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Autore: CharliesMakingMeSmile    18/07/2013    1 recensioni
Ospedale Saint Anne. Ala ovest. Stanza singola numero 320.
Ascensore fuori servizio. Quattro piani di scale. Cazzo.
Fiato corto. Scarpe troppo alte.
Terzo piano. Ancora uno.
300. 308. 317. 320.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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320 Questo è qualcosa che mi andava di scrivere, l'ho scritta di getto in un paio d'ore quindi non pretendo niente. Avevo solo voglia di costruire uno scenario partendo da due frasi chiave, tutto qua. Recensite se avete qualche critica e se ne avete voglia. Grazie dell'attenzione e buona lettura :))

Attenzione: linguaggio forte, se non vi piace non leggete






320






Ospedale Saint Anne. Ala ovest. Stanza singola numero 320.
Ascensore fuori servizio. Quattro piani di scale. Cazzo.
Fiato corto. Scarpe troppo alte.
Terzo piano. Ancora uno.
300. 308. 317. 320.
Letto d'ospedale. Tubi ovunque. Puzza d'ospedale ovunque. Finestra chiusa.
Non avresti mai pensato di vederlo così, eh?!
Baffi folti neri. Fronte corrugata. Vivo.
Baffi spariti. Volto rilassato come non l'hai mai visto.Vecchio.
Non sei un'idiota, lo sapevi bene, tutti muoiono. Ma lui non era mai sembrato il tipo, non ti aveva mai dato l'impressione che un giorno l'avresti visto vecchio e debole su un letto di ospedale.
Quel vecchio bastardo.
L'ultima volta che l'avevi visto aveva la faccia paonazza, e cazzo se gridava, ricordi di aver pensato “Grida finché non sputi i polmoni, vecchio bastardo”. Il momento era arrivato a quanto pare. Dopo 50 anni di Malboro, che cazzo si aspettava?
Non era cambiato niente negli ultimi 5 anni a quanto pare, le sigarette non le aveva mollate e da quanto aveva capito dalle sporadiche telefonate a sua madre anche il suo carattere restava lo stesso.
E anche il risentimento che aveva accumulato negli ultimi cinque anni verso di lei.
La cosa era reciproca e invariata anche dalla sua parte. Non dagli ultimi cinque anni. Da probabilmente, eh, tutta una vita o quasi.
Ma se lo odiava che ci faceva qui? Il fatto era che aveva bisogno di essere lì, vederlo per un'ultima volta, insomma l'ultimo addio.
Non aveva detto niente a nessuno del suo ritorno a casa, perché avrebbe dovuto, era solo una questione di poche ore.
Quattro ore di volo. Un'esame rimandato. Soldi buttati solo per una permanenza di poche ore.
Questo era quanto non ci teneva.
Lo stesso padre che l'aveva praticamente buttata a calci fuori di casa.
Correzione. Lei se ne era andata di casa.

“Che cazzo stai dicendo?lo sai quanto è importante”
“Che diavolo c'entra? Questo non vuol dire che avrai un lavoro”
“Perché non capisci mai un cazzo?è il lavoro che voglio fare e nessun college mi assicura un lavoro”
“Dannazione!! chi ti ha messo queste idee in testa? Scommetto che è stato quel finocchio del tuo professore, quelli devono sempre mettere le loro mani ovunque e come mai non è ancora stato licenziato?”
“Devi sempre risolvere il discorso intorno al Signor White? Che diavolo c'entra il suo orientamento sessuale?! “
“Te lo dico io cosa c'entra! Se quei succhiacazzi non fossero ovunque a inculcare strane idee nella mente di ragazzini a quest'ora-”
“Dio!! ma ti senti mentre parli?! Sei disgustoso e io non ho bisogno di nessuno che mi dica cosa fare della mia vita, che sia un professore o tu! Io non ce la faccio più, sono fuori di qui”
“Margareth! Dove stai andando?”
“Il mio nome è Maggie!”

La porta sbatte.
“Signorina Collins?”
Camice bianco. Occhi azzurri. Dottore.
“Si...sono io”
“Mi dispiace disturbarla, l'infermiera mi aveva detto che il Signor Collins aveva visite e vostra madre mi aveva detto che non sarebbe tornata prima di domani.”
“Oh, immagino che questo non sia l'orario-
“No, no, può restare quanto vuole, quello che volevo dire è che, beh, speravo che fosse vostro fratello a essere qui, vostra madre mi ha parlato di voi e anche lei sperava che suo figlio venisse da vostro padre”
“Credevo che mio fratello venisse qua con mia madre”
“Ma vostra madre mi ha detto più volte che suo figlio non tornava a casa da ben più di due anni”
“Come...?”

