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Autore: CathCarey    16/07/2013    2 recensioni
La magia del primo amore consiste nel non sapere che esso può sempre finire.
Questa storia totalmente autobiografica racconta il mio primo amore, i fatti non sono assolutamente inventati.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Bondage | Contesto: Contesto generale/vago
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Io davvero non so se ti ho già perso , o non ti ho avuto  mai,  io ti amo e non mi arrendo, pure se mi stai lasciando mi innamorerò sempre di te.




Uscimmo come dei tre semplici amici, io , mia cugina, e Mario, che cosa stupida no?
Ogni volta che lo guardavo e realizzare che niente sarebbe stato come prima era tremendo, ogni volta che lo guardavo e ogni volta che lo salutavo con un semplice bacio sulla guancia, mi sentivo morire, ma era sempre meglio che non averlo al mio fianco.
Uscivavamo per delle ore intere, ci sedavamo ai tavolini del bar, e parlavamo , discutevamo di argomenti seri.
Ascoltavamo le canzoni, le stesse canzoni che ascoltavamo quando ero insieme a lui, possibile che non gli tornavo mai in mente?
Mia cugina parlava molto con Mario, era nata molta confidenza, e a volte capitava che parlavano anche di me, Mario diceva che con me era stato bene, ma che comunque non sarebbe mai tornato con me, perchè non ero io quella che volevo, eh già, lui si consumava per una ragazza che non meritava un briciolo del suo amore. E poi mi fece una confessione, si era rimesso con la sua ex, avevano deciso di riprovarci, stavano insieme, e io avevo perso questa grande battaglia, aveva vinto lei, ormai era suo, e da me non sarebbe mai più tornato, e sapere questo era uno strazio.
Uscimmo anche durante le feste natalizie, camminare per quel centro innevato insieme a lui mi faceva venire tanta nostalgia, quando c'eravamo messi insieme  credevo che il natale l'avremmo passato insieme, ma niente dei miei progetti era andato a buon termine.
A volte ero gelosa del rapporto che si era creato tra mia cugina e Mario, c'erano momenti in cui uscivano anche da soli, mi dava fastidio, e non capivo nemmeno il perchè.
A natale, io e la mia famiglia andammo tutti quanti a casa di mia zia, ero tranquilla nel senso che non mi sarei mai aspettata che Mario e Adriana avessero un legame così forte tanto che Mario avrebbe festeggiato con noi il natale a casa sua.
Entrai a casa di mia zia posai il mio giubbotto e andai in cucina, ma non notai lui, non mi ero nemmeno accorta che ci fosse lui.
Pensavo ad altro.
Quando all'improvviso alzai lo sguardo e lo vidi, con quella maglietta bianca che sorrideva, rimasi immobile a fissarlo come se per me fosse un trauma rivedermelo anche lì a casa di mia zia, il mio stomaco andò a puttane e il cuore tremava, tanto che me ne andai nell'altra stanza, presi un respiro profondo analizzai la situazione e ritornai nella cucina.
Dio, ma com'era possibile? c'era sempre lui , ovunque andassi.
Mi sedetti sul divano e dopo poco arrivarono tutte le mie cugine si arrivarono dalla toscana tutte le mie cugine , e accanto a me si sedette Mario, averlo vicino a me suscitava in me una sensazione di agitazione, sentivo il suo sguardo su di me, il suo respiro, mancava poco e avrei anche sentito il suo cuore battere.
Quando all'improvviso Mario mi provocò lanciandomi una cuscinata, io lo guardai malissimo e feci lo stesso, e dopo poco incomiciò una battaglia a cuscinate a schiaffi e morsi, si vedeva che tra noi due c'era qualcosa o perlomeno che ci fosse stato qualcosa tra di noi, lo prendevo a cuscinate, morsi, schiaffi, un po' per vendicarmi, un po' per sentirlo mio come qualche mese fa.
Avevo tutti i capelli scompigliati, le guance rosse e all'improvviso gli diedi un grande morso sul braccio, tanto da rimanergli il segno, ce l'ha tutt'ora.
Così ogni volta che guardava il segno si sarebbe ricordato di me, e del male che mi aveva fatto, lui mi guardò malissimo e per vendicarsi mi fece il solletico,e io ridevo a crepapelle e urlavo.
E gli dicevo " E ora cosa dirà Giusy quando vedrà il morso sul tuo braccio?" ovviamente nel mio tono c'era molto sarcasmo e molta ironia.
Poi smettemmo di farci la guerra e mi sedetti per terra per riprendere fiato, ma puntualmente Mario era per terra insieme a me.
Le mie cugine fecero un sacco di domande sul nostro conto, come se avessero visto che c'era qualcosa che ci legava.
Incominciarono a fare domande stile iene, volevano sapere se c'era ancora qualcosa, se avevamo fatto l'amore, se io provassi ancora qualcosa per lui.
Io spergiurai che non c'era più niente che mi legava a lui, che ormai lui faceva parte  del passato, e ormai non gli volevo più bene come un tempo.
Ma loro insistevano che io provassi ancora qualcosa, che si vedeva dal mio sguardo dai miei gesti, e che non riuscivo a nasconderlo, non ero brava a nascondere i miei sentimenti.
E Mario rispose che anche lui la pensava così, pensava che io provassi ancora dei sentimenti per lui, e io tornai a ribadirgli che non era il centro del mio mondo che ero andata avanti e che se lui continuava a ripetere queste cose, forse era lui che provava qualcosa per me.
Poi una mia cugina gli chiese se gli batteva forte il cuore quando mi vedeva, e lui ripose, a volte si, a volte no.
Ci rimasi un po' male, perchè a me batteva sempre il cuore, sempre anche in quel momento, e poi disse che io non sarei mai potuta essere la sua ragazza, perchè non ero che gli faceva battere il cuore, ma quell'altra, beh se voleva uccidermi in quel momento ci riuscì perfettamente, come poteva essere così insensibile?
Ma tanto cosa importava? era inutile campare di speranze e buoni propositi.
Tanto lui si era dimenticato di me, lui era felice senza di me, tanto ormai stava con quella Giusy, l'unica che era sotto terra ero io.
Aveva sempre detto che non rimpiangeva niente della nostra storia, si poteva anche essere vero, però ogni volta che apriva quella bocca mi faceva morire.
Però una cosa è certa lo amavo, e mi sarei sempre innamorata di lui.

  
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