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Autore: ClaireCarriedo    16/07/2013    1 recensioni
La vita ci riserva sorprese ad ogni respiro, una lezione che Raquel non ha ancora imparato nonostante l'età. Un inizio un po' turbolento darà solo il via ad una serie di situazioni imbarazzanti, stupide e comiche.
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" Sì, la vecchia doveva aver decisamente allungato l'occhio verso il contenuto della scatola. La cosa in un certo senso la turbò, ma ben presto le divenne molto utile.
«Li vuole? Altrimenti li butto.»
«Pure che li butti, chi ti fa credere che non proverò a recuperlarli dal secchione. Da' qua.»
E con questo allungò il tutto verso l'anziana signora, che arraffò il bottino quasi leccandosi i baffi – e ne aveva. "
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NUNCA UN INSTANTE DE PAZ

Capitolo 2

 

«L'ironia è il pudore dell'umanità.»

Jules Renard

 

 

Promemoria per la sottoscritta: cambiare sveglia.
Quella di Star Wars a forma di maschera di Dart Vader che suona la sua Marcia Imperiale, non è decisamente consona per un buon risveglio.
Per poco non caracollai giù dalla sedia.
Avevo passato davvero tutta la notte sui bozzetti di Rami fino a che il sonno aveva avuto la meglio facendomi crollare addormentata sui disegni stessi.
Quando alzai di scatto il viso e mi aggrappai al tavolo (di conseguenza alla suoneria decisamente poco calma) mi ritrovai un foglio appiccicato alla guancia e la faccia completamente impiastricciata di carboncino.
Rimasi qualche attimo in completa catalessi fissando il vuoto con sguardo assonnato. Solo dopo qualche minuto decisi di togliermi quel foglio dal volto, per poi buttarlo dato che ci avevo anche sbavato sopra. Fortuna che non era nulla di importante.
Mi stiracchiai portando le braccia in alto fino a sentire ogni singolo osso scricchiolare beatamente. Questo non tolse molto al mal di schiena che inevitabilmente mi prese a causa della nottata non troppo confortevole, quando mi alzai dalla sedia ebbi la sensazione di essere invecchiata all'improvviso.
Trascinando i piedi a terra raggiunsi la mia camera da letto e schiacciando un pulsantino bloccai il suono della sveglia.
Quando alzai lo sguardo da quest'ultima e lo puntai verso lo specchio, mi resi conto delle condizioni in cui ero ridotta. Sul punto in cui mi si era attacco il foglio da disegno ero completamente sporca di mina. La faccia metà grigia, così come le mani, per non parlare dei capelli arruffati. Parlando con sarcasmo: decisamente sexy. Persino i miei occhi assomigliavano più a quelli di una triglia piuttosto che ad un essere umano.
Sempre trascinando il passo, raggiunsi il bagno per potermi dare una ripulita.
Essendo sabato, quindi niente lavoro, me la presi con comodo e feci una lunghissima doccia bollente.
Quando ne uscii mi sentii rinata. Anche se il mal di schiena non se era andato.
Una volta che fui asciutta e rivestita, rimasi ferma nel bel mezzo della mia camera cercando di pensare a quello che avrei potuto fare quel giorno.
Non avevo alcuna voglia di rimettermi a disegnare ma allo stesso tempo non volevo abbandonare quel compito. Dunque, dopo un paio di minuti di riflessione, decisi che sarei andata a farmi una passeggiata nei dintorni di casa mia. In più dovevo comprare un nuovo album di fogli.
Osai pensare che fosse il piano perfetto! Recuperai alcuni dei disegni ed anche la borsa.
Ero pronta per una bella passeggiata ed un po' di aria fresca.

La giornata era calda e limpida, camminare era un piacere e stranamente non stavo pensando a nulla di quello che mi era accaduto negli ultimi giorni.
Mi sembrò tutto talmente normale che mi stupii nell'accorgermi del lieve sorrisino che colorava le mie labbra. E pensare che dovevo tutto a quelle tre sgallettate delle mie amiche ed i disegni su Ramòna.
Era mia ferma intenzione evitare di andare in un bar in strada per la colazione, per questo avevo preso uno yogurt in casa, ma nel momento in cui ne mandai giù un cucchiaino sentii i conati di vomito impadronirsi del mio stomaco.
Andai quindi a controllare la data di scadenza constatando che era andato decisamente a male. Lo buttai nel primo cestino, mentre continuavo a fare smorfie strane per il saporaccio che mi era rimasto in bocca.
Fu del tutto inutile mettersi a cercare un pacchetto di gomme da masticare in borsa, perciò decisi di entrare nel primo bar che mi sarebbe capitato a tiro per comprarne uno.
Dovetti fare un centinaio di metri, tentando di non deglutire per evitare di rigettare anche quel poco di yogurt scaduto che avevo mandato giù, prima di trovare un posto per comprare delle gomme.
«Salve! Prendo solo queste.» dissi, porgendo al cassiere il minuscolo pacchettino.
Era un signore di mezza età, la faccia simpatica ed una foltissima zazzera di capelli bianchi. Mi risollevò il morale.
Uscii di lì di nuovo con un sorrisino cretino sulle labbra. Amavo l'idea di sentirmi serena. Me lo meritavo!

