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Autore: serClizia    16/07/2013    9 recensioni
Una strana storia che mi ha portato via un'estate, un pezzo di cuore, e tante risate tra le lacrime.
Non fatevi ingannare dal primo capitolo, non c'è una storia di passione tra la protagonista e Damon Salvatore. Mi sono attenuta rigorosamente al telefilm. Ok, quasi rigorosamente. Ma tanto al Beremy non ci crede più nessuno, no?
Genere: Azione, Comico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4 - CHI SEI?

CAPITOLO 4 – CHI SEI?

 

In un battito di ciglia, sono sola nella stanza. Damon è sparito. Per un po’ di tempo rimango ferma sul posto, valutando i pro e i contro dell’andare a ficcare il naso in una probabile lotta tra essere soprannaturali omicidi.
Alla fine la curiosità ha la meglio. Vado.

Entro in sala e c’è Caroline che saltella come una scema, Ste… Silas che sorride (sì, sorride, si vede che non ha avuto abbastanza tempo per conoscere le espressioni di Stefan) e Damon, tranquillo, che sta tornando sui suoi passi dopo essersi reso conto del falso allarme.

Caroline sta fangirlando.
«Sei tornato! Non sei partito! Sono così contenta che hai cambiato idea! Passeremo un’estate meravigliosa!»

“Ah, l’urlo era la gioia Caroline.”

Damon mi raggiunge. «È arrivata la capo cheerleader.»

Caroline si volta a guardarlo. «Ahah, molto divertente.»

Damon abbozza, Caroline mi guarda. «Chi è lei?»

«Sono…»

«Una veggente. Non le parlare, o ti ricorderà tutti i momenti imbarazzanti della tua vita. E probabilmente i tuoi sono parecchi, nonostante la giovane età. Non vorrai perdere tanto tempo prezioso. Ti serve per farti i capelli.»

Caroline fa una smorfia.

“Sì, Damon, ho capito che non vuoi far sapere agli altri di ‘sta storia del telefilm. Ci ero arrivata da sola, grazie tante per la fiducia.”

«Mi chiamo Giulia.» Vorrei sorridere, se non mi sentissi addosso anche gli occhi di Silas.

In quel momento rientrano Elena e Jeremy.

«Mi sembrava un urlo familiare.» dice Elena.

«Ehi, Jeremy!» Caroline è stupefatta. Silas fa un cenno.

«Magie di Bonnie.» minimizza Jer.

«Ottimo. A proposito, dov’è?» chiede Caroline dopo qualche secondo di sbigottimento. “Si riprende in fretta.”

«È andata a trovare sua madre. È partita subito.»

«Oh… ok.»

Nessuno dice niente, io mi guardo i piedi, sperando di riuscire a tenermi almeno UN segreto.

Caroline improvvisamente si riscuote, guarda Elena, guarda Damon e posa uno sguardo preoccupato su quello che crede sia Stefan. Silas, ovviamente, se ne fotte ed è tranquillo come un pascià, sempre nella stessa posa da quando è arrivato.

«Stefan, ti va di venire con me un attimo fuori?»

«Certo.» e sorride. “Silas, l’affabile simpaticone.”

Elena segue Caroline con lo sguardo. Ovviamente ha capito perché ha fatto uscire Stefan dalla casa. Con un paio di battiti di ciglia si riscuote e mi guarda.

«Quindi… immagino tu non abbia un posto dove andare.»

“Uau, questa non me l’aspettavo.”

«No, direi di no.»

«Non c’è problema, le ho già dato la stanza di Rebekah.» interviene Damon.

Elena si mostra piacevolmente sorpresa. «Però… che gentiluomo.» sorride e gli si avvicina.

«Che posso dire…» sorride Damon, avvicinandosi a sua volta.

Un bacio fugace. Sulle labbra. Davanti a me. “Addio e grazie per tutto il pesce.” [1]

Sorridono.

Si voltano.

Elena guarda Jeremy in modo colpevole. Lui alza gli occhi al cielo e fa una smorfia.

«Quindi…» dice Elena. «Dove eravamo rimasti?»

«Eh?» dico.

«Ora hai una stanza qui. Ma che ne facciamo di te?»

«Chi?» dico.

Damon esclama: «Mi prendi in giro!»

«Che c’è?» chiede Elena.

«Niente. Jeremy, puoi andare a prendere un bicchiere d’acqua in cucina?»

Jeremy obbedisce, anche se riluttante.

“Pure il quadretto famigliare. Posso morire qui? Ora?”

Elena guarda Damon con un punto di domanda al posto della faccia.

«Che succede?»

«Nulla, l’ho mandato di là perché non sa della storia dei telefilm e dei triangoli.»

«Ok, quindi?»

