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Autore: Sephirah    29/01/2008    4 recensioni
In questa prima fase non troverete Hikaru, Umi e Fu, ma solo la storia di Clef (completamente rivisitato e finalmente con un background!) e i primi accenni degli "intrighi di palazzo" di Emeraude che hanno portato, nella mia rivisitazione, la principessa a convocare i cavalieri magici. Grazie a tutti! Spero vi piaccia!
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Clef, Emeraude, Lantis, Nuovo Personaggio, Zagato
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rayearth - revolution'
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Fanfic26 Emeraude si accorse di aver pianto nel sonno, tantissimo, d'aver pianto tutte e lacrime che si era tenuta dentro. La bambina l'aveva consolata, mentre sul suo corpo prima così bianco sfrecciavano colori cangianti. Quando si svegliò, quella mattina, faceva freddo, e le era tutto incredibilmente chiaro, come se fosse sempre stato lì, davvero evidente.
La bambina era la proiezione dei suoi sentimenti violenti, la rabbia, la paura, il risentimento. Tutte queste cose che non poteva manifestare ma che la ossessionavano le venivano in sogno, come a ricordarle che non avrebbe potuto andare da nessuna parte se quello da cui fuggiva era nella sua testa.
Rimase rannicchiata a lungo in quella posizione, con ancora addosso i vestiti che aveva indossato per il suo sedicesimo compleanno. Poi si decise ad alzarsi, con calma ed indifferenza, come se non sognasse tutte le notti e sempre, quando chiudeva gli occhi, una bambina che era un pezzo ripugnante di lei.
Uscì dalla stanza senza curarsi dei capelli scarmigliati e trovò Clef ad aspettarla, appoggiato al muro e con un grosso livido sulla guancia. La principessa non si scusò, e anzi parlò secca e con cattiveria.
"Sta chiedendo di voi" disse lui.
"Davvero?"
"Sì. E' tutta la mattina che urla come un ossesso, nemmeno lo stessimo torturando"
"Beh, lascialo urlare. Alcione, invece?"
Clef fece spallucce. "Non ha detto più una parola"
"Capisco"
Clef non osò avvicinarsi di nuovo.
"Non volete incontrarlo, oggi?"
"No, affatto. Sto anche pensando all'evetualità di non vederlo mai più e lasciarlo lì a marcire"
Clef alzò gli occhi al cielo, ben attento a non farsi vedere da lei. "Come preferite"
Ma sapeva che la principessa non avrebbe resistito a lungo senza vedere Zagart sapendolo così vicino. Si allontanò senza aspettare che lei lo congedasse.
"Hai nostalgia?" chiese la voce.
"No" rispose Emeraude decisa.
"Non mentire" disse la bambina con tono di rimprovero. "Sta passando adesso"
"Che cosa?"
"La tua nostalgia di lui"

Emeraude  aspettò tre giorni per andare da Zagart,durante i quali pianse come mai in vita sua. Non per tristezza o per disperazione, ma per sfogo. Sfogarsi col cuscino riversandoci dentro tutte le sue vecchie lacrime soppresse le era parso strano all'inizio, poi era diventata la cosa più naturale del mondo. Peccato che solo allora lei avesse imparato a soffrire nel modo giusto, come un normale essere umano dovrebbe fare.
Quando alla fine bussò alla porta di Clef era sicura che non sarebbe scoppiata a piangere, perché non aveva più nulla per cui farlo, e comunque non aveva nemmeno più lacrime.
Il Monaco Guida le aprì la porta con una certa sorpresa. La sua pelle tanto chiara ancora non permetteva a quel livido di andar via, e così aveva ancora un alone che gli copriva tutta la guancia fino all'occhio. Emeraude si sentì particolarmente fiera di sé a quella vista e con un gran sorriso disse:
"Voglio vederlo"
Clef tutto s'aspettava meno la gioia sul suo viso, così sbatté le palpebre un po' inebetito e rispose solo: "Ah"
Dopo un istante di silenzio il ragazzo realizzò e prese la principessa per un braccio con delicatezza e l'accompagnò fino alle prigioni.
Lì, sulla soglia, la lasciò andare.
"Che fai lì impalato?" disse Emeraude.
"Io non vengo, non è il caso"
"Perché no?"
