Fumetti/Cartoni americani > Altro
Segui la storia  |       
Autore: Sagitta90    17/07/2013    1 recensioni
[Tiny Toons]
"Era ora che le cose tornassero normali, come erano sempre state. Perchè Godzilla con la frangetta era svampita, tra le nuvole e magari un tantino pericolosa, ma era sua. E non importava che adesso lei la pensasse diversamente: era una cosa che non sarebbe mai cambiata!"
[MontyXElmyra]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 6: Quel maledetto cestino di fragole.
 

<<-Sciò, via, fate passare!>> - Monty scese dalla scalinata della Acme Loo a spron battuto e si catapultò nella sua limousine senza cercare di mascherare il panico. Al suo autista gridò:
<<-Datti una mossa, parti, parti!!!>> - E solo quando la macchina fu ad una notevole distanza dalla scuola tirò un sospiro di sollievo.
Dopo il suo scellerato tentativo di dimostrare la sua estraneità nella partenza dei Duff la situazione si era fatta insostenibile: i Tiny Goodies avevano preso a dargli di gomito quando passava nei corridoi, ghignando come degli idioti, in faccia quell’ espressione da “so una cosa che tu non sai” che gli faceva venire i nervi a fior di pelle.
Ma non era da loro che aveva preso a scappare: era da Elmyra.
Voleva che le cose ricominciassero nello stesso modo? Era stato accontentato.
A diciotto anni –un’ età in cui si era sempre immaginato avviato sulla strada del menefreghismo più totale- evitava Elmyra Jessica Duff con intensità, producendosi in corse che lasciavano la sua immagine disegnata nella polvere che sollevava. Peccato che i motivi che lo spingevano a farlo fossero opposti rispetto a quelli di cinque anni prima!
La mattina dopo la rimpatriata dei suoi genitori con i Duff (ed era veramente assurdo che il tutto fosse finito in abbracci ed inviti a cena) si era presentato a scuola senza sapere di preciso cosa aspettarsi. Aveva aperto il suo armadietto bofonchiando la sua irritazione per la lezione imminente, ma si era zittito quando aveva sentito un cigolio poco lontano.
Non era nemmeno riuscito ad impedirsi di guardarla, come uno studioso che scruti un vetrino nella speranza di scorgere un cambiamento nella sua coltura batterica.
Lei aveva guardato in basso, le dita che tormentavano la copertina di un libro preso dall’ armadietto, e solo dopo lo aveva guardato negli occhi, incerta.
<<-Buongiorno Max.>> - Lui le avrebbe risposto volentieri, se solo avesse saputo cosa dire. Aveva pensato che quando le cose si sarebbero chiarite lei avrebbe recuperato il suo vecchio atteggiamento, esoso e svampito, e lui la facoltà di risponderle a grugniti. Evidentemente non era così.
Cosa doveva dire? Risponderle “ciao” forse era la cosa migliore…ma così lei avrebbe potuto pensare che era interessato ad intavolare una conversazione, cosa che chiaramente non era!
Poteva fare spallucce! Farle capire che aveva sentito ma che non si curava di rispondere. Sì, avrebbe fatto proprio così! Era un cattivo e non si sarebbe tramutato in una donnicciola con il cuore nobile solo perché –per una volta- aveva deciso di curarsi di un altro essere umano!
<<-Buongiorno Duff.>> - Che cosa gli era appena uscito di bocca???
Elmyra sorrise appena, un ombra di serenità le rilassò i lineamenti, dopo di che si voltò, diretta al piano superiore.
Per contro lui rimase lì, come uno stoccafisso, e decise che era ancora stordito dagli eventi della sera prima. La volta successiva avrebbe risposto a tono.
 
L’ occasione si presentò la mattina seguente, ma non potè approfittarne perché Elmyra gli franò addosso. Lei gli chiese scusa freneticamente, dicendo qualcosa sui lacci delle scarpe, ma non lui capì un accidente di niente, troppo impegnato a stringere le spalle della ragazza tra le mani e a cercare di convincersi che il profumo che lei indossava NON era buono.
