Uscii dal portone dell’università e una folata di vento mi sferzò la faccia facendomi rabbrividire. Mi strinsi nella giacca di pelle, scelta poco saggia visto il clima, ma ero in ritardo e non potevo permettermi di saltare un esame. A quel tempo lo studio per me era tutto, era ciò che volevo fare e non mi pesava. Infatti, nonostante avessi solo diciannove anni, avevo già finito il liceo, ero laureata in medicina e questa mattina avevo dato l’ultimo esame per poi affrontare la discussione di tesi il mese prossimo. Frequentavo la facoltà di mediazione linguistica e mi piaceva da morire: adoravo l’idea di poter parlare con persone di diversi paesi senza minima difficoltà e fare talvolta da interprete fra esse.
-Cristal!- urlò la mia migliore amica dall’altro lato della strada
-Sarah! Ciao! Ehi, respira!- le dissi ridendo per farla calmare. Era piegata in due per la corsa e cercava di riprendere fiato. Quando si fu calmata riprese il discorso.
-Hai saputo di James?!- James era il mio fidanzato storico, tutti lo conoscevano in città e di conseguenza conoscevano me, la sua piccola Cris. Che poi tanto piccola non ero dato il mio metro e settantacinque, ma questi sono dettagli! Era il capitano della squadra di basket che rappresentava la nazionale inglese all’estero e nei tornei interni era il capitano del London Team Basket. Diciamo che non era conosciuto solo in città!
-Se mi dici cosa hai saputo, ti rispondo!- Sarah era quel tipo di ragazza svampita che diceva di fregarsene degli altri e per un po’ ci riusciva. Poi però veniva da me piangendo perché aveva sentito cose non molto belle sul suo conto e devo dire che in parte se le meritava! Insomma, conosceva mezza Londra e di certo non era per la simpatia o per gli abiti carini che indossava.
-Ah sì, scusa! Mi ha detto Clark che James è stato convocato il riunione per decidere un suo possibile trasferimento in California- concluse Sarah.
-JAMES COSA?! Ma ne sei sicura?! Da quanto tempo lo sa?!- urlai alterata. La gente si girava a osservarci come se fossimo pazze. Sarah si guardava in giro sorridendo cercando di tranquillizzare i passanti, ma dalle occhiate eloquenti che riceveva, ci riusciva ben poco!
-Sì, sono sicura e mi stupisce che tu non lo sapessi dato che è poco più di due settimane che glielo hanno detto e che mi promette di riferirti tutto il prima possibile! Fortunatamente ho deciso di chiedertelo!- Forse mi sono dimenticata di dire che James e Sarah sono fratelli gemelli, ma non si somigliano per niente: lei è insicura sotto la faccia da dura, lui è dolce e, a quanto pare, anche bugiardo!
-Beh non lo sapevo e credo che il tuo caro fratellino mi debba una spiegazione molto convincente!- risposi arrabbiata. No, non arrabbiata, furiosa!
Ci dirigemmo insieme verso la O2 Arena dove il nostro manager ci aveva detto di andare perché aveva un’importante notizia da darci. Io e Sarah facciamo parte delle “Royal Family”, un gruppo musicale molto conosciuto in tutto il mondo. Gli altri membri sono Margareth, detta comunemente Meg, ed Ellen, detta Ellie. Dopo soli tre passi cinque guardie del corpo ci raggiungono per farci da scorta spuntando dal nulla: per me non è una novità dal momento che sono la principessa di Inghilterra e sono abituata a questi trattamenti e lo stesso vale per Sarah che, sebbene non sia una principessa, si dà il caso che sia la figlia dell’uomo più potente del mondo: il presidente degli Stati Uniti!
Dopo dieci minuti di macchina, arriviamo all’ingresso dove Meg e Ellie ci attendono sorridenti.
-Buongiorno principesse!- ci saluta con un sorriso Meg
-‘Giorno Principessa di Castiglia!- le rispondo sorridendo
-Non chiamarmi così, sai che lo odio! Solo essere la principessa spagnola di turno mi irrita!- disse Meg. Scoppio a ridere perché in fondo la capisco. Il nome del nostro gruppo deriva dal fatto che siamo tutte figlie di famiglie importanti e diciamo che non siamo sempre viste di buon occhio perché una lite fra di noi, secondo alcuni, potrebbe far scoppiare una guerra mondiale. Ma sia chiaro, se litigassi con Sarah di certo non chiederei a mia nonna, la Regina, o ai miei fratelli di sganciare una bomba atomica sulla Casa Bianca! Ellen, la figlia della cancelliera tedesca rimane a fissarci in silenzio sorridendo. È l’ultima arrivata ed è molto timida, ma ha una voce spettacolare e non manco mai di rammentarglielo.
-Allora entriamo?- propongo. Le altre annuiscono e ci avviamo all’interno della struttura.
-Cris! Ragazze!- sento urlare John, il nostro manager- Eccovi finalmente, siete le ultime! Bene siete pronte per la notizia bomba?!- annuiamo energicamente.
