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Autore: louehar    17/07/2013    8 recensioni
Louis è seduto in giardino con uno sguardo spento, cupo e triste: da quando Harry è andato via le cose sono cambiate radicalmente.
L’assenza del minore è riuscita a creare un guscio sulla personalità del castano, che non riesce ad essere divertente e spensierato come una volta.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1998.
 
È da pochi mesi che la famiglia Styles si è trasferita per questioni lavorative a Doncaster, una piccola e cupa cittadina del nord dello Yorkshire che non ha niente d’interessante se non il clima che varia giorno dopo giorno.
Per questa famiglia, sempre unita e senza problemi, oggi, è un giorno speciale: il quarto compleanno di Harry.
Harry Styles, è un adorabile bambino dai capelli ricci, dai grandi occhi verdi e dal sorriso smagliante contornato da due dolci fossette.
Nato e cresciuto –fino a poco tempo fa- ad Holmes Chapel, questo bambino non ha mai trovato difficoltà nel fare amicizia, o almeno, finché non si sono trasferiti.
Il suo unico, nuovo e amico del cuore è Louis Tomlinson, il suo vicino di casa.
Louis ha gli occhi azzurri, i capelli castani ed ha compiuto sei anni il ventiquattro dicembre.
In comune hanno essenzialmente due cose: amano entrambi il gelato al pistacchio ed i Power Rangers.
Da quasi dieci minuti, Harry è seduto sulla poltrona bianca in pelle del padre posta in cucina con un adorabile broncio ed un’espressione arrabbiata in viso: Louis è in ritardo, ed il festeggiato ha chiaramente detto che la festa non incomincerà senza di lui.
La stanza in cui si svolgerà è addobbata con palloncini rossi, striscioni con la scritta ‘tanti auguri’ e con un tavolo ricco di buffet che sarà in grado di sfamare gli zii e i tanti cugini che da Holmes Chapel sono venuti a Doncaster per festeggiare insieme in questo giorno speciale.
I due amichetti sono molto diversi tra loro; Harry è timido e ama conoscere gente nuova, Louis è sveglio e parecchio casinista.
Quasi fosse un caso del destino, il campanello della porta inizia a suonare facendo drizzare il piccolo sulla poltrona.
Quando dalla porta entra Louis con le labbra curvate in un sorriso, i capelli scomposti a causa del gelido vento che butta fuori e un enorme pacchetto regalo tra le mani, il cuore del minore si riempie di gioia.
‘Louis, sei venuto!’
Corre e si precipita in un batter d’occhio nelle braccia del maggiore facendolo quasi cadere per terra.
‘Questo è per te’.
Si scansa appena e gli porge il pacchetto che ha accuratamente incartato con le sue stesse mani.
‘Sai?! La festa non sarebbe iniziata senza di te’.
Allora Louis più felice di prima, gli spettina i capelli e gli sussurra un ‘mi piacciono i tuoi ricci’.
 
 
*****
2003.
 
Da due mesi a questa parte, Harry passa le sue giornate su un freddo e disfatto letto d’ospedale fissando il soffitto spoglio e bianco che tanto gli ricorda quello di camera sua.
Tutti i giorni pensa costantemente Louis, che ha dovuto lasciare a Doncaster per andare a Londra e curarsi di una cosa più grande di lui: il cancro.
Nonostante sia una malattia mortale, la famiglia Styles è riuscita ad accorgersene in tempo e a pagare tutte le cure necessarie per poter attenuare le sue sofferenze.
Dalle otto del mattino alle due del pomeriggio, un insegnante di Doncaster –offertasi di garantire un’istruzione adeguata al ragazzino- arriva a Londra e insegna le materie scolastiche principali senza fare troppe storie e senza lamentarsi del fatto che tutte le mattine debba svegliarsi alle cinque.
Il motivo? Semplice: viene pagata, e anche tanto.
Essendo il titolare di una grande azienda immobiliare, l’ultimo problema di Des –il padre di Harry-, sono i soldi.
Quando il dottore entra in camera e inietta nel corpo del piccolo le dosi per poter iniziare la chemioterapia, quest’ultimo piange rumorosamente e si dimena per evitare di soffrire ancora.
Si possono cacciare tutti i soldi del mondo, ma nulla toglie il dolore fisico e psicologico che il ragazzino sta affrontando.
È una routine quella che Harry subisce tutti i giorni, e nonostante i capricci e il dolore che prova, infondo, è determinato a guarire e a tornarsene a casa.
I ricci ormai sono solo un ricordo per il suo paffuto viso, ma il dottore gli ha assicurato che una volta guarito, ricresceranno più morbidi e più forti di prima.
Il fatto di non poter essere a contatto con i suoi parenti, il fatto di non poter raggiungere Louis e giocare con lui ai Power Rangers, il fatto di non poter andare a scuola, al parco o a prendere il suo adorato gelato al pistacchio, hanno stancato Harry.
Senza forze e ormai allo stremo, si lascia andare senza obiettare o porre resistenza a quella terribile tortura.
 
