Gerrard stava
morendo dissanguato;
aveva avuto un incidente automobilistico ed era gravemente ferito. La
sala
operatoria in cui fu portato era enorme, con tre infermieri e, poco
dopo, ci fu
anche il chirurgo: il professor Calabroni.
<<
Dottore la prego mi aiuti!
>>. Disse Gerrard in fin di vita.
Il dottore aveva
il volto coperto
dalla mascherina, ma si vedeva che era abbastanza vecchio
<<
Stia tranquillo, la salverò
>>. Disse quest’ultimo, guardando i piedi del
giovane paziente.
<<
Dottore, dottore ma la mia
faccia è qui! >>.
Il dottore si
voltò: << Oh… beh
non farci caso, ho dimenticato gli occhiali a casa >>.
Gerrard
iniziò a piagnucolare come un
poppante, in preda alla paura più sfrenata: <<
Oddio ma lei non ci vede
bene! >>.
<<
Si rilassi >>. Disse,
mantenendolo steso con una mano sulla fronte.
La situazione
stava precipitando di
brutto; Gerrard sentiva la morte arrivare: << Dottore ma
almeno lei ha
già operato in queste condizioni? >>.
<<
Ma certo, lei ha un’emorragia
interna probabilmente. Ci penso io! >>.
<<
Ma veramente io volevo dire
che senza occhiali non si può… >>.
<<
Basta, anestesia! >>. Gli
suonò un sinistro micidiale che lo addormentò
all’istante, prima che il giovane
potesse finire di parlare. Il buon vecchio metodo del gancio sinistro
avevo
nuovamente funzionato.
<<
Presto signorina, il
bisturi! >>.
<<
Ma veramente sono un
maschio, dottore >>.
<<
Accidenti e muoviti! Non lo
vedi che non ci vedo bene?? Arrangiamoci e passami l’arnese,
che questo giovane
è grave! >>.
Il dottore
cercò di incidere sulla
carne di Gerrard, ma ci fu un inconveniente inspiegabile.
<<
Cazzo ma questo bisturi non
taglia! Ma come si può operare in questa maniera?
>>.
<<
Ma dottore guardi che…
>>.
Manco il tempo
di finire, che fu
interrotto dalla rabbia del chirurgo.
<<
Ma non è possibile che i
nostri arnesi non funzionino! Questa è una clinica seria,
non il circo della
domenica! >>.
<<
Dottore lo sta tenendo al
contrario il bisturi! >>.
<<
Oh… ok, ok, errore mio.
Adesso facciamo le persone serie ed operiamo! >>.
Il medico si
fece asciugare le gocce
di sudore che già iniziarono a colare giù dalla
sua fronte.
<<
Grazie signorina, ora
facciamo partorire la signora >>.
<<
Ma dottore questo ragazzo ha
un’emorragia interna! Non confonda i vari interventi!
>>.
Il dottore lo
guardò con sguardo
giocoso e gli puntò il dito contro, dicendo tutto euforico:
<< Ha, ci sei
cascato, vero? >>.
<<
Dottore il ragazzo è grave! Si
muova per Dio! >>.
<<
Ok, soffro di Alzheimer, ma
non sono mica cretino! >>.
Il dottore smise
di scherzare e decise
di fare sul serio. Aprì la ferita e si accorse della perdita
di sangue in
corrispondenza dello stomaco.
<<
Accidenti le infermiere non
si prostituiscono, bere durante le ore di lavoro è illegale
ed ora non posso
nemmeno scherzare un po’… la prossima volta me ne
vado in Olanda a fare il
chirurgo >>.
Questo e molti
altri discorsi furono
fatti dal dottore durante il lunghissimo intervento, ma il fato riserba
sempre
cose terribili quando meno te lo aspetti.
L’anestesia
era infatti finita e
Gerrard si svegliò in piena fase di cucitura.
<<
Dottore, dottore non sento
niente! >>.
<<
Dormi! >>. Gli disse
suonandogli una sonora testata in fronte << Il metodo
testata lo terrà
fermo per ore… se non l’ho ucciso…
>>.
<<
Ma dottore! >>. Replicò
l’infermiere.
<<
Hei scherzo! E’ chiaro che
si sveglierà… si, è chiaro…
>>.
L’operazione
non poteva fermarsi
così; Calabroni proseguì con la cucitura, fino a
finire tutto in circa dieci
minuti.
<<
Portatelo in camera: l’operazione
è finita >>.
Gli infermieri
obbedirono, mentre lui
si sedette su uno sgabello per riposarsi dopo il duro sforzo pocanzi
compiuto.
Gerrard si
svegliò dieci ore dopo. La
stanza in cui si trovava era bianca e profumava di pulito. Si sentiva
fuori
pericolo. Si sentiva come se si trovasse in un nuovo corpo, come se non
fosse
più lui, ma qualcosa di migliore. Sorrise.
La porta si
aprì lentamente e il
dottor Calabroni fece il suo ingresso.
<<
Salve, come si sente?
>>.
<<
Bene dottore >>. Disse
contentissimo << E devo tutto a lei. Solo che ho un forte
mal di testa…
>>.
<<
Non si preoccupi, è l’anestesia
>>. Affermò sereno.
<<
Capisco, ma… mi sembra di
avere cambiato voce… è sempre
l’anestesia? >>.
<<
C-certo, l’anestesia…
>>.
Calabroni sudava
freddissimo, ma
Gerrard non si accorse di nulla, felice com’era per il
cessato pericolo. Dopo
un po’ azzardò una domanda.
<<
Dottore devo ringraziarla di
tutto cuore, ma mi dica, perché lei è qui?
>>.
<<
Beh… sono qui per dirle che
io non sono un dottore >>.
Gerrard
restò sbalordito: <<
Cosa?? >>.
L’uomo
si avvicinò al letto del
giovane, continuando a parlare: << Si, mio caro, in
realtà io sono…
>>.
Poi
aspettò il momento giusto e lo
colpì con un calcione sul naso, facendolo svenire.
<<
Uff, meno male… >>.
Quell’escamotage
era servito per
distrarre il giovane al momento dell’anestesia.
C’era stato un grosso errore ed
ora bisognava sistemare le cose.
Gli infermieri
entrarono e lo
portarono nuovamente in sala operatoria. Calabroni aveva confuso
Gerrard, non
si sa come, con un paziente che aveva deciso di cambiare
sesso…