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Autore: KindOfMadness    17/07/2013    1 recensioni
Ho sempre detestato la quotidianità, ma qualcosa rese la mia vita un po' meno noiosa tra tutte quelle villette ben curate di Franklin.
Lo odiavo, era così arrogante.
Ma con che gente si frequentava Jeremy? Di poche cose ero sicura nella mia vita, una di queste era che non gli avrei mai rivolto la parola, tantomeno uno sguardo o peggio, un sorriso.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hayley Williams, Jeremy Davis, Josh Farro, Taylor York, Zac Farro
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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We could be alone together.

Chapter 1.

Non ho mai capito quante Hayley ci fossero in me, ma ero sicura che se i miei genitori avessero saputo qual'era quella vera, mai l'avrebbero capita.
La scuola dove andavo era bella, ma mi stava stretta. Faticavo a trovare qualcosa che non mi stava stretto, in realtà.
I miei compagni di classe erano simpatici, molto, ma non mi riuscivano a capire; tutti erano così...normali, ed io ero sempre più accerchiata da buoni conoscenti anzi che da amici.
                                                                                                                                   
                                                                                                       *
 
Mi ero alzata bene quella mattina, ma il freddo che c'era fuori dal piumone che ricopriva il mio letto mi fece subito cambiare idea. Mi gelava le ossa fino a non riuscire a muovere le mani, le mie guance diventavano ancora più rosate di quanto già erano e i muscoli del viso avevano perso la loro sensibilità.
Maledettissimo Dicembre.
Mamma aveva il turno di mattina per fortuna, ne approfittai per sgattaiolare fuori dalla cucina evitando la colazione; la detestavo con tutta me stessa.
Aspettai il solito pullman che non passava mai mentre nelle orecchie suonavano le mie canzoni preferite, mentre il mio corpo congelato si trovava alla fermata di quella stradina isolata delle 6 del mattino, la mia testa era su un palco davanti a miliardi di persone che cantavano le parole delle canzoni che avevo scritto.
"Sogna, ragazzina, sogna" mi ripetevano, quando il mio ritorno alla realtà era simile ad una caduta da un aeroplano.
 
                                                                                                       *
 
Arrivai davanti la scuola, da poco avevo finito una relazione con Jeremy Davis, un ragazzo stupendo con gli occhi azzurro cielo. Abbiamo conservato un rapporto stupendo, ma devo ammettere che ogni tanto mi sembra strano parlargli senza che lui mi stringesse la mano.
Era uno dei pochi amici che avevo, a scuola io ero "quella strana", "quella illusa", "quella su un pianeta tutto suo", ma nessuno aveva afferrato che per me essere considerata diversa da tutte quelle ragazze così noiosamente uguali era un complimento.
Lo incontrai per caso all'uscita della scuola, mentre stava parlando con un ragazzo che vedevo raramente per i corridoi, ed è strano dato che la scuola di Franklin avrà avuto un centinaio di studenti iscritti. Vidi così che Jeremy era impegnato e lo salutai con un cenno di capo e tirai dritta per la mia strada verso l'aula di biologia, sentii addosso un paio di occhi infuocati farmi la radiografia da capo a piedi. Se c'era una cosa che odiavo era proprio questa.
Mi sedetti al banco visibilmente scocciata per la situazione imbarazzante di pochi minuti fa, probabilmente non avevo motivo di essere così turbata, ma non lo sopportavo. 
Jeremy entra in classe in quel preciso istante, quando ogni insulto a me conosciuto si stava rivolgendo contro quel suo amico così arrogante, ma lui si accorge del mio fastidio ancora prima che io potessi aprire bocca. 
"E' solo strano, ma è apposto!" mi dice Jeremy, guardandomi mentre sorrideva, come era suo solito
"Sarà anche strano, ma è insopportabile." sbottai, fingendo di essere arrabbiata con lui, ma sapevo che sarebbe durato solo qualche secondo.
Jeremy sbottò in una risatina di pochi secondi, da sempre lo facevo ridere quando mi arrabbiavo. Non so ancora bene perchè, ma quando aveva provato a spiegarmelo aveva detto che "è strano vedere una cosina piccola come te sbottare così tanta rabbia". 
                                        
                                                                                                       *
 
Quella giornata stranamente era passata infretta, ed io ero rimasta nervosa per tutte e 5 le ore seguenti. Così, al suono della campanella che segna la fine delle lezioni, mi avviai con Jeremy verso l'uscita come al solito, poi lui sarebbe andato via a piedi e io avrei aspettato il mio solito pullman.
Detesto la quotidianità, è così noiosa. 
Quel giorno invece, qualcosa cambiò, quel fastidioso ragazzo di quella mattina intralciò un'altra volta il mio campo visivo, costringendomi a bloccare il mios guardo per qualche secondo su di lui. Sguardo carico d'odio.
Scosse la testa verso di noi, tutto subito mi chiedi perchè stesse salutando verso di noi, poi ricordai che accanto a me c'era Jeremy, che ricambiò il saluto con un sorriso. Il ragazzo si stava avvicinando, e io mi avvicinai a Jeremy per salutarlo ed evitare quella pesante situazione in cui non avrei mai voluto immischiarmi; ma sentii qualcosa bloccarmi all'improvviso.
"Ragazzina, ma allora vuoi dirmelo il tuo nome?" disse una voce sconosciuta, ma delicata.
"In realtà no." ribattei scorbuticamente, mi girai verso Jeremy ancora una volta e esordii con un "Ciao Jer", per poi voltarmi ed andare dritta verso il pullman, che ormai stava aspettando solo me.
Corsi verso il pullman facendo scivolare lo zaino dalle mie spalle, per paura di perderlo come era già successo. Sul pullman trovai un amico di vecchia data, quanto tempo era passato dall'ultima volta che vidi Chris. 
Mi fermai per due chiacchiere subito dopo aver ripreso fiato dalla corsa, e ci comportammo come se fossimo amici da sempre, ed effettivamente lo eravamo. Aveva un'aria strana quel ragazzo, chissà che non gli fosse successo qualcosa, spero non sia niente di grave.
Non vedevo l'ora di trascinarmi fino al mio solito posto, isolarmi dagli altri con le cuffie e guardare piccole gocce di pioggia stridere contro il vetro gelato del pullman.
Il cielo su Franklin quel giorno era terribile, riuscivo a intravedere una certa malinconia in tutte quelle nuvole scure. Solo ogni tanto riuscivo a scorgere qualche nuvola bianco latte che rompeva il grigiore malinconico.
NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao ragazzi, parawhores e non :)
Questa è una fan fiction Joshley, per ricordare i vecchi tempi. Non sto ad entrare nei dettagli perchè altrimenti scoppio a piangere da un momento all'altro, già lo so. :')
Ad ogni modo, spero davvero che vi piaccia almeno un po'.
Forse non è scritta troppo bene, ma è molto tempo che sono ferma e che non scrivo, causa scuola, causa mancanza di ispirazione e causa tutto.
Buona lettura.
Enjoy e recensite, per favore ^^
Un abbraccio.
  
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