«Quindi, non la vedi? È in overdose. O in catalessi. E ci guarda in modo strano.» L’ultima frase la dice sottovoce, con la mano davanti alla bocca, fingendo di non volersi far sentire.

Elena continua a non capire.

«Ha visto che ci baciavamo. Dev’essere una di quelle ragazzine che si emozionano per cose del genere.»

Punta nell’orgoglio, esco dal coma.

«Ehi! Non darmi della ragazzina! Vorrei vedere te al mio posto! Fa tutto un altro effetto visto da qui, e per la prima volta me la sono goduta appieno perché…»

“Perché Silas è uscito dalla stanza quindi non ho avuto paura di morire negli ultimi 5 secondi.”

«Perché…?»

«Niente. Volevate chiedermi qualcosa?»

Entra Jeremy con l’acqua. Me la porta. Lo ringrazio. Bevo.

“Non è neanche ora di pranzo e guarda quante cose sono successe, oggi.” A proposito di ora di pranzo, mi viene fame.

«E si potrebbe avere anche qualcosa da mangiare?» chiedo.

Damon ed Elena rispondono contemporaneamente:

«No.»
«Certo!»

Si guardano ed Elena ride.

Finge di dargli una gomitata. «Smettila.» Si rivolge di nuovo a me: «Certo che puoi mangiare.»

Damon sorride sotto i baffi.

“Non ce la posso fare. Non ce la farò mai ad abituarmi a questi due.”

Jeremy mi guarda, fa segno di mettersi le dita in bocca e finge di vomitare. Rido.

«Andiamo, vediamo se c’è qualcosa da mangiare per noi umani in questa cripta.» dice, dopo aver smesso a sua volta di ridere, e ci incamminiamo verso il corridoio.

Ci raggiunge la voce di Damon. «Fai attenzione, ragazzino, non mi pare tu abbia altre cripte a disposizione, al momento. Farai meglio ad imparare ad apprezzarla.»

Jeremy ed io ridiamo, di nuovo.

Sento le loro voci indistinte in salotto, ma non riesco a sentire cosa dicono. Però sento Elena ridere.

“Che bello... sembra tutto così felice. Non posso assolutamente dire loro di Stefan. E poi, come farebbero a Ottobre con l’inizio della serie? Non possono iniziare già sapendo di Silas, potrei rovinare tutto.”

Ci accomodiamo in cucina. Jeremy mi fa segno di sedermi e poi mi fa qualche domanda sulla mia vita. Evito ovviamente di dirgli di venire da un altro mondo dove guardo sempre il suo telefilm al computer.

La cucina di casa Salvatore è ENORME. Antica. Come il resto della casa. “È tutto come l’ho sempre immaginato.”

«Ti direi qualcosa di me, ma mi sa che sai già tutto. Con la storia della veggente eccetera.»

«Non posso proprio dire di sapere tutto. Per esempio…»

«Per esempio?»

«Per esempio, non so. Ti trattano sempre come il fratellino di Elena, quindi sei sempre un po’ relegato in questa parte. Però, mi ricordo che ti piaceva disegnare. Disegni ancora?»

Jeremy si ferma per un secondo a guardarmi, interrompendo il gesto di aprire una credenza.

Aggrotta le sopracciglia.

«Sì, ogni tanto. Quando ho tempo.»

«Immagino che sia difficile trovarlo, con tutte le tragedie e i casini che succedono qua. Oltre al fatto di essere appena tornato dalla morte eccetera.»

«Uau. È veramente inquietante parlare con te.»

Alzo le spalle, ridendo.
“Ma non smette mai di aggrottare le sopracciglia?”

Però sorride e la prende bene, quindi è tutto ok. Ispeziona l’ennesima credenza e la richiude.«Qui non c’è molto, vado a chiedere a Damon se hanno una dispensa o qualcosa del genere.»

«Sinceramente, la cosa non mi stupirebbe.» Ridiamo.

«Torno subito.»

«Ok.»

Rimango col sorriso. Finalmente una bella sensazione molto prolungata. Sensazione di calore, di famiglia…
Finché una voce mi sorprende alle spalle.

«Aspettavo giusto di trovarti da sola.»

 

 

 

**

“Cazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzo!”

Silas, che mi aveva parlato all’orecchio, si appoggia al tavolo di fianco a me.

«Giulia, giusto?»

“Cazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzooooo!”

“NON DEVE SAPERE CHE SAI! RISPONDI!!!”

«È il mio nome, sì.»

Allungo le mani sul tavolino e tamburello sulla sua superficie.

«Sto aspettando Jeremy, sai, per… mangiare.» “Sono un’idiota.”

«È buffo che tu lo dica, perché anch’io ho fame.» “Appunto.”

«Ma non dirmi!» squittisco.

