16/07/2013
0 recensioni“Ciao, Cass, grazie!”
“Allora, oggi quanto ne mancano?”
“731 per me e quindi 730 a te”
“Guarda, non vedo l’ora che tu mi dica ‘zero’.”
Ecco qui sopra presentato un piccolo assaggio della mia vita.
Mi chiamo Alisia, oggi compio 16 anni e le mie giornate non sono praticamente cambiate dal giorno in cui ho iniziato le superiori. Bizzarro, no?
Passo la maggior parte del tempo aspettando che la lancetta delle ore passi per la seconda volta sul numero “12” così da poter spuntare un altro giorno dal mio conto alla rovescia per i 18 anni.
Quando sarò maggiorenne, infatti, potrò finalmente trasferirmi a Londra e poter iniziare la vita che sogno da quando sono bambina.
Quest’anno ho anche deciso di tenere un diario. In realtà, più che altro, è un' agenda dove appunterò tutto ciò che succede ogni giorno fino a quando non racconterò della mia festa dei 18 anni; ma visto che ‘diario’ suona meglio di ‘agenda’ lo chiamerò così.
Ed è proprio da qui che voglio iniziare:
21 gennaio (731)
Caro diario,
sono le 11.56 e la mia festa (per dire) è appena finita ed è stata in tutto e per tutto uguale a quella dello scorso anno.
Come al solito i miei parenti, dopo i soliti convenevoli tipo ‘Ehi, come stai?’ ‘Tanti Auguri’ e ‘Come stiamo facendo grandi!’, si sono riuniti intorno al tavolo nella sala da pranzo con il pretesto di parlare dei loro ‘affari di famiglia’ lasciandomi a fare la baby-sitter ai miei cugini.
Oh, sono le 12!
22 gennaio (730)
Dicevo, hanno parlato tutta la sera parlando dei fatti loro e ricordandosi di me solo quando mia madre è entrata nel soggiorno con la mia torta di compleanno con l’ostia di Londra sopra.
A quel punto ho spento le mie 16 candeline, devo confessare con un po’ di fatica dato che erano quelle che si riaccendono, e tutti hanno tirato fuori le buste con i miei regali.
Non ti illudere: erano pigiami.
Quando ho scoperto il 5° mi sono voltata verso mia madre che però mi ha mimato di non dire nulla e ringraziare comunque.
Non penso che gli adulti, anche di 30 o 35 anni, ricordino ciò che piace ai ragazzi: non sono una di quelle che pretende Iphone o robe del genere; mi sarei anche accontentata di un semplice paio di cuffie per sentire un po’di musica.
Anche se ha più di 50 anni; credo, anzi, sono sicura che mia madre è colei che ancora capisce qualcosa sui giovani: infatti quando ho finito di scartare gli altri regali mi ha dato un piccolo pacchetto che conteneva il cd di Adele.
Non le avevo mai parlato della mia passione, ma lei è riuscita comunque a farmi il regalo perfetto.
Ora vado, domani mi aspetta una giornata piuttosto pesante.
Lessi quelle parole molto divertita mentre prendevo una penna e correggevo gli errori di ortografia sparsi un po’ in tutto il testo.
Erano passati esattamente due anni da quando avevo scritto quelle righe eppure sembrava che il tempo si fosse fermato in quelle parole.
Ma quel giorno tutto sarebbe cambiato: dopo la mia festa, avrei iniziato a preparare le valige e due giorni dopo sarei partita verso quella città che mi aveva rubato il cuore.
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“Al, su svegliati” disse mia madre irrompendo in camera mia e interrompendo il mio sogno su Leonardo Di Caprio.
“Dai, apri quegli occhietti!” continuò mentre iniziava a darmi fastidio per evitare che mi riaddormentassi.
“Neanche oggi hai messo la sveglia, vero?”
Quelle parole mi fecero ricordare all’istante ciò che sarebbe successo qualche ora dopo. Mi alzai velocemente dalla mia calda e comoda postazione e mi diressi come un fulmine verso l’armadio.
“Mamma, ti prego dimmi che non sono in ritardo...” iniziai infilando goffamente i miei jeans saltellando su un piede.
“Non ti preoccupare: sono ancora le 7, il tuo aereo parte fra più di 3 ore.” mi comunicò con un sorriso.
“Non avrei lasciato che perdessi la tua occasione per spiccare il volo”
“Grazie, mamma.” dissi abbracciandola.
Poi, senza un motivo ben preciso, delle calde lacrime iniziarono a scendere sul mio viso.
“Ehi, principessa, che ti succede? Questo non è un addio!”
Ma nella sua voce c’era qualcosa che mi suggeriva che anche lei avrebbe iniziato a piangere di lì a poco e per risposta la abbracciai ancora più forte.
Poi lei mi allontanò e mi fece segno di continuare a prepararmi.
Tirai su col naso e infilai le ultime cose nella valigia, la chiusi e passai alla preparazione del mio bagaglio a mano.
Dopo due ore fui pronta e, caricati i miei bagagli nel cofano della macchina, partimmo alla volta dell’aeroporto dove mi imbarcai con altre 100 persone nella classe ‘economic’ del volo delle 11.30
Destinazione: Londra.
Ciao a tutti!
Allora, questo è il primo capitolo della mia FF chiamata 'Fate'. I protagonisti di questa storia sono Alisia Aiken e il 'nostro' Harry. :)
Alisia è praticamente patita di Londra e non vede l'ora di poter recarvici; finalmente a 18 anni può realizzare il suo sogno e inizierà una nuova vita in questo luogo.
Farà nuove esperienze, incontrerà nuove persone ecc.
Che altro dire? Spero che vi piaccia e fatemi sapere cosa pensate tramite una recensione o un messaggio. Grazie!