Piccoli episodi del genere si verificarono con una frequenza allarmante per tutta la settimana, senza che Monty riuscisse a ritrovare il suo solito distacco emotivo; finchè un martedì -iniziato come tutti gli altri- non accadde qualcosa che gli dette il colpo di grazia.
Era uscito dalla lezione di Coyote piuttosto malconcio, con sbaffi di fuliggine su tutta la faccia e la giacca praticamente da buttare, sforacchiata dai piccoli lapilli rimasti nell’ aria.
Doveva decidersi a cambiare corso! Purtroppo sapeva che per tutte quelle lezioni in cui la sfiga nera di Wile faceva esplodere ogni cosa, ce ne erano poche che si svolgevano in tutta tranquillità, e facevano capire perché sul biglietto da visita del professore ci fosse scritto “professione: genio”.     
Era uscito per prendere una boccata d’ aria e malgrado il tempo non fosse dei migliori, con il cielo coperto da nuvole grigio scuro, aveva deciso di fare quattro passi nei giardini.
Non aveva intenzioni particolari ed il suo istinto aggressivo era placato, quindi fu preso alla sprovvista quando vide Elmyra seduta su una panchina del percorso che aveva imboccato.
Teneva un libro sulle gambe e ogni tanto ne girava una pagina, portando qualcosa alla bocca da un contenitore che aveva a fianco.
Lo vide prima ancora che lui potesse mettere a punto il piano di fuga, ma quando i suoi occhi scuri saettarono verso l’ ingresso secondario Max si rese conto che anche lei stava considerando la ritirata.
Per quanto la cosa fosse assurda quella constatazione lo innervosì e gli fece fare una delle cose più stupide e rischiose che avesse mai fatto in vita sua: alzare la mano in un saluto.
Vide gli occhi della ragazza che diventavano due fondi di bottiglia e non potè fare a meno di ridacchiare: coglierla alla sprovvista non gli dispiaceva affatto visto che per anni era sempre stata lei ad avere comando e potere decisionale.
Forte di questo vantaggio si infilò le mani in tasca, e con un sorrisetto indolente si diresse verso la ragazza.
<<-Hey.>> - Lei gli rispose con uno striminzito “ciao”. Monty si sentì investire da un’ ondata di potere estremamente gratificante quando lei si mosse, a disagio, sulla panchina.
<<-Ehm…sto leggendo il testo del professor Sylvester.>>
<<-“Tutti i segreti del canarino al forno” ?>> - Lei cercò di nascondere una risata ma Max vide i lievi sussulti che le facevano ondeggiare la frangia. Poi Elmyra afferrò il contenitore che aveva accanto e glielo presentò.
<<-Vuoi?>> - Erano fragole, rosse e polpose ed emanavano un profumo cosi tipicamente primaverile che Max si chiese come avesse fatto a reperirle in inverno.  
Quasi avesse intuito il suo pensiero, la ragazza aggiunse:
<<-Queegee le coltiva in casa. Ha messo una piccolissima serra in giardino.>> - Max sbirciò nel contenitore, le mani ancora in tasca e l’ animo combattuto: i frutti erano veramente invitanti ma lui non aveva mai accettato niente da nessuno…e nessuno gli aveva mai offerto niente per il puro piacere di farlo, quindi non aveva idea di come reagire.
Il sorriso sul volto di Elmyra si incrinò.
<<-Scusa, io…probabilmente tu non mangi cose così. Mi dispiace, non ci ho pensato.>> - E nelle sue parole c’ era una nota talmente greve e desolata che Max afferrò una fragola prima ancora di rendersene conto, e la inghiottì altrettanto velocemente, senza curarsi di quanto dovesse apparire stupido.
Lei lo guardò attonita, e visto che il cestino era ancora lì Max ignorò la strana sensazione che lo aveva avvolto e ne prese un' altra.
<<-Io non mangio cose così…esattamente “così” a cosa equivale?>> - Non voleva mettere troppo astio nelle sue parole ma la domanda suonò decisamente amara.