Si avvicina, sinuoso, di nuovo al mio orecchio.

«Potrei andare a mangiare qua fuori… o potrei cercare qualcosa di meglio dentro casa. Dipende tutto da come rispondi a questa domanda.»

Mi alzo dalla sedia di scatto e indietreggio. Potrei fuggire, ma non sarebbe utile. E nemmeno urlare, probabilmente. Damon ed Elena potrebbero anche accorrere, ma io sarei già morta. E dubito che farebbe molta differenza, per me, se scoprissero il suo segreto DOPO la mia morte. Preferisco non urlare e cercare di vivere.

Si avvicina, lento. È assurdo vedere quell’espressione pazza sul volto di Stefan, non l’hai mai avuta neanche nel periodo Ripper.

«Com’è che non posso leggere la tua mente? È tutta la mattina che ci provo.»

«Non… non lo so.» “Questa mi è nuova. Molto Twilight, ma mi è nuova.”[2]

«Eppure sei un’umana.»

In un balzo mi è accanto e mi annusa.

«Lo sento che sei umana. Allora perché sei l’unica a cui non ho accesso? Che cos’hai di speciale?»

«Non lo so… niente.» Sono alquanto paralizzata.

«Cosa sei?»

“Ok, adesso siamo passati a True Blood. Devo dire che sono una cameriera?” [3]

«Ehm… nessuno. Sono solo io.»

«Potrei crederti…» comincia a camminare, descrivendo non tanto ampi cerchi intorno a me.
“Avete in mente quando vi immaginate il predatore e la preda? Piacere, sono la preda!”

«…se tu non fossi così spaventata. Tu sai chi sono?»

«Certo, sei Stefan.»

«Ah, hai risposto troppo presto.»

«Che vuoi dire? Ovvio che sei Stefan. Chi altri potresti essere?» “Devo fare qualcosa per l’isteria nella voce.”

«E allora di cos’hai paura? Sono quello buono, no?»

«Sì… beh… sei un vampiro… e… ho paura dei vampiri.» Deglutisco. “Molto convincente, Giulia.”

Piano piano sento che i cerchi si stringono. Si avvicina.

«Poi… non so… sai… Ripper…»

Sono assolutamente certa di avere il suo naso a pochi centimetri dalla nuca…

«Che succede qua?»

“DIO SIA LODATO, È ARRIVATO DAMON.”

E Silas, come se niente fosse, è al mio fianco e finge di ridere. Mi da’ addirittura un’amichevole pacca sulla spalla, che mi fa quasi cadere a terra.

«Cosa? Niente, ci stiamo solo conoscendo.» E ride. Decisamente, non ha la più pallida idea di come sia Stefan, di solito.

C’è anche Elena con Damon, ed entrambi hanno una faccia piuttosto sospettosa.

«Tutto bene, fratello?» chiede lui.

«Certo, perché no?» risponde Silas.

Elena è corrucciata e continua a spostare lo sguardo da me a Silas.

Io non ho idea dell’espressione che ho sulla faccia, perciò decido di provare a sorridere.

Elena, indicando dietro di sé: «Jer mi ha detto che non c’era da mangiare, quindi l’ho mandato a prendere qualcosa nella dispensa. Pensavo di cucinare qualcosa.» E si avvia verso la cucina, con un ultimo sguardo sconcertato.

«Ottimo.» dice Silas.

Damon fa un’espressione tipo “Vabbè, per me va bene così”, alzando le sopracciglia e piegando le labbra. “Certo, se io muovo un mignolo nel modo sbagliato se ne accorge subito. Se suo fratello si comporta da pazzo, niente. AAAARGH, CHE ODIO!”

Si guarda intorno. «Dov’è Caroline?»

«Oh, è andata a casa a preparare una stanza per me. Dice che è meglio per tutti se io dormo là. Non voglio disturbare.»

Imbarazzo totale tra gli astanti. Elena apre e chiude rumorosamente le ante della cucina. Damon si guarda intorno e Silas li guarda entrambi, divertito.

Approfitta del momento in cui sta passando inosservato per lanciarmi un’occhiata. Non so se è tipo “Stai per morire”, “Se parli ti uccido”, “Sei mortamortamorta” o “Ci rivediamo presto. E poi sarai morta.”

“Bene, che culo.”

«Beh, è giunto il momento di andarmene.» dice Silas. Grazie, Silas.

Damon vorrebbe chiedergli di rimanere, ma non ci riesce. Mi sembra di vedere passare ottomila emozioni sui suoi occhi, come una scritta al neon.

Interviene Elena. «Puoi rimanere a pranzo, se vuoi.»

Silas ride. «Oh, no, no. Figuratevi. Non voglio rovinare questo quadretto familiare. Continuate pure. Io… starò fuori dai piedi per un po’.»

