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Autore: Jongkeylover    16/07/2013    1 recensioni
Era passato un anno dal nostro debutto e conoscevo Kibum da un sacco di tempo ormai, eppure non mi ero mai accorto di lui. Si, avevamo passato un sacco di tempo insieme divertendoci, e credevo che la sua amicizia fosse davvero speciale. Ma un giorno, vicino a lui sul palco, mi accorsi che c'era qualcosa che non andava in lui. O forse era in me che qualcosa non andava?!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aspettai mezz'ora alla stazione prima che la mia ragazza arrivasse, era in ritardo come al solito.

«Jonghyun! Sono qui!» mi sorrise. Un sorriso incapace di sciogliere il gelo del mio cuore.

«Eccoti finalmente!» La presi sottobraccio. «Oggi passeggiamo insieme, d'accordo?» Sorrise ancora e fece si con la testa. Era una bella ragazza, ma non provavo nulla per lei. In fondo ero dispiaciuto: la stavo usando per dimenticare Key. Ma chissà che stando insieme sarebbe sbocciato davvero l'amore. In più Onew, Taemin e Minho sembravano essere contenti della mia relazione e credevano che la mia ragazza fosse davvero carina dalle foto. Così decisi che questa volta gliela avrei fatta conoscere di persona.

«Dove siamo?»

«A casa mia! I miei compagni volevano conoscerti. Ti va?»

Entrati in casa tutti, tranne Kibum, erano davanti alla porta ad aspettare il nostro arrivo.

«Benvenuta! Non vedevamo l'ora di conoscerti!»

«Sono davvero felice di poter fare la vostra conoscenza!»

«Prego, entra in casa!» La invitò Onew. «Mi dispiace solo che non ci siano tutti i membri! Key ha detto che aveva un appuntamento molto importante e non ha potuto rimanere.»

Finsi che non m'importasse. Alla mia ragazza sembrava non importare in ogni caso.

Passammo un bel pomeriggio tutti insieme, ma dentro di me sapevo che qualcosa mancava perché tutto fosse davvero perfetto.

Si era fatto tardi ed eravamo ancora tutti insieme a chiacchierare, quando Key entrò in casa tirando dritto verso camera sua e senza degnarci neppure del suo sguardo. Ci guardammo attoniti. Nessuno capiva cosa gli potesse essere successo.

«Forse ora dovrei tornare a casa!» balbettò la mia fidanzata imbarazzata dall'atmosfera creatasi.

«Si, ti accompagno!» presi il giubbotto e la aiutai ad infilarlo.

Per qualche ragione non vidi l'ora di riportarla a casa e non vederla più. Piuttosto, volevo capire che cos'era successo a Kibum. Stavo per bussare alla sua porta ma mi bloccai. Non vorrà vedermi! Mi odia! Però sembrava davvero sconvolto, di sicuro non disdegnerà il mio supporto. Mi appoggiai alla porta. E se dovesse urlare? E magari vorrà raccontare agli altri quello che gli ho fatto. E se.. Sentii il vuoto alle mie spalle: stavo cadendo. Per istinto cercai di girarmi e protendere le mani verso il pavimento. Mi ritrovai cavalcioni sopra Key. «Cosa ci fai davanti alla mia porta? Se devi bussare, fallo e basta!» Disse Key guardando da un'altra parte. «Kibum.. Io mi chiedevo.. Se tu.. Se tu stessi..»

«Ti chiedevi come sto? E perché mi sono comportato così indifferentemente poco fa?»

«Esatto..» risposi ancora sopra di lui; mi mancava stargli così vicino. Lo squadrai: il collo lungo e bianco, le labbra carnose e semiaperte che sembravano chiedermi di baciarle e gli occhi, i suoi occhi, gli unici che potevano farmi dimenticare qualsiasi cosa. Gli passai una mano tra i capelli. Avvicinai il viso al suo, potevo sentire il suo respiro sulla faccia. Aprii le labbra.. «Cosa state facendo?» Chiese Onew allarmato. Kibum mi gettò per terra con uno spintone e caddi ai piedi di Taemin. Erano tutti lì a guardarci con sguardo inquisitorio. È la fine.. Mi hanno scoperto! Non vorranno più vedermi.. Chiusi gli occhi, pronto ad essere giudicato. «Tranquilli! Non è successo nulla.. Stavamo scherzando, ma mentre facevamo gli scemi Jonghyun mi è caduto addosso.» Mi tese la mano. «Non ti sei fatto male, vero?» Perché? Perché mi ha protetto quando avrebbe potuto finalmente dire che cosa gli ho fatto? Taemin mi volse di nuovo quello sguardo interrogativo «Se è così..» e se ne andò insieme agli altri.