“Allora è proprio vero...”
“Già ho deciso così”
“Sai papà ci è rimasto proprio male per-
“Oh, per favore! Non dire cazzate, lo sai anche tu che non vedeva l'ora di sbattermi fuori di casa”
“Non è vero!! Maggie...sei tu che te ne sei andata”
“Si, perché preferisco andarmene da sola prima che sia lui a buttarmi fuori di peso, e non dirmi che non ho fatto bene, non avrei mai potuto fare ciò che amo se fosse rimasta in questa casa”
“Saresti dovuta rimanere e diventare un bravo avvocato co-
“Come papà avrebbe voluto?! Io non sono un avvocato come tu e papà, perché nessuno riesce a capirlo?!”
“Maggie! Non è questione di volerlo o no, lo studio-
“Non sai fare altro che seguire gli ordini di papà, vero? Lui dice salta e tu rispondi quanto in alto, eh?”
“Puoi dirlo bene, è così che deve essere e non c'è altro modo di vederla, lo studio è tutto ciò che c'è di importante e io continuerò a portare avanti quello che papà ha lasciato. E tu saresti dovuta essere al mio fianco, siamo una squadra, Maggie”
“Siamo stati in mezzo a avvocati, tribunali e tutto quel mondo fin da quando abbiamo imparato a leggere e scrivere!! Non ho intenzione di proseguire il resto della mia vita nello studio di papà”
“Sei completamente fuori, Maggie, mi dispiace che qualcuno ti abbia messo in mente idee assurde-'
“Ti prego, cosa sei?! La copia di papà?!”
“Meglio la sua copia che un'artista fallita e senza un briciolo-
“Vai al diavolo, Jeff!!!”

“Due anni? Io -io. Mi scusi non sono tornata a casa da molto tempo e non- non sapevo che mio fratello si fosse trasferito”
“Già, vostra madre non sperava proprio che lei tornasse a casa dopo cinque anni, e si lei mi ha parlato di voi, adesso sarà meglio che l'avverta che è tornata”
“NO! La prego, è meglio di no, me ne andrò comunque tra poche ore, e- e- apprezzerei veramente se lei non dicesse niente a mia madre la prossima volta che viene qui”
“Oh. Capisco, se è quello che vuole”
“Si, per favore”
La conversazione era finita. Il Dottore del quale non sapeva il nome era appena uscito dalla stanza. Finalmente rilassò la schiena contro lo schienale della sedia accanto al letto dove riposava il padre, un sospiro le scappò dalle labbra. Suo fratello si era trasferito due anni fa, da quando papà si era ammalato, questo si che era strano.
Jeff non avrebbe mai fatto qualcosa del genere, adorava poter discutere di lavoro con papà anche a casa, nonostante mamma li rimproverasse di non parlare d'altro.
Tuttavia ricordava benissimo che anni prima, quando sua madre ancora non si era ritirata e lei e Jeff erano poco più che bambini, erano loro che non sapevano parlare di altro se non di lavoro, anche a tavola.
Un sorriso involontario. Bei ricordi. Quei pochi che le rimanevano dalla sua infanzia.
Un anno prima che la sua adolescenza iniziasse lei e papà stavano già litigando. Aveva da sempre lottato per poter fare ciò che voleva, aveva sempre lottato per qualunque cosa in quella casa.
Era semplicemente il suo carattere, da sempre indipendente, da sempre aveva sviluppato le proprie idee, da sempre era andata contro tutti, anche quando aveva torto.
Come sua madre diceva sempre 'finché non ci sbatte la testa non fa mai retromarcia' e diavolo se aveva ragione, la botta più dolorosa l'aveva presa proprio cinque anni fa, ma si stava riprendendo e dopo cinque anni le cose non erano tutta merda come erano all'inizio.
Ma ora restava da chiedersi come mai Jeff, il figlio perfetto, il preferito di papà, il tradizionalista coglione, non era mai venuto in ospedale.
Mentre lei, il più lontano possibile dalla figlia perfetta, la figlia ribelle, la pecora nera, tutte quelle stronzate cliché con cui chiamano i figli che non fanno ciò che gli impongono i genitori, era lì nonostante quel vecchio bastardo fosse la persona che odiasse più al mondo.
Io sono qui. Tu dove sei, figlio perfetto? 
   
 
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