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Autore: HisLovelyVoice    17/07/2013    5 recensioni
Molti bambini li guardavano scioccati, e spaventati chiedevano ai genitori perché si stessero rincorrendo. Sono innamorati, tesoro. Rispondevano con aria sognante le mamme, volendo anche loro una relazione del genere.
Sono innamorati. Quella era la pura e semplice verità.
Alcuni signori anziani li guardavano malinconici, ricordando la loro gioventù ormai passata, ma senza rimpianti.
Alcuni uomini li osservavano invidiosi dell’amore che li univa.
Un amore che andava oltre le apparenze.
Un amore che aveva scavato nel profondo, fino a toccare il centro del cuore.
Un amore che nessuno avrebbe mai potuto definire passeggero.
Perché si amavano da otto anni, ogni istante di più. Ogni giorno si sorprendevano avvicenda con una premura, una frase, un semplice gesto.
Erano definiti da tutti due anime gemelle.
Erano destinati a stare insieme.
Se fossero stati divisi, si sarebbero ritrovati, a qualsiasi costo.
Perché si amavano. Il loro amore era puro, come quello dei bambini.
Perché si erano accettati con tutti i pregi, ma anche con tutti i difetti e tutti i problemi.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I need happiness'
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13 Make love to me
 
Presa la macchina mi diressi il più velocemente possibile verso casa di Camilla. Era tutto più chiaro ora. Lei aveva solo paura di quella persona, non era vero che non mi amava. Lei voleva proteggermi e basta. Sapeva che se avessi saputo la verità non me ne sarei mai andato, e che avrei rischiato tutto pur di stare con lei.
Arrivai a casa sua molto velocemente, e quando citofonai, fu proprio lei ad aprirmi. In quel momento la trovai più bella che mai. Indossava una maglietta bianca con una spalla scoperta e un paio di pantaloncini neri che le arrivavano sopra metà coscia.
Mi guardò meravigliata. - Federico, cosa ci...? - provò a chiedermi, ma non le diedi il tempo di finire. Mi gettai immediatamente sulle sue labbra posando le mie mani sul suo collo, sperando quella volta di non svegliarmi, e chiusi la porta dietro di me con un calcio. Lei rimase immobile, lasciandosi baciare ma senza ricambiare, allora mi allontanai un attimo e la guardai negli occhi, accarezzandole delicatamente la guancia con il pollice.
- perdona Giacomo, ma so tutto. - dissi.
Camilla posò la sua mano sulla mia. - allora è proprio per questo che te ne devi andare. - mormorò.
Scossi la testa. - io non me ne andrò, mai. Ti prego, dimmi che mi ami. -
Lei sorrise. - ti amo. Ti amo tantissimo e non ho mai smesso di farlo. - sorrisi anche io nel sentire quelle parole. - ti prego, però, ora vai via. -
- te l'ho già detto, non me ne andrò mai. - dichiarai. La baciai di nuovo, e questa volta lei posò le sue sul mio petto, schiudendo le labbra.
- mi sei mancata. Dio se mi sei mancata! - mormorai rimanendo sulle sue labbra. Lei le distese immediatamente in un sorriso, e in quel momento mi sentii l'uomo più fortunato del mondo.
Poco dopo però le arrivò un messaggio. Si irrigidì immediatamente, allontanandosi da me.
- non hai la minima idea di chi può essere? - le chiesi preoccupato.
Lei scosse la testa. - è meglio se rimaniamo qui, sai? Almeno non ci può vedere. - mormorò. Vedevo che non aveva intenzione di leggere il messaggio, così le presi il telefono dalla tasca e lo guardai.
 
Ho visto che Federico è venuto a casa tua. Sono sicura che adesso tu non stia leggendo questo messaggio, ma lo che lo stia facendo Federico. Quindi, ciao Federico. Beh, hai fatto male ad andare da Camilla, molto male. Ho una pistola e non ho affatto paura di usarla, soprattutto contro di te. Ma poi la userò anche contro Camilla, ovviamente. Con affetto.
 