"Perché dovrete sbrigarvela da sola, questa volta" rispose Clef con un sorriso.
Emeraude scorse sul suo viso un'antica dolcezza che era sbiadita attraverso tante sofferenze. Si stupì di quanto fosse bello e dolce quel sorriso, e di quanto le sembrasse distante nel tempo. Nonostante fosse solo un ragazzo la vita lo aveva inasprito, e lui aveva rinchiuso la sua gentilezza da qualche parte, ma non l'aveva dimenticata affatto, ed il modo in cui si illuminava il suo viso ne era la prova. La principessa sentì il cuore stringersi d'affetto per qell'amico che, tutto sommato, non l'aveva mai abbandonata. Gli carezzò il livido sulla guancia, poi si sporse verso di lui, gettandogli le braccia al collo e abbracciandolo più forte che poteva.
Clef si era irrigidito all'improvviso ed era rimasto paralizzato. Poi, con diffidenza e timidezza, ricambiò l'abbraccio. Quando lei si scostò da lui, lei aveva un gran sorriso e lui un lievissimo rossore sulle guance. In tanti anni passati insieme non si erano mai scambiati un gesto simile. Alla fine Emeraude si girò ed entrò nelle prigioni.

Quando i suoi occhi si abituarono alla luce più tenue vide Zagart misurare la minuscola cella a lunghe falcate, con l'ovvio risultato di un movimento buffo e frenetico. Non si era accorto di lei.
"Ciao Zagart" disse lei, e lui sobbalzò. Poi la vide e si illuminò di un sorriso.
"Ciao" rispose.
"Allora, hai una spiegazione per questo?"
Zagart annuì. Fece per iniziare a spiegar, ma in quel momento irruppe Sarus. Dietro di lui c'era anche Lantis che parlava concitato:
"Ci deve pur essere un modo, una scappatoia..."
"No, non c'è!" urlò l'anziano.
Clef, alle loro spalle, si rivolse ad Emeraude alzando le mani per discolparsi. "Non sono riuscito a fermarli"
Sarus dribblò il Monaco Guida, il cavaliere e la principessa con sorprendente agilità, ignorando le loro proteste, e agguantò le sbarre della cella di Zagart.
"Ti rendi conto che non ci lasci altra scelta?!"
Zagart si ritrasse, sorpreso. "Cosa?"
"Quelli della consulta hanno già deciso, e noi non possiamo fare nulla!"
Emeraude avvertì il gelo schioccare le fauci sul suo stomaco. La consulta era il tribunale che giudicava i crimini e le dispute a palazzo. Era composta da dodici membri, e quelli eletti per quei quattro anni non avevano mai usato clemenza a nessuno. Come avrebbero punito un attentato alla Colonna?
Emeraude si girò verso Clef, che aveva la sua stessa espressione impaurita.
"A me non è stato detto niente" disse il ragazzo.
"Certo che non ti hanno convocato!" gli rispose Sarus, sempre livido di rabbia. "C'è un conflitto d'interessi, lui è tuo amico"
"Non posso avere voce in capitolo per il semplice fatto che due anni fa eravamo amici?"
"Esatto" Sarus non era mai stato tanto arrabbiato, quasi gli tremavano le mani.
"E quindi che succede?" chiese Zagart da dietro le sbarre.
Sarus scosse la testa.
"Non lo so. Potrebbero decidere di esiliarti nuovamente o di incarcerarti a vita. Non esiste una procedura, per casi simili, nessuno ha mai attentato alla vita della Colonna"
"Ma io non le ho fatto niente!" Zagart si girò verso di lei, tendendole una mano da dietro le sbarre. "Lo sai. Sai che io non ti farei mai del male, come potrei? Non ho dato quegli ordini ad Alcione, né mai l'ho minacciata!"
"Se lei non parla sarà difficile dimostrare la tua tesi" sospirò Clef. "E sono tre giorni che non dice una parola"
Zagart tentò di sporgersi dalla sbarre, premendo il viso contro contro il ferro, nel tentativo di parlare con la maga, ma subito il Monaco Guida scosse la testa.
"Non è qui. L'abbiamo fatta portare nell'ala ospedaliera, non sta bene per niente"
Zagart annuì, poi scese il silenzio.