Dopo una ventina di minuti passati a girovagare per il quartiere, il morso della fame si impadronì del mio stomaco.
In fondo non avevo mangiato nulla e la gomma da masticare non era certo di grande aiuto. Dovevo quindi far di nuovo tappa da qualche parte, e quando scorsi un piccolo chiosco con dei tavolini liberi, non ci pensai due volte e mi fermai lì.
Occupai un tavolo all'estremità della piazzetta occupata ed immediatamente tirai fuori il taccuino ed una penna dalla mia borsa. Non mi dava fastidio stare da sola in un posto così tranquillo, aiutava la mia serenità interiore – riflessione molto hippie tra l'altro.
Presi quindi a scribacchiare qualcosa sulle pagine bianche di quel piccolo quadernino. Principalmente riportai alcune vicende che potevano tornarmi utili per continuare la storia di Rami, delineai anche il suo carattere e quello di alcuni personaggi. Ero così produttiva sotto quel punto di vista.
Alzai per qualche secondo lo sguardo da foglio, giusto in tempo per scorgere un uomo che si sedeva al tavolo di fronte al mio. Avrei voluto studiare di più i suoi lineamenti in quanto mi sembravano adatti per un personaggio del fumetto, ma venni distratta dall'arrivo della cameriera.
«Buongiorno! Vuole ordinare.» disse in modo molto cordiale.
«Uhm... si! Vorrei un tè freddo alla pesca ed un cornetto al cioccolato.»
Non potevo di certo venir meno con il mio quotidiano appuntamento con il cacao.
«Perfetto, le porto subito tutto.»
Detto questo, la cameriera si inoltrò di nuovo all'interno del bar e sparì alla mia vista. Potevo approfittare di quel momento per tornare a guardare quell'uomo che si era accomodato non troppo distante da me, ma quest'ultimo aveva aperto il giornale ed era completamente coperto dai fogli.
La solita sfortuna, ero riuscita si e no a scorgere la montatura degli occhiali ed i capelli castani.
Ah, ma non poteva mica leggere per sempre! Prima o poi si sarebbe rivelato ai miei occhi e allora io sarei stata lì ad osservare.
Nel frattempo le cose che avevo ordinato arrivarono, pagai e misi da una parte taccuino e penna. Ero pronta a gustare il mio cornetto quando la biro rotolò giù dal tavolo. Feci una smorfia infastidita arricciando le labbra e mi chinai per raccoglierla.
Forse mi mossi con troppo impeto perchè persi l'equilibrio e per poco non mi sfracellai al suolo con tutta la sedia. Per evitare tutto questo, subito, cercai di ristabilirmi portando il peso all'indietro ma, mentre tiravo su la testa, la sbattei al bordo del tavolo facendo tintinnare tutto quello che c'era appoggiato sopra.
«Porc-...»
Trattenni a stento un'imprecazione da Oscar mentre con la mano mi massaggiavo la parte colpita. Tra l'altro... la penna si trovava ancora a terra.
Mentre mi tiravo su per constatare quanto la mia pessima figura avesse dato spettacolo, sentii una risata leggera provenire da qualche parte poco distante da me.
«Cosa non si fa per salvare una penna, eh?» disse, lo sconosciuto che subito incontrai con lo sguardo.
Riconobbi i capelli e la montatura degli occhiali. Era proprio il tipo che si era seduto vicino al mio tavolo, solo che in quel momento si trovava in piedi con una mano nella tasca dei pantaloni eleganti.
Dovevo aver un'espressione atroce, o quanto meno imbambolata, perchè notai il sorriso allargarsi sul suo viso prima di chinarsi e raccogliere la penna per me.
Avrei dovuto rispondere, quanto meno ridere, fare qualcosa, tutto pur di non presentare di nuovo quell'espressione stupida. Ma niente. Rimasi nel totale silenzio continuando a fissarlo.
«Grazie.» farfugliai, mentre recuperavo la penna dalle sue mani.
Ero troppo in imbarazzo. Il fatto che lui fosse un bell'uomo c'entrava poco, avevo già constatato che non ero in grado di provare attrazione per qualcuno in quel periodo, ma... mi aveva vista durante una serie di figure misere. Mi sarei tanto voluta sotterrare.
«Prego.» disse, ammiccando un'ultima volta prima di andare via.
Ripresi a respirare (ero rimasta in apnea fino a quel momento) e mi misi dritta con la schiena sulla sedia.
Bevvi il mio tè molto velocemente e, quasi in automatico, scrissi la scena che avevo appena vissuto sul taccuino. Sembrava che, qualsiasi cosa mi colpisse, fosse lo spunto giusto per una vicenda di Ramòna.

