Storie originali > Generale
Segui la storia  |      
Autore: Odair    16/07/2013    0 recensioni
I film, i libri, le poesie insegnano che non c'è forza più potente dell'amore.
Ogni tanto ci credo anche io; mi faccio abbindolare dalle belle parole, metto da parte la razionalità e mi tuffo tra i sentimenti.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I film, i libri, le poesie insegnano che non c'è forza più potente dell'amore.

Ogni tanto ci credo anche io; mi faccio abbindolare dalle belle parole, metto da parte la razionalità e mi tuffo tra i sentimenti. Ci ho creduto anni fa e ci credo ancora, per questo ho deciso di raccontare la mia storia, anzi, le mie storie. Nella speranza che, rileggendole in futuro, io capisca che nulla è stato vano.

Ho pianto, ho sofferto, mi sono beata della platonicità di un sentimento che sapevo non mi avrebbe portato nulla di concreto.

Uso la scrittura come terapia, per uscirne, per aprire le porte della mia vita, gettarmi per strada e trovare, finalmente, ciò che mi spetta.

 

 

***

 

Il Sole splendeva caldo su Washington, era una giornata di fine ottobre, ero seduta ad un bar non molto distante dal Lincoln Memorial con due miei amici. Se ripenso a quel quadretto, mi viene da sorridere: noi tre eravamo quanto più di diverso ci si possa aspettare da delle persone, i classici opposti che si erano attratti per la fatalità del caso.

Ero concentrata sul caffè che avevo di fronte quando la mia attenzione venne catturata dalla domanda che mi venne posta improvvisamente.

"Quindi.. ti piace Charlotte?" mi chiese Claire mentre giocherellava con la collana dei Doni della Morte che aveva acquistato poco prima.

"Beh.." risposi balbettando "Piacere è una parola grossa.. è comunque una bella ragazza, ma non mi sono mai tanto soffermata a riflettere sul fatto che possa piacermi davvero in quel senso."

"Coraggio, Julie, ammettilo!" disse sorridendo il mio migliore amico, Charles.

La giornata trascorse normalmente, non ripensai a quello che mi era stato detto: la mia eterosessualità era sempre stata una sicurezza, una Charlotte qualunque non poteva far crollare tutto.

A scuola, intanto, l'ultimo anno di liceo aveva preso vita: non c'era più spazio per i ricordi estivi, per il caldo, per il divertimento. C'era lo studio e null'altro. 

"Julie! Julie!" così mi accolse Claire una mattina in classe: urlando a squarciagola e agitando le braccia.

"Che succede?"

"Non hai idea!" disse continuando a sorridere e ad agitarsi.

"No, infatti, ma magari se.."

"Fanno un Raduno di Harry Potter!"

"Un Raduno..?"

"Esatto! A New York, non è meraviglioso?"

"Dobbiamo andarci, assolutamente!"

"Il Raduno inizia il giorno del tuo compleanno!" mi disse.

"Perfetto, sarà il mio regalo da parte dei miei! Un regalo perfetto!"

"Un Raduno di Harry Potter?" disse una voce alle mie spalle; mi voltai ed incrociai lo sguardo di Charlotte.

Tentennai per un secondo, ma poi presi fiato e le raccontai tutto ciò che sapevo dell'iniziativa, lei sembrava interessata, era una fan della saga; il mio cuore, nel suo piccolo, ardeva dal desiderio di averla a portata di mano per tre giorni. Ma il mio cervello stoppò qualsiasi ulteriore pensiero rivolto a lei.

La prima lezione della giornata cominciò, ma io ero troppo distratta; quando la campanella suonò, lei mi passò di fianco sorridendomi e lasciandomi nella scia del suo profumo.

"C'est l'amor." disse Charles sogghignando al mio fianco.

"Come..?"

"Magari se evitassi di guardarla con quella faccia da pesce lesso. Andiamo, forza. Abbiamo biologia da seguire."

I miei piedi agivano in automatico, conoscevo a memoria il percorso per raggiungere l'aula della mia materia preferita; la professoressa Source accolse me e Charles con il solito sorriso a trentadue denti.

"Ti dispiace che non sia qui?" mi chiese Charles mentre la professoressa sgridava una certa Liza per non aver consegnato il suo compito in tempo.

"Forse.."

"Non mi hai nemmeno chiesto di chi stessi parlando, stai messa davvero male."