Subito dopo presi il cellulare e scrissi alla mia ragazza:

-lasciamoci

 

Il giorno dopo la ritrovai davanti al dormitorio a braccia incrociate e aria infuriata. Non feci in tempo ad avvicinarmi che sbottò in un lungo discorso: chiedeva spiegazioni, non riusciva a capire come potessi lasciarla dopo tutte le belle cose che avevamo passato insieme e soprattutto poco dopo che le avevo presentato i miei amici. Non avevo alcuna voglia di sentire le sue lamentele. Ero crudele? Forse. Ma lo ero di più continuando a mentire a lei e a me stesso. «Mi dispiace di averti mentito per tutto questo tempo. Ma non posso e non voglio continuare in questo modo.. Perciò è meglio se la finiamo qua!»

Si avvicinò, sfiorandomi la guancia con una mano. «Davvero è tutto finito? Davvero valgo così poco per te?»

Infastidito, le allontanai la mano brutalmente. «Si! Il mio cuore è già occupato da una persona speciale che non può essere sostituita.»

«Lo rimpiangerai!» Mi disse solo, e poi non la vidi né sentì più per molto tempo.

 

La prima cosa da fare adesso era chiarire con Kibum quello era successo. Era giusto che mi scusassi: praticamente lo avevo aggredito. Lo cercai nella sua stanza ma non c'era. Era troppo rischioso chiedere agli altri dove fosse, presto o tardi avrebbero scoperto ciò che provavo per lui. Così mi accomodai sul letto della sua cameretta e aspettai che tornasse.

Sentii un profumo di vaniglia e muschio, caloroso e refrigerante allo stesso tempo, intorno a me era tutto bianco: mi trovavo in un enorme e vuota stanza senza orizzonti. All'improvviso in lontananza apparve Kibum, sorrideva e mi veniva in contro. Ricambiai il sorriso e cominciai ad avvicinarmi anche io. Una volta uno di fronte all'altro ci guardammo negli occhi a lungo, poi protese il braccio avvolgendomi il collo e costringendomi a stare con il viso ad un palmo dal suo. Poi, delicatamente, posò le labbra sulle mie.

Ad un tratto tutto scomparve e ebbi la sensazione di sprofondare verso il basso.

Ripresi conoscenza. Era solo un sogno. Aprii gli occhi e la faccia di Key mi apparve davanti al naso. Subito si tirò indietro imbarazzato, anch'io mi tirai su di scatto. Non avevo parole. Il bacio è stato vero? O no? Lui cercava di spiegare balbettando qualcosa ma non riusciva a formulare una frase di senso compiuto. «Io.. cioè.. N-non.. Non so cosa mi sia successo.. cosa stessi facendo..» Gli tremavano le mani e continuava ad agitarle freneticamente. Mi si sedette affianco cercando di ricomporsi.

«Sono venuto a scusarmi per ieri.» dissi, cercando di tranquillizzarlo. «Ancora una volta ti devo delle scuse, seppure sia io stesso quello a soffrire..» l'ultima frase la dissi quasi sussurrando.

Mi fissò impaurito. «I-io.. ieri.. Ieri mi sono sentito come se mi avessero pugnalato alle spalle! Queste notti non ho dormito per nulla.. Men che meno ieri sera.»

«Mi dispiace di averti importunato.»

«No.. Non sei stato tu! Cioè.. non è quello che credi tu che mi ha fatto passare notti insonni. Ripensavo a quando eravamo così uniti io e te e..» arrossì e abbasso lo sguardo, fissandosi le mani che sfregava nervosamente. « Sono stato geloso della tua ragazza! O almeno credo..»

Il cuore cominciò a palpitarmi fortissimo, sentivo il sangue affluire velocemente da ogni parte e le mani mi sudavano. Gli saltai addosso!

Lo gettai sul letto e poggiai la bocca sul suo collo, profumava di vaniglia e muschio. Lo baciai lungo tutto il collo fino ad arrivare alla bocca. Lui non si ritrasse. Mi passò la mano tra i capelli e li strinse con forza tra le dita, spingendomi la testa su di lui. Mi sollevò la maglietta e mi accarezzò dolcemente gli addominali. Rimanemmo stretti l'uno a l'altro a lungo e dormimmo insieme.

Avevo sofferto per molto tempo, ma alla fine era riuscito ad ottenerlo.

Il giorno dopo mi svegliai accanto a lui. Era un sogno. Osservai i suoi lineamenti illuminati dai primi raggi del sole: quando dormiva era ancora più sexy. A poco a poco si svegliò anche lui e accorgendosi della mia presenza, avvampò e guardo dall'altra parte. Gli accarezzai la testa, come per fargli coraggio e dimostrargli il mio affetto. «Su! È ora di alzarsi, se gli altri ci trovano così siamo finiti!» gli sussurrai all'orecchio.

Si alzò di scatto e cominciò a vestirsi, lo osservai ancora per un poco, poi mi sollevai e uscii dalla stanza cercando di non farmi scoprire.

 

Eravamo seduti sul divano in salotto, solo io e Kibum, non troppo vicini, così da non dare nell'occhio. «Kibum.. Vuoi venire con me ai bagni pubblici?»

«Mi piac..» E arrivò Minho, che si sedette in mezzo. «Allora, di cosa si stava parlando?» e ci prese entrambi sottobraccio. «Bagni pubblici? Voglio venire anche io..»