Spalancai la bocca, senza parole. Andai a leggere gli altri messaggi, rimanendo pietrificato.
- Camilla, devi dirlo alla polizia. - conclusi quando ebbi finito.
- ma poi lei o lui potrebbe farti del male! - protestò. Chiusi gli occhi sospirando e mi sedetti a terra, appoggiandomi al muro. Camilla si mise vicino a me e mi prese la mano.
- non importa. - mormorai. - se non lo farai tu, lo farò io. Ho un amico poliziotto. Potrei chiedergli di venire qui in incognito, così vede i messaggi e pensa a cosa si può fare. - proposi. Era un po' titubante, lo vedevo.
- va bene. - acconsentì alla fine. - ma ora non ci voglio pensare. -
Sorrisi maliziosamente. - io avrei un'idea per non pensarci. - mormorai avvicinando il mio volto al suo.
- pervertito. - mormorò ridendo, rimanendo però ferma. Continuai ad avvicinarmi lentamente, finché non la baciai. Assaporai nuovamente le sue labbra e la presi per i fianchi, attirandola a me. Lei si sedette sopra le mie gambe, continuando a baciarmi. Portò le sue mani sul mio volto mentre io posavo le mie sulle sue gambe nude, accarezzandole lentamente. Poco dopo si allontanò per far combaciare le nostre fronti.
Mi accarezzò il volto. - ti amo. -
- ti amo anche io. -
Continuammo a baciarci a lungo, come due adolescenti. Non volevo più allontanarmi da lei. Avevo paura che, se lo avessi fatto, lei se ne sarebbe andata di nuovo, e non potevo permetterlo.
- cosa possiamo fare? - mi domandò dopo un po'.
Inarcai un sopracciglio. - perché, quello che stiamo facendo ora non ti piace? - chiesi. Lei scoppiò a ridere. Quanto mi era mancata la sua risata...
- si che mi piace. E anche molto. Il punto è che se torna mio padre ti fa fuori. - rispose.
Alzai le spalle. - pazienza. - dissi per poi baciarla di nuovo.
'Se anche questo è un sogno, non svegliatemi.'
 

