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Autore: LovelyDead    29/01/2008    20 recensioni
Diceva che aveva bisogno di spazio, voleva esprimere il suo estro artistico. E senza di me. "Scusami, Frank... N-non posso." "Ma perchè? Oh, Gee, ti prego! Non farmi questo di nuovo!" "Non chiamarmi in quel modo... Per favore, Frank. Dammi tempo." Ricacciai indietro le lacrime che stavano per arrivare a fiumi e annuii. "Ti ho dato due fottuti anni, Gerard Way."
Sequel di I'm Takin' Back The Life You Stole... Non che ci sia bisogno di leggerla per capire questo, è semplicemente il seguito, anni dopo.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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17. Frank's P.O.V.
"Oh, perdio, la mia testa non ce la fa più", mormorai nel silenzio.
Della sera prima ricordavo più o meno... Nulla. Avevo cominciato a bere con Gerard, sì, probabilmente con lui, e a furia di birre mi ero sbronzato. Forse non tutti sanno quanto sia brutta una sbronza da birra, be' non la auguro a nessuno; nel post sbornia ci si sente come se un camion pieno di buoi in calore (e dico in calore) fosse sopra la tua testa e ti premesse sulle tempie. Il dolore era paragonabile a quello della cicatrice di Harry Potter.
Mi decisi a sollevare le palpebre, vidi il soffitto bianco, girai il capo dolorante verso destra e una figura parzialmente nuda giaceva accanto a me; mi misi a sedere e mi accorsi che era...
"...Quinn" sussurrai, portandomi entrambe le mani alla bocca.
Ditemi che non è vero, ditemelo, per favore, non è possibile, perché sono nella stanza di questo tizio e perché entrambi siamo quasi nudi? No, no, no, dio fa che non sia vero, qualcuno mi dia un pizzicotto ora, adesso, subito!
Mi avvicinai a lui e lo presi a schiaffetti per farlo svegliare.
"Che cosa mi hai fatto fare, troia?", gli chiesi in preda al panico, cercando di apparire calmo.
"Eh? Oh, ciao Frankie"
"Frankie? FRANKIE? Ma dico, siamo impazziti?! Non chiamarmi in quel modo!"
"Pensavo che dopo stanotte, sai..."
"Cosa... Cosa diavolo è successo stanotte?"
L'avevo capito. Non avevo bisogno di alcuna risposta.
Dio, dio, ti prego, fagli dire che sono qui per sbaglio
"Sai, noi due eravamo tanto ubriachi, non che ricordi qualcosa, però è stato bello", affermò, e un sorriso si piazzò sul suo volto. Un odioso sorriso quasi carino si piazzò sul suo volto.
La mia rabbia si trasformò in senso di colpa ed in un infinito vuoto buio... Nero.
Sentii la voce di Bert provenire da dentro la camera.
"Ma che ci fai tu qui?" chiese, con aria stralunata.
"Io... Dio, non lo so, devo vedere Gerard" risposi, confuso.
"E' in giro a cercarti"
"Come fai a saperlo?"
"L'ho sentito parlare con suo fratello proprio dietro questa porta."
Se non gli dicessi nulla andrebbe tutto bene, pensai.
Lo scoprirebbe!, rispose la vocina odiosa dentro di me.
Okay, la vocina aveva ragione, come sempre.
"Con te faccio i conti dopo, idiota", intimai a Quinn, guardandolo malignamente.
Mi alzai, mi vestii e mi precipitai nel corridoio dell'hotel, chiamando a gran voce Gerard.
Dio, l'unico idiota ero io.
Il mal di testa e la pesantezza del senso di colpa mi stavano distruggendo, anche se ancora non avevo realizzato del tutto.
Una mano si poggiò sulla mia spalla; sussultai e mi girai di scatto.
Vidi due grandi occhi castani e verdi insieme penetrare nei miei.
"Gerard...", mormorai arrossendo.
"Frankie, dove diavolo sei stato stanotte?", mi chiese con espressione preoccupata.
La testa mi pulsava. E sicuramente dovevo avere un aspetto orribile e due ombre nere sotto gli occhi incredibilmente grandi.
"Non guardarmi in quel modo, ti prego." Scongiurò, posando anche l'altra sua mano sulla mia spalla libera.
"I-io... G-Gee... Andiamo dentro, okay? Non mi piace parlare in corridoio."
"Cosa? Parlare di cosa?"
Chiusi gli occhi e mi morsi (forse troppo forte) il labbro inferiore.
"Per favore." Lo pregai.
"D'accordo."
Ci dirigemmo verso la nostra stanza, quando entrammo era deserta; Mikey doveva essere a prendere un caffè, as always.
Presi posto sul letto e abbandonai la testa fra le mani, massaggiandomi le tempie con la punta delle dita.
Una goccia di sangue macchiò i miei jeans.
"Il tuo labbro sanguina" osservò Gerard, sedendosi accanto a me e accarezzandomi i capelli dolcemente.
"Non importa."
"Frank, che succede?", chiese.
"M-mi dispiace...", mormorai, senza neppure avere il coraggio di guardarlo negli occhi.
