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Autore: Lilian90    28/01/2008    0 recensioni
Cosa accadrebbe se tre ragazze, fan di Prince of Tennis, venissero misteriosamente catapultate nel loro anime preferito, scombussolando la vita dei ragazzi? per scoprirlo dovete leggere questa fanfiction ricca di risate e romanticismo!
Genere: Romantico, Comico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Genius 7: un giorno sfortunato...o forse no...

 

Il sole era sorto da poco, nella città regnava ancora la tranquillità e gli uccellini cantavano sui rami degli alberi. Due ragazze erano già in piedi e si stavano preparando per andare a scuola, mentre un'altra era ancora nel mondo dei sogni.

Lucrezia si avvicinò al letto dove dormiva Michela ed aprì la finestra per far passare l’aria. Poi si accorse dell’amica ancora addormentata.

-Stefy…dovremo svegliare Michela no?- chiese Lucrezia, mentre indossava la divisa.

-si aspetta ci penso io- rispose la ragazza, si avvicinò al letto e tolse le coperte all’amica.

-dai dormigliona, alzati- disse Stefania, ma Michela non ne volle sapere di svegliarsi.

-allora? Guarda che farai tardi a scuola!- disse scuotendola -umm….lasciami dormire…-

Disse spingendola via. In quel momento si apri la porta e Momo entrò come una furia nella stanza -YAMAGUCHIYAAAAAAA! ALZATI CHE DOBBIAMO ANDARE A SCUOLAAAAAAAA!-. Alle grida del ragazzo Michela si alzò su di scatto, sbattendo la testa contro il vetro della finestra. -ahio….che botta!- disse ricadendo all’indietro e premendosi una mano sulla fronte. Dopo questo risveglio movimentato, Michela pensò bene di alzarsi. Infilò le ciabatte e scese giù in cucina, era a meta della scale, quando una ciabatta gli si sfilò e lei scivolò rotolando giù dalle scale. Stefania sentendo le urla dell’amica usci dal bagno per vedere che cosa fosse successo. Si affacciò sulle scale e vide Michela per terra con una gamba ancora sui gradini. -emh…è tutto a posto?- domandò preoccupata -si si…sono tutta intera- disse Michela rialzandosi. Andò in cucina dove trovò Momo -passami il cafè- disse con aria abbattuta, quella mattina era cominciata proprio male. Il ragazzo le passò una tazza di café -devi solo aggiungerci lo zucchero-. Prese il barattolo dello zucchero e ne versò due cucchiaini nel café. Ma non appena ne bevve un sorso lo sputò per terra -che schifo! Ma questo è sale!- disse strofinandosi la bocca. Momo allora infilò due dita nel barattolo e poi se le portò alla bocca.

-hai ragione è sale...ieri devo essermi confuso, quando l'ho travasato nel barattolo- -ho capito...oggi salto la colazione...-.

Si diresse in bagno per prepararsi, sperando che non le accadesse qualche altra disgrazia. Quel giorno però la fortuna sembrava essere proprio cieca. Mentre infatti si stava lavando il viso le andò il sapone negli occhi -ahio! bruciaaaaa!-. Poi le cadde il porta saponetta su un piede -che maleeeeeee!- urlò saltellando su un piede solo.

Decisamente quella non era la sua giornata, Guardandosi allo specchio vide che aveva i capelli mossi, cosi prese il fono e la spazzola per dargli una lisciata. Prese la spina e la infilò nella presa.....

-Lucrezia sei pronta?- domandò Stefania -si, arrivo- rispose la ragazza uscendo dalla stanza. -Momo noi andiamo, ci vediamo più tardi- disse Stefania -ciao- rispose Momo. Stefania e Lucrezia era già davanti la porta, quando all'improvviso tutte le luci si spensero -che succede?- domandò Lucrezia -deve essere un blackout- disse Momo. -non so perchè, ma qualcosa mi dice che centra Chiaki- disse Stefania -vai a controllare, è in bagno- disse Momo.

Stefania sali le scale, aprì la porta del bagno e trovò Michela con il fono in mano e i capelli sparati in aria a causa della scossa.

-non sapevo che ti piacessero i capelli alla Dragon Ball!- disse Stefania trattenendo a stento le risate -stai zitta e aiutami...- disse Michela a denti stretti. Stefania allora le tolse il fono dalle mani e stacco la spina. -Non posso andare a scuola cosi!- si lamentò Michela guardandosi allo specchio -lascia, ci penso io- disse Stefania, prese la spazzola e si mise a pettinare i capelli di Michela, dopo diversi tentativi riusci a farli ritornare normali, poi prese un elastico e le fece una coda alta -grazie- disse Michela. Le due amiche scesero in salotto dove Momo e Lucrezia le stavano aspettando. Stefania e Lucrezia si avviarono verso la fermata dell'autobus, mentre Michela aspettò che Momo prendesse la bicicletta.