CAMILLA

Ancora non ci credevo. All'inizio ero arrabbiata con Giacomo perché gli aveva detto tutto, ma poi, quando Federico mi aveva baciato di nuovo, capii di aver sbagliato a non dirgli nulla. Avrebbe dovuto decidere lui se andarsene o no, non io per lui.
- fai l'amore con me. - mormorò con voce roca allontanandosi dalle mie labbra.
Arrossii immediatamente, in imbarazzo. - io non... cioè, qui è... n-non penso tu voglia farlo nel bel mezzo del corridoio. - dissi titubante. - in camera non ci andrei, c'è quel matto che mi spia e il divano è così... così scomodo e… -
- cos'è, un modo dolce per declinare la mia proposta? - chiese ridendo.
Scossi immediatamente la testa. - no, no! - dissi velocemente. - non intendevo quello. È solo che qui è... - mi posò un dito sulle labbra.
- hei, tranquilla, capisco cosa intendevi. - mi rassicurò sorridendo, per poi baciarmi di nuovo. Mi sporsi leggermente in avanti, ma me ne pentii quasi subito, sentendo un rigonfiamento sotto di me. Provai a trattenermi, ma non ci riuscii e scoppiai a ridere.
- io non riderei se fossi in te. Non hai idea di quello che mi stai facendo. - mormorò mordicchiandomi il lobo dell'orecchio, provocandomi dei brividi. Iniziò a scendere lentamente con le labbra lungo il mio collo, lasciando una scia umida di baci.
- p-perché, cosa ti sto facendo? -
- se vuoi te lo faccio vedere. - disse malizioso.
Gli diedi un leggero pugno sulla spalla. - sei un vero e proprio pervertito. - dichiarai ridendo.
- lo dice anche Giacomo. - borbottò.
Corrugai la fronte. - perché? - chiesi curiosa. Lui scosse la testa.
- nulla di importante, tranquilla. - rispose.
Scesi dalle sue gambe e mi sedetti vicino a lui, prendendogli di nuovo la mano.
- che c'è, non stavi comoda? - chiese ridendo.
- no, non volevo pesarti troppo. - risposi.
- ma io stavo comodo. Molto comodo. - disse stringendomi la mano.
Scossi la testa.
- sei un caso perso. - dichiarai.
Rimanemmo per un po' in silenzio, godendoci l’uno la presenza dell'altro. Poi Federico decise di chiamare quel suo amico poliziotto, mettendo il vivavoce.
Quando rispose, gli spiegammo la situazione, leggendogli i messaggi. Alla fine Andrea, si chiamava così il poliziotto, decise che sarebbe venuto da me il giorno dopo.
- considerando l'ultimo messaggio, consiglio vivamente a Federico di rimanere da Camilla per tutto il giorno, anche questa notte. Non vi avvicinate alle finestre e se vi arrivano altri messaggi, chiamatemi. Vedrò di liberarmi e verrò oggi stesso. - ci disse infine.
- okay, grazie mille. - rispose Federico.
- a domani. - e così dicendo riattaccò. Federico rimise il telefono in tasca e mi guardò.
- è un problema se rimango qui? - domandò. Gli accarezzai una guancia.
- certo che no. - mormorai, posando delicatamente le mie labbra sulle sue.
Mi alzai subito dopo in piedi per andare in cucina a prendere qualcosa da mangiare, non avevo ancora fatto colazione, ma Federico mi prese per una gamba, facendomi cadere in braccio a lui.
- ma che fai? - esclamai ridendo.
- resta con me. - mormorò al mio orecchio stringendomi a se.
- non me ne sto andando via. - lo rassicurai, ma lui continuò tenermi stretta.
- non voglio più perderti. - disse accarezzandomi le braccia che avevo unito in grembo.
Solo in quel momento realizzai tutto il male che gli avevo fatto.
- perdonami. - mormorai. - io non volevo farti così male. Volevo solo proteggerti, ma non avevo pensato a ciò che tu avresti provato. Dovresti odiarmi ora, sono stata così stupida e… -
- no, non sei stata stupida. - mi interruppe. - non lo dire mai. Perché tu sei una ragazza fantastica. Non potrei mai odiarti, lo capisci? Ti amo più della mia stessa vita. - gli accarezzai una guancia.
- mi perdoni? - chiesi.
- non c’è nulla da perdonare, e comunque non potrei non farlo. Ricordati, ci dobbiamo sposare. -
Sorrisi. - quindi la proposta è ancora valida? -
- certo. A meno che tu non abbia cambiato idea. -
- mai. -
Rimanemmo un po' abbracciati, poi gli chiesi se avesse fame. Mi rispose di si, così ci alzammo ed entrammo in cucina per prendere qualcosa da mangiare. Rovistammo nei vari sportelli stando lontani dalla finestra e alla fine prendemmo dei biscotti al cioccolato. Andammo in camera da pranzo e ci sedemmo sul divano. Mi accoccolai al suo petto, pescando ogni tanto un biscotto dalla busta che teneva in mano.
- sono buoni. - disse dopo un po'.
Annuii. - si, sono i miei preferiti. - replicai mentre finivo di masticarne uno.
- lo so. - rispose lui toccando con l'indice la punta del mio naso. Sorrisi mordendo un altro biscotto.
- oggi ingrasserò, ne sono sicura. - borbottai, senza però smettere di mangiare.
- sarebbe un bene! - esclamò Federico. - ti ricordo che sei ancora sottopeso. -
Sbuffai. - hai ragione. Ma non mi piace ingrassare. -
- sei troppo magra, okay? Devi ingrassare. - disse lui dandomi un bacio sulla testa.
- certo che tu hai qualche problema. - dissi guardandolo.
Corrugò la fronte. - e perché? -
- semplice, stai con una ragazza come me. Stai con una ragazza sottopeso che viene minacciata. Una ragazza che è stata picchiata e violentata ripetutamente. - mormorai.
- io la vedo diversamente. Io penso che sto per sposare la ragazza che illumina il mio mondo con un sorriso. Sto per sposare la ragazza che mi ama e che amo. Sto per sposare la ragazza che quasi nove anni fa mi ha fatto battere il cuore come nessun'altra e che poi è diventata la mia ragazza. Sto per sposare la ragazza che quando vedo riesce a farmi sentire ancora le farfalle nello stomaco, la ragazza che quando mi abbraccia fa tremare le mie ossa, la ragazza che con la sua voce mi fa sognare, la ragazze che con la sua risata mi fa sentire la persona più fortunata del mondo. Sto per sposare la ragazza dolce, affettuosa, a volte un po' lunatica che mi ha reso l'uomo che sono adesso. - disse. - ciò che hai detto tu è vero, ma non cambia i sentimenti che provo per te. - aggiunse poi, accarezzandomi il volto.
- come può uno non amarti? - chiesi sorridendo.
- non puoi, sono adorabile. - rispose. Scoppiai a ridere e lo baciai.
- sei molto adorabile. - lo corressi, premendo poi nuovamente le mie labbra contro le sue.
- sai, - disse poco dopo, - il divano non è poi così scomodo. - e così dicendo posò, senza allontanarsi da me, la busta di biscotti sul tavolo di fronte al divano. Lentamente mi ritrovai allungata sotto il suo corpo, con le mani intrecciate dietro il suo collo.
- fai l'amore con me. - ripetè sulle mie labbra, e in quel momento mi resi conto di aver un disperato bisogno di lui.





HEI!!
allora, io questo capitolo volevo metterlo più avanti, volevo lasciarli separati più a lungo, ma per tre motivi l'ho messo qui.
1) partirò presto per le vacanze e non volevo lasciarvi più di un mese con loro due separati.
2) mi avreste ucciso.
3) loro due non sono fatti per stare lontani!
Allora, che ne pensate? sarei felice di leggere le vostre opinioni, positive e negative che siano :3
ringrazio coloro che seguono la storia, i lettori silenziosi e coloro che recensiscono
alla prossima! 
un bacio
Giulia xxx
PS questo è il mio profilo di fb creato per efp https://www.facebook.com/hope.efp.9 e questo è ask, se vi interessa http://ask.fm/Hope1946

  
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