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Autore: Juuri    16/07/2013    7 recensioni
James impugna la bacchetta e si pone dinanzi alla sua famiglia.
La bacia, un bacio lieve, veloce, troppo rapido per il giusto addio che vorrebbe darle, che vorrebbe dargli.
Le sue dita asciugano la guancia di Lily, velata ormai dal flusso inarrestabile delle lacrime, e le sussurra di andare, perché non c'è tempo. E Lily lo ascolta, e corre.
E quando sente il tonfo del corpo di James sul pavimento, pochi minuti dopo, si blocca.
Capisce di essere morta anche lei.
È morta con lui.
E quando la porta si apre e Voldemort le ordina di spostarsi e di lasciare il bambino, Lily non obbedisce.
Il suo spirito di Grifondoro non l'ha mai lasciata, ce l'ha nel sangue.
Mai una volta si mostra inferiore a Voldemort e né il terrore, né le differenze di sangue, né la morte o tutto ciò che può trovarsi dinanzi le impedisce di difendere quel che d'importante le è rimasto.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Certe cose non cambiano mai.

Il soggiorno di casa Potter è accogliente, caldo, invaso dal profumo emanato dalla torta che riposa nel forno.
Lily si passa una mano sul viso e sbuffa, consapevole di averlo solo infarinato di più.
James le sorride divertito, l'amore dipinto nei suoi occhi scuri, che si perdono inevitabilmente in quelli verdi di lei.
Gli stessi occhi verdi che si rispecchiano nel piccolo, paffuto e tenero viso del bambino che anima quella casa da poco più di un anno.
Gli stessi occhi verdi di Harry; 
Harry James Potter.

Siede sulle gambe del padre, la sua risata contagiosa invade l'ambiente.
Stende le braccia minute e cerca di afferrare le bolle d'acqua che, magicamente, gli si sollevano accanto.
Il suo sguardo cade sulla bacchetta di James, ed ora è quella l'oggetto del suo interesse.
Lily li osserva con dolcezza: la sua famiglia.
Sembrano passati anni da quando sfuggiva a James.
Sembrano passati anni da quando, finalmente, gli concesse il primo appuntamento.
Sembrano passati anni dal loro primo bacio, sotto un cielo invernale che piangeva candida neve.

Lui la sta guardando, ed ogni giorno si sorprende nel vederla al suo fianco.
I lunghi capelli vermigli e il viso arrossato dal calore della cucina sono silenziosi portatori delle ferite che la lotta contro il dolce le ha provocato;
ed ora si sta spolverando le mani, si toglie il grembiule e lo posa sulla poltrona.
La osserva, mentre sul suo volto compare quell'adorabile smorfia che tanto ama, e qualche ciocca si solleva, tinta dalla farina, e le solletica il collo.
La sua bella, bellissima Lily.
Lily Potter, gli verrebbe da dire, da ricordare, da accertarsene.
Ma non serve che lui dica qualcosa, perché lei gli si è già avvicinata.
Lo bacia piano, con tenerezza, con tutto l'amore che può dargli.
Harry li guarda e le sue piccole mani raggiungono i loro visi, in una maldestra carezza dove vorrebbe accogliere entrambi.
Ha perso interesse per l'oggetto magico che riposa sul divano e che appartiene a suo padre, catturato dal piacevole e inconsapevole torpore che gli provoca la vicinanza dei suoi genitori.
Lily ride, con la sua bella risata cristallina, posando un bacio sui capelli scuri di suo figlio.
Prende posto sul tavolino di fronte al divano, e pensa.