<<-Da plebei.>> - Lui si immobilizzò, duramente colpito. Elmyra non lo aveva detto con cattiveria ma gli sembrò di aver ricevuto uno schiaffo. Ciò che lo sorprese ancora di più fu la vergogna che gli asserragliò lo stomaco nel rendersi conto di quanto pietosamente vere fossero le parole della ragazza.
Non riuscì a controbattere, mentre si rigirava la fragola tra le dita. Lei aveva preso a guardare il giardino, lo sguardo fisso sulle querce. Dopo alcuni secondi di silenzio Monty domandò:
<<-Come fanno a essere tanto grandi?>> - Elmyra gli rivolse di nuovo la sua attenzione.
<<-Non lo so, in inverno sono sempre cresciute meno ma Queegee dice che qui la terra è migliore. - Gli sorrise. Un sorriso vero, che le scoprì i denti e le fece brillare un po’ gli occhi. – Qui è tutto migliore.>>
Ripensando a quel momento negli anni successivi Max fu sempre sicuro di aver sentito un tuono. Non il cupo brontolio che precede un acquazzone, ma un colpo secco, roboante, di quelli che ti fanno sussultare per lo spavento.
In seguito al tuono sentì le ultime parole di Elmyra Duff che gli penetravano nel cervello e sbloccavano qualcosa. Una sequela infinita di frasi che non si era mai permesso nemmeno di pensare, figuriamoci di dire!
“E’ migliore tutto eccetto me, vero? Beh ti sbagli, anche io sono migliore! Non ho fatto niente e te l’ho anche dimostrato! Mi dovresti essere grata! Dovresti chiamarmi di nuovo con quei soprannomi idioti! Perché mi tratti in questo modo? Perché abbassi la testa e non mi guardi? Lo volevo cinque anni fa e non lo hai mai fatto! Non ti avrei mai fatto davvero male, ma tu sei sempre stata troppo stupida per pensarci! Sei andata via come se io non contassi niente! Chi diavolo ti ha dato il diritto di decidere da sola? Maledizione sei sempre stata una piaga divina, perché non fai mai quello che voglio? Perché mi offri le tue dannate fragole ma non cerchi di ottenere qualcosa? Un appuntamento, un regalo, un bacio, qualsiasi cosa! Perché non mi vuoi più?!”
E fu quello il momento in cui Montana Junior realizzò. E con il battito cardiaco lanciato ad un ritmo forsennato, ed una fragola spappolata tra le dita, decollò nella sua prima corsa; incapace di fare altro per evitare la distruzione totale della sua dignità.
 
Era da quel giorno che scappava come una lepre appena intravedeva la ragazza. Non sapeva quanto avrebbe potuto continuare così ma impegnarsi nella fuga era decisamente meno destabilizzante che starle vicino, sapendo oramai quello che sapeva.
 

***

 
<<-Come mi sta? Non vorrei che le maniche fossero troppo larghe e mi facessero sembrare grassa o roba così.>> - Shirley fece una piroetta davanti allo specchio, il vestito color magenta frusciò magnificamente.
<<-Stai bene, non preoccuparti, e poi le possibilità che Plucky si metta a guardare le maniche con quella scollatura sono estremamente ridotte!>> - Babs scostò appena la tenda del camerino in cui le altre si stavano provando gli abiti scelti.
<<-Tutto bene li dentro?>> - Fifi uscì, avvolta in un sensuale tubino blu notte. Babs fischiò.
<<-Però…come sta Ham a pressione sanguigna?>> - Fifi sogghignò.
<<-Non gli sanguìna il noso da qualche mese, è descisamonte il momento di finirla! Elmyra, cherì, fasci vedere anche tu!>> - Elmyra scostò la tenda e si guardò allo specchio a sua volta. Indossava un abito pervinca dalla linea morbida, le cui punte ondeggiavano dolcemente appena sopra le caviglie.
<<-Tres jolie!>> - La ragazza corrucciò la fronte.
<<-Non lo so…è carino ma costa più di quanto volevo spendere!>> - Babs, impeccabile in un vestito stile impero color ghiaccio, le ravvivò i capelli.
