplosioni che sembrano esplosioni nucleari in miniatura.” Affermò, allarmato, mentre io continuavo a guardarmi indietro: alcuni elicotteri avevano già circondato in volo il magazzino.

“Ok, vado appena avrò riconsegnato Emile ai suoi genitori.” Dissi, ancora intenzionato a tornare indietro.

“Non ce n’è bisogno, vengo con te, non ti sarò d’intralcio.” Mi rassicurò lei, costringendomi a fermarmi.

Io rimasi in silenzio per qualche minuto. Sapevo che l’avrei esposta a pericoli, ma avrei anche perso tempo e, chiunque fosse, poteva rivelarsi un pericolo per delle persone innocenti. Alla fine acconsentii, a patto che lei rimanesse indietro e non si esponesse. Stavo per riprendere in volo quando un fulmine colpì la cima del magazzino e, subito dopo, una specie di onda d’urto elettrico attraversò tutta la città, lasciando al buio tutta la città. Anche il mio auricolare iniziò a grattare fastidiosamente. Tutte le luci, tutti i semafori si spensero. Gli elicotteri precipitarono.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[AX01]

 

 

Mi sedetti sul tetto a gambe incrociate, cercando di concentrarmi su ciò che sentivo intorno a me. Ogni singolo elettrone di ogni singolo atomo nel raggio di un kilometro erano visibili alla mia percezione elettronica. Ogni corpo vivo che emetteva scariche bio-elettriche era visibile ed ogni macchinario che andava a elettricità era sotto il mio senso. Avevo da tempo capito come percepire gli elettroni. Tutta una questione di concentrazione. Il mondo cessava di avere tre dimensioni e tutto era formata da onde di energia, come se tu vedessi un lago. Ogni persona era come un onda, un increspatura in quel liquido. Fu allora che percepii le comunicazioni provenienti dai veicoli.

“Signore…  abbiamo tutti gli Omega sui sensori, ma uno è fuggito.”

“Non importa, prendete il gruppo principale è il nostro obbiettivo, lì c’è Zeus, l’ordine è di catturarlo.”

“Sissignore, I bot sono pronti per l’intervento e possiamo iniziare la prova sul campo degli esoscheletri da combattimento per i soldati.”

“Signore, X01 è rimasto in posizione, ma abbiamo un problema: gli altri Omega si sono divisi e rileviamo un intenso segnale Omega non lontano.”

“Ricordate: Zeus è il nostro principale ricercato. Concentratevi su di lui… mandate qualcuno dietro gli altri… abbiamo inviato altri uomini dietro all’altro.”

Sapevo che dovevo colpire in fretta prima che si mettessero a inseguire gli altri. Il problema era che non avevo abbastanza energia per poterli fermare. Dovevo trovare una fonte di energia abbastanza grande da poter mettere a terra un intero esercito. Fu allora che i miei sensi percepirono un mare di energia elettrica che mai avevo notato: sopra di me, a chissà quante centinaia di metri d’altezza, c’erano delle nuvole nere che si addensavano sopra la città.

Decisi di correre il rischio: sapevo che il mio corpo non era ancora abituato alle altissime tensioni che i fulmini avrebbero scatenato, rischiavo di bruciarmi, come un fusibile consumato, ma non sapevo dove altro cercare l’energia necessaria. Così presi l’iniziativa: ormai gli elicotteri erano molto vicini e mi stavano puntando contro le armi.

Alzai le mani al cielo e mi concentrai al massimo per attingere a quel mare di energia che, con un solo fulmine, piovve su di me, caricandomi di un energia così intensa che faticavo a trattenerla. Un fiume di potenza tale che avrebbe potuto incenerirmi se fossi stato un uomo normale, ma io non lo ero.

Mi concentrai più che potei e, con un urlo che sembrò fastidioso persino a me, liberai tutta la mia potenza in un impulso elettromagnetico così potente che lascia al buio tutta Mosca e le zone limitrofe. Gli elicotteri precipitarono e i veicoli militari mandati all’inseguimento dei miei amici si fermarono.

Quando guardai in basso vidi alcuni uomini armati entrare nel magazzino: erano sopravvissuti alla caduta e avevano i loro uomini via terra. Con loro c’erano anche alcuni robot, evidentemente scampati al mio impulso con qualche schermatura di tipo militare.