“Prendi nota. Silas deve avere qualcosa da fare qui in città. O non sarebbe tornato, genia del male. Cosa faccio, a questo punto?”

Decido di prendere tempo per pensarci. Alla fine, Damon potrebbe benissimo non credere alla mia storia. Nessuno sa che Silas non è di pietra e che questo è il suo vero volto. Silas potrebbe convincerlo a stare dalla sua parte, con tutta la storia del “ti leggo i pensieri” e FORSE potrei sopravvivere grazie ad Elena, ma sarei buttata fuori di casa. “Da sola, senza un soldo, senza nessuno, in un fantastico piccolo mondo chiamato Mystic Falls. Uau.”

In quel momento torna Jeremy con le mani piene di roba da mangiare. Ci guarda tutti, incuriosito. Stefan lo prende come uno stimolo ad andarsene.

«Beh, buon appetito. Ciao.» e sorridendo se ne va.

Damon sembra riaversi, lo segue. «Stefan, aspetta.»
Ovviamente vanno fuori a parlare e non sento un accidente.

Jer ed Elena sono dietro al bancone e, mentre io sono completamente sorda, dalla faccia e dalle occhiate di lei, deduco che sta origliando. E che non le piace quello che sente. O non le piace origliare, una delle due.

Mi si stringe il cuore a vederla in difficoltà, mentre cerca di origliare e aprire delle scatole sul tavolo.
Mi avvicino. «Lascia fare a me.»
Mi ringrazia con un mezzo sorriso.  Apro una scatola di roba indecifrabile, poi Elena me ne passa un’altra.
Dando un’occhiata agli altri ingredienti sparsi sul tavolo, ho un’idea:
 «Ehi, quello è sugo. Avete della pasta? Potrei farvi la pasta al sugo, all’italiana. Come non l’avete mai mangiata. Beh, voi. Forse Damon l’ha mangiata.»

Elena e Jeremy sembrano entusiasti all’idea. Torna Damon, sconcertato. Elena lo vede e vorrei sapere anch’io cosa è successo là fuori, ma lei vuole fare finta di niente.

«A quanto pare si mangia italiano, a pranzo!» gli dice, sorridendo.

Damon la guarda, stupito. «Vuoi mangiare lei?» mi indica.

Alzo lo sguardo dalla mia scatola di sugo con gli occhi SPALANCATISSIMI.

Elena ride. «No, ci cucinerà la pasta. È la cuoca, non il cibo.»

«Ooh.» dice lui. E mi guarda, ghignando.  “Mi ha di nuovo presa per il culo!” Gli lancio la scatola di sugo.

La prende al volo.

Tutto si ferma e si ammutolisce. Io mi paralizzo. Jeremy, al mio fianco, pure. Forse anche gli uccellini hanno smesso di cantare e tutti gli animali di respirare, là fuori.

“Che cazzo ho fatto?”

Elena scoppia a ridere e l’atmosfera si rilassa. Damon mi rilancia il sugo.
«Fallo un’altra volta e sei morta.» mi ammonisce. Anche Jeremy ride.
Sorrido e piano piano penso di riprendere colore.

Decidiamo per un piatto di spaghetti al sugo. Jeremy mi aiuta, mentre Damon ed Elena stanno seduti al tavolo a tubare. Rischio di bruciarmi e tagliarmi non so quante volte, perché mi fermo a guardare loro invece di vedere cosa sto facendo. Per fortuna, Jeremy interviene sempre. E, sempre ridendo, finiamo di cucinare.

“L’atmosfera salubre di Casa Salvatore senza Silas. E senza Stefan. È tutto perfetto!”

Ci mettiamo a tavola e continuiamo su questa nota per tutto il pranzo. Damon ha occhi solo per Elena, e Jeremy ogni volta fa delle facce schifate che mi fanno morire dal ridere. Il mio cuore canta, il morale è alto, me la godo finché dura, perché non dura mai troppo da queste parti.

E infatti, dal nulla appare un’altra figura.

«Ma che bella scenetta. Mi viene da vomitare. Damon, Elena. Non è bello rivedervi. Jeremy, non eri morto? E tu… tu chi diavolo sei?»

**

Note generali:

 

[1] Citazione da Guida Galattica per Autostoppisti.

[2] Non è necessario dirlo, ma lo faccio lo stesso per questione di principio: in Twilight, Edward non riesce a leggere la mente di Bella.

[3] Citazione da True Blood. Sookie è una telepate mezza-fata, il suo sangue è invitante in particolar modo per i vampiri, i quali, ogni volta che si accorgono di lei, le chiedono “Cosa sei?”. E lei risponde sempre “Sono una cameriera.”

 

Note dell’autrice

http://youtu.be/qie8w_5Wn60

  
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