"Posso restare solo con lei?"
Clef si aspettava qualcosa del genere: tappò la bocca a Sarus prima che potesse ribattere e lo trascinò fuori con sé. Richiudendo la porta rivolse un sorriso d'incoraggiamento alla principessa.
Lei e Zagart rimasero da soli, nel buio di quei corridoi di pietra e di metallo. Lui non parlava, lei non piangeva, animata da una scossa che le percuoteva le vene, un'antica forza che aveva dimenticato. Fu lei a cominciare quella segreta agonia.
"Perché sei venuto a palazzo? Io ti avevo bandito"
"Volevo farti gli auguri di buoni sedici anni"
Non sorrise nessuno dei due. In quel gioco, il primo che sbagliava moriva.
"Sai che non è vero" disse lui.
"Si, lo so, ma non dovevi venire"
"Non ho costretto Alcione a fare nulla, non ho idea del perché lo abbia fatto"
"Nemmeno io riesco ad immaginarlo, ma non è questo il punto"
"Non oso pensare che ti sarebbe successo se Clef..."
"Allora dopo ringrazialo. Non dovevi venire, Zagart"
"Lo so"
"E allora?"
"Che senso ha se non posso stare con te?"
"Per favore"
"No, davvero. Se tu non sei felice, che senso ha? Se io..."
La guardò negli occhi con quello sguardo che l'aveva fatta innamorare.
"... se io non posso godere della tua gioia?"
Emeraude gli si avvicinò. Si chinò e afferrò le sbarre gelide, strette.
"Dovremo imparare, Zagart. Trovare altri motivi. Dovremo capire" abbassò gli occhi, pensando alle parole di Clef che gli avevano fatto meritare quel livido. "Dobbiamo scegliere"
Zagart le afferrò la mano con forza esagerata, tanto da farle male.
"Io ho già scelto, da tanto, Emeraude. Da tanto tempo. E non ho nessuna intenzione di desistere"


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Buongiorno o buonasera a tutti, fedeli lettori! E' sempre un piacere vedervi qui e come sempre, prima di tutto, grazie, per la vostra partecipazione, per le vostre recensioni, per la vostra gentilezza e il vostro sostegno, grazie davvero a tutti.
Dette queste doverosissime parole, volevo dire che ormai manca davvero poco alla fine, anche se piano piano là dove credevo che ci sarebbe stato l'ultimo punto fermo c'è una freccetta che dice -capitolo successivo-. Quindi non me ne abbiate a male se vi dico che conto di concludere al capitolo 28 e poi si finisce al 32. Il fatto è che mi vengono in mente nuove idee per rendere la storia più completa, e di tanto in tanto mi accorgo di aver lasciato qualche buco qua e là e devo correggerlo. Inoltre volevo scusarmi con tutti gli appassionati delle ZagartXEmeraude, in particolare con bellislady, perché mi sembra che il loro rapporto stia diventando un po' monotono. A mia discolpa posso dire solo che gestire una longfic non è proprio facilissimo, e ogni tanto mi passa un po' la voglia, non so se capite cosa intendo... (voglio cominciare la parte con Hikaru Umi e Fu!! T_T)
Inoltre la scuola ci mette lo zampino (per citare una celebrità del nostro tempo: D'HO!) e quindi chiedo venia se vi sembra che la psiche dei personaggi si... "afflosci" un po'... anzi se è così gradirei che me lo scriveste nelle recensioni, non ne posso più di scrivere questa parte ma non voglio buttarla via, i lavori si finiscono in gloria!! Il finale deve essere stupendo!
Ma che chiacchierata lunga! Allora vi saluto, e di nuovo grazie e a presto, e un bacio ad Ilaria, che le si vuole proprio bene perché legge i miei capitoli anche se la storia la sa già e mi regge al banco, ancora non mi ha impiccata alla mia lingua lunga... ^^
Un saluto, Seph!
P.S.: stavo pensando di allestire un blog dedicato alle mie storie, per poter parlare con chi le legge in modo più allegro e diretto che tramite le recensioni (ed i miei tristi soliloqui a fine pagina), magari per condividere dei piccoli particolari o delle idee, dei consigli... che ne direste? rispondete alla domanda nelle recensioni, per favore ^^ e grazie
  
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