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Autore: KH4    16/07/2013    3 recensioni
Estratto dal prologo:
"Io lo so…Tu non sei il tipo di persona che si lascia uccidere così facilmente. Non è nel tuo stile. Ti è sempre piaciuto essere teatrale in tutto ciò che fai, essere la svolta di una situazione prossima al fallimento. Ami essere egocentrico, vanitoso, arrogante, sai di esserlo, e non ti arrenderesti mai d’innanzi a una morte che non ti renderebbe il giusto onore. La sceglieresti solo dopo aver guardato a lungo una bella donna e averle sussurrato frasi che avrebbero fatto di te un ricordo prezioso e insostituibile. Soltanto allora, ne saresti soddisfatto." 
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allen Walker, Lenalee Lee, Marian Cross, Nuovo personaggio | Coppie: Allen/Lenalee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Santi Oscuri.'
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- Fate attenzione, signori Esorcisti: da qui il sentiero diventa stretto. Signori Esorcisti?–
- Ahia! Accidenti! –
- Hai sbattuto ancora la fronte, Allen? -
- Si. E’…ARGH! -
- Attento! –
- Insomma! Volete stare fermi?! Così rischiamo di cadere! –
- Non vedo niente! Che fine ha fatto la lanterna?! -

Era notte fonda.
L’ideale per una scampagnata in montagna.

Dopo essersi sfogate per benino, le nubi cariche d’acqua avevano levato le tende per lasciare il posto ad un bellissimo cielo blu scuro, adornato di stelle luminosissime che circondavano la regina luna. Uno spettacolo da lasciare a bocca aperta qualunque viandante, ma completamente invisibile a causa della troppa umidità alzata. Come intuito da Lavi, al termine dell’acquazzone si era alzata una spaventosa nebbia: non si riusciva neppure a vedere un palmo dal naso, tanto era densa, e se non fosse stato per il piccolo Taro, sicuramente il quartetto si sarebbe perso fra i sentieri della montagna o precipitato nel primo burrone capitato a tiro.
Considerata la fatica che stavano compiendo soltanto per rimanere in fila indiana e camminare senza pestarsi i piedi a vicenda, in meno di dieci minuti quel piccino si era rivelato un’autentica benedizione; li guidava con maestria lungo sentieri e scorciatoie che solo i suoi occhi allenati riuscivano a vedere, avvertendoli dei pericoli vari e portandoli sempre più vicini alla vetta. Si muoveva memonicamente, tenendo una mano attaccata alla parete rocciosa e l’altra bel alzata e tesa a tenere un lumino giallastro.

- Siamo quasi arrivati, le rovine sono proprio sopra di noi -, li avvisò ad un certo punto, fermandosi davanti a una parete diagonale e piena di bozzi rocciosi. 
- Questa è l’unica via accessibile? – Domandò Lavi. Da quanto si riusciva a vedere, davanti a loro vi era uno stretto passaggio che nel salire pareva venire inghiottito dalla montagna.
- E’ una scorciatoia. Con la strada principale ci si mette molto di più -, gli rispose lui – Lua deve essere per forza lassù, ne sono sicuro -, asserì poi con decisione. In nessun altro dei posti conosciuti da lui avevano trovato tracce della sorella.
- Allora, non ci resta che andare a… -

Improvvisamente, la terra iniziò a vibrare. Profonde crepe si diramarono sotto i piedi degli Esorcisti e sulla parete davanti a loro, che nel giro di pochissimi istanti fu inondata da un fiume in piena, carico di ciottoli, pietre e polvere. Ma la minaccia più problematica la segnalò Allen: l’occhio sinistro scattò repentinamente, illuminandosi e puntando automaticamente verso l’alto.

- Ci sono degli Akuma lassù -, affermò.
- Aku…Cosa? – Taro li guardò senza capire di che stessero parlando.
- ATTENZIONE! – Urlò Crowley.

Al secondo rombo, la parete rocciosa e quanto c’era sopra si sgretolarono in un sol colpo, trasformandosi in una valanga di dimensioni gigantesche. Allen fece in tempo a prendere il bambino e a spostarsi sulla destra insieme ad Amèlie, prima che le rocce li scaraventassero di sotto. Lavi e Crowley si lanciarono dalla parte opposta.
La frana si riversò verso il basso con una forza che avrebbe potuto facilmente spaccare in due parti la montagna; l’odore della polvere si accentuò a tal punto che per qualche attimo si faticò sia a respirare che a vedere quanto stava accadendo, ma una volta passato il pericolo e con l’eco del crollo scemato nel vuoto, tutto si acquietò.