Non potendo passare tutta la giornata al bar, specie dopo quella scenetta comica, mi alzai per ricominciare la mia passeggiata solitaria.
Se prima però ero serena e tranquilla, ora l'ombra della pessima figura aleggiava intorno a me come un'aura oscura.
Non aveva senso sentire ancora vergogna eppure non riuscivo a fare diversamente.
L'unico momento in cui la tensione con me stessa si allentò fu quando scorsi un negozietto per Arti Grafiche ed entrai.
La campenella attaccata alla porta tintinnò e subito venni accolta da una signora che, nonostante l'età, aveva ancora una folta chioma nero corvino chiusa in una lunghissima coda di cavallo.
«Buongiorno. Posso darle una mano?» chiese.
«Buongiorno. La ringrazio, per ora do un'occhiata in giro.» risposi, con altrettanta cortesia. Amavo le commesse educate, per quanto questa non mi stava guardando con la stessa gioia con la quale io mi guardavo intorno.
Presi a camminare per il negozietto, osservai vernici, smalti per decupage, oggetti per il fai-da-te e tante altre cose simili. Infine raggiunsi l'angolino in cui erano stati sistemati gli album da disegno. Ce ne erano talmente tanti che passai una decina di minuti a riflettere se prenderne uno grande con fogli porosi, oppure uno di grandezza media con fogli lisci.
Optai per il secondo e, dopo aver perlustrato anche la parte piena di matite, mi avvicinai alla cassa.
La gentile signora afferrò le cose che avevo scelto, batté i prezzi e mi diede lo scontrino.
Pagai, mentre lei imbustava l'album e quel paio di matite che avevo scelto. In quel momento sentii la porta tintinnare di nuovo alle mie spalle.
Quindi afferrai la busta dalle mani della donna, notai il suo cambiamento di espressione: da apatico a quasi estasiato mentre osservava qualcosa alle mie spalle, e mi voltai per andare via.
«Raquel...»
Di nuovo, trattenni il fiato...

______

Angolino dell'autrice:

Finalmente eccoci qui al secondo capitolo, leggermente più corto del precedente.
Come vi avevo detto, le vicende di Raquel stanno man mano diventando più leggere. Il tempo di riprendersi dall'orribile tradimento che eccola ricominciare con la propria vita fatta di figuracce e distrazioni.

Vi ho lasciate un po' con il fiato sospeso come la dolce Raquel? Spero di si!!
Scoprirete nel prossimo capitolo come la situazione sta per svolgersi.

Rinnovo l'invito a lasciarmi una recensione, critiche, osservazioni, tutto quello che sentite necessario farmi sapere.
Voglio che quello che scrivo sia quasi perfetto e per farlo ho bisogno dell'aiuto di chi mi segue! Se ci sono errori di battitura (cosa che non escludo) avvertitemi al fine che io possa correggerli. Qualcosa mi sarà sfuggita sicuramente, anche se ho riletto milioni di volte.

Vi lascio alcuni link con la quale potete contattarmi direttamente.

Profilo Fb:
https://www.facebook.com/clairecarriedo.efp

Pagina personale (dove troverete le immagini di tutti i presta volto): https://www.facebook.com/pages/-Soy-ciego-y-nada-s%C3%A9-pero-preveo-que-son-m%C3%A1s-los-caminos-/416108975143232?fref=ts

Recentemente ho anche riaperto il mio profilo Ask, vi lascio il link anche di questo:
http://ask.fm/ClaireCarriedo


Pace e amore
Claire~



 

 


 

 

   
 
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