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Autore: DeniRevenger_    17/07/2013    5 recensioni
E' incredibile quanto la tua passione di una vita, porti a realizzare il tuo futuro.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chi l’avrebbe mai detto? Io, Alexandra Fox, una semplice ballerina di un paese di provincia, avrei potuto sfondare nel mondo del ballo. Ma non in un prestigioso teatro di Broadway, non nelle grandi scuole di danza degli Stati Uniti. No, una ballerina di supporto a un cantante. Ironia della sorte? Stimavo questa persona dall’inizio della sua carriera, anni prima. Sì, era lui: Joe Jonas. Aveva intrapreso la carriera da solista, sperando di sfondare anche in questa occasione, come negli anni precedenti al fianco dei fratelli. Ma questo, è solo l’inizio della mia lunga storia.
Innanzitutto, sono una ragazza normalissima. Vivevo con mia madre, in una piccola città alle porte di Los Angeles. Insieme a noi, viveva anche il suo compagno che ormai mi faceva da padre, dato che il mio è sparito non appena si era reso conto che la sua amata bambina, invece di suonare uno strumento musicale o far parte della squadra di ginnastica artistica, voleva ballare. Aveva questo sogno. Solo che aveva deciso per danza moderna. L’idea di vedersi con un body e un tutù rosa confetto, non la eccitava così tanto. Sono sempre stata considerata una ragazza tranquilla, forse per il mio aspetto quasi angelico, secondo alcune persone. Ma non è affatto vero. Sono alta appena un metro e sessanta, non sono anoressica né troppo in carne; il mio corpo è sempre stato proporzionato nei punti adatti, con qualche curva. Dicevano anche che i miei occhi verdi, tendenti al grigio, avrebbero attratto un ragazzo, quando sarebbe stato il momento. Mi sono sempre vista bene ma il giorno che ho realizzato che dovevo essere un po’ al passo coi tempi, avevo deciso di abbandonare il mio aspetto da ragazza dolce e di provincia. Avevo deciso di farmi notare. Fu così che iniziai a truccarmi, i miei capelli iniziarono a diventare sempre più scuri e i miei vestiti diventarono più aderenti, in modo da mettere in evidenza il mio corpo. Non appena arrivai all’età di 21 anni, arrivò quest’occasione. L’occasione della mia vita: diventare una ballerina, far vedere che ci sapevo fare,  nonostante un infortunio al mio piede, causato da un brutto atterraggio durante un saggio.
Una mattina, mia mamma venne a darmi il buongiorno come di suo solito. Era una mattina di fine aprile: il sole caldo di primavera penetrava nella mia stanza attraverso le persiane appena socchiuse, il mio gatto Mr. Jiggles che dormiva beato nel suo cesto, il profumo dei waffles di mamma. Ma quella mattina, lei entrò nella mia stanza con in mano il suo Macbook Pro e mi disse: -piccola mia, buongiorno. Ho una bella notizia. Oggi si va in città! Ci sono delle audizioni e voglio che tu partecipi, perché so che ce la potresti fare! E non dirmi di no, perché è un’occasione più unica che rara! Ironia della sorte? C’è il tuo tanto amato idolo!-. Io pensai tra me e me che odiavo la parola idolo, perché è esagerato! Non avevo più sedici anni e alla fine, lui aveva soltanto un anno più di me. Però accettai di andarci. Presi il coraggio di alzarmi dal mio amato letto, andai davanti all’armadio e iniziai a cercare qualcosa di decente da mettermi per presentarmi, oltre ai miei shorts e maglietta con dei tagli, che ormai consideravo la mia uniforma ufficiale. Afferrai un paio di pantaloni di eco pelle, una canottiera bianca e una giacchetta nera, sempre di eco pelle. Però decisi di mettermi dei semplici bikerboots, dato che non volevo strafare. Scesi, feci colazione e dopo venti minuti, io e mamma eravamo sedute nella nostra Jeep. Arrivammo davanti al palazzo dove sarebbero avvenute le audizioni. In quel momento, mi resi conto di una cosa. Parcheggiata pochi posti prima della nostra auto, c’era una Mercedes Classe G. Era il modello lungo, grigio. Era targata California. Mi mancò il fiato. Santa miseria, lui era presente. Voleva essere sicuro della sua scelta. Entrai nella hall del palazzo, mia mamma decise di aspettarmi lì e io mi adentrai in quell’enorme atrio, in direzione degli ascensori . Salii in ascensore e premei il tasto con il numero 15. Ed eccomi lì, in preda all’ansia e al panico. Quel giorno, ne andava di mezzo la mia futura carriera o non carriera.
  
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