- C’è mancato poco -, sospirò l’albino, mettendosi seduto e con la testa argentata piena zeppa di polvere – Tutto a posto, Taro?…Taro? –

Allen si guardò intorno, da prima velocemente e poi con accurata attenzione. Scandagliò ogni angolo a lui visibile, girandosi in tutte le direzioni concesse, ma senza trovare nulla: del piccolo non c’era traccia.

- Accidenti! Dove…? -
- Ti consiglio di andarlo a riprendere il più velocemente possibile, Allen-kun –, gli suggerì Amèlie, con tono irremovibile - La situazione è appena precipitata. -
- Cos…? –

Nella foga del momento non ci aveva fatto caso, ma erano stati scoperti.
Sopra le loro teste era calato un buio spaventoso, vivo e informe, che lievitava pigramente in aria con una moltitudine di cannoni ben in vista. Il più che corposo gruppo di Livello Uno era comparso dal nulla, del tutto simile a una nuvola nefasta e priva di espressività: i visi cerei di quelle macchine erano famosi per essere ovali e del tutto vuoti di qualunque forma di sentimento o ego.

- Di male in peggio! – Sibilò il quindicenne.

Il numero era elevato. Fattibile, ma elevato. Una manciata di quelle Bambole non rappresentava un problema di grande spessore, ma Allen si era reso subito conto che il terreno giocava a suo sfavore: non tanto per la fragilità che percepiva sotto la pianta dei suoi piedi, quanto al suo raggio limitato. Lo spazio era quello che era: deforme, scosceso e non del tutto visibile per via delle nebbia. Doveva liberarsi in fretta di quegli Akuma e procedere verso la vetta. Fece per evocare la propria Innocence, ma Amèlie gli afferrò il polso prima ancora che avesse il tempo di sfilarsi il guanto.

- Vai a cercare quel bambino e sua sorella, Allen-kun. A queste simpatiche bamboline ci penso io –, gli disse, superandolo.
- Cosa? Siete sicura? – Le domandò.
- Mi ritieni incapace di badare a un paio di Livello Uno? Guarda che mi offendo -, gli rispose lei, con occhi fermi.
- N-No, no! Certo che no! – Si affrettò a dire - Solo che…! -

Nell’attimo in cui gli Akuma puntarono le loro armi contro di loro, la corvina aprì la sua gonna e diede mostra di una cintura legata alla gamba sinistra: vi era appeso il bastone nero della sua falce, diviso in tre parti uguali. Di Livello Uno ce ne erano in abbondanza, quel tanto che bastava a chiedersi se una sola esorcista ce l’avrebbe fatta a cavarsela da sola, ma Allen non stette lì a discutere ulteriormente se Amèlie fosse in grado o meno di farcela con le proprie forze: Taro era sparito e quelle macchine artificiali non erano le sole presenti. Sopra le loro teste echeggiavano frastuoni e colpi simili ad autentici bombardamenti, che stavano scuotendo le viscere della roccia con forza brutale; se avessero continuato con quel ritmo, l’intera montagna sarebbe crollata come un castello di carte nel giro di un’ora.
Oltretutto, c’era da sperare ardentemente che la piccola Lua fosse viva…

- Faccia attenzione, Amèlie-san -, fu tutto quello che le disse Allen, prima di andarsene e lasciarsi alle spalle il rimbombo dei colpi prodotti dalle Bambole del Conte del Millennio.

Quasi impazienti, gli Akuma avevano dato il via al primo assalto con una raffica mortale di colpi che la francese schivò con un semplice balzo.

- Che irruenza…Sparare così villanamente contro una fanciulla. Il Conte del Millennio non conosce la benché minima importanza dell’educazione –, sospirò la corvina – D’accordo: vorrà dire che ci penserò io. - 

Con gesto fulmineo, l’esorcista lanciò qualcosa in aria, per poi sfilare dalla gamba i tre pezzi del bastone della falce e montarli con memonico gioco di dita.

