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Autore: peetasforce    16/07/2013    12 recensioni
“Sei davvero pronto all’inferno?”
“Certo che si mon cherie.”
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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People help the people.
Prologue.

A tutte le ragazze in attesa di qualcosa
o qualcuno che le sconvolgerà la vita
.



Una stella è un corpo celeste che brilla di luce propria.
In astronomia ed astrofisica il termine designa propriamente uno sferoide luminoso, più o meno perfetto, di gas che genera energia nel proprio nucleo attraverso processi di fusione nucleare; tale energia è irradiata nello spazio sotto forma di onde elettromagnetiche e particelle, le quali costituiscono un flusso noto come vento stellare.
Tutti noi siamo stelle,  e tutti noi brilliamo di luce propria, ed allora cosa accade in noi quando si parla di “fusione nucleare”?
Qual è quel fenomeno che ci irradia energia?
E soprattutto, perché non brilliamo tutti allo stesso modo?
Sicuramente adesso io non brillo, anzi, non brillerò mai, ma che importa?
Ho tutto quello che mi serve nonostante tutto: un pacchetto di sigarette, un posto dove vivere, un bollitore per il mio thè ed uno stereo.
Chi se ne fotte dell’energia che emano.
 
“Ashley! Ashley! Aiutami Ashley!”
I miei occhi sono appannati e le orecchie tappate, non riesco a percepire nient’altro che l’acqua che si impadrona del mio corpo.
“Ashley allungami la mano, Ashley forza!”
Non riesco a muovermi, mi sento come impietrita, nonostante tutti gli sforzi non faccio altro che ingerire acqua salmastra.
“Ashley!”
Un ultimo urlo.
 
“L’hai sognato ancora non è vero?” Inarco un sopracciglio, distogliendo lo sguardo dalla mia tazza di thè caldo. È Nicholas, mio fratello maggiore, che è fin troppo intuitivo a volte.
“Non so di cosa tu stia parlando” rispondo vaga, anche se so che continuerà, non ho voglia di ripensare ancora a quell’incidente.
“Ashley, sono passati undici anni da quel giorno, e ben due da quando hai smesso di fare terapia, hai bisogno di aiuto” quasi implora con la voce, mentre io non smetto di fissare il mio thè cercando di isolare l’udito e non ascoltarlo.
Vedo sott’occhio la faccia di mio fratello che cerca di incrociare il suo sguardo con il mio, anche se glielo impedirò comunque.
“ Mi ascolti?” Mi strattona un braccio delicatamente, ora i miei occhi sono puntati sui suoi verdi, proprio come quelli di mia madre.
“Non ho bisogno di nessun aiuto Nick, ed ora basta, faccio tardi a lavoro.”
 
“Ed eccola la nostra forza della natura!” Esclama Larry, accogliendomi in un abbraccio fin troppo allegro.
Larry è il direttore del giornale, un tipo un po’ strambo, ma estremamente intelligente.
“Ti aspetta una sorpresina nel tuo ufficio” sorride e fa l’occhiolino, dirigendosi verso la macchinetta del caffè.
In realtà non so se essere preoccupata o meno, ma comunque mi avvio piena di curiosità verso il mio ufficio, affiancata dal mio zainetto di cuoio che funge da ventiquattr’ore.
In realtà non mi serve, perché di ruoli non ne ho tanti, essendo un’apprendista alle prime armi,ma a volte mi piace metterci cose totalmente inutili.
Con cautela spingo la porta di legno che mi separa dalla mia “sorpresina”, spero non sia una cosa stramba quanto Larry.
Alzando lo sguardo rimango totalmente di sasso.
È una persona, o meglio, un ragazzo.
Accortosi della mia presenza si alza, e dopo aver agitato i suoi capelli ricci sfoggia un sorriso allungandomi la mano.
“Oh, lei dev’essere Ashley, io sono…”
“Non darmi del tu, insomma, ho solo vent’anni” lo interrompo, stringendogli la mano.
Anche se in realtà non capisco cosa ci faccia qui lo osservo, osservo perlopiù i suoi comportamenti.
Sembra nervoso, perché continua a sfregare le sue mani sul jeans nero davvero attillato.
“Comunque sono Harry” sorride ancora.
“ Quanti anni hai?” Chiedo sorpresa, sfilandomi il cappotto e buttandolo sulla mia poltrona in pelle, lasciando vedere la maglietta dei Rolling Stones di almeno tre taglie in più alla mia.
“Diciannove e.. bella maglietta!” esclama, sorridendo con gli occhi, degli occhi verdi davvero lucenti.
“Beh grazie…che ci fai qui?” ridacchio, anche se dopo un po’ realizzo di esser sembrata ridicola.
“Sono un apprendista e.. quale miglior modo di imparare con l’ultima arrivata?” dice, appoggiandosi alla scrivania incrociando le braccia, continuando a guardarmi sorridente.
Sorrido, per poi alzare la  schermata del mio portatile ed accenderla.
Sembra un tipo sveglio dopotutto, perché non metterlo alla prova?
“Sei davvero pronto all’inferno?”
“Certo che si mon cherie.”


  
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