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Autore: dragon_queen    16/07/2013    1 recensioni
Dal cap.II:
"Eileen, come se niente fosse successo, si chinò a raccogliere il pacchetto, estraendo il suo dalla tasca e lasciandolo sul divano. Dopodichè fissò intensamente Melany, il cui sguardo pareva adesso dispiaciuto e colpevole, mentre delle involontarie parole le salivano in gola:
-Vorrei che gli gnomi ti portassero via, all'istante-"
Dal cap.III:
" -Sai ragazzina, non pensavo fossi realmente così patetica- disse una voce che la fece sussultare.
Era maschile, ma non apparteneva a Tom, tantomeno a Mel. Era carezzevole, ma allo stesso tempo pungente, rassicurante, ma anche derisoria"
Dal cap.VIII:
"-Maledetto me e il giorno in cui ti vidi. Dannata la mia anima nel momento in cui ti scelsi. Tu mi porterai alla rovina- e detto questo le voltò le spalle e fece per andarsene.
-E' un destino che ti sei scelto da solo, principe- rispose di rimando Eileen, per poi allontanarsi dalla parte opposta"
Dal cap.IX:
"-Io ti vedo, ti sento, sempre ti troverò. Il mio marchio sempre mi dirà dove sei. Nessuno potrà fuggire, perchè io sono il Labirinto-"
***
Bene, una next generation.
Una ragazza più testarda di Sara si scontra con il figlio del Re di Goblin.
Curiosi?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jareth, Nuovo personaggio, Sarah
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO IV

 

Si passò una mano sulla fronte, asciugando il sottile strato di sudore che si era formato a causa della camminata. Pareva che le mura di quel dannatissimo labirinto non giungessero mai, anzi, si allontanassero sempre di più. Che fosse un'illusione? Che fosse un modo per farle abbandonare ogni buona intenzione?

Dopo una scarpinata che le parve fosse durata ore, finalmente Eileen se le trovò di fronte, alte, ricoperte di muschio e rampicanti e costruite con mattoni che parevano non avere un chiaro ordine architettonico. Ma la cosa che maggiormente la sconvolse fu il fatto di non riuscire a scorgere niente che somigliasse ad un'entrata.

Provò a camminare ancora per un centinaio di metri, senza successo. Le mura continuavano ad essere lisce e intatte a perdita d'occhio.

Eileen si avvicinò allora ad una sezione dell'infinita parete, provando a poggiarvi sopra una mano, forse nel vano tentativo di avvertire una decrescenza e scoprire un qualche strano effetto ottico.

Non appena però il palmo sfiorò la pietra fu letteralmente aggredita da quella sottospecie di rampicante che la ricopriva. Si allontanò appena in tempo, prima di rimanervi imprigionata.

-Ma stiamo scherzando?- disse, mentre continuava a far vagare lo sguardo, sconsolata, tentando nel frattempo di calmare il respiro.

D'un tratto la sua attenzione fu attirata da quello che pareva un debole singhiozzo. Si guardò intorno, ma non vide nessuno. Che fosse un altro dei trucchi di Ràl?

Prese però a seguire il lamento, come se una parte di lei glielo stesse imponendo, allontanandosi così dalle mura. La sua ricerca durò poco, dato che in pochi passi raggiunse un cespuglio di quelle che parevano delle anormali piante carnivore. I singhiozzi parevano provenire proprio da là.

La ragazza si piegò allora sulle ginocchia, avvicinandosi ulteriormente, dimentica che in quel mondo tutto poteva essere nocivo e pericoloso.

-C'è nessuno?- chiese con un filo di voce, sobbalzando quando una delle bocche si mosse, come se qualcuno si trovasse imprigionato al suo interno.

Se non si fosse trovata in quell'assurda situazione, probabilmente avrebbe pensato fosse impossibile.

-Meno male, qualcuno mi ha sentito. Chiunque tu sia, ti prego, aiutami!!-

Eileen giurò di aver sentito quella vocina squillante provenire proprio da dietro il fiore.