<<-Andiamo Myra, è il ballo di Natale, non te ne godi uno da cinque anni! Con i capelli tirati su starai benissimo.>> - Elmyra sospirò. Non era davvero dell’ umore adatto per fare compere: continuava a rivivere la scena della settimana scorsa, quando Monty l’ aveva trovata nel giardino.
Il cuore le era quasi uscito dal petto quando lui non solo non se ne era andato, ma l’ aveva addirittura salutata, avvicinandosi. La sua agitazione era cresciuta man mano che il ragazzo si era fatto più vicino, nello stesso modo in cui era aumentata tutti i giorni precedenti, nei quali era inciampata su di lui, gli aveva fatto cadere i libri addosso, lo aveva fatto inciampare a sua volta, e tutta una serie di vicissitudini ridicolmente imbarazzanti.
Si era sentita a dir poco euforica quando Max era rimasto con lei, apparentemente ignaro del fatto che la sua presenza le facesse venire la pelle d’ oca dall’ emozione. Nell’ istante in cui gli aveva offerto le fragole però tutto era cambiato, e dopo ore passate a scervellarsi la ragazza non era sicura di avere capito il motivo.
Magari si era reso conto che la sua infatuazione per lui non era svanita come avrebbe dovuto.
“-E come? - Pensò lei - Come si ferma la cotta per un ragazzo che ha fatto quello che ha fatto lui?” – Perché non era più un segreto per nessuno che Mister Miliardi avesse smentito il suo coinvolgimento nella vicenda sulle circostanze della sua partenza. Non era stato obbligato: lasciare che tutti pensassero che era stato per un bacio azzardato che la sua famiglia aveva cambiato città non avrebbe influito in alcun modo sul suo nome o sul suo status; gli avrebbe anzi consentito di avere quella distanza da lei che aveva sempre bramato tanto!
Eppure lo aveva fatto.
Ed in quel rossore repentino che gli aveva colorato gli zigomi –quel giorno che sedeva impettito sulla poltrona di casa sua- lei era forse riuscita a capire il perché: semplicemente perché era giusto.
Era cambiato Montana Max, era maturato; e purtroppo quella non era una notizia che il suo povero cuore di diciottenne disillusa aveva preso bene: senza alcuna colpa da attribuirgli non poteva che continuare ad essere pazza di lui.
<<-Passiamo anche a prendere della crema per le rughe?>> - Sentì le dita di Babs che le massaggiavano le tempie e quel gesto la fece riscuotere dai suoi pensieri. L’ amica le sorrideva, le labbra scoperte in un’ espressione di piena consapevolezza e comprensione. Shirley e Fifi facevano lo stesso.
<<-Scusate.>> - Fifi le buttò un bacio mentre Shirley le alzò le braccia per misurare la larghezza del corpetto, rispondendole.
<<-Non ti angustiare…anche Plucky è stupido.>>
<<-Plucky aveva una cotta per te da tutta la vita.>> L’ altra ridacchiò.
Alla fine decise di comprare l’ abito pervinca, più per non fare la figura della musona con le ragazze che per esserne davvero interessata.
Tuttavia mentre lei tendeva la scatola del vestito alla commessa alla cassa, quella le domandò:
<<-Lei è Elmyra Duff?>> – Non avendo mai incontrato la giovane Elmyra rimase lievemente interdetta.
<<-Ci conosciamo?>> - La bocca dell’ altra si storse in un sorriso per niente gioviale.
<<-No. Il suo vestito è già stato pagato. Devo farle solo lo scontrino.>> - Ma prima che lei potesse metabolizzare la novità, Fifi le strappò il pacco dalle mani, allontanandolo dalla cassiera che stava per prenderlo.
<<-Pardon?>> - Il tono della sua voce vibrava di curiosità.
Shirley guardò la donna negli occhi. Molto negli occhi. Era praticamente arrampicata sulla cassa da quanto la stava guardando negli occhi.
<<-Ci sta dicendo che la signorina Duff qui presente ha un vestito già pagato?>> - La ragazza, intimidita, balbettò un misero “Si”.