 
Louis è seduto in giardino con uno sguardo spento, cupo e triste: da quando Harry è andato via le cose sono cambiate radicalmente.
L’assenza del minore è riuscita a creare un guscio sulla personalità del castano, che non riesce ad essere divertente e spensierato come una volta.
È arrabbiato, triste e deluso.
Infondo vorrebbe solo andare da lui e stringerlo fino a fargli perdere il fiato.
Può sembrare una cosa strana, ma si è affezionato così tanto a lui da non dormirci la notte.
Per perdere  tempo e riempire il vuoto che quel bambino di Holmes Chapel ha provocato in lui, ha incominciato a giocare con un ragazzino che frequenta la sua stessa classe di nome Stan Lucas.
Gli amichetti di questi due ragazzi –compreso Stan-, sono parecchio dispettosi verso gli altri bambini.
Anche Louis se n’è accorto e nonostante sia una cosa che non gli faccia tanto piacere, quando c’è da prendere in giro o da fare scherzi, si unisce a loro per non restare da solo, ancora.
 
 
*****
 
2010.
 
Harry è guarito da cinque anni ormai e come gli aveva promesso il dottore, i suoi ricci sono ricomparsi più forti e morbidi di prima.
È tornato a Doncaster, ha incominciato la scuola, ha mangiato il suo dolce gelato al pistacchio e ha ritrovato la sicurezza di una volta.
Infondo la vita è una, e va vissuta al meglio’ è la prima frase che si può scorgere sul diario del riccio.
Harry lo sa bene, lo sa bene perché ci è passato, perché ha sofferto e perché è tornato a rivivere.
Ogni mattina si sveglia con il sorriso sulle labbra, carica sulle sue spalle la cartella e si avvia a scuola sperando di essere puntuale.
Da quando è arrivato, ha visto Louis si e no un paio di volte.
Ha provato a fermarlo, a chiacchierare con lui, a scusarsi per essere fuggito così all’improvviso.
Ma c’è un problema: ogni volta che tenta di farlo, il castano dagli occhi azzurri lo scansa con forza e va via emettendo una sonora e fastidiosa risata seguito da quattro o cinque ragazzi.
Tutti i giorni comunque è costretto a subire insulti da parte della squadra di football per un semplice motivo: Harry odia portarsi a letto le ragazze ed usarle come fanno tutti.
Per questo motivo viene chiamato ‘checca’, ‘frocio’ e in tantissimi altri modi che ora come ora, non gli fanno né caldo, né freddo.
Ha avuto in tutto solo due fidanzate, e si è lasciato con entrambe perché nessuna delle due aveva qualcosa di particolarmente importante: nessuno riusciva a farlo sentire speciale come quand’era con Louis.
Può sembrare strano, infondo sono passati sette anni da quando non hanno un rapporto solido, ma è sempre stato legato a lui con la mente, il cuore, il pensiero e lo spirito.
Entra nella sala mensa e si siede da solo ad un tavolo poggiandoci sopra il vassoio contenente una mela, un sandwich al prosciutto e al formaggio e una bottiglina d’acqua.
 