-speriamo che a scuola non mi accada qualche disgrazia- disse Michela mentre era sulla bici dietro a Momo. -capita a tutti di avere una giornata storta- disse il ragazzo.

 

Giunti a scuola Michela scese dalla bici e attese che Momo la sistemasse insieme alle altre biciclette degli altri studenti. Poi i due si avviarono verso la classe. "strano che non mi sia successo ancora qualcosa..." pensò la ragazza mentre si dirigeva verso il suo banco. si sedette e poggiò la cartella a terra vicino a lei. Poco dopo entrò il professore. Quello era il suo primo vero giorno di lezione, sperò che tutto filasse liscio, ma quello che non sapeva era che la sua sfortuna aveva appena cominciato a giocare con lei.

-Bene ragazzi, qualcuno di voi vuole leggere il brano a pagina 160?- domandò il professore di geografia. Come era logico nessuno alzò la mano. Cosi il professore dopo una breve occhiata tra i banchi indicò Michela. -Yamaguchiya giusto?- -si professore- rispose la ragazza -comincia a leggere-. Michela trasse un lungo respiro poi apri il libro alla pagina richiesta del professore ed iniziò a leggere, poco dopo si fermò, ricordandosi che nelle scuole giapponesi, quando uno studente doveva leggere qualcosa si alza sempre in piedi. Spostò la sedia leggermente indietro e si alzò. Nel silenzio della classe si udì un lieve rumore simile a qualcosa che si strappava. "no...ti prego fa che non sia quello che penso..." Michela abbassò lentamente lo sguardo sulla sua gonna, completamente scucita da un lato "non ci credo..." pensò sull'orlo delle lacrime -Yamaguchiya c'è qualche problema?- domandò il professore, -no nulla...solo mi chiedevo se poteva far leggere qualcun'altro...sa sono nuova...- -va bene rimettiti pure seduta- disse il professore. Michela si accasciò sulla sedia sospirando, ad un tratto Momo si piegò verso di lei -tutto bene?- le domandò il ragazzo, Michela scosse la testa e si indicò la gonna, Momo vedendo lo strappo lungo il fianco della gonna non poté fare a meno di ridere -scemo...- disse Michela colpendolo con un libro in testa -ehi voi due, fate silenzio!- disse il professore riprendendoli, i due si scusarono chinando il capo. 

Quando suonò la ricreazione Michela uscì dalla classe per evitare che altre parti dei suoi indumenti potessero strapparsi ancora per poi rimanere mezza nuda in classe, camminava strisciando addosso al muro, lo sguardo vigile pronto a captare anche il minimo pericolo per la sua incolumità “voglio capire, perché proprio oggi mi succedono di tutti i colori?!?!.....oggi è 11 settembre…..ed è pure il mio numero preferito!!!! Manco a dire che sia venerdì 17 o che….spero soltanto che tutto questo finisca al più presto e che possa tornare a casa sana e salva….”. Aveva appena incominciato a rilassarsi che qualcuno, tenendo in mano un succo di frutta le andò addosso facendola cadere e rovesciandole il succo sulla divisa -ahi....ehi! fai più attenzione!- esclamò arrabbiata, già pronta a dirgliene e dargliene quattro al malcapitato -scusa, sono mortificato...- disse un ragazzo poco più alto di lei con i capelli rasati sui lati "O...Oishi" -emh...no non importa, è stato un incidente- "non posso prendermela con Oishi...ma devo comunque sfogare la mia rabbia su qualcuno". In quel momento passò di li Echizen, quando lo vide, a Michela brillarono gli occhi di una luce malvagia –Echizeeeeeeeeen!!!!- disse avvicinandosi pericolosamente a lui scrocchiando le nocche -che vuoi?- chiese il ragazzo con la sua solita aria strafottente -nulla...solo pestarti a sangue-. Se Oishi non fosse intervenuto Michela avrebbe fatto a pezzi Ryoma -dai non te la prendere con lui- disse mettendosi tra i due e sorridendo alla ragazza -sei stato fortunato oggi “NANO”…..- disse la ragazza, Ryoma senza dire nulla se ne andò. -Scusa non mi sono ancora presentato sono Oishi- -io invece sono Yamaguciya, ma chiamami semplicemente Yama- -forse è meglio se vai a lavarti la divisa- -perchè...oh...è vero è macchiata di succo- Michela si guardò intorno in cerca del bagno, non appena lo vide salutò Oishi ed si recò in quella direzione.

