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Autore: Bill The Bush    16/07/2013    0 recensioni
Erano le undici e quarantacinque e Giuseppe sbuffava.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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undici e 45

11:45

Erano le undici e quarantacinque e Giuseppe sbuffava. 
Sbuffava perché era suonata la sveglia e si doveva alzare.
Sbuffava perché doveva fare la spesa e non c’era nessuno che potesse aiutarlo. O meglio, nessuno che si prendesse la briga di farlo. Nessuno che si curasse di andarlo a trovare, per vedere come stesse o per portargli una torta come si faceva ai bei vecchi tempi.
Erano le undici e quarantacinque e Giuseppe sbuffava.
Era scorbutico, tutti lo evitavano ed era arrivato a starsi antipatico da solo. Da solo, si, perché lui questo era: solo. E vecchio, aggiungerei, tanto che ormai viveva solo grazie alle orride medicine che gli faceva prendere quello stronzo del dottore.
Giuseppe guardò l’orologio: erano le undici e quarantacinque e lui sbuffava.
E sbuffando si mise a sedere, percorrendo la stanza con lo sguardo. Disordinata, buia e con la carta da parati piena di muffa che si staccava dalle pareti. Ma a lui stava bene così: a parte lui non c’entrava nessuno e lui non aveva voglia di mettere in ordine e tantomeno di pulire. Era pigro già da ragazzo e con il progredire dell’età era diventato sempre più pigro. Talmente pigro che trovava troppo faticosa la vita stessa.
E per questo Giuseppe, alle undici e quarantacinque, sbuffava.
Una volta aveva una moglie, che aveva amato e poi odiato e dalla quale era stato amato e poi odiato, che era rimasta con lui finché non si era resa conto di quanto fosse insopportabile e se ne era andata nottetempo, portandosi via tutta la roba di valore che era riuscita ad infilare nella valigia. A due anni dalla sua fuga, Giuseppe era venuto a sapere che era morta, ma non gli era importato. Aveva una sua foto sul comodino.
Erano le undici e quarantacinque e Giuseppe sbuffava.
Senza alzarsi, si stiracchiò e si infilò le pantofole, che erano ai piedi del letto. Di tutto ciò che aveva, l’unica cosa che gli piacesse veramente erano le sue pantofole. Non ricordava di cosa fossero fatte, ma erano comode, rosse, con una G gialla che lui stesso aveva ricamato. Non erano belle a vedersi, però avevano quel qualcosa che lo affascinava e che gli impediva di buttarle. In un certo senso, erano le sue compagne, lo facevano sentire meno solo.
Erano le undici e quarantacinque e Giuseppe sbuffava.
Stava per alzarsi, quando decise che era troppo stanco. Si sfilò le pantofole e si rimise a dormire, sperando in cuor suo di non svegliarsi mai più.
Erano le undici e quarantacinque, ma Giuseppe non sbuffava più.

  
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