-Dimmi come tirarti fuori di lì e ti aiuterò volentieri- rispose allora, sentendosi una pazza.

-Devi aprire questa dannatissima bocca!!- imprecò la vocina, indispettita, come se fosse la cosa più normale del mondo.

-Questo l'avevo capito, ma ho bisogno di sapere come-

-Non è ovvio? Falle il solletico-

Silenzio. Questo era davvero troppo. Fare il solletico ad una pianta? Ma erano tutti pazzi in quel mondo?

-Stai scherzando, vero?-

-Ti sembra una situazione in cui mi piacerebbe scherzare?-

-Hai ragione, scusa. Bene, allora vediamo un po'...-

Titubante, la ragazza portò due dita sotto la bocca della pianta, cominciando a sfiorarla, sempre con maggior decisione. All'inizio non accadde niente, poi il fiore prese a contorcersi e, in seguito, a “ridere”.

Si, esatto, proprio a ridere. Lei rimase sconvolta da quella reazione, ma non si fermò. Quando però la pianta prese a simulare una sorta di violento starnuto, fece un passo indietro.

In quello che parve un atto quasi umano, il fiore letteralmente starnutì, facendo schizzare all'esterno qualunque cosa ci fosse dentro la sua bocca. Una piccola sagoma venne sputata fuori, atterrando in un solitario cespuglio distante qualche metro.

Trascorse qualche secondo, durante il quale Eileen spostò lo sguardo dal fiore al cespuglio e viceversa, incredula. Aveva appena provocato uno starnuto ad una pianta!!

Le cose erano due: o era pazza e stava sognando quasi ogni cosa, oppure quel posto era reale e le stava facendo perdere la ragione. In entrambi i casi era lei che ci rimetteva.

Quando vide le foglie del cespuglio muoversi, si alzò in piedi e lo raggiunse con passo incerto. Udì la stessa voce di poco prima imprecare contro una certa congrega che, da quello che riuscì a capire, sembrava fosse la causa dell'inaspettato guaio nel quale il misterioso esserino si era cacciato.

Prima che la ragazza potesse muovere un altro passo, dall'ammasso di arbusti uscì una creaturina alta circa venti centimetri, un buffo cappellino in testa e un completino verde foglia indosso. Sulla schiena si aprivano due fragili ali. I capelli erano corti e color carota.

L'esserino si stava energicamente spolverando dalla terra che l'aveva ricoperta nella caduta, quando finalmente di accorse di Eileen.

La ragazza trasalì, in quanto quella assomigliava in maniera impressionante ad una versione più adulta di Penny.

In compenso la creaturina le rilanciò uno sguardo a dir poco meravigliato.

-Un essere umano?- sussurrò.

Poi fece un balzo indietro, spaventando anche la bionda.

-Cosa ci fa un umano a Goblin?!?-

-Sono stata trascinata qui da un certo Ràl, il quale ha portato via una persona a cui tengo. Se voglio liberarla devo giungere al castello prima dello scadere di tredici ore-

-Quindi è stato il principe a portarti qui e costringerti a superare il labirinto?-

La giovane in miniatura pareva scettica.

-E' quello che ho detto. Il problema però è che non riesco a trovare neanche l'entrata. Non è che potresti aiutarmi?-

Di colpo la creaturina assunse un'espressione solenne e una posa impettita, come se stesse prestando un giuramento.

-Mi hai salvato la vita, umana, quindi sono in debito con te. Una pixie onora sempre i suoi debiti- e detto questo si diresse una delle pareti esterne del labirinto.

La ragazza rimase impalata per qualche secondo.

-Una pixie?- pensò, convinta che alla piccola Penny quel mondo sarebbe piaciuto molto più che a lei.

-Allora? Che ti prende?- sentì pronunciare all'acuta vocina della fatina.