«Bagni pubblici?!» gridarono Taemin e Onew entrando nella stanza. «Ci siamo anche noi!»

«No, grazie! A me non interessa!» concluse gelido Key.

«Facciamo domani?» e cominciarono a mettersi d'accordo tra loro. «Bene allora andremo tutti tranne Kibum, che non sembra essere interessato!»

Mi alzai di scatto. «Penso che dovrei rimanere a casa e fargli compagnia..»

«Aaahh.. niente storie. Domani tutti ai bagni!»

Alla fine mi ritrovai ai bagni con tutti gli SHINee, ma senza Key, l'unico con cui volevo andare. Ma dopotutto non mi dispiacque, mi trovavo bene con loro e li conoscevo da moltissimo tempo. Tornammo a casa nel pomeriggio tardi, ci accolse un dolce profumino di carne: Key stava preparando qualcosa da mangiare, cucinava per noi tutte le sere. «Finalmente siete tornati! Come al solito devo fare tutto io! Tra un'ora si mangia..» Disse scocciato. Non si fece avvicinare per il resto della giornata, probabilmente non era di buon umore.

Ci servì la cena e si sedette nel posto di fronte a me; cercai il suo sguardo, ma lo teneva fisso nel piatto.. Allungai la gamba e cominciai a strisciare il piede sulla sua gamba. Gli strappai un sorriso, ma subito tornò serio e con un calcio mi allontanò.

«Ahi! Chi mi ha colpito?» chiese Taemin. Ritirai indietro la gamba e feci finta di niente. Per un pelo..

A notte fonda, non riuscendo a dormire, andai a trovarlo ancora nella sua stanza. Era sveglio. Scoprì le coperte e mi fece posto. «Dormi con me, se vuoi farti perdonare..» Perdonare? Mi sdraiai affianco a lui e riposammo insieme.

 

A colazione non riuscimmo a guardarci o ad aprir bocca: era imbarazzante, e sopratutto era imbarazzante continuare a nasconderci e a tener nascosto agli altri membri la situazione. Dovettero accorgersene, perché Onew improvvisamente scoppiò in una fragorosa risata e ruppe il silenzio «Hahaha!!Ragazzi! Ragazzi! Sapete qual è il colmo per un pizzaiolo?»

«Mangiare ramen?!» scherzò Taemin. Onew smise di ridere e lo guardò serio. «No! Avere una figlia capricciosa! Hahahahaha!» Ma nessuno rise. Lo guardammo perplessi. «Non capite niente..» disse sconsolato il leader e prendendo il suo piatto per metterlo nel lavello, inciampò nella sedia e cadde a terra. Questa volta ridemmo tutti di gusto, ma la Onew condition non era una novità. Minho lo aiutò a rialzarsi.

Alle sette e mezza eravamo già al palazzo della SM per le prove del nuovo pezzo. La giornata era splendida e faceva già caldo, un vero spreco rinchiudersi lì dentro. La nuova canzone, Lucifer, rivelava un lato di noi completamente diverso dal solito e per questo cambiammo look. Kibum si era rasato e in questo modo si esaltavano i suoi tratti. Dannatamente sexy! I capelli degli altri invece erano alquanto ridicoli: Minho sembrava una rana e Teamin una donna; in fondo a me e ad Onew era andata bene.

Provammo senza sosta ma, sfiniti, a mezzogiorno, decidemmo di fare una pausa e mangiare qualcosa. Jinki, per fortuna, aveva ordinato del pollo d'asporto per tutti. Key si fiondò sulla coscia più grossa, che addentò voracemente, sporcandosi tutto di salsa. Gli passai un dito sulle labbra per pulirlo e me lo leccai. Sorrise timidamente. «Devo andare in bagno!» disse.

«Vengo anche io!» e gli afferrai la mano.

Uscì dal bagno e lo scrutai mentre si asciugava le mani, mi piaceva osservare qualsiasi cosa facesse. «Non resisto..» presi la sua faccia tra le mani e lo baciai; costringendolo ad arretrare, finì contro il lavandino. Cercò di mettersi più comodo, allora, fremendo, lo sollevai per farlo sedere sopra il lavello. «Ah! Ah!» gridò. Mi bloccai. «L'acqua! L'acqua! È fredda!» il rubinetto si era aperto e la sua maglietta si era bagnata. Feci per togliergliela e lui, attonito, mi fulminò con lo sguardo. «Sei pazzo?»

«Vuoi restare con la maglietta fradicia?» fece cenno di no. «Vieni! Andiamo nel retro, facciamola asciugare al sole.»

Ci mettemmo nel giardino sul retro. «Forse si asciugherebbe prima se la togliessi.»

«Scherzi?» strabuzzò gli occhi spintonandomi. «E se qualcuno ci vedesse?»

Lo guardai maliziosamente abbracciandolo da dietro, si divincolò. «Smettila!» Ero un po' deluso dalla sua reazione, ma in fondo aveva ragione.

  
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