Pensa che, certe cose, non cambiano mai.
Restano impresse nella storia, nei ricordi e nell'aspetto di chi le ha mostrate.
Come la camicia che James non ha mai abbottonato completamente;
come i suoi occhiali, che si raddrizza in un gesto distratto e ormai inconsapevole;
come i suoi capelli, ogni giorno più ribelli del precedente;
come il suo sorriso beffardo, mentre fa capolino sul suo bel volto;
come il suo essere un Malandrino, leader di un gruppo mal assortito, ma perfetto;
come la sua altra vita, Prongs, che spesso è stata la sua prima vita;
come l'amore che prova per lui e che proverà sempre.
Il suo dolce, dolcissimo James.
Rammenta i tempi dei Malandrini come se fosse ieri, e sprofonda nel ricordo dei pensieri sepolti nella memoria che, fin troppo spesso, ritornano ad invaderle la mente.
Ricorda come loro presero la notizia del suo fidanzamento con James e di come Sirius, al quale non era mai stata granché simpatica, si fosse deciso ad accettarla, per il bene di suo fratello.
Ricorda il sorriso benevolo e felice di Remus, quando incrociò il timido saluto di lei.
Ricorda il rumore delle goffe mani di Peter, che battevano per complimentarsi.
Ricorda il rapporto che, nel tempo, è andata a consolidare con gli altri Malandrini, come ricorda lo sguardo soddisfatto e orgoglioso che James le rivolgeva.
Ricorda l'espressione di Sirius, quando vide per la prima volta Harry.
Fu quella sera stessa, la sera della sua nascita, che lei e James seppero di aver fatto la scelta giusta, perché mai ci sarebbe stato qualcuno migliore di Sirius Black, che avrebbe voluto bene ad Harry quanto gliene volevano loro, che lo avrebbe accudito come un figlio.
Ricorda quando James si alzò e raggiunse l'amico, posandogli un braccio sulle spalle, usanza rimasta dai tempi di Hogwarts, e annunciando con profondo orgoglio, proprio come se stesse aprendo la Mappa dei Malandrini:
“Padfoot, giuro solennemente di volerti come padrino di mio figlio.”
Harry si era mosso nella sua coperta, tra le braccia di Lily, e le sue piccole grida felici invasero la stanza, e gli occhi lucidi di Sirius.

“È tutto suo padre”
Sussurra Lily, china sulla culla del loro piccolo amore, che dorme un sonno di sogni tranquilli.
Non lo guarda, ma sa che James sta sorridendo. Lo avverte come se facesse parte di lei, e forse è proprio così.
Lui le circonda le spalle con un braccio, la stringe a sé; e Lily si ritrova protetta in quell'amplessa che tanto adora, che tanto la fa sentire al sicuro.
“Ha i tuoi occhi.”
Sorride, lei, perché quella è la prima cosa che James le aveva detto, quando aveva accolto tra le braccia il piccolo Harry, appena nato. La stessa frase che le ripeteva sempre, piena d'amore.
Quel giorno, quel 31 luglio del 1980, era imbarazzato e Lily lo trovava infinitamente tenero, mentre stringeva per la prima volta quel fagotto che racchiudeva suo figlio, come se, non appena avesse rafforzato la presa, sarebbe potuto sbriciolarsi, tant'era fragile.
“Guarda che non si rompe”, gli aveva sussurrato con dolcezza e un malcelato divertimento.
James le aveva regalato il più felice dei sorrisi.
“Lo so”, aveva risposto. “È nostro figlio, come potrebbe?”
Quel ricordo la fa sempre addolcire, e tutte le volte che incrocia lo sguardo di James ha l'impressione di riviverlo attraverso i suoi occhi.
Harry emette un piccolo, quasi inudibile rumore, nella camera dei suoi genitori.
E Lily e James gli promettono silenziosamente ciò che è risaputo ma essenziale: non permetteranno mai che qualcuno gli faccia del male.