Andiamo, Lucifer! Evocazione! – L’oggetto lanciato in aria scintillò sinistramente, emettendo un minuscolo bagliore argenteo prima di ricadere verso il basso quasi ce ne fosse attirato.

Una volta che la lama si incastrò alla perfezione col bastone, Amèlie fece roteare l’arma con lo stemma dell’Ordine Oscuro ben inciso al centro della lama, per poi puntarla contro gli Akuma.

- Sotto a chi tocca -, mormorò prima che la seconda raffica le arrivasse addosso.




- Lo vedi? -
- No. Quel bastardo si è mimetizzato ancora, ma è vicino: sento l’odore del suo sangue… –

La cima della montagna era l’unico luogo dove fosse possibile ammirare il cielo stellato e la luna piena.
Le rovine del castello, forse appartenuto a un qualche feudatario d’origine straniera, la dominavano in parte, insieme a tutte le macerie e ai dislivelli scoscesi che rendevano la zona pericolosa per chi non sapesse camminarci.
Lavi e Crowley ci erano arrivati dopo essere miracolosamente scampati a quell’improvvisa valanga di detriti, ma lo scoprire di non essere stati i primi li aveva fatti mettere schiena contro schiena, con l’Innocence sguainata e la guardia bel alzata. L’intera zona era ridotta a un campo di battaglia pieno di fosse e violente scosse che si alternavano con irregolarità. La causa era davanti ad entrambi, ignorati o, molto più probabilmente, non ancora visti. Un gigantesco Akuma di secondo livello stava aprendo incessantemente voragini su voragini: la forma era indescrivibile, molto vicina ad un agglomerato di metalli pesanti e spessi che fungeva da armatura a un interno di cui era visibile solo un enorme occhio posto al centro. Aveva anche delle braccia, se tali potevano chiamarsi: grossi e deformi tentacoli che sbriciolavano la pietra e scavavano in profondità, con un’avidità che però non aveva ancora trovato soddisfazione.

Ma il vero problema era l’altro, il compare: più piccolo, subdolo e dal potere insidioso.

Crowley lo aveva adocchiato fin da subito, con una voglia matta di sbranarlo e ridurlo in cenere. Era un altro Akuma di secondo livello, una sorta di giullare dal lungo naso ceruleo con tanto di abiti sgargianti e cappello pieno di minuscoli campanellini. Non faceva altro che apparire e scomparire sulla testa del più grande, strillando come un forsennato e muovendosi energeticamente lungo la corazza di quest’ultimo.

- E’ testarda! Testarda! Quest’Innocence non ne vuole proprio sapere di farsi trovare e distruggere!– Lo sentirono esclamare ancora, battendo i piedi sul compagno – Dov’è??????
Innocence? Komui ci aveva visto giusto, allora… -, pensò il giovane Bookman.
Vieni fuori, brutta stronza! Lo so che sei qui sotto! – Urlò ancora la Bambola, per poi battere ancora i piedi sulla corazza dell’altro Akuma – Continua a scavare! Continua a scavare o sua eccellenza il Conte ci farà a pezzi!

Altre scosse fecero tremare il suolo già provato, che si riempì di nuove vistose crepe pronte a spaccarsi del tutto.

- Merda! Farà crollare la montagna intera, di questo passo! – Ringhiò Crowley.
- Se davvero l’Innocence si trova da qualche parte sotto terra, sarà difficile recuperarla prima che ci arrivino quei due -, disse velocemente Lavi – A meno che… –
- Ti è venuta in mente qualche idea o devo staccarti il collo? – Lo minacciò il rumeno, guardandolo con occhi assassini.
- Ehi, ehi! Calma, Crowlino, sto riflettendo! – Si giustificò, alzando le mani e ridacchiando.
- Lavi? Crowley? Riuscite a sentirmi? –

Dalla tasca del rosso si mosse qualcosa che uscì senza neppure che il suddetto ci mettesse le mani. Il golem nero datogli da Amèlie prima di lasciare la Rosa Nera dischiuse le minuscole aluccie e iniziò a svolazzare davanti ai due, riproducendo la voce ovattata dell’albino.