‘Se volete la guerra… che guerra sia!’ Pensai, saltando al livello sottostante, accendendo la mia lama ad alta tensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[WC04]

 

 

Appena arrivati al parco mi resi subito conto che qualcosa non andava: il parco era pieno di crateri provocati quasi certamente da delle cariche esplosive. Decine di veicoli, per lo più militari, giacevano mezzi distrutti, con portiere scardinate, in mezzo agli alberi, alcuni dei quali erano in fiamme. I corpi di decine di soldati bruciati e lasciati a marcire in mezzo al campo. Ero certo che non fosse stato lo stesso tipo che aveva rapito Emile: quelle bruciature erano state fatte da delle fiamme molto potenti e non c’era traccia di acido.

“Chiunque sia stato ha fatto un bel po’ di danni.” Osservò lei, avvicinandosi a una jeep semi-distrutta, osservando le parti incenerite.

“Di certo non ha lasciato sopravvissuti…” Feci notare osservando uno scheletro incenerito, cercando di non vomitare.

“No… ma il peggio è che… no capisco, ma è come se parti di questi veicoli fossero state… annichilite.” Sussurrò, iniziando a cercare qualcosa sul fondo del veicolo. “Come immaginavo… la parte mancante non c’è, o ci sono solo dei frammenti.”

“Che vuoi dire?” Chiesi incuriosito, notando una certa somiglianza con Edward nel modo di porsi un problema.

“Nel senso che qui c’è qualcosa che non va: i pezzi sono…”

“Giù!!!” Urlai, mentre la terra sotto di lei iniziava a contrarsi in maniera inquietante. Fu una mossa propizia, visto che il terreno esplose accanto a noi, provocando un onda d’urto violentissima. Una fortuna che la mia massa mi ancorasse a terra, permettendo a me e Emile di non essere spazzati via.

“E’ la seconda volta che mi salvi la vita, oggi, comincio a essere in debito.” Sussurrò lei, mentre mi rialzavo.

“Lascia stare, piuttosto, come mai qui è saltato tutto?” Chiesi osservando il cratere.

“Io posso rispondervi…” Sussurrò una voce a poca distanza da noi.

Mi voltai e vidi una ragazzina: doveva avere circa quattordici anni, aveva un mignolo in meno e una gamba apparentemente paralizzata, dato che stava usando una stampella, per camminare. Aveva i capelli rossi, corti e gli occhi di un colore viola parecchio inquietante.

“Hai visto chi ha piazzato la bomba? Devi andartene, qui è pericoloso.” Dissi tutto d’un fiato, cercando di capire come mai nessuno l’avesse portata via.

“Nessuno ha piazzato nessuna bomba e… per l’esplosione… sono stata io a farti lo scherzetto… vuoi giocare?” Chiese con un sorrisetto che mi pareva davvero diabolico. Non riuscivo a credere che quella ragazzetta potesse aver fatto una cosa del genere.

“Non so chi tu sia, ma io no ti… ah!” Una spalla mi era letteralmente esplosa, provocandomi un graffietto: la mia massa iper-concentrata mi aveva protetto, ma mi chiedevo come fosse possibile un autocombustione del genere.  Doveva essere stata lei.

“Ora ci divertiamo!” Disse la ragazzetta puntandomi contro entrambe le mani.

Subito il mio petto esplose con maggiore violenza, ma ancora una volta, la mia massa mi aveva protetto. A quel punto capii che dovevo fermarla.

“Tappati le orecchie, Emile, potrei distruggere qualcosa!” La avvisai, mentre mi preparavo ad attaccare prendendo fiato. Appena vidi che aveva seguito il mio consiglio, lanciai un urlo terribile, ma non un urlo qualsiasi: era un urlo sonico. Emettevo delle onde sonore talmente potenti e a frequenze talmente elevate che potevo sfondare i timpani.

Di fatti la ragazzina iniziò a urlare, paralizzata dal dolore per il mio urlo. Ma non era del tutto fuori uso, dato che riuscì comunque ad allungare una mano per far esplodere il terreno accanto a me, distraendomi abbastanza da farmi cessare l’attacco. Altre due esplosioni mi bloccarono la visuale, e, quando mi volò addosso con una specie di propulsore alla mano, fui scaraventato all’indietro, finendo contro i resti di una macchina della polizia.

“Di pure addio al mondo!” Urlò lei, puntando la mano sinistra contro di me, facendo saltare tutto il veicolo.

Io, però, ero molto più duro di quanto si aspettasse, infatti mi alzai subito, facendo un volo velocissimo, investendola all’altezza della vita, mandandola contro un albero, abbattendola con un colpo solo.

“Presto, meglio se ce ne andiamo!” Urlai, afferrando Emile per la maglietta.