Era appena uscita dal bagno dopo aver lavato la camicia che vide passare Kikumaru e Fuji -ciao ragazzi!- esclamò felice -ehi! ciao Yama- disse Kikumaru -ciao Yama- Fuji la salutò con il suo solito sorriso "oddio quant'è carino...Michela controllati" -la ricreazione è quasi finita non torni in classe?- le domandò Fuji -emh...si stavo andando, però...non è che potreste accompagnarmi?- i due ragazzi si scambiarono un occhiata -è successo qualcosa?- -no è solo che...è tutta la mattina che mi capitano incidenti e ho paura che possa succedermi qualcosa mentre torno in classe- -va bene ti accompagniamo noi- -grazie-.

Stavano scendendo le scale, Michela al centro e i due ragazzi ai lati, ad un tratto arrivati a metà scala inciampò e non sapendo dove tenersi si aggrappò alle camicie dei due ragazzi che persero pure loro l'equilibrio e rotolarono tutti e tre giù per le scale. -ahia!...Fuji levati dalla mia schiena!- si lamentò Kikumaru -ragazzi...levatevi dal mio stomaco!- disse Michela, non appena i due ragazzi si furono alzati, la ragazza notò un particolare, avevano la camicia completamente sbottonata, e alcuni bottoni erano sparsi per terra e sulle scale -mi...mi dispiace, ve la ricucirò- disse mortificata, ma anche molto imbarazzata -non importa- disse Fuji aiutandola a rialzarsi. In quel momento suonò la campanella, -andate pure, la mia classe è quella in fondo al corridoio- disse -ok noi allora andiamo- Michela guardò i due ragazzi allontanarsi e poi se ne tornò anche lei in classe, quando entrò vide che Momo era seduto al suo banco.

Il resto delle lezioni passò velocemente e senza troppi problemi, tranne quando alzandosi dopo essere stata chiamata alla lavagna dalla professoressa si strappò l'altro lato della gonna, o quando abbassandosi per raccogliere la penna che le era caduta senti uno strappo alla manica -non ci credo...-.

Non appena suonò la campanella dell'uscita si precipitò fuori seguita da Momo. Fuori era una splendida giornata, ma appena lei mise piede fuori dalla scuola cominciò a piovere -che strano, ha iniziato a piovere appena sei uscita tu- osservò Momo, Michela allora rientrò a scuola e subito torno il sole "non mi stupisco più di niente ormai..." -Yama...- -si?- -tu resta qui cosi posso tornare a casa sotto il sole- disse Momo uscendo -ehi! non lasciarmi sola!- Michela fece per seguirla ma ecco che ricominciò a piovere -oh...uffa!- disse sbuffando e incrociando le braccia -non torni a casa?- una voce famigliare giunse alla sue spalle, si voltò e vide Fuji con in mano un ombrello -...no, Momo mi ha lasciato qui- il ragazzo si avvicinò di più per coprire anche lei con l'ombrello -se vuoi ti posso accompagnare io- -davvero lo faresti?- -certo!- -grazi Fuji sempai- -di nulla, allora andiamo-.

I due ragazzi si incamminarono, l'ombrello non era molto grande cosi i due ragazzi dovevano stare vicini per entrarci tutti e due, ma questo a Michela non dispiaceva affatto. Ad un tratto Fuji si abbassò per allacciarsi una scarpa, cosi facendo spostò l'ombrello e Michela si ritrovò sotto l'acqua, poco dopo passò anche una macchina che schizzò Michela bagnandola tutta. -scusami, ti sei bagnata?- le chiese Fuji -che non si vede...?- disse Michela voltandosi verso di lui.

Alla fine arrivarono davanti casa di Momo, Michela vide che la bici non c'era -ma come non è ancora tornato?- -qualche problema?- -no, è solo che non ho le chiavi e Momo non è in casa- -vieni da me allora- -...come?- -vieni a casa mia- ripete il ragazzo, Michela non credeva alle sue orecchie, Fuji l'aveva invitata a casa sua, forse in tutta quella sfortuna c'era un briciolo di fortuna -se non disturbo vengo volentieri- -no certo che no-.