"Ti dispiace? Cosa?"
I miei occhi ancora nascosti si riempirono di lacrime e nonostante la mia mente fosse ancora parzialmente offuscata dall'alcol e dal dolore, cominciavo a realizzare l'accaduto.
Stetti in silenzio.
"Frank, rispondi, ti prego"
Scossi la testa, cominciai ad avvertire il tremito del mio corpo.
"Guardami negli occhi!", esclamò, tirando giù le mie mani che mi coprivano il volto e portando alla luce le lacrime che cominciarono a scivolare giù per le mie guance.
Alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi colmi di ansia.
"I-io non volevo, n-non capivo... E-ero totalmente sbronzo..." sussurrai.
"Cosa? Non capisco, Frankie, dimmi cosa hai fatto, parlare in rebus complicherà solo le cose."
Già.
Mi passò un dito sul labbro sanguinante e mi baciò.
"Ti amo", dissi.
"Anche io."
"Okay, Gee... M-mi dispiace, non so come sia potuto a-accadere, se potessi tornare indietro, io non-"
"-Vai al dunque."
Il suo sguardo parlava da sé: voleva che smentissi il suo brutto presentimento, solo che io, dannazione, non potevo...
"Credo di aver... Di aver... Fatto sesso con Quinn", sussurrai pianissimo, fissando un punto impreciso del pavimento.
Attimo di silenzio.
"Dimmi che non è vero, dimmi che stai scherzando, fallo, Frank, fallo", supplicò, con voce rotta da singhiozzi.
"No, Gerard... E' dannatamente vero... Te lo giuro, io non provo nulla per lui ed ero ubriaco..."
"Non hai scuse, te ne rendi conto, spero."
Voleva fare apparire la sua voce più fredda di quanto fosse. Lacrime silenziose attraversavano il suo viso, le sue mani tremavano, l'una stringeva l'altra in una morsa di incredulità mista a poco stupore.
"Lo so", ammisi. "Ma ieri non ti prendevo in giro, ti ho detto quello che provo ed è quello che penso tutt'ora" dissi molto piano, asciugandomi gli occhi con una mano.
"Ieri era ieri."
Lo guardai.
"Va' via." Disse.
"Cosa?"
"Frank, va' via."
"No, io... Ti prego, Gee...", cercai di supplicare.
"Vattene. Adesso."
Cercai il suo sguardo, ma non lo trovai; stava guardando verso il basso e tremava.
"Ho detto che devi andare. Adesso." Ripeté.
"FRANK ANTHONY IERO, FUORI DA QUESTA FOTTUTA STANZA!" Urlò, livido di rabbia, scosso dai singhiozzi.
Non dissi nulla.
Aveva una ragione fottuta.
Mi allontanai, aprii la porta, uscii e la richiusi dietro di me. Mi accasciai per terra, mi abbracciai le ginocchia e poggiai la testa su di esse, nascondendo il mio volto rigato di lacrime. Incapace di produrre alcun suono.
Bravo, Frank, bravo, questo sì che si chiama essere uomini.

"Oh mio dio, stai bene?"
Mikey si chinò su di me e mi scosse; alzai il capo e lo feci sussultare. Non avevo idea di quanto tempo fosse passato.
"Ma che ti è successo? Hai gli occhi un disastro! Oh dio, sono tutti rossi... Mio dio"
"Mikes, non preoccuparti per me... Va' da Gerard."
"No, no, non posso lasciarti in questo stato. Vuoi del caffè?"
"Lasciami stare, vai da tuo fratello, okay? Ha più bisogno lui di te."
"Ma io-"
"-Zitto. Va', coraggio. Io vado a prendere un caffè allo Starbucks, se ti fa stare meglio."
"Riguardati, Frankie."
Mi alzai e andai lentamente verso l'ascensore. Pigiai il tasto T e arrivai al piano terra in qualche secondo, tuttavia mi sentivo sfinito come se avessi fatto un'infinità di scale in salita.
"OH, FRANKIE!" Urlò una voce femminile stranamente familiare. cercai la fonte con lo sguardo e vidi una ragazza dai lunghi capelli neri e gli occhi blu: Irma.
Mi saltò praticamente addosso e mi stritolò, come era solita fare.
"Ciao, Frankie! Come butta?"
"Mh. Vivo."
"Ma che hai? Prendiamo un caffè, su, andiamo, ti accompagno io!"
"Preferisco camminare."
"E allora cammineremo, dài!"
"Punto primo: Che diavolo ci fai qui? Punto secondo: Dovresti essere con Mikey."
"Non importa, hai l'aria da morto, voglio occuparmi di te. Andiamo, Frankie-boy."
Le fui grato per quella piccola cosa datami quel giorno. Le fui grato di essermi stata vicina quando non lo meritavo affatto. Le fui grato per quella tazza di caffè e per quella passeggiata sotto il sole di Settembre che in qualche modo mi fece bene.
"Allora" cominciò, alle porte dello Starbucks, "cosa ti turba, piccolo Frank?"
Prendemmo posto su un tavolino in fondo.
"E' successo qualcosa con Gerard, vero?" insisté.