“Aspetta, vuoi lasciarla fare!? Ma così ammazzerà un sacco di gente.” Mi  fermò lei, mettendomi una mano sulla spalla.

“Lo so, ma tu sei esposta… credo che questa ragazzina faccia esplodere solo oggetti con una massa piccola… questo spiegherebbe perché io non sono saltato. Ma tu non sei altrettanto resistente, devi andartene… raggiungi questo indirizzo, dovresti trovare un mio amico, io ti raggiungerò lì, non appena avrò sistemato la piccola.” Dissi, dandole un foglio su cui avevo scritto l’indirizzo di Edward. Sapevo che era pericoloso lasciarla andare in giro da sola, ma dovevo tenerla lontana dallo scontro o si sarebbe ferita.

Dopo un attimo di silenzio, Emile afferrò il foglietto e mi accarezzò la guancia, un gesto che non mi aspettavo.

“Cerca ti tornare intero.” Disse, allontanandosi.

Io la osservai andarsene, prima di tornare a concentrare la mia attenzione sulla ragazzina esplosiva.

“Allora, un ultimo desiderio, ragazzo d’acciaio!?” Mi minacciò, puntandomi contro la mano e facendo saltare il terreno sotto di me.

“Sì… vorrei che tu sparisca, pazza psicotica!” urlai, sollevando la torretta di un carro armato e lanciandogliela contro.

Lei, usò di nuovo i suoi poteri, facendo esplodere l’oggetto che le era stato scagliato contro, ma non poté usarli per respingere me che, approfittando dell’esplosione, mi ero lanciato in volo contro di lei per colpirla di sorpresa. La gettai contro un albero e, bloccandola, le rifilai due pugni allo stomaco, ma non riuscii a colpirla una terza volta, perché, con un esplosione, mi respinse abbattendomi a terra.

“Scusa, ma ho molte cose da far esplodere!” Disse ridendo come una pazza facendo saltare il terreno intorno a me.

Ringraziai i miei poteri che mi permettevano di resistere a quegli attacchi, ma quando tornai in superficie, lei non c’era più.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[WK07]

 

 

Quando il tipo che ci aveva aiutati ci raggiunse, eravamo riusciti a seminare i soldati. Non avevo idea di come, ma, improvvisamente, tutte le apparecchiature elettroniche della città erano fuori uso. C04 ci condusse ad un appartamento abbastanza spazioso, dove viveva il suo amico Edward. Era un appartamento abbastanza normale: una cucina, un bagno, un salotto e una camera da letto (unico posto anomalo della casa). Essa era strapiena di  computer dove un tipico tizio con l’aspetto da nerd stava facendo un sacco di operazioni per riparare alcuni computer ancora andati. Ad aiutarlo c’era la ragazza bionda che Mister Muscolo aveva salvato.

Mentre ci sistemavamo, Edward ci radunò in camera sua, dicendoci di avere una notizia importante.

“Allora, gente… cavolo sto parlando con tizi che potrebbero essere gli Avenger… scusate, dicevo, ho riparato tutti i computer. Fortunatamente l’impulso elettromagnetico del vostro amico non ha danneggiato le schede di memoria, quindi ho solo dovuto riavviare il sistema.” Esordì, con uno strano sguardo eccitato negli occhi.

“Quindi? Ci hai riuniti solo per questo?” Chiese Greta con lo sguardo un po’ arrabbiato.

“In realtà no… volevo farvi anche sentire questa comunicazione che ho intercettato da poco.” Disse, premendo il tasto avvio del suo computer portatile.

 

 

“Rapporto dell’operazione Maelstrom. Nonostante la perdita di tutti gli Omega, possiamo dire che l’attacco non è stato un totale insuccesso. Abbiamo perso quasi tutti i veicoli e dei trecento uomini schierati, ne abbiamo persi quasi la metà. Abbiamo anche perso quasi tutti i robot d’assalto di prima linea, ma, alla fine, WX01, detto Zeus, è nelle nostre mani. Ha opposto una resistenza superiore alle aspettative, anche perché l’evoluzione dei suoi poteri è stata più veloce del previsto. Le condizioni atmosferiche, inoltre, hanno lo hanno favorito, permettendogli di attingere più volte al potere dei fulmini. Tuttavia, i nostri cecchini, sono riusciti a individuarlo e a sedarlo, una volta che hanno raggiunto la loro posizione. Il Generale Ritcher ha appena autorizzato il trasferimento di Zeus su Empireo.

 

 

 

 

 

 

 

 
  
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