-Ebbene: fra due mesi partirete con i 5 seconds of summer, i One Direction e le Little Mix per un tour mondiale tutti insieme! Ragazze mie, conquisterete il mondo!-
Siamo rimaste di sasso. La nostra mascella tocca a terra. Poi mi viene in mente la sua frase “siete le ultime”.
-No puede ser. Sono già qui loro vero?!- esclamo ricevendo i complimenti da Meg per il mio spagnolo.
-Esattamente- risponde John – E sarà meglio che andiate a prepararvi che cominciamo le prove subito!-
Corriamo per i corridoi cercando il nostro camerino che troviamo di fianco a quello delle Little Mix.
Dopo circa venti minuti usciamo e ci dirigiamo verso l’entrata del palco dal back stage e ci troviamo davanti tutti i ragazzi intenti a parlare o a strimpellare chitarre.
Appena varchiamo la soglia tutti gli occhi sono puntati su di noi e scattano tutti in piedi per venirsi ad inchinare. Tipico per chi non conosce la monarchia moderna! Decido di intervenire, anche perché Sarah ed Ellie non sono abituate a questo trattamento, cosa che Meg non sembra disprezzare.
-Ragazzi vi prego non ce n’è bisogno!- dico sorridendo.
-Come dovremmo fare allora? Ci hanno detto di fare così quando arrivavate!- dice Calum.
Strabuzzo gli occhi per fargli capire il mio stupore, poi mi ricompongo gli sorrido ed esclamo
-Dammi il cinque!- e dopo averlo fatto aggiungo – Siamo ragazzine normalissime, trattateci da tali!-
Dopo le varie presentazioni ognuno torna al proprio posto ed io vengo attratta da Niall Horan che strimpella qualcosa alla chitarra. Mi avvio verso di lui che solleva il viso e mi sorride.
-Ehi- mi dice
-Ehi! Che stai suonando?-
-Non credo che tu conosca i Kings of Leon-
-Credi male, caro…- fingo di non sapere chi sia. Lui ride e mi porge la mano
-Niall. Comunque caspita, sai suonare qualcosa?-
-Certamente. Tu schiaccia le corde che al resto di penso io!- così dicendo Niall forma un accordo con le dita della mano destra mentre io comincio a pizzicare le corde al centro della cassa. E pian piano le note di Pyro si diffondono per tutto il palco. Inizio a canticchiarla e di lì a poco mi raggiungono anche le altre ragazze. Quando la canzone finisce tutti ci guardano stupiti. Sorridiamo e ci sentiamo in imbarazzo. Per fortuna il suono del mio telefono interrompe il momento e mi allontano per rispondere. È James.
-Ciao amore!-
-Amore niente! Te ne vai in California?!-
-Te l’avrei detto.-
-Ah sì? Quando? Magari mentre prendevi il sole a Venice Beach! E da quello che ho capito hai pure accettato il lavoro! Non ti sto dicendo che non lo dovevi fare, ma perché nascondermelo?! Avevi paura?!-
-Cris io non vorrei dirtelo per telefono, ma non vedo altra soluzione visto che parto domani- domani…
-DOMANI?! Su avanti dimmi quello che mi devi dire, che poi te la dico io una cosetta-
-Ho conosciuto una ragazza, Cris, e mi piace da impazzire. Mi spiace.-
Rimango senza parole. Due lacrime si fanno spazio sul mio viso.
-Meglio, ti volevo dire che ti lascio, mi hai reso il compito più facile. Ah, figlio del presidente?-
-Sì?-
-Vai a farti fottere- e detto ciò riattacco il telefono e blocco il suo numero.
Mi asciugo le lacrime e chiamo Sarah per raccontarle il fatto. Lei mi abbraccia e mi consola dicendomi di non preoccuparmi, ma come faccio? Lui era una delle poche certezze che avevo… Ma forse è meglio così dato che fra due mesi inizia il tour. Non avrebbe potuto funzionare in ogni caso, sempre in giro e sempre stanchi. Mai un momento da soli.
-Scusatemi se vi disturbo, ma John ci vuole parlare- ci interrompe una voce roca che mi fa rabbrividire. Fino ad ora l’avevo sentita solo nelle canzoni, ma caspita, quando parla è una scarica dietro la schiena.
-Grazie mille- sorrido. Lui ricambia il sorriso e titubante mi allunga una mano per presentarsi
-Sono Harry Styles, è un piacere conoscerla vostra altezza-
Rido a questa affermazione buttando indietro la testa. Lui diventa serio improvvisamente.
-Ho sbagliato qualcosa?- chiede. Oddio, ma faceva sul serio! Che figura di merda. Brava Cris, davvero brava!
-Harry, chiamami Cris, dammi del tu e salutami con un abbraccio- gli dico facendogli l’occhiolino sorpassandolo facendo delicatamente sbattere la mia spalla contro la sua, dato che abbiamo solo tre centimetri di differenza.