"Irma, ma quanto sei ficcanaso da 1 a 10?"
"Uhm..."
"Te lo dico io: 200."
Risultai più acido di quanto volessi apparire.
Lei inaspettatamente mi sorrise.
"Dài, dimmelo, lo so che vuoi."
"Cosa desiderate?" s'intromise una cameriera dall'aria zuccherosa.
"Due caffè." Disse Irma, "pago io", aggiunse facendomi l'occhiolino.
"Se pago devi dirmelo!", esclamò dopo qualche secondo di silenzio.
"Okay. Se ci tieni. Ho fatto una carognata. Non ho scuse, anche se ero ubriaco."
Inarcò le sopracciglia a tal punto che le sue iridi sembrarono dilatarsi.
"Ho fatto... Con Quinn." Mormorai imbarazzato e sentii il mio nodo allo stomaco stringersi.
"IL BASSISTA DEGLI USED?!"
Tutti i presenti si girarono a fissare Irma, che sorrise a metà, per poi tornare a fissarmi.
"Davvero, io non volevo... Deve avermi fatto ubriacare, e stamattina mi sono ritrovato semi nudo nel letto con lui. Non provo niente per quel biondino testa di cazzo."
"Tu ami il nostro Gee, non è così?"
Soffocai un tremito.
"Certo che lo amo. Dio quanto lo amo..."
I miei occhi si riempirono nuovamente di lacrime; cercai di trattenermi.
"Sei sicuro?"
Sbuffai.
"Credi che dopo tutti questi anni possa avere ancora dubbi?" Chiesi, infastidito.
Ridacchiò.
"Allora metterò una buona parola per te."
"Lascia stare, tanto è inutile... Stavolta è finita davvero."
Risi amaramente, e una lacrima sfuggì al mio controllo. Finita davvero, già, l'unico pilastro della mia vita era crollato. E cosa rimaneva?
Un grande, grandissimo vuoto. Nessun posto in cui rifugiarmi. Nessun posto in cui nascondermi.
"Oh no, Frank Iero, ti assicuro di no."
La cameriera poggiò le tazze sul tavolo, lasciai sciogliere una bustina di zucchero dentro il liquido caldo e attesi che fosse sparito ogni granello, sperando che sarebbe finita così anche al mio senso di colpa.
Scorsi Irma fare lo stesso, e avvertii i suoi occhi glaciali e allo stesso tempo caldi puntati su di me.
"Smettila di guardarmi, Irma", la pregai, "perché ti preoccupi tanto per me? Piuttosto dovresti versarmi il caffè in testa, mandarmi a fare in culo e correre da Gerard." Dissi alzando la voce, in preda all'esasperazione, cominciando a torturare la carta della bustina dello zucchero.
"Fino a prova contraria hai sbagliato tu", affermò semplicemente.
"Cosa?"
"Voglio dire, non volevi mica farlo, no? Stai soffrendo per quello che è accaduto, immagino."
"Vuoi farmi sbuffare di nuovo?"
Rise.
"Meriti di avere una spalla su cui piangere, Frankie, io ti voglio bene e so quanto lo ami."
"Grazie."
In quel momento mi chiesi che diavolo avessi fatto per avere una presenza così pura nella mia vita. Prima Gerard e poi lei.
"Andrà tutto bene." Sussurrò ad un tratto, seria.
"Il tuo ottimismo mi irrita."
"Lo so, ma questa volta non è ottimismo, è una certezza."
Sbuffai.
"Certo, Irma, certo..."


A giudicare dalle recensioni che diminuiscono giurerei che siete d'accordo con me, sul fatto che 'sta fic fa cagare! E' sempre bello sapere che la gente ha opinioni comuni alle tue UU.
Grazie alle 7 dolci gatte:
blaise_sl_tr07: hey siiiis. Grazie mille **! Non ti conveniva rileggere sta schifezza, però sei masochista, quindi... ah, piccola emo UU.
MiKeYwAy4EvEr: auhauah grazie, ragazza-telegramma xD.
SadSong: piiiccola Laura **. Grazie, anche se mi sa che la matta sei tu. Comunque apprezzo lo sforzo UU... ahahahah tanto love <3.
Idra_31: Sarò un po' cattiva, però dài... Potresti risparmiarmi. Tra tanti coglioni che ci sono a Ct io sono la migliore ^___^ [ahahah anche no]. E poi se mi uccidi non posso scrivere *asd*. E niente omicidi a Bert, che è troppo gna e troppo bravo per essere ucciso UU.
blinka: perdonami, ma la parte porno non era prevista nel copione xD. Mi rifarò, lo giuro. [Non odiarmi ^____^]
Frozen tear: l'avevo detto che mi sarei rifatta dell'assenza di Quinn e del tanto sappy, no? Quindi niente motosega, avevo avvertito çç. Grazie comunque, anche se ho come l'impressione che sarà l'ultimo ringraziamento della mia vita... xDDD
XxPuffettaxX: gnam, nuova lettrice! Benvenuta nel mondo delle tizie che si fanno tante seghe mentali xD. Thanks **.
Uff. Perdonatemi tanto.
Ilia.
  
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