 
‘Sbrigati Lou, porca puttana’.
Stan impreca come un camionista per far si che Louis esegua i suoi ordini.
‘Vai da quel riccio e sputtanalo davanti a tutti, digli che è una fottutissima checca, digli che non sarebbe dovuto nascere ’. 
Il castano spalanca gli occhi e deglutisce a vuoto tentando di elaborare meglio ciò che gli è stato appena richiesto.
Come può chiedergli questo? 
Louis è gay e Stan lo sa benissimo.
Come?
Lo vide baciare un ragazzo della seconda nello spogliatoio del campetto di calcio, e quando il castano si accorse della sua presenza riuscì solo a balbettare cose senza senso ricevendo come risposta un ‘non preoccuparti, non cambierà niente’.
Si alza improvvisamente dal tavolo attirando l'attenzione dei presenti, e scuotendo con forza la testa, si avvicina a Stan.
‘Sono stanco di tutto questo, di vivere con una fottuta maschera e di nascondere a tutti ciò che provo. Tu non sei nessuno per privarmi del mio vero carattere e del mio modo di essere. Perché invece di rifugiarti dietro gli altri non vai tu ad insultarli? E ti ricordo che anch’io sono una checca’.
Louis grida con tutta l’aria che ha in corpo, lasciando di stucco ragazze e ragazzi e facendo sorridere Harry che alzandosi, inizia ad applaudire.
Mezza sala copia il gesto del riccio facendo comparire sul viso del maggiore un sorriso sincero e ricco di significati: libertà, felicità, sicurezza.
Si avvicina al suo ‘amico d’infanzia’ e lo stringe in un forte abbraccio, trascinandolo via da lì e portandolo nel loro rifugio segreto. 
Il cosiddetto ‘rifugio segreto’, non è altro una casetta sull’albero costruita di fronte la casa di Louis.
Nei mesi precedenti alla partenza di Harry, i due passavano tantissimo tempo lì dentro: giocavano, si facevano il solletico, mangiavano delle patatine scadute e buttavano i resti di esse sui poveri passanti.
‘Dio Harry, mi sei mancato così tanto’.
I corpi dei due ragazzi si uniscono perfettamente  per la seconda volta, facendo rabbrividire Harry.
È tutto così bello.
‘Mi è mancato così tanto questo posto, e tu, e i tuoi ricci, e il tuo sorriso’. 
Louis gli bacia dolcemente la guancia destra con un espressione strana ma tenera in viso.
‘Non volevo andare via, Lou, ma dovevo farlo per guarire dal cancro e per ritornare qui più forte di prima’.
Allora il maggiore sbarra gli occhi e spalanca le labbra.
Cancro?
Come ha potuto non sapere niente per tutto questo tempo? 
Harry fissa con aria spaesata e allo stesso tempo divertita il viso di Louis che a suo tempo gli rivolge uno sguardo incredulo.
‘Ehi, è tutto okay. È passato.’
‘Devi scusarmi tu se sono stato freddo e distaccato in questi mesi’.
Harry annuisce, porta il viso nell’incavo del suo collo e le braccia attorno ai suoi fianchi per poi stringerli con forza e dolcezza dando vita ad uno degli abbracci più belli che siano mai esistiti.
Annusa con insistenza il profumo di vaniglia che il suo corpo emana, lasciandosi andare a quella sensazione indescrivibilmente bella e mai provata prima.
Louis gli alza il mento con le mani fondendo l’azzurro dei suoi occhi con il verde di quelli del riccio.
Senza esitare, gli lascia un bacio a fior di labbra e chiude gli occhi per godersi il momento.
Proprio mentre si sta per staccare, Harry riporta le loro labbra a contatto in un vero e proprio bacio casto, morbido e lungo.
Lecca con dolcezza il labbro inferiore del maggiore per chiedere l’accesso alla sua bocca che non tarda ad arrivare; le loro lingue ruotano insieme in un gioco passionale e tremendamente dolce, lasciandoli senza fiato.
Si fissano negli occhi umidi e si stringono per interminabili minuti.
‘E tu, Haz? Sei gay?’
Il minore si siede dritto e lo fissa negli occhi.
‘A me piacciono le ragazze, ma più di loro mi piaci tu’.
Louis sorride e gli pizzica la guancia.
‘Allora mi ami?’
Domanda ricca di dubbi, speranze e voglia di essere confermata.
‘Non ho mai smesso’.


 


ci ho messo tipo quattro ore per scrivere tutto, quindi se vi piace fatemelo sapere.
era un'idea che mi frullava da tempo in testa, perché trovo che da piccoli siano adorabili.
aw.
fatemi sapere, belle.<3.
 
 
 
 
  
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