<<-E vorrebbe dirci chi è che si è occupato di saldare il conto senza sapere se la signorina avrebbe preso un vestito da cento, duecento o cinquecento dollari?>>
<<-Queste sono informazioni riservate.>> - Shirley si sporse ancora di più, gli occhi grandi come due fanali.
<<-La sua aura è decisamente povera, potrebbe provare un decotto di sangue di ramarro per potenziarla. Me ne occuperò io per la sua gentilezza, sono un’ abilissima pozionista!>> - La ragazza si mise a sfogliare freneticamente un’ agendina poggiata sul bancone: senza dubbio la prospettiva del decotto non la entusiasmava.
<<-Montana.>> - L’ aria tra di loro si cristallizzò. Elmyra si sentì d’ improvviso come se avesse mangiato un cono bi-gusto con wafer e doppia panna e poi avesse deciso di farsi un giro sull’ ottovolante. Dolcezza mista a panico, non era davvero una bella sensazione.
Babs, Shirley e Fifi si guardarono l’ un l’ altra. Alla fine Babs guardò la commessa e le disse:
<<-Beh la signorina Duff non ha finito, anzi direi che è ancora incredibilmente indecisa!>> - Detto ciò afferrò la mano di Elmyra e la trascinò di nuovo nella sala dalla quale erano appena uscite, vestito pervinca annesso.
La fece sedere su un puf e guardò le amiche; i suoi occhi scintillavano di esaltazione.
<<-Bene truppa! Voglio colori decisi: bordeaux, smeraldo, argento! Avorio solo se il taglio non è troppo pretenzioso, e per l’ amor del cielo se vedete del rosa lasciatelo lì!>> - In un secondo Fifi e Shirley scomparirono tra i vestiti, e Babs tornò a guardare lei, le braccia incrociate e un sorriso che sapeva un po’ di follia sul suo bel visino a cuore.
<<-Oh le cose stanno per cambiare! Le cose stanno decisamente per cambiare!>>
 
Elmyra tornò a casa due ore dopo. Con un vestito a cui non avrebbe nemmeno osato dare uno sguardo in una circostanza normale. Forse perché troppo provocante (“No davvero! Sarai sexy, chic e roba così”), forse perché troppo di classe (“Non osare dirlo encore!”), forse perché costava decisamente troppo per i suoi standard (“Non lo paghi tu! Oh cielo, ammirate la donna che ha fatto spendere il milionario!!!”).
Volteggiava in una sorta di nuvola, appannata di confusione e speranza. Monty le aveva comprato un vestito.
Montana Max, miliardario intoccabile, irascibile e lunatico le aveva regalato un vestito per il ballo di Natale della scuola.
La sua mente cercava di appigliarsi ad una qualsiasi possibile variabile ma il suo cuore la indirizzava verso la motivazione più logica di quel gesto: Monty voleva invitarla al ballo!
Quando aprì la porta di casa venne accolta da uno scroscio di risate e vide sua madre e Octavia Montana prendere il thè in salotto.
<<-Ciao cara! Octavia ci ha portato del Karkadè, ne vuoi?>> - Lei annuì, ancora intontita dalla rivelazione del pomeriggio, e si sedette a sua volta. Sua madre andò a riscaldare il bollitore in cucina proprio mentre la madre di Monty le chiedeva.
<<-Hai preso un bel vestito?>> - E fu il modo in cui lo disse che la spinse ad alzare gli occhi nei suoi. La sua nuvoletta di beata speranza scoppiò in un botto, innaffiandola di desolazione ma lei cercò di non darlo a vedere.
<<-Me lo hanno fatto cambiare…questo costa di più di quello che avevo scelto all’ inizio…mi dispiace.>> - Octavia sorseggiò il suo thè e rispose.
<<-A me no, speravo proprio in una manovra di questo tipo.>>
<<-Perché lo ha fatto?>> - La donna le sorrise.
<<-Perché mi sei sempre piaciuta, perché credo di doverti molto di più di un vestito, e onestamente perché su questo ballo ho un progettino tutto mio.>>
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Altro / Vai alla pagina dell'autore: Sagitta90