-Niente niente. È solo che tutto questo è terribilmente nuovo per me. Fino ad oggi pensavo che i racconti che adoro leggere fossero tutto fantasie. Comunque io mi chiamo Eileen-

-Fantasie che tali devono rimanere. Non vogliamo certo essere invasi da turisti quaggiù-

-Ma dicendo “quaggiù”, cosa intendi di preciso?-

-Siamo in quello che noi chiamiamo Underground, un luogo popolato da ogni creatura magica di cui parlano le vostre leggende e pressocchè impossibile da raggiungere per gli umani, a meno che non siamo noi a volerlo. L'ultima volta che qualcuno come te ha messo piede qua è stato molto tempo fa-

Si erano entrambe fermate dinnanzi una sezione di muro che stranamente era sgombro di quei minacciosi rampicanti. Strano che Eileen non lo avesse notato prima.

La pixie si avvicinò ad uno dei mattoni più bassi.

-Sai, a noi capita spesso di uscire dai confini del labirinto, quindi abbiamo bisogno anche di un modo per rientrare, dato che ci è impossibile volare al di sopra delle mura- disse la creaturina notando l'espressione confusa della bionda.

Dopodichè premette leggermente su uno dei mattoni. Il suono irritante della pietra che sfregava l'una sull'altra costrinse Eileen a stringere i denti a causa del fastidio.

Dopo qualche secondo la ragazza di trovò ad ammirare un'apertura, la quale rivelava la successiva fila di mura.

-Ecco a te. Adesso puoi finalmente iniziare il tuo viaggio e io ti aiuterò. In questo caso salderò il mio debito. A proposito, puoi chiamarmi Loli- e detto ciò la pixie entrò, seguita da una Eileen ancora non del tutto convinta.

 

La ragazza aveva sperato che il suo incontro con la pixie le avrebbe facilitato il percorso fino al castello, ma ben presto si accorse che neanche Loli era capace di orientarsi in quel dannato dedalo. Erano in cammino da quella che le parve essere un'ora buona e la sua piccola guida aveva già sbagliato strada forse una ventina di volte.

D'un tratto, fermandosi di botto, la pixie si voltò verso la bionda, visibilmente dispiaciuta.

-Sono mortificata. Le strade del labirinto cambiano di continuo-

-Come sarebbe a dire che cambiano?!?-

-Questo luogo è magico e muta a seconda della volontà del suo reggente-

-Quindi è inutile. Quel dannato non mi permetterà mai di salvare Melany-

La pixie abbassò lo sguardo, senza però rispondere.

-Mi spiace, ma non ci stò. Non sono mai stata un burattino nelle mani di nessuno e non comincerò certo adesso. Non mi interessa se il labirinto cambia, io riuscirò ad arrivare al centro e liberare la mia amica-

-Bisogna vedere se io te lo permetterò- disse una voce alle loro spalle.

Appollaiato svogliatamente su uno dei muri stava proprio l'oggetto dei loro discorso, il quale continuava a mantenere il suo sorrisetto strafottente sul volto.

-Non si era parlato di barare- ringhiò Eileen, mettendosi sulla difensiva.

Il principe fissò per un attimo quegli occhi color del cielo, cangianti in ametista, e avvertì distintamente il brivido della sfida scuotergli il corpo. Allargò ulteriormente il suo sorriso.

Quella ragazzina si stava rivelando più interessante e stimolante del previsto.

Dopodichè, con un colpo di bacino, planò giù dal muro, toccando terra con una leggerezza tale da sembrare privo di peso.

-Vedo però che sei ugualmente riuscita a trovare l'entrata, anche se ti ci è voluto un “piccolo” aiuto- riprese poi, puntando lo sguardo sulla pixie, la quale però non si fece per nulla intimidire.

-Devo un favore a questa ragazza. Le ho promesso che l'avrei aiutata ad affrontare il labirinto ed è quello che ho intenzione di fare-

Gli occhi di Ràl si incupirono all'istante.