James impugna la bacchetta e si pone dinanzi alla sua famiglia.
Lily stringe Harry come solo una madre può fare, come se tenerlo stretto contro il suo petto gli permettesse la sopravvivenza, l'incolumità, la protezione.
Un rumore, forte, e la porta d'ingresso si abbatte.
James le urla di andarsene, di scappare, di mettere al sicuro Harry.
James le urla che li avrebbe protetti a qualsiasi costo, perché gliel'ha promesso, perché se l'è promesso.
James le dice che la ama e Lily sa che quello è un addio, e i suoi incredibili occhi verdi si riempiono di calde lacrime all'idea di lasciarlo.
Ma c'è Harry.
È per questo che Lily non combatte al fianco di James, come vorrebbe fare più di qualsiasi altra cosa.
Perché Harry rimarrebbe indifeso e lei vuole proteggerlo, come il suo papà sta facendo ora, come il suo papà sta facendo per entrambi.
Lily fa un passo avanti e stringe a sé James.
Lui la bacia, un bacio lieve, veloce, troppo rapido per il giusto addio che vorrebbe darle, che vorrebbe dargli.
Le sue dita asciugano la guancia di Lily, velata ormai dal flusso inarrestabile delle lacrime, e le sussurra di andare, perché non c'è tempo.
E Lily lo ascolta, e corre.
Svolta i corridoi, sale le scale, raggiunge veloce la camera da letto, afferra la maniglia, pronta a girarla.
E quando sente il tonfo del corpo di James sul pavimento, pochi minuti dopo, si blocca.
Capisce di essere morta anche lei.
È morta con lui.

Harry piange e si stringe alla mamma, e lei si riscuote dal suo dolore, senza riuscire ad allontanarlo.
Il rumore dei passi di Lui si avverte sulle scale, il suo potere è tangibile anche attraverso le pareti.
È finita, Lily lo sa.
Ma non lascerà che il suo dolce Harry le venga strappato via, non lascerà che gli si faccia del male.
L'ha promesso: l'avrebbe difeso a costo della vita, perché niente avrebbe toccato il suo piccolo bambino.
Lily è in piedi e stringe Harry a sé.
La bacchetta, dimenticata di sotto nella fretta, sarebbe stata comunque inutile contro di Lui.
Contro Voldemort.
Non aveva mai dimenticato le parole di Silente.
“La paura di un nome non fa che incrementare la paura della cosa stessa.”

La sua vita le sembra passare dinanzi tutta d'un fiato.
Pensa a Severus, l'amico di sempre, con cui non era mai riuscita a riprendere i rapporti, ma al quale non aveva mai smesso di voler bene.
Pensa a Sirius, che amava Harry più di qualsiasi altra cosa: il figlio di quel che per lui era stato più di un fratello. E che aveva imparato a volerle bene come una sorella.
Pensa a Remus, il dolce e insicuro Remus, che reputava il suo piccolo problema peloso una maledizione e in cui Lily aveva trovato il migliore degli amici.
Pensa a Peter e ai suoi innumerevoli tentativi di essere all'altezza dei Malandrini, nonostante Lily gli avesse più volte ripetuto d'essere perfetto così com'era.
E infine pensa a James, a quanto l'avesse amato. E le parole non arrivano.
Lei, Lily, la studentessa modello, non trova parole per colui che ha amato più di chiunque altro, che le ha stravolto l'esistenza, e il dolore minaccia di soffocarla.