- Allen, finalmente! Dove siete finiti tu, Amèlie-chan e il bambino? – Chiese il guercio, mantenendo il tono di voce basso.
- Abbiamo avuto un imprevisto e ci siamo divisi. Taro è scappato e credo si sia rifugiato da qualche parte qui attorno. Voi due dove siete? – Domandò l’amico.
- A circa duecento metri dalle rovine del castello. Ascolta, Komui aveva ragione: c’è un frammento di Innocence e sembra che si trovi sotto terra, ma per il momento i Livello Due non l’hanno ancora trovato -, lo informò rapidamente  il compagno – Penso che stiano cercando dalla parte sbagliata. -
- Hai un’idea di dove possa trovarsi di preciso? –
- E’ solo un’ipotesi, ma credo che dovresti dare una controllata alle rovine. Ho letto che alcuni castelli costruiti durante il Medioevo erano dotati di sotterranei per eventuali attacchi nemici. Da qui non riesco a distinguerne l’architettura, ma un tentativo ce lo possiamo giocare, no? –

Il ragionamento fatto da Lavi non era da buttare. La zona circostante era disastrata e ridotta al peggio del peggio, segno che gli Akuma ci aveva già lavorato sopra. Le rovine versavano nelle stesse condizioni, Allen le vedeva nitidamente, e fu nell’osservarle che notò qualcosa che lo insospettì. Di integro era rimasto ben poco, solo qualche muro, delle colonne e quella che assomigliava a una piccola e incurvata cappella dal tetto fatiscente. Una dissestata scalinata conduceva alla porta di legno scheggiato, insolitamente semichiusa, come se ci fosse appena passato qualcuno…

- Merda! – Sbottò Crowley, dall’altra parte dell’apparecchio.
- Che succede, ragazzi? – Domandò Allen.
- Quell’Akuma a forma di giullare è sparito di nuovo -, ringhiò il rumeno – Non sento neppure l’odore del suo…Dannazione! –
- Crowley?! –
- ESORCISTA!

La comunicazione si interruppe e la voce sogghignante del Livello Due alle spalle di Allen fu l’ultima cosa che l’albino udì prima di riuscire a difendersi dal pugno devastante di quest’ultimo. Venne letteralmente scaraventato contro un cumulo di macerie che gli si riversò addosso e di cui si liberò all’istante con l’Innocence del braccio sinistro. A giusto una trentina di metri da lui, la Bambola rideva sguaiatamente.

- Yuk, yuk, yuk! Volevi fregarmi, schifoso Esorcista? Ti è andata male, io sono un Akuma evoluto! – Esclamò quello, saltellando vittorioso.
- Accidenti… -, borbottò il quindicenne.

Non lo aveva visto arrivare.
Si era ritrovato il suo pugno a cinque centimetri dalla faccia e non ne aveva neppure percepito la presenza. Qualcosa non andava. Istintivamente, Allen si toccò l’occhio attivo per controllarne lo stato. Era integro, perfetto. Botte come quelle mica potevano ferirglielo così a buon mercato…Ma allora perché non era riuscito a intercettare quell’Akuma?
L’anima imprigionata all’interno di quel corpo artificiale era davanti a lui, quindi era assurdo pensare che la vista gli stesse giocando brutti scherzi. Non rimaneva che una sola possibilità….

- Io sono speciale! – Continuò quello, per poi scomparire e ricomparire davanti ad Allen in uno schiocco di dita – Io ho un ego, io sono il Giullare! – Si presentò - Ho il potere di confondermi con l’ambiente e di diventare invisibile! Il tuo brutto occhio non ti può aiutare! Preparati a morire!
- Ah, si? – Sorrise di rimando Allen, alzando il braccio infestato dall’Innocence - Questo si vedrà. -





Nuovo aggiornamento! Cominciano le lotte e spero di riuscire a descriverle quanto basta perché si capiscano i passaggi (in realtà le ho già scritte, ma si tratta più che altro di bozze approssimative). Spero non ci siano errori perché io controllo e ricontrollo ma spesso questi sfuggono al mio occhio. Ce la farà Allen a confrontarsi contro il Livello Due? E Lavi e Crowley? Portate pazienza e nel prossimo capitolo lo saprete ^^. Aspetto di leggere le vostre opinioni, critiche o qualunque cosa che sia. Buona giornata a tutti! Allego qui sotto un disegno di Amèlie con la divisa da esorcista e descrizione! http://ciril09.deviantart.com/art/Exorcist-366043017
  
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