Casa di Fuji non era lontano, non appena il ragazzo aprì la porta invitandola ad entrare, Michela si rese conto che in casa non c'era nessuno -non è un problema per te se siamo soli no?- -no no figurati...- disse Michela sedendosi sul divano -sei bagnata, meglio se ti cambi, ti vado a prendere qualcosa- disse Fuji entrando in una stanza. Poco dopo torno con una maglietta e dei pantaloni -questi sono di mia sorella, forse ti staranno un pò grandi ma sempre meglio di niente- -grazie, andranno benissimo- Michela si alzò, prese i vestiti che Fuji le porgeva ed andò in bagno a cambiarsi. Come aveva detto il ragazzo i vestiti le stavano un pò larghi, soprattutto la maglietta. Dopo essersi vestita usci dal bagno, Fuji era seduto sul divano, guardando la televisione, o meglio un documentario sulle piante grasse. Michela si sedette accanto a lui, era agitata, nervosa e imbarazzata a tal punto da tremare. Fuji, vedendo le condizioni della ragazza, andò a prendere una coperta e iela mise sulle spalle –cosi non avrai freddo- disse sempre con quel sorriso angelico ma facendo cosi, peggiorò le condizioni della ragazza “….mi sciolgo….” Pensò. –vuoi qualcosa, come del tè, acqua o…- -mi va bene del tè caldo grazie…- disse con la voce che gli tremava –ok- andò in cucina, prese il necessario per prepararlo e appena mise la tazza nel forno a microonde, un black out…stavano nel buio totale “oddio!!!...calma…stai calma Michela….vediamo la situazione….siamo io e lui soli in casa….io con addosso i vestiti della sorella….ora manca la luce….ok questa è la mia sfiga che si fa ancora sentire….” Pensò per poi fare un profondo sospiro. –tieni….certo nn è caldo ma è temperatura ambiente- disse Fuji tornato dalla cucina cn in mano una candela “e mo pure la candela!!! Oddio mi gira la testa…” –grazie…- disse per poi prendere la tazza e sorseggiare. Michela cominciò a curiosare per la casa con lo sguardo, vedeva delle foto, bei mobili e il suo sguardo si posò su un cactus a lei famigliare. Si alzò e si diresse verso la piccola pianta, la prese e –fa attenzione a Susan…- “SUSAN?!?!?!” –ah…si scusa…è solo che….mi sembra di possedere anche io questo tipo di cactus…- -davvero?- -si….la tengo in camera mia, su un comodino…- -mmm…e dimmi possiedi qualche altra pianta grassa?- domandò il ragazzo con gli occhi che gli brillavano –no….però ho tre gatti pestiferi…- -ah! Se non ricordo male, anche Echizen ha un gatto…si chiama…mmmm- mentre il ragazzo tentava di ricordarsi del nome, Michela ripose la pianta “ma che me frega a me del gatto del NANO!!!” pensò arrabbiata. –ah! Ora ricordo si chiama..- non fece in tempo a dirlo che già era ritornata la luce e il telefono squillava, rispose e dall’alta parte era Momo che chiedeva di Michela –si…si sta qui con me….come?....a ok…va bene allora a tra poco…ciao- -era Momo?- -si…tra due minuti è qui a…- suonò il campanello –oh! Eccolo…- Fuji andò alla porta seguito a ruota da Michela “ uffa….volevo rimanere un altro po’ con lui e invece…e va bene….” – Yama….andiamo che le altre ti stanno aspettando…-  -si arrivo…- -non preoccuparti per i vestiti di mia sorella, non se ne accorgerà…- -grazie di tutto Fuji sempai…- disse per poi fare un inchino e se ne andò con Momo.

Quando tornarono a casa, Stefania e Lucrezia stavano facendo i compiti  -Chiaki dove sei stata?- le chiese Stefania -sapessi Sanako...sapessi- -e dai siamo curiose!- disse Lucrezia -e va bene ve lo dico...sono stata a casa di Fuji- -COSA?!- esclamarono insieme le due amiche, poi afferrarono Michela per le braccia e la trascinarono in camera chiudendo la porta -e ora vogliamo tutti i particolari!- disse Stefania -ma quali particolari! non è successo nulla di che- disse Michela arrossendo -seeeeee perchè ci crediamo?- disse Lucrezia dandole un colpetto sul braccio -è la verità!...abbiamo solo conversato….- -……- -….che c’è?- -la prossima volta, impegnati!- disse Lucrezia –e che ci posso fare!!! Stavamo soli, in casa, al buio e….- -eeeeeeeeeeeeee???- -….hem….niente….abbiamo solo parlato…- -se va be….- -è inutile insistere, Arisa, più tosto, finiamo i compiti…- -ok…- rispose Lucrezia per poi rimettersi a fare quello che stavano facendo. “….abbiamo solo conversato…..uff….hanno ragione loro….mi devo dare una mossa….” Pensò Michela mentre si cambiava e si metteva qualcosa che no le stesse cosi grande.

Le ragazze rimasero in camera finche Momo non le chiamò per avvertirle che la cena era pronta, anche quel giorno c'era Sushi. -spero che questa sia l'ultima volta che mangio Sushi- disse Michela, non sapeva quanto si sbagliava.

 

  
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