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Autore: Cam17    17/07/2013    1 recensioni
Una serie di storie con un filo di trama appena normale, ma che si svolgono con una serie di eventi nonsense. Un vortice privo di logica, privo di senso, frutto di impegnativi cazzeggi mentali che giornalmente faccio per puro divertimento xD
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gerrard stava morendo dissanguato; aveva avuto un incidente automobilistico ed era gravemente ferito. La sala operatoria in cui fu portato era enorme, con tre infermieri e, poco dopo, ci fu anche il chirurgo: il professor Calabroni.

<< Dottore la prego mi aiuti! >>. Disse Gerrard in fin di vita.

Il dottore aveva il volto coperto dalla mascherina, ma si vedeva che era abbastanza vecchio

<< Stia tranquillo, la salverò >>. Disse quest’ultimo, guardando i piedi del giovane paziente.

<< Dottore, dottore ma la mia faccia è qui! >>.

Il dottore si voltò: << Oh… beh non farci caso, ho dimenticato gli occhiali a casa >>.

Gerrard iniziò a piagnucolare come un poppante, in preda alla paura più sfrenata: << Oddio ma lei non ci vede bene! >>.

<< Si rilassi >>. Disse, mantenendolo steso con una mano sulla fronte.

La situazione stava precipitando di brutto; Gerrard sentiva la morte arrivare: << Dottore ma almeno lei ha già operato in queste condizioni? >>.

<< Ma certo, lei ha un’emorragia interna probabilmente. Ci penso io! >>.

<< Ma veramente io volevo dire che senza occhiali non si può… >>.

<< Basta, anestesia! >>. Gli suonò un sinistro micidiale che lo addormentò all’istante, prima che il giovane potesse finire di parlare. Il buon vecchio metodo del gancio sinistro avevo nuovamente funzionato.

<< Presto signorina, il bisturi! >>.

<< Ma veramente sono un maschio, dottore >>.

<< Accidenti e muoviti! Non lo vedi che non ci vedo bene?? Arrangiamoci e passami l’arnese, che questo giovane è grave! >>.

Il dottore cercò di incidere sulla carne di Gerrard, ma ci fu un inconveniente inspiegabile.

<< Cazzo ma questo bisturi non taglia! Ma come si può operare in questa maniera? >>.

<< Ma dottore guardi che… >>.

Manco il tempo di finire, che fu interrotto dalla rabbia del chirurgo.

<< Ma non è possibile che i nostri arnesi non funzionino! Questa è una clinica seria, non il circo della domenica! >>.

<< Dottore lo sta tenendo al contrario il bisturi! >>.

<< Oh… ok, ok, errore mio. Adesso facciamo le persone serie ed operiamo! >>.

Il medico si fece asciugare le gocce di sudore che già iniziarono a colare giù dalla sua fronte.

<< Grazie signorina, ora facciamo partorire la signora >>.

<< Ma dottore questo ragazzo ha un’emorragia interna! Non confonda i vari interventi! >>.

Il dottore lo guardò con sguardo giocoso e gli puntò il dito contro, dicendo tutto euforico: << Ha, ci sei cascato, vero? >>.

<< Dottore il ragazzo è grave! Si muova per Dio! >>.

<< Ok, soffro di Alzheimer, ma non sono mica cretino! >>.

Il dottore smise di scherzare e decise di fare sul serio. Aprì la ferita e si accorse della perdita di sangue in corrispondenza dello stomaco.

<< Accidenti le infermiere non si prostituiscono, bere durante le ore di lavoro è illegale ed ora non posso nemmeno scherzare un po’… la prossima volta me ne vado in Olanda a fare il chirurgo >>.

Questo e molti altri discorsi furono fatti dal dottore durante il lunghissimo intervento, ma il fato riserba sempre cose terribili quando meno te lo aspetti.

L’anestesia era infatti finita e Gerrard si svegliò in piena fase di cucitura.

<< Dottore, dottore non sento niente! >>.

<< Dormi! >>. Gli disse suonandogli una sonora testata in fronte << Il metodo testata lo terrà fermo per ore… se non l’ho ucciso… >>.

<< Ma dottore! >>. Replicò l’infermiere.

<< Hei scherzo! E’ chiaro che si sveglierà… si, è chiaro… >>.

L’operazione non poteva fermarsi così; Calabroni proseguì con la cucitura, fino a finire tutto in circa dieci minuti.

<< Portatelo in camera: l’operazione è finita >>.

Gli infermieri obbedirono, mentre lui si sedette su uno sgabello per riposarsi dopo il duro sforzo pocanzi compiuto.

Gerrard si svegliò dieci ore dopo. La stanza in cui si trovava era bianca e profumava di pulito. Si sentiva fuori pericolo. Si sentiva come se si trovasse in un nuovo corpo, come se non fosse più lui, ma qualcosa di migliore. Sorrise.

La porta si aprì lentamente e il dottor Calabroni fece il suo ingresso.

<< Salve, come si sente? >>.

<< Bene dottore >>. Disse contentissimo << E devo tutto a lei. Solo che ho un forte mal di testa… >>.

<< Non si preoccupi, è l’anestesia >>. Affermò sereno.

<< Capisco, ma… mi sembra di avere cambiato voce… è sempre l’anestesia? >>.

<< C-certo, l’anestesia… >>.

Calabroni sudava freddissimo, ma Gerrard non si accorse di nulla, felice com’era per il cessato pericolo. Dopo un po’ azzardò una domanda.

<< Dottore devo ringraziarla di tutto cuore, ma mi dica, perché lei è qui? >>.

<< Beh… sono qui per dirle che io non sono un dottore >>.

Gerrard restò sbalordito: << Cosa?? >>.

L’uomo si avvicinò al letto del giovane, continuando a parlare: << Si, mio caro, in realtà io sono… >>.

Poi aspettò il momento giusto e lo colpì con un calcione sul naso, facendolo svenire.

<< Uff, meno male… >>.

Quell’escamotage era servito per distrarre il giovane al momento dell’anestesia. C’era stato un grosso errore ed ora bisognava sistemare le cose.

Gli infermieri entrarono e lo portarono nuovamente in sala operatoria. Calabroni aveva confuso Gerrard, non si sa come, con un paziente che aveva deciso di cambiare sesso…

 

 

 

   
 
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