 

 

***

 

Il Raduno arrivò più in fretta di quanto mi aspettassi; le lancette dell'orologio sembravano volermi portare il più in fretta possibile a quella data. Chissà, forse persino il tempo era al corrente di quanto quell'esperienza avrebbe segnato la mia vita.

All'alba dell'8 dicembre partì un pullman da Washington diretto verso New York, la sede del Raduno. 

I miei compagni di viaggio, Charles e Claire, erano profondamente addormentati; io ero intenta a scorrere l'elenco dei messaggi di auguri che mi erano arrivati.

Le solite solfe, le solite cose dette e ridette, al contrario dei più io ho sempre dato grande valore agli auguri di compleanno, perché sono auguri che valgono non solo per quel giorno, ma per la vita, soprattutto se gli anni compiuti rappresentano una tappa importante nella crescita dell'individuo. I compleanni sono importanti, segnano la nostra vita, in tutti i sensi. Ci rendono più vecchi, forse più saggi, sicuramente più allegri, almeno in quel giorno.

Ci fermammo a Philadelphia, per una breve sosta e per far salire a bordo il gruppo numeroso proveniente da quella città.

Claire salutò calorosamente alcuni di loro, tramite Facebook aveva iniziato ad instaurare dei rapporti. Io, al contrario, mi ero mantenuta esterna al tutto, ero sicura che certe amicizie non sarebbero durate nella vita reale, ma che sarebbero state bellissime esclusivamente preservate dal vetro della magia che ci accomunava.

Claire mi presentò una ragazza bionda, dalla voce squillante, Helena, la classica stupida dei telefilm, per intenderci. Ma mi colpì subito, forse per la dolcezza nello sguardo, forse perché mi abbracciò subito con vigore, ma sapevo che quella piccola bionda mi avrebbe riservato delle sorprese.

Il viaggio continuò e, circa, due ore dopo arrivammo nella Grande Mela. 

Molti dei partecipanti al Raduno non avevano mai visitato la città, io ero tra quelli, così mi ritrovai col naso schiacciato contro il finestrino per ammirare la culla della società moderna.

I grattacieli si erigevano sulle nostre teste come degli imponenti dei, noi sembravamo solo delle pedine in quella immensa scacchiera dominata da pezzi importanti come gli alfieri, o i cavalli. Eravamo così stregati dalla vista di tanta imponenza, che non ci rendemmo conto che il bus si era fermato.

Il Quoal Hotel era pronto ad accoglierci, con i suoi stendardi blu all'ingresso e l'organizzatrice del Raduno intenta a coordinare le prime attività.

"Ecco il pullman da Washington e Philadelphia! Vi stavamo aspettando!" disse la ragazza bassina che reggeva nella mano destra un microfono "io sono Catherine."

"Ciao Katrin!" disse Helena.

"No, no. Catherine. Oddio, il mio nome lo sbagliano tutti. Bene, mettetevi in fila, documenti alla mano e vi comunicheremo la disposizione per le stanze.

Helena, Claire ed io finimmo in camera insieme, il nostro alloggio comunicava con la stanza singola messa a disposizione per Charles.

"No, cavolo. Mi sentirò totalmente escluso qui da solo." sentenziò il ragazzo volgendo lo sguardo verso il suo letto.

"Ma no, se ti va puoi benissimo dormire con noi, guarda che io non ho problemi." disse Helena.

Charles sorrise e le lasciò un bacio sulla guancia. Io lo guardai e gli feci l'occhiolino, entrambi sapevamo che Helena sarebbe stata la sua prossima preda.

Per staccare un pochino dalla confusione generale, decisi di andarmi a fumare una sigaretta in tranquillità nel cortile dell'hotel. Mi sedetti su di una panchina quando al mio fianco si sedette una ragazza.

"Hai da accendere?" mi chiese.

Le porsi l'accendino e lei mi ringraziò, dopo il primo tiro di sigaretta tese la mano destra verso di me e si presentò: "Mi chiamo Meredith."

"Julie."

"Da dove vieni?" mi chiese.

"Washington." 

"Un bel viaggetto per venire qui; io sono stata più fortunata: abito a 15 minuti di distanza da qui."

Iniziammo a parlare quando il mio cellulare vibrò, lo presi dalla tasca e sorrisi: era un messaggio di Charlotte. Semplice, simpatico, diretto, proprio com'era lei.

"Qualcuno di importante?" mi chiese Meredith.

"Credo di sì.."

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Odair