Negli ultimi minuti della sua vita, mai una volta sospetta delle persone a lei care, mai una volta il seme del dubbio le si insinua in quegli occhi chiari e in quella mente brillante.
Mai una volta le giunge il pensiero di essere stati traditi.
Mai una volta diffida dei Malandrini, dei suoi migliori amici e di quanto gli voglia bene.
Mai una volta si mostra inferiore a Voldemort e né il terrore, né le differenze di sangue, né la morte o tutto ciò che può trovarsi dinanzi le impedisce di difendere quel che d'importante le è rimasto, e che ora stringe tra le braccia.
Lo posa nella culla e gli accarezza la testa, la guancia, e il suo viso si bagna nuovamente di calde lacrime; la voce spezzata di colei che trova il coraggio di dedicargli le sue ultime parole.
“Harry mamma ti ama, papà ti ama.”
I passi sono più vicini, più veloci, più famelici di essere arrivati alla presunta vittoria, ma Lily Potter ha occhi solamente per suo figlio.
“Harry sii prudente, sii forte.”
Non le importa se tutti i suoi sogni sul futuro saranno infranti di lì a breve, se non vedrà mai dal vivo il suo bambino crescere, se lei e James non lo accompagneranno a comprare la sua prima bacchetta o il suo primo animale e se non lo saluteranno alla stazione, mentre lo guardano allontanarsi verso Hogwarts.
Lily è disposta a ciò, è disposta a distruggere i suoi sogni per lui.
E quando la porta si apre e Voldemort le ordina di spostarsi e di lasciare il bambino, Lily non obbedisce.
Il suo spirito di Grifondoro non l'ha mai lasciata, ce l'ha nel sangue.
Lei sa – e lo sapeva anche James – che c'è un unico modo per difenderlo, ed è disposta a dare la vita pur di permettergli un futuro.
E mentre guarda gli occhi senz'anima di Voldemort, spera che Harry non debba sentire mai la mancanza dei suoi genitori, perché qualcun altro colmerà il vuoto che loro gli lasciano.
E quando il lampo della Maledizione senza Perdono la invade, Lily si ripromette che Harry James Potter sarebbe sopravvissuto a tutto ciò.
E sarebbe stato prudente, e forte.
Proprio come suo padre.


Gli sono stati accanto, in quegli anni.
Gli sono stati accanto, dentro, intorno.
Si sono rincuorati di vederlo partire per Hogwarts, che era diventata la sua casa proprio come era diventata la loro, di vederlo trovare una famiglia, una madre e un padre in Molly ed Arthur Weasley e di aver conosciuto amici stupendi, che non l'hanno mai lasciato solo, che l'hanno riconosciuto come lui voleva:
non il Prescelto, non il Bambino che è sopravvissuto, ma Harry.
Solo Harry.
E anche se lui non poteva vederli, anche se l'unico ricordo di loro è stato disegnato nella mente da attimi rubati in fotografie e sogni raggiungibili solo attraverso lo Specchio delle Brame, loro gli sono stati accanto.
Fino alla fine.
Ed ora, Lily si china sul figlio, pronto ad andare in contro alla Morte, e ripete ciò che diciott'anni prima gli aveva detto.
“Harry mamma ti ama, papà ti ama. Harry sii prudente, sii forte.”
Lily si stringe a James e, insieme, seguono il loro bambino, ormai adulto, pronto a morire per salvare il luogo che è diventato la sua casa, pronto a morire per salvare l'intero mondo magico.

“Sai, James, avevi ragione.”
“Io ho sempre ragione, Lily”
“Certe cose non cambiano mai”

Angolo.
È il primo "Angolo autrice" che faccio (alias = "Per Godric!" che trovo decisamente più adatto come titolo e che un giorno mi deciderò a mettere!) dunque non so bene come gestirlo, ma doveva esserci.

L'ultima parte, come avrete capito, ritrae la scena dei Doni della Morte, dove Harry raggiunge Voldemort. 
(sì, affoghiamo insieme nelle lacrime!)
Quella successiva, invece, è un po' come immagino l'ultimo incontro tra Lily, James ed Harry e la mia fantasia ha buttato giù quelle tre righe, pensando che James avesse sempre saputo il coraggio che conservava Harry, degno di un vero Grifondoro.

Un'ultima nota.
Questa parte "Mai una volta si mostra inferiore a Voldemort e né il terrore, né le differenze di sangue, né la morte o tutto ciò che può trovarsi dinanzi le impedisce di difendere quel che d'importante le è rimasto, e che ora stringe tra le braccia." è ispirata a Cime Tempestose, ho semplicemente modificato le parole e adattato al contesto il tutto, mi è sembrato giusto farlo notare, anche perchè amo quel libro come pochi altri!

Ringrazio chi ha seguito le mie due storie precedenti, chi ha recensito, inserito tra le preferite e le ricordate e chi ha semplicemente letto.
Siete fantastici, davvero!
A presto, spero!

  
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