-Credevo che anche le pixie dovessero sottostare alle leggi del labirinto e del suo sovrano. Nonostante a molti di voi non vada a genio, adesso sono io il re e voi mi dovete obbedienza. Quindi attenta a quello che fai, fatina. Potrebbe rivelarsi pericoloso-

Di colpo però il contatto visivo tra i due fu interrotto da una intraprendente Eileen che, udita la minaccia e temendo per l'amica, si era posta tra di loro.

-Che cosa vuoi?- chiese allora, seria.

L'espressione beffarda tornò sul volto di lui.

-Volevo solo venire a comunicarti che due ore sono passate e che te ne rimangono undici per tentare di salvare la tua amica-

-Sei stato gentile, ma non era necessario. Più che altro non ne avevo bisogno-

-D'accordo. Vorrà dire che smetterò di fare il gentiluomo. Buona fortuna-

Prima però che sparisse nuovamente, la ragazza disse:

-Aspetta!!-

-Che vuoi?-

-Ti propongo un patto: dovrai smettere di intralciarmi. Non ti costa niente, in fondo, dato che sembri tanto sicuro che non ce la farò-

-E io cosa ci guadagno?-

-Un debito da parte mia che riscatterai quando reputerai giunto il momento-

Ràl ci pensò un attimo, probabilmente cercando un tipo di fregatura. Poi rispose:

-Concesso- e si volatilizzò.

La ragazza potè tornare a respirare.

 

-Ma sei impazzita?!?- esclamò Loli non appena il principe fu sparito.

-Non ti seguo-

-Come ti è venuto in mente di fare un patto con lui? Non lo rispetterà mai-

-E che scelta avevo? Almeno gli ho dato il beneficio del dubbio. Adesso andiamo, dato che abbiamo i minuti contati, letteralmente- sorrise Eileen e, senza pensarci, imboccò l'ennesima diramazione.

Loli le stava dietro, guardinga. Non si fidava delle promesse del principe. Era risaputo che in quanto a malignità e comportamento subdolo era secondo solo a suo padre. Inoltre gli pareva alquanto strano che d'improvviso il neo- sovrano si fosse interessato alle questioni del regno. Un umano nel labirinto non era mai una buona cosa.

-Come mai così silenziosa?- la riscosse la voce di Eileen.

-Pensavo a come ha fatto la tua amica a finire quaggiù-

La bionda distolse inconsapevolmente lo sguardo, puntandolo sui suoi piedi.

-L'ho desiderato io-

La pixie rimase in silenzio, probabilmente attendendo il resto della storia. La ragazza sospirò, poi riprese:

-Abbiamo discusso per un ragazzo. A dire il vero il soggetto in questione è un autentico bastardo, il quale prende in giro molte ragazze, compresa Melany. Io ho cercato di dirglielo, ma lei ha pensato che avessi intenzione di portarglielo via con una bugia. Sono uscite dalla sua bocca parole davvero crudeli ed è stato allora, in un momento di poca lucidità, che ho desiderato che gli gnomi la portassero via-

Loli continuava a rimanere in silenzio, quando fu spiazzata da una risata di Eileen. Alzò lo sguardo e la vide sorridere, anche se i suoi occhi erano lucidi.

-Bella situazione, non c'è che dire. Forse Ràl ha ragione. Fallirò e Melany sarà perduta per colpa mia. Devo però riuscire a salvarla, almeno questo glielo devo-

-Non sono una veggente, quindi non posso parlare con sicurezza di quello che potrà accadere, ma una cosa è certa: io ti aiuterò a tornare a casa, assieme alla tua amica-

-Grazie-

D'improvviso la strada che avevano imboccato prese ad allargarsi, sino a sfociae in quella che pareva una vera e propria piazzetta, lastricata con grandi mattonelle consumate di pietra grezza. Al centro di questa stava un piedistallo vuoto.

Eileen si guardò intorno, non trovando però altre apparenti vie d'uscita.

-Credo che abbiamo di nuovo sbagliato strada. Torniamo indietro-

Quando però entrambe si voltarono, la via della quale erano arrivate era sparita. Al suo posto solo la pietra delle mura.

  
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