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Autore: Palmeras Celestiales    17/07/2013    3 recensioni
Un bel giorno quindi, a causa di una potente presa di coscienza, decisi di provare ad essere esattamente chi voleva lei. Non saprei dire ora, con certezza, se fu per questo che decise di darmi una possibilità dopo l’ennesimo sfottò, o se alla fine si era arresa alle mie avances. So solo che un giorno Lily Evans, con tutti i suoi modi babbani di fare, accettò di uscire con me e, in quel momento, la mia felicità esplose così tanto che cambiai il colore dei capelli a gran parte dei membri della casata di Grifondoro. Iniziava il settimo anno.
La sera dopo, sulla Torre di Astronomia, preparavo un pic – nic delizioso (gli elfi domestici potrebbero vendicarsi su di te, un giorno, per tutto il cibo che ho sottratto loro, perdonami).
Sorridente e radiosa come sempre, arrivò. I capelli lunghi, rossi, rilucevano al bagliore lunare, scendevano morbidamente sul suo visino illuminato da quei potenti smeraldi. La divisa sempre ordinatamente indossata, il suo acutissimo cervello rimase scioccato da cotanta meraviglia.
Io m’immobilizzai, come se mi avessero scagliato contro un Pietrificus Totalus, e per un attimo, pensai che lei lo avesse fatto veramente.
Una fenice svolazzante mi riportò alla realtà.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Let It Be 

 

 

 

 

“Brilla brilla la scintilla, brilla in fondo al mareeee,
venite bambini, venite bambini e non lasciatela annegareeee,
prendetele la manoooo e portatela via lontanoooo,
e datele i baci, datele carezze, datele tutte le energie…”

 

«Dorme?» chiese una voce femminile.
«Ancora no». Un sorriso smagliante.
«Strano… eppure non è stato fermo un secondo oggi, sempre a trotterellare per la casa, eh piccolo amore». Lily baciava dolcemente la fronte del piccolo Harry, che tra le braccia del padre fissava il sottile viso della madre.
«Credo che proverò in maniera diversa, visto che la ninna nanna non funziona».

Lily, baciato James sulla fronte, tornava in cucina a mettere in ordine.

 

«Bella la tua mamma, vero Harry? Siii». Un sorriso giocoso compariva sui loro volti.
«Sai, la prima volta che l’ho vista è stato sul treno per Hogwarts, ben nove anni fa.
Io e Sirius perlustravamo il treno, e giunti davanti ad uno scompartimento, il sorriso di una bellissima bambina dai capelli rossi mi rapì. Occhi verdi e furbi, proprio come i tuoi, piccolino. Parlava con quello che oggi potremmo definire l’essere peggiore al mondo: Mocciosus Piton, attuale Mangiamorte.
Ma meglio non chiamarlo così, a mamma non piace, anche se dopo tanti anni ci ha fatto l’abitudine.
Sai, loro erano amici, molto, proprio come me e Sirius. Come noi, anche tu troverai una persona speciale un giorno, che ti sosterrà sempre a Hogwarts ed una volta fuori, magari, diventerà il padrino di mio nipote». Con tali parole baciava la fronte del piccolo Harry, non ne poteva proprio fare a meno, mai.

«Arrivati a Hogwarts, Lilian Evans venne smistata in Grifondoro, la mia casata, la tua futura casata, mentre Mocciosus venne smistato in Serpeverde, ed ora sappiamo perché. Nonostante tutto, tua madre restò sua amica.
Saltellando Lily sedette al nostro tavolo, con un’eleganza stupefacente.
Eh sì, caro Harry, ad undici anni avevo tutti i sensi ben sviluppati e magari anche a te accadrà la stessa cosa, rimarrai folgorato da una bellissima rossa. Spero, tuttavia, che non penerai tanto quanto me.
Ma sai una cosa? È valsa la pena aspettare, probabilmente oggi non avrei te». Tra le calde braccia, James continuava a cullare il bambino, sveglio ed attento ad ascoltare la storia del padre.

«Nel corso degli anni il mio ego si sviluppò, credo, anche a causa dell’adorazione che sembravo destare, e da adolescenti non si comprende mai a pieno la distinzione tra giusto e sbagliato, bello, buono e cattivo… prevale l’istinto.
L’istinto principale: attirare le ragazze! E ci riuscivo, e bene anche, bastava una sola occhiata lusinghiera e penetrante, cadevano ai miei piedi, tutte, tranne una, l’unica che davvero volevo.
Mocciosus… volevo dire, Piton, d’altro canto, divenne sempre più antipatico e scontroso, soprattutto nei confronti di tua madre ed io non glielo permettevo, gliele facevo pagare tutte (tu non farai così), sbagliavo, me ne rendo conto solo ora, ma il suo atteggiamento m’irritava. Ben presto perse anche l’amicizia dell’unica persona che teneva davvero a lui.

Mi piace un sacco guardarvi, passerei giornate intere solo a guardarvi, mi fate impazzire». Con la mano solleticava il pancino di Harry che rideva a crepapelle. Poi tra le braccia, steso a terra, lo poneva sul suo petto caldo d’amore per suo figlio.

«Così ho passato ben sei anni a guardarla di soppiatto, nella sala comune, nella sala grande, ogni giorno in classe, scorrazzare nei corridoi da una parte all’altra, mentre parlava coi miei amici… mi nutrivo dei suo sguardi, anche, soprattutto, quelli torvi che mi rivolgeva quando la prendevo in giro. “Quando scenderai dal piedistallo, allora avrai una possibilità con me”. Ma io non sapevo proprio come fare, pretendeva che stravolgessi la mia natura e non lo accettavo; al contempo, mi rifiutavo di vivere la mia vita senza di lei.
Un bel giorno quindi, a causa di una potente presa di coscienza, decisi di provare ad essere esattamente chi voleva lei. Non saprei dire ora, con certezza, se fu per questo che decise di darmi una possibilità dopo l’ennesimo sfottò, o se alla fine si era arresa alle mie avances. So solo che un giorno Lily Evans, con tutti i suoi modi babbani di fare, accettò di uscire con me e, in quel momento, la mia felicità esplose così tanto che cambiai il colore dei capelli a gran parte dei membri della casata di Grifondoro. Iniziava il settimo anno.
La sera dopo, sulla Torre di Astronomia, preparavo un pic – nic delizioso (gli elfi domestici potrebbero vendicarsi su di te, un giorno, per tutto il cibo che ho sottratto loro, perdonami).
Sorridente e radiosa come sempre, arrivò. I capelli lunghi, rossi, rilucevano al bagliore lunare, scendevano morbidamente sul suo visino illuminato da quei potenti smeraldi. La divisa sempre ordinatamente indossata, il suo acutissimo cervello rimase scioccato da cotanta meraviglia.
Io m’immobilizzai, come se mi avessero scagliato contro un Pietrificus Totalus, e per un attimo, pensai che lei lo avesse fatto veramente.
Una fenice svolazzante mi riportò alla realtà.
Quella sera, lì, sulla Torre di Astronomia, mio caro bambino, iniziò la mia vita con tua madre.
E tu, tu il frutto del nostro potente amore.
Sulla soglia del dormitorio femminile la baciai. Mai provata una sensazione del genere, eppure di ragazze ne ho baciate, ma nessun bacio vale quanto un suo bacio, sempre!
Un giorno proverai anche tu sensazioni del genere, scoprirai la loro bellezza. Scoprirai la potenza di quegli sguardi che parleranno più di mille parole urlate a squarciagola. E quando ogni cosa ti sembrerà ostile, non attaccherai una bandiera bianca alla porta, non ti arrenderai, combatterai con tutte le tue forze e resterai vivo. Troverai la forza nell’amore mio e della mamma.
Dolce notte, amore».

Ascoltando quella entusiasmante storia, Harry s’immergeva nel mondo dei sogni e, con massima cautela e dolcezza, veniva riposto nella sua culla, coccolato da morbide coperte e dai suoi giochi magici preferiti.

Calava la notte sui tetti di Godric’s Hollow e i Potter, nel calore della loro casa, spegnevano le luci, in attesa dell’alba di un nuovo giorno.







Ringrazio la mia amica Frank per